l ministri socialisti dimissionari dopo il discorso presidenziale

l ministri socialisti dimissionari dopo il discorso presidenziale L'ORA ni OAImAJDIEJR. 7 l ministri socialisti dimissionari dopo il discorso presidenziale I dimissionari immediatamente sostituiti - Ma avrà il Presidente del Consiglio francese l'energia di volgere decisamente le spalle al nefasto Fronte popolare? Parigi, 22 agosto. La dichiarazione fatta Ieri aera per radio da Daladler ha avuto per conseguenza le immediate dimissioni dei ministri del lavoro e dei lavori pubblici. Il Presidente del Consiglio aveva detto: « Per ristabilire la situazione bisogna anzitutto modificare la legge sulle quaranta ore lavorative. I bisogni nazionali e la situazione dell'Europa l'impongono. In nessun altro paese, eccettuato il Messico, le quaranta ore costituiscono 1! regime normale del lavoro; In nessun paese si lascia inoperosa uno o due giorni alla settimana la attrezzatura tecnica creata per ridurre la fatica umana. Finché la situazione internazionale rimarrà delicata bisogna che almeno nelle industrie che interessano la difesa si posBa la/vorare fino alle 48 ore e che nelle altre.sia lecito superare le quaranta. E' necessario che gli stabilimenti che ne hanno bisogno possano disporre del numero di ore lavorative necessarie senza inutil: formalità nè Interminabili discussioni. Non si tratta di abolire la legge ma di permettere alle industrie di lavorare di più quando hanno delle ordinazioni e di fare le ore suppletive con un sopraprezzo che non ecceda il dieci per cento ». Sostituzione immediata Queste parole coraggiose, diametraimente opposte al sentimento dominante negli ambienti socialcomunisti e in seno alla Confederazione generale del lavoro hanno scatenato un pandemonio di proteste e prima di tutto provocato una crisi di Gabinetto. Frossard e Ramadier, i due socialisti moderati che Daladier era riuscito a imbarcare nel proprio ministero per conservargli il carattere di una formazione di fronte popolare, hanno giudicato impossibile conservare i rispettivi portafogli « Quando ho accettato le funzioni ministeriali per le quali mi avevate designato — dice la lettera di dimissioni di Ramadier — voi mi avete dichiarato che in tutte le questioni sociali volevate sempre ricercare l'accordo della classe operaia, pur riservando al Governo il potere di arbitrare. Nel vostro discorso del 21 agosto avete preso, sul problema delle 40 ore, una posizione categorica senza aver tentato preventivamente lo sforzo necessario di riavvicinamento. Questa modificazione profonda della vostra politica sociale, che avete adottato senza chiedere la mia opinione, non mi permette di continuare efficacemente per la pace sociale una collaborazione che mi era preziosa. Vi invio le mie dimissioni da Ministro del Lavoro ». Dal canto suo, Frossard, pur protestando della sua rispettosa amicizia per Daladier, dichiarava nella sua lettera di dimissioni di essere obbligato a Interpretare 11 discorso di ieri nome l'annuncio di un nuovo orientamento della politica sociale del Gabinetto e che l'idea che egli ha degli interessi del Paese nelle circostanze attuali non gli permetteva di accettarlo. Daladier ha accettate le dimissioni dei due ministri ed ha immediatamente trovato loro due successori: De Monzie per il portafoglio dei lavori pubblici e Pomaret per il portafoglio del lavoro. ■ La soluzione della crisi La pronta soluzione della crisi non è riuscita a neutralizzare del tutto gli effetti negativi che il suo improvviso scoppio aveva determinato in Borsa. Gli ambienti finanziari, che nelle prime ore del mattino avevano vigorosamente risposto al discorso di Daladier con un rialzo generale dei corsi, sono rimasti, alla chiusura del mercato, sotto l'impressione di incertezza diffusasi all'inizio del ritiro dei ministri socialisti. Per giustificare davanti alla stampa il proprio operato, il Presidente del Consiglio ha detto che i due Ministri dimissionari avevano agito lealmente, ma che la Francia sarebbe perduta se non potesse lavorare normalmente e che sarebbe inammissibile che le sue fabbriche dovessero continua re a rifiutare le ordinazioni per l'impossibilità di eseguirle, come è accaduto in questi giorni a un grande stabilimento, che aveva ri cevuto dall'America un'ordinazio ne dell'importo di 15 milioni di franchi e che ha dovuto declinarla, Sono considerazioni che tutta la parte sana del Paese capisce. Il Capo del Governo può quindi essere certo di avere dalla sua, se condo ha già dichiarato il Presi' dente della Confederazione del Patronato, tutte le forze della produzione e di incarnare la volontà di vivere e di resistere della Francia. Ma il gesto di Daladier non ha probabilità di risultare efficace se non a patto che il Capo del Governo sia effettivamente deciso ad accettarne le responsabilità anche sul piano parlamentare. E' egli