Daladier minacciato dagli agguati del parlamentarismo

Daladier minacciato dagli agguati del parlamentarismo Daladier minacciato dagli agguati del parlamentarismo I partiti mirano a sfruttare, ciascuno'per le proprie finalità, il gesto d'energia del Presidente del Consiglio Parigi, 23 agosto. La resistenza all'offensiva di Daladier si organizza. In attesa che un Consiglio dei Ministri, previsto solo per lunedi o martedì della settimana ventura, esamini la situazione, il governo vuol farsi un'idea esatta della forza del movimento scatenato dal discorso di domenica e cavarne una norma per la propria azione ulteriore. Chi sono i protagonisti della controffensiva? In prima linea la Confederazione del Lavoro il cui Presidente interinale Racamond, membro del partito comunista, ha Immediatamente invitato in un manifesto tutti i sindacati a tenersi pronti « alla azione unanime e disciplinata per la difesa delle quaranta ore e delle altre conquiste sociali ». In seconda linea il partito comunista, che ha pubblicato un altro manifesto non meno violento chiamando a raccolta le masse operaie intomo alla Confederazione del Lavoro. In terza linea i socialisti. S*"!"*^.f>^!lfÌ*lBL..^er""L'ambiguità di Blum L'atteggiamento dei socialisti è leggermente più cauto di quello dei due gruppi precedenti almeno in apparenza. Blum sul giornale del partito non contesta per esempio a Daladier il merito di avere avu- si nazionali; in pratica tutti, an che i socialisti, fanno blocco contro la nuova politica del ministero. Blum chiede ironicamente a! Presidente del Consiglio se tale maggioranza faceva assegnamento per fare votare le deleghe alla legge sulle quaranta ore. Paul Faure sostiene che essersi Ipnotizzati sulle quaianta ore è stato un errore giacchè le industrie che hanno partite di merci da consegnare possono trovare sul mercato del lavoro tutta la mano d'opera che vogliono. La Federazione socialista della Senna, riunitasi ieri sera, dichiara che « la politica annunciata da Daladier non può t'Sser]p quella della maggioranza leiIla Camera nè del paese repubbli- cano »; e Blum conferma: ' « Per un mutamento di condotta verso la classe operaia, Daladier non conti sul partito socialista». Comunisti e socialisti, in conclusione, si stringono compatti intorno ai sindacati. Restano i radicali. I radicali, il cui comitato esecutivo è convocato per. domani, si preparano verosimilmente a spalleggiare il Governo. L'invito rivolto loro dagli altri due partiti della maggioranza per una riunione plenaria della delegazione delle sinistre è stato da essi accettato e la riunione avrà luogo venerdì sera. Da alcune dichiarazioni fatte nei corridoi della Camera dal presidente del gruppo parlamentare si desume che la tendenza di questo sarebbe nel sostenere che la portata pratica delle decisioni del Gover- delle quaranta ore ma unicamente permettere a talune industrie e in particolare a quelle militari di in. jtensificare il ritmo della produzione lasciando Invariata la situazione di quelle che non hanno lavoro nemmeno per 36 ore la settimana e ammettendo senza obiezioni di sorta che le fabbriche che non hanno bisogno di operai specializzati siano obbligate in caso di . bisogno a rifiutare nuove braccia llnvece dl imporre ore straordinarie al personale già impiegato. no è stata esagerata e che Dala- ! dier non intende abrogare la legge I ' Secondo il presidente del gruppo radicale la decisione di Daladier si giustificherebbe col fatto che, a differenza di quanto sostiene Paul Faure, per gli stabilimenti militari non è possibile ricorrere a mano d'opera avventizia e che il sole mezzo di aumentarne la produzione consiste quindi nel far lavorare di più la mano d'opera di cui dispongono. Una polemica formalistica Le dichiarazioni qui riferite es- sendo state fatte poco dopo che il presidente del gruppo radicale era stato ricevuto da Daladier, se ne deduce che lo stesso Capo del Governo non abbia abbandonato la speranza di poter fare la pace con la propria maggioranza, convincendola della bontà delle proprie ragioni e del proprio attaccamento all'opera sociale della legislatura. Ma vorranno i socialcomunisti farsi Interpreti di