UNO SPIRAGLIO NELLE TENEBRE di Concetto Pettinato

UNO SPIRAGLIO NELLE TENEBRE OOMMIG SQl*ffG Est MMWM.OVSÉ. SpaffMia. UNO SPIRAGLIO NELLE TENEBRE Incontro nella notte di un cieco e di uno storpio « La carità cristiana e la guerra - Non è terra francescana... -- Una parola bella tra i clamori e gli odii :: e e i l i i l i o e o i a ti o o, a 0, e e (DAL NOSTBO INVIATO SPECIALE) SIVIGLIA, agosto. Passando per la, calle Amor de Dios, all'uscire da una delle malte sale da ballo dove fanti, marocchini e marinai nazionali ed esteri cercano dimenticare la tristizia dei tempi fra le braccia d'una guapa morta d'i fatica che il tango fa oscillare avanti e indietro come una sonnambula, ho assistito a una scena che non mi si cancellerà tanto presto dalla memoria. Quale un apologo... Uno storpio accovacciato sul marciapiedi, nel cono albiccio d'una lampada ad arco incappucciata di latta, secondo si addice a una città in guerra, si lagnava ad alta voce e non senza accompagnamento d'ingiurie dell'incredibile taccagneria dei nottambuli che, a così tarda ora, non gli avevano ancora fatto piovere nel berretto i pochi spiccioli necessari a permettergli di chiuder bottega e trascinarsi a casa. Dal largo della Campana, tastando con la punta del bastone l'orlo del marciapiedi opposto, venne innanzi, passo passo, un altro mendico, con quell'aria di cavaliere senza macchia e senza paura che conferisce agli orbi l'abitudine di portare la testa alta. Edificato a distanza sul senso del monologo dello storpio, l'orbo attraversò la strada e si fermò a confortarlo. Nella famiglia degli accattoni i privi della vista stanno un gradino più in su. dei contraffatti, perchè in luogo d'attendere inerti l'iniziativa delle persone caritatevoli la provoca* no con acconce azioni strategiche e fors'anche perchè l'uomo che cammina senza vederci ispira maggior compassione di quello che se ne sta immoto a spiare chi passa come gli sfaccendati al caffè. Diretto a casa, il cieco aveva finita la sua giornata e non pareva malcontento degli affari, a giudicare dalla compiacenza con cui rimescolava in tasca i reali e i perri messi insieme dalla mattina. Ma la fraternità non è una vana pa\rola, nemmeno in un paese desolato dalla più fratricida delle guerre. Mentre lo storpio si di\lunga in vane considerazioni sulla cattiveria degli uomini, eccoti, così, il sopraggiunto fa,re brontolando due parti dei propri incassi e chinarsi per cacciarne a forza l'una nel pu\gno dell'altro. E qui viene il bello: giacchè, ìàll'atto del cieco, lo storpio si riscuote,- insorge, respinge la ; mano liberale, schermendosi quanto può schermirsi uno con \le spalle incollate al muro. E il cieco a insistere, con grande spreco di: « Oigas, hombre! Digas, hombre! », a scrollarlo pel bavero, ad arrabbiarsi, a promettere che verrà a farsi rimborsare alla prima occasione; talché, così affannati l'uno addosso all'altro, i due oscuri e • inconsapevoli interpreti della cavalleresca Spagna di Ambrogio Spinola e di don Giovanni i d'Austria sembrerebbero lì li per picchiarsi. Non si picchiarono, naturalmente, e nell'alta notte sivigliana, qua e là opaca di risse e di rozzi ardori, l'umile episodio aperse uno spiraglio gentile, pari a un fresco raggio di luna nelle tenebre. Ma, quale un apologo offertomi in buon punto dalla sorte per rammentargli, fra le seduzioni andaluse, che quella spagnuola è una ^tragedia e che le tragedie con [viene finiscano prima che tutti gli attori siano morti, la solidarietà del cieco e dello storpio 'mi fece più ardentemente desiderare la reciproca carità delle ìdue Spagne e crederla possibile, nel colmo della comune miseria, nella disperazione della comune stanchezza. Dio e il Diavolo e e a ue nao a ae ote nti a i Razon y Fe, rivista cattolica, pubblicò mesi or sono un arti\colo, che suppongo dovuto alla penna di un gesuita, per rispondere al quesito: Es compatible la guerra espanda con la cari!dad? Largo di riferimenti teologici, che vanno dai Padri della Chiesa al Suarez, passando per Sant'Agostino e San Tommaso, don J. de la C. Martinez i assicura di sì. « Solo nelle anime traviate — scrive — può sorgere il dubbio se la guerra di Spagna sia conciliabile con ila carità cristiana... Pel catto\lico informato