Daladier comincia a cedere

Daladier comincia a cedere Ricatti massonico-co mmiimmiìsìì Daladier comincia a cedere Elettoralismo e parlamentarismo consociati nella galvanizzazione del Fronte popolare Parigi, 24 agosto. L'agitazione psr la difesa delle leggi sociali del Fronte Popolare si sviluppa metodicamente. Oltre alla burrascosa riunione del comitato frontista della regione parigina, svoltasi stasera, è prevista per domani una serie di comizi che i comunisti indicono a Montrouge, a Issy-les-Moulineaux, a1 Boulogne, a Nanterre, a Clichy, a Montreuil e nelle altre principali agglomerazioni industriali dei sobborghi di Parigi. Forniture estere perdute Altri comizi sono indetti dai socialisti per venerdì. Lo stesso giorno, alla sala Wagram, avrà luogo un convegno plenario della Unione sindacale parigina, dove prenderanno la parola il segretario dei sindacati, Henaff, ed il segretario della Confederazione del lavoro, Kaoamond. Quest'ultimo, in una riunione preparatoria, ha aspramente criticato la posizione presa da Daladier, dicendo che già più volte la Confederazione del lavoro ebbe a chiedere al Presidente del Consìglio di esporle francamente in che consistano le difficoltà lamentate dagli industriali onde cercarvi insieme il rimedio, e che osmi volta la sua domanda fu elusa. Racamond vorrebbe sapere per esemplo quale è lo stabilimento che, secondo Daladier, avrebbe dovuto rifiutare una ordinazione americana dell'importo di quindici milioni di franchi. L'affermazione gli sembra inverosimile. Ma a confermarla viene Btasera una nota dell'Jntransigeant, dalla quale risulta che si tratta di una fabbrica di seterie di Lione, la cui ordinazione venne girata dal cliente ad una fabbrica di Milano. Lo stesso giornale aggiunge che un caso analogo si è prodotto in una fabbrica di velo di Calais, la quale non potendo consegnare la merce in tempo, si è vista portar via l'ordinazione da una fabbrica tedesca di Crefeld. Le due indicazioni sono interessanti e provano che gli industriali non hanno tutti i torti di lagnarsi. Senonchè, in certo modo, esse convalidano In pari tempo le obbiezioni degli ambienti sindacali secondo cui è inammissibile che fra 340 mila disoccupati di ogni categoria, le fabbriche non possano trovare la mano d'opera necessaria a far fronte ai loro bisogni. Il governo bada a ripetere in tutti i toni che gli stabilimenti dove la necessità di intensificare il lavoro è più forte sono quelli dell'industria pesante che lavorano per l'esercito. Ma le statistiche della disoccupazione non segnalano sui loro quadri la presenza di ben 10 mila metallurgici? E perchè non fare appello allora a una parte di questi effettivi disponibili invece di sconvolgere senza bisogno la legislazione sociale? Le ragioni dei sindacalisti Quello che semDra emergere dalle dichiarazioni tanto di Racamond come di Henaff e degli altri portavoce della massa sindacale è che l'effervescenza regnante è dovuta non tanto alla prospettiva di dover adattarsi a qualche deroga nell'orario di lavoro, cosa su cui si potrebbe accordarsi facilmente, quanto al sospetto introdotto, a torto o a ragione, negli interessati che le dichiarazioni di Daladier facciano parte della vasta e complessa campagna che da un pezzo essi accusano gli industriali di aver intrapreso contro la legislazione sociale del Fronte popolare procedendo a licenziamenti in massa, rifiutando a bella posta le ordinazioni della clientela, opponendosi a qualunque riorganizzazione razionale della produzione, e organizzando attraverso le banche una lotta senza quartiere contro gli! ndustriall decisi ad applicare la legge. « Lungi dall'appoggiare la propria politica sulla fiducia delle masse lavoratrici — conclude Rachamont, il presidente del consiglio obbedisce agli ordini delle oligarchie capitaliste ». E' questa l'impressione delle masse operaie, e questa impressione il Governo deve cercare di sfatare se gli preme ristabilire la serenità e l'ordine nel paese. Le ragioni e i rilievi che il presidente del gruppo parlamentare radicale e gli altri portavoce del pensiero governativo, con l'appoggio della loro