questo ordine di idee presso il sindacato? Nulla sin qui permette di affermarlo. Uno degli argomenti principali della discussione di venerdì fra 1 delegati delle sinistre sarà certamente quello della facoltà o meno del Governo di prendere i provvedimenti annunziati. I ,-adi I cali sosterranno che, per fare'quanto ha deciso, Daladier non ha: avuto bisogno di ricorrere al .Par- ; lamento. ; La facoltà di governare per viedi decreti è scaduta, ma il Gover- no può limitarsi a diramare delle ordinanze ministeriali circa l'ap~>llcazione dei decreti già emanati ; per far questo non gli è necessaria alcuna autorizzazione speciale. Socialisti e comunisti replicano al contrario che 1 prowedinenti annunziati modificano sostanzialmente 11 valore e la portata dei contratti collettivi esistenti e che in considerazione di ciò il consenso della camera, ossia il voto di una nuova legge, è indispensabile. Rinasce, vale a dire, la polemica che pareva chiusa, se si deb- I bono o no convocare le Camere in seduta straordinaria. Il Governo vorrebbe allontanare da sè l'amaro calice, ma è inutile nascondersi che da ieri l'ipotesi della riapertura parlamentare ha fatto dei progressi, non foss'altro perchè dopo quanto è successo, il desiderio di un voto che chiarisca la situazione e permetta al ministero di contare i propri amici è diventata contagiosa. Gli stessi gruppi del centro e delle destre che fino a ieri respingevano ogni idea del genere sembrano scossi, e quindi il gesto di energia del Presidente del Consiglio ha fatto balenar loro la possibilità di un mutamento di maggioranza, cioè di un mutamento di politica. Minacele social-comuniste Senonchè riaprire le Camere ! non vuol dire per la sinistra uni I camente provocare un voto sulle ' leggi sociali: vuol dire anche ri- prendere'dai banchi della Camera la gazzarra per la riapertura dei Pirenei che, dopo la risposta di Franco, la stampa dei due partiti estremi reclama con violenza maggiore di prima. E, ammesso pure che Daladier voglia rendersi alla prospettiva di una discussione di politica interna atta a liberarlo da certe ipoteche di partito, come credere che egli si risolverebbe a cuor leggero a riaprire in seduta pubblica una discussione sulla Spagna in un momento in cui l'orizzonte internazionale è già cosi oscuro e in cui Chamberlain raccomanda a Bonnet di dar prova di prudenza? La situazione dunque per il momento è assai incerta e non è da escludere che possa radicalmente peggiorare. Domani avrà luogo a Parigi un comizio del fronte popolare della Senna. Giovedì si riunirà il comitato nazionale della concentrazione popolare. Socialisti e comunisti fanno evidentemente del loro i meglio per smuovere la massa lavoratrice e spaventare i radicali con la minaccia di uno sciopero generale. Non è impossibile che se Daladier tiene duro non accada nulla, giacchè nè la realtà delle cose nè la seconda nè la terza Internazionale hanno interesse a paralizzare la Francia proprio nel momento in cui vorrebbero vederla scendere in campo sventolando la bandiera della crociata antifascista. Ma si tratta di un ricatto e nel ricatti l'elemento determinante è sempre la resistenza morale del ricattato che nel caso in questione lascia adito a dubbi. Intanto a Marsiglia l'agitazione continua e la vertenza segna il passo. Il progetto di decreto pre a a n e o e1 parato dai comunisti dimissionari a!è 3tato re8Pinto dagli scaricatori - ai quali la Confederazione gene Irale del lavoro ha accordato la pro- eipna solidarietà. De Monzie e Po- maret dovranno riprendere i nee jgoziati da capo ed incomincieran i i è nneggerà. no domattina. Ma una conferenza svoltasi oggi al Ministero del Lavoro coi delegati degli scaricatori non ha permesso di realizzare il minimo progresso. La situazione si afferma stazionaria mentre si moltiplicano in seno alle organizzazioni operale le manifestazioni di malcontento e già si minaccia apertamente il Governo di proclamare lo sciopero generale non solo a Marsiglia ma a Bordeaux a Le Havre e a Rouen. Questa minaccia è più seria delle altre e il governo farà bene a non prenderla alla

Luoghi citati: Bordeaux, Francia, Le Havre, Marsiglia, Parigi, Spagna