delle Sacre Scrit\ture e della tradizione ecclesiastica questo no es problemaSuarez fa del suo trattato sopra la guerra una sezione detrattato De Cantate... Dio al dì'sopra di tutto, e al di sopra dDio nulla; per Dio tutto, senza Dio o contro Dio nulla: questa le la formula primordiale della I carità. Beni, fortune, patriotti\smi, nazionalismi, imperialismiise conformi alla volontà del Signore assoluto, sono ammìrevo\li; se indipendenti o contrari a ,Dio, detestabili... Quando è in gioco principalmente il bene ,della religione, superiore a tuttscccpclmelndcclceemcsvTddgaofdmgde i , a i n l e l ; e a i i e o , a n , a i o e a a, ia e iolo mez iò a n otaa. oel dì. di a a a ii, io a n ne t¬ ti gli altri valori umani, incluso il legìttimo patriottismo, un cattolico no puede ser imparcial. Fra Dio e il Diavolo non c'è posto per l'imparzialità... La punizione, fino alla repressione cruenta o mortale dei criminali, è un atto di giustizia, totalmente accettabile dalla carità; e la compiacenza nell'osservare l'ordine della giustizia, allorchè non proceda da stimolo di vendetta ma da amore del bene conforme alla gerarchia delle cose, è un atto di carità. Dio e la sua corte celeste se complacen en elio, si allietatio d'esso in eterno... La ragione ammette esservi casi in cui la pena di morte è necessaria e l'impunità criminosa. Tutti ricordano l'insufficiente repressione della rivolta delle Asturie nel 1934. Tutti vedono chiaro che la pena di morte si può e si deve prodigare, specie in tempo di guerra..'. Quello che non è lecito è desear a nadie el infierno, augurare a qualcuno l'inferno, ovvero farlo morire senza confessione e contrizione, impedendo al sacerdote di assisterlo... Ecco l'ordine inesorabilmente imposto dalla carità, legittima equazione fra le tendenze sovrannaturali dell'uomq e le esigènze ontologiche dell'ordine teocenMco. Scostarsene per fini filantropici o egoistici equivale a desquiciarse de Dios, a strapparsi da Dio, centro normal de la criatura (Razon y Fe, n. 482, p. 302 e segg.). La tradizione cattolica Gli aforismi di don J. de la C. Martinez sono abbastanza categorici per restituire o conservare la pace alle coscienze più suscettibili. Le svenevolezze della filantropia non trovarono mai buona accoglienza nella tradizione cattolica spagnuola. Durante i secoli XVI e XVII, chi assisteva agli auto da fè si buscava d'ufficio quaranta giorni d'indulgenza. Filippo II n'era assiduo, e un giorno che un gentiluomo fiorentino, figlioccio di Carlo V, passando, le braccia legate, davanti al suo palco per raggiungere il fatai quemadero, si appellava alla regale clemenza, dicono ohe il sovrano replicasse: « Si mi hijo fuera tan malo que Usted, se mio figlio fosse altrettanto tristo di voi, porterei io stesso legna al suo rogo! ». Ignazio di Loyola s'è visto qualificare a buon dritto « U prussiano » della Controriforma. Santa Teresa, che da una misteriosa portella della chiesa delle Carmelitane Scalze di Alba de Tormes ho contemplata coi miei occhi al naturale, stesa sul suo letto di morte in un sinistro stupore di panni candidi e scarlatti, al fioco lume d'un cero elettrico fatto brillare di sorpresa dal frate portinaio, avrebbe voluto battere le proprie compagne di clausura per meglio abituarle a soffrire. E che altro è il grido di « Viva la muerte! », reso popolare dai legionari del Tercio sui campi di battaglia, se non una parafrasi della cantica famosa di questa spagnolissima fra le Sante, dì cui Franco custodisce gelosamente nella propria casa di Ronda, in una teca d'oro, la mano aperta e trasverberata? Ay, qué larga es està Vida! Qué duros estos destierros, Està càrcel y estos hierros En que el alma està metida! No, certo: la Spagna non è terra francescana e non indulge alle sdolcinature dell'amor del prossinto. In questa sua inflessibilità perinde ac cadaver, in questa sua militare durezza nel punire quanto neU'ìnvmolarsi c'è d'altronde, lo riconosco vo lentieri, una grandezza austera che impone la reverenza. Ma l'incontro del cieco e dello storpio della calle Amor de Dios mi fa dubitare se non possa allignare anche qui una carità la quale, per esser meno spietata, riesca più efficace, lieta e corroborante di quella predicata da don J. de la