stampa, cercano di diffondere negli ambienti politici e nel pubblico sono infatti diretti da stamane a convincere i lavoratori che le parole di Daladier sono state svisate, che se ne è voluto esa- gerare la portata unicamente perfomentare nuove agitazioni e chenon è affatto il caso di dar lorolejjgi sociali del 1936-37 alle quali il Governo rimane al contrario fedel'ssimo. Se non ci inganniamo, è questo Il primo segno che Daladier, di fronte alla violenza dell'opposizione scatenata, pensa già a mettere dell'acqua nel proprio vino. Giacchè nò i radicali nè tampoco gli stessi socialisti vogliono in realtà per il momento la rottura del froni« popolare. I radicali potrebbero capovolgere la situazione in venl'iuittro ore facendo blocco col entro e coi moderati • abbando- nando l'estrema alla sua sorte. Ma finché le elezioni senatoriali dell'autunno non avranno permesso loro di misurare il grado di evoluzione subito dallo stato d'animo del paese, nessuno di loro acconsentirà a un mutamento di rotta. Personalmente a contatto con le difficoltà del paese e con le pressioni del padronato, Daladier potrà anche sentirsi Invaso a un dato momento dal desiderio di bruciare le tappe e di sacrificare il proprio giacobinismo all'interesse nazionale inteso secondo i canoni ordinari. Ma Daladier non è tutto il partito radicale, mentre il partito radicale è tutta la massoneria. Ora la massoneria ha paura di staccarsi dalle sinistre perchè l'alleanza coi moderati le agita davanti agli occhi il panno rosso del Fascismo o di patteggiamenti col Fascismo, cioè appunto il pericolo di venir presa in un ingranaggio dal quale non potrà più liberarsi. Prime oscillazioni Se gli effetti economici, finanziari e tecnici del Fronte Popolare sono stati dannosi per il paese, agli occhi della massoneria, cioè del radicalismo, quella formazione politica non ha cessato per questo di rispondere alla propria missione che non era economica nè finanziaria, nè tecnica, ma esclusivamente politica. I radicali manovreranno dunque per salvare capra e cavoli, vale a dire per migliorare nella misura del possibile le condizioni della produzionemantenendo in pari tempo il Fronte popolare intatto, almeno fino a novembre. I socialisti dal canto loro se hanno a cuore di non scontentare le masse, non hanno neppure essi intenzione di ritirarsi dalla maggioranza e passare all'opposizione. Paul Faure, dalle colonne dePopulaire grida alle destre che « hanno avuto fretta per metter fuori i lumi » e che in Francia una sola politica è possibile: quella deFronte Popolare. Alla delegazione delle sinistre i rappresentatiti departito chiederanno venerdì di vo tare la convocazione del Parla mento, ma sarà questa una mani festazione tattica e platonica, giacchè nè la maggioranza della Ca mera, nè quella del Senato sono favorevoli al provvedimento. Partigiani sinceri della rottura potrebbero essere i comunisti, ma anchnel caso di costoro è discutibilche si voglia spinger l'azione al dlà di un certo limite. In conclusione ci sorprenderebbe se dopo tantallarmi non vedessimo la delegazione presto scoprire, conformemente a quanto osserva sul Populaire Lebas, che i decreti incriminati prevedono alcuni casi di deroga alle 40 ore, specie a favordelle industrie di guerra e che, pevenire incontro ai bisogni della difesa nazionale — nodo del problema — non c'è bisogno di innovazioni di nessun genere. Più difficile sarà la soluzione pequanto concerne il passo delle paghe da corrispondersi per gli operai, nelle ore supplementari. Qui sindacati chiedono il 25 per centdi sopraprezzo, mentre Daladier srifiuta di superare il dieci per cento. Quanto tempo ci vorrà per mettersi d'accordo? Più difficile è la soluzione deconflitto portuale che le ultimventiquattro ore hanno vedutpeggiorare. Il rifiuto al lavoro festivo e alle ore straordinarie si esteso dagli scaricatori di Marsiglia, a quelli del port Bouc, dPort. St. Louis, di Orano e sta peestendersi anche In tutti i portdella Corsica, di Tunisia, dell'Algeria e del Marocco.

Luoghi citati: Algeria, Corsica, Francia, Marocco, Marsiglia, Milano, Orano, Parigi, Tunisia