risoluto a considerare morto il fronte popolare e respingere i socialisti nell'opposizione accanto ai comunisti, e a governare col solo appoggio dei radicali e del centro? In tal caso, la lancia da luì spezzata non lo sarà stato invano, e la Francia potrà contare su un Avvenire politico migliore Quello che è accaduto era previsto: senonchè i fatti si sono prodotti con tre mesi di anticipo. La maggioranza dei radicali sapeva che l'accordo con i socialisti non avrebbe potuto durare eterno, ma non voleva che il conflitto scoppiasse prima delle elezioni per il rinnovamento parziale del Senato. Alle elezioni bisognava giungere senza che nell'orientamento del partito e nella composizione della maggioranza si fossero prodotti mutamenti atti a turbare gli elettori e a sconvolgere le alleanze previste. La bomba sarebbe scoppiata dopo. La gravità della situazione ha invece costretto Daladier ad accelerare i tempi e ad attaccare le quaranta ore in agosto anziché In novembre. Fra l'interesse del partito e l'interesse della Nazione, egli non ha esitato. In quanto ai socialisti e ai co¬ munisti, la loro protesta è stata immediata. Il Populaire scrive che 11 Capo del Governo si è arreso al capitalismo, nemico delle leggi sociali votate dal Fronte Popolare e che se gli Industriali avevano delle ordinazioni cui non potevano far fronte, 11 rimedio era facile: prendere della mano d'opera supplementare, procedura la quale avrebbe fra l'altro avuto il vantaggio di ridurre la disoccupazione. L'argomento è forte e VHumanitè lo convalida ricordando che la Francia conta in questo momento più di 340 mila disoccupati, molti dei quali operai metallurgici e che in tali condizioni la pretesa degli industriali di far lavorare di più il loro personale urta con l'interesse più elementare del Paese. Gli industriali replicano che la loro ripugnanza ad assumere nuovi operai, è una diretta conseguen¬ za delle recenti leggi sociali con i loro oneri di pensioni, vacanze pagate, sussidi familiari, eccetera, insostenibili dai bilanci delle ditte. Ma le sinistre si rifuitano di entrare in un tale ordine di idee ed 11 vice-presidente della Camera Duclos, a nome dei comunisti, reclama la convocazione della delegazione delle sinistre scrivendo al suo segretario che « l'iniziativa di Daladier ha fatto comprendere agli operai, come le oligarchie capitaliste vogliano frustrare le loro recenti conquiste e che di fronte a questo stato di cose, è urgente che i gruppi della maggioranza procedano ad un esame della situazione politica ». Nè dal canto loro le organizzazioni sindacali se ne stanno inattive. Benché l'assenza di Jouhaux, partito come ricorderete per gli Stati Uniti e il Messico, costituisca in vista di una eventuale resistenza operaia una circostanza sfavorevole probabilmente non estranea alla presa di posizione di Daladier, la Commissione amministrativa della Confederazione del lavoro è già convocata per domani nel pomeriggio. L'Unione dei Sindacati della Senna ha anche essa convocato le proprie delegazioni per domani. Gli operai metallurgici proclamano l'intangibiiità delle quaranta ore. In pari tempo i minatori del Passo di Calais e del nord minacciano lo sciopero per il 15 settembre se prima di quella data' i padroni non avranno accolto le loro domande di miglioramenti salariali. A Marsiglia grazie all'intervento della truppa il Governo ha potuto ottenere che durante la giornata di ieri domenica il lavord continuasse normalmente; ma la procedura di forza adottata ha per effetto piuttosto un aggravamento che non un'attenuazione del conflitto. Sebbene insomma apparentemente la pronta sostituzione dei due ministri socialisti dimissionari dia al Governo causa vinta, nella realtà delle cose la crisi comincia appena. * Se la reazione conta sulla divisione nelle file del fronte popolare, si sbaglia » scrive VHumanitè. Chi avrà ragione? Vedremo chi avrà ragione e quanto durerà lo scatto d'energia di Daladier. Notiamo intanto che negli ambienti di governo il fatto che il Presidente del Consiglio abbia saputo resistere alla voglia di seguire Ramadier e Frossard nelle dimissioni, viene considerato con viva soddisfazione e come di buon augurio. Negli ambienti del Quai d'Orsay si nota a tale riguardo che la risposta di Franco al Comitato di Londra per quanto sostanzialmente interpretata quale un gesto negativo destinato a riaprire le discussioni in seno al Comitato stesso, non è interamente da respingere. Il sorriso di Bonnet sarebbe da attribuire in seguito alla frase di Franco sulla volontà del Governo di Burgos di difendere l'integrale intangibilità del territorio spagnuolo e di non prestarsi a concessioni politiche o economiche di alcun genere. Gli ufficiosi rilevano che è la prima volta che il generale Franco introduce una dichiarazione simile in un documento ufficiale e che la cosa merita considerazione.