C. Martinez e dai suoi pari. Pensar da spagnuoli Un sentimento nuovo che non n'è molto lontano viene, in ogni caso, spuntando dal sangue della guerra: quello dell'unità della patria. Il particolarismo rende gli ultimi aneliti nell'affratellamento quotidiano delle trincee. Bernardino di Mendoza, scrittore militare spagnolo del Cinquecento, aveva notato il rapporto esistente tra l'efficienza d'un esercito e l'unità di lingua e di costumi delle truppe che lo compongono. Oggi si potrebbe dire che l'unità di un esercito non è meno ricca di effetti sulla varietà idiomatica e 'spirituale delle provincie che lo [alimentano. Confusi c rimescolati nei loro reggimenti e nelle ■ loro banderae, gli Spagnuoli di Franco dimenticano, a poco a poco, di pensare da baschi o da andalusi, da castigliani o da navarresi, per mettersi a pen'sar da Spagnuoli. glidepedeCrsticipdoil le,lo moseSpcereAncanestumesti naglAldenocueschSplanocovoamtrcocodicasoretiqusuvegupeedEnocotilecesèroInapascspaSddilblacEgtcccseyspqmecnpdrobsledpnMvngmctsntmgcnsntIgggM Oserei dire, a scorno di queli ipocriti i quali nell'impiego ei marocchini sul suolo della enisola vorrebbero, all'estero, enunziare un tradimento alla Cristianità, che a questo irresitibile processo unitario parteipano gli stessi Mori. Entrano in Siviglia e sfilando sotto l suo minareto fatto campanie, i regulares accorsi all'appelo del Caudillo hanno offerta al mondo una nuova prova della egreta affinità avvincente in Spagna la Mezzaluna alla Croe. Proprio ieri un ex-professoe dell'Università di Madrid, Angel Gonzales Palencia, dediava al fenomeno della compenetrazione ispano .oresca uno tudio che non potrebbe dar meglio ragione dei nodi tenaci tretti e mantenuti, attraverso secoli, fra le due stirpi. Granata e Siviglia, la capitale degli Almoravidi e quella degli Almohadi, le due grandi tappe dell'arabismo spagnuolo, furono il crogiuolo di un'alleanza le ui possibilità non sono ancora esaurite. Francisco Franco sa che la prima méta della nuova Spagna imperiale dovrà essere a riunione d'un impero cristiano-musulmano a cavallo delle colonne d'Ercole. Ma se la Rivoluzione pensa già a colmare, ambiziosa, il fosso di Colpe, non troverà essa presto il modo di colmare anche gli altri fossi, comunque meno profondi, che dividono gli Spagnuoli? In un discorso non dimenticato, rivolgendosi ai rossi al di sopra delle trincee, il Liberatore disse un giorno: « El que no tienga ningun delito comun de que arrepentirse, chi non ha sulla coscienza reati comuni, venga nelle nostre file, entregue sus armas y encontrarà perddh y olvido, getti le armi ed otterrà perdono ed oblio ». E qui in Siviglia Ramon Serrano Suner, ministro dell'Interno, confermò, poco dopo: « FI partito nazionale, partito di tutte le classi, persegue il fine audace ma necessario di attrarre a sè la grande massa della zona rossa, que no se puede destruir. In quest'ordine di idee, esso è aperto a tutti, abierto està el partido a todos. Nessuno che abbia senso di responsabilità speri mai veder rinnovarsi decisioni del genere di quella che segnò il suicidio del governo provvisorio della Repubblica allorchè pretese dividere gli Spagnuoli in due gruppi: quelli di prima del 14 aprile, e quelli di dopo ». E il 19 aprile scorso il marchese di Rozalejo, membro del Consiglio Nazionale della Falange, arringando in Càceres i poveri contadini della Estrernadura, promise: « Vogliamo seguire gli insegnamenti di Cristo e sappiamo quel che ci comandano. Sappiamo che Cristo sta più con gli umili che non coi ricchi, mas con vosotros los humildes que con esos ricos que os niegan su pan y su apoyo. Nulla può nè deve separarci ». Parole belle sempre: ma non forse più belle quando echeggiano tra i clamori e gli odi della guerra? Sui treni lentissimi, diroccati e terrosi come ambulanti trincee, che rimescola/no giorno e notte da un capo all'altro della penisola la stessa folla grigia di militari e di borghesi, di feriti e di sani, stipata in piedi ore ed ore davanti al quadro abbagliante o spettrale della Afeseta stepposa, l'umile carità e la rozza misericordia del cieco e dello storpio di Siviglia chiedono di diventar contagiose. Concetto Pettinato

Luoghi citati: Alba De Tormes, Austria, Siviglia, Spagna