Il grande confronto di domani dopo le vittorie internazionali di Giuseppe Ambrosini

Il grande confronto di domani dopo le vittorie internazionali Campionato ciclistico italiano su strada Il grande confronto di domani dopo le vittorie internazionali Bartali potrà sp>-mnta.rl£i sui passisti e stjlì -velocisti ? - Gemello olne conta è tastare il polso alla squa eira per i campionati mondiali Domani, a cura della Società Ciclisti Trevigiani, sarà disputato a Treviso, sul Circuito della Vittoria, il campionato italiano professionisti, in cui è in pallio il Trofeo Bossi. Bara il secondo anno, dopo la guerra, in cui la maglia tricolore verrà assegnata in una sola prova. Ricorderete guati- to si discusse su questa c altre formule studiate per attribuire iltitolo all'uomo veramente miglio- re; finalmente la buona idea pre-valse e diede ottimi frutti; chènon solo l'anno scorso divennelampione chi più meritava d'es-serio, ma si cominciò a constatarequella lenta e progressiva trasfor mozione del nostro sistema di corsa che tutti auspicavamo e che la vecchia formula del campionato in più prove inevitabilmente ostacolava. In due anni, gli effetti di questa evoluzione di sistemi e di menfa7ità sono stati evidentissimi in campo internazionale. lina gara che non è per Bartalivii» auiu ■un unii » fini mn«nila prova unica dovrebbe confer- mare le sue qualità nella corsa di Treviso. Come risultato, non 9aràfacile che ciò avvenga, per più ra- gioni: avremo, con molta proba- bilità, per non dire con sicurez-za, un campione che molti discu-teranno, sostenendo che sarebbe stato meglio che la maglia tricolore fosse rimasta sulle spalle di Bartali. Perchè è indubitato che almeno il novanta per cento degli sportivi, competenti o non, pensa-, no che il vincitore del Giro di Francia sia oggi il nostro prodotto di più eletta classe: all'altezza, o no, dei Girardengo, dei Bottecchia, dei Binda e dei Guerra, più o meno discutibile come campione completo, questo è un altro problema, che non ha niente a che fare con quella relativa superiorità che basta per aver diritto d'essere considerato e consacrato campione di un'annata. E questa superiorità non so chi possa negarla a Bartali. Invece, ripeto, con tutta probabUità, Bartali non conserverà la maglia conquistata l'anno passato a Littoria. Non credo che Gino voglia considerarmi uccello di malaugurio; egli stesso è convinta di ciò, per le ragioni che vi spiegherò subito. Le vittorie di Bartali sono state decise o, almeno, preparate quasi tutte in salita. Sui monti egli piega gli avversari o li riduce in condizione da annullare quella sua inferiorità in velocità pura che gli vieterebbe di vincere una gara piatta. In altre parolela corsa di Bartali, a differenza, per esempio, di quello che fu per Binda, è strettamente legata allecaratteristiche del percorso. Allora vediamo quali sono le caratteristiche del Circuito della Vittoriasul quale domani si disputerà guesto campionato. Stralcio dalla descrizione ufficiale del percorso. La natura del percorso « Parte il percorso dalla ridente città del Bile e, per la bella strada asfaltata Postumia, porta a Castelfranco (km. 27); abbandona qui l'asfalto e, per Riese, su strada battuta e buona, giunge ad Asolo su per la breve salita omonima. Da Asolo (km. JfS) il percorso si snoda lungo i Colli asolani per Gastelcucco fino a Cavasoda dove, girando a destra, prosegue, per Pederobba, Cornuda, Biadene, Posioma e conduce nuovamente a Treviso (km. 89). Il percorso continua su strada asfaltata fino a Vittorio Veneto (km. 128) lungo stradoni ottimi e pianeggianti. Da Vittorio ha inizio la prima salita «il Fadalto »; sono nove chilometri di strada ottima al 4 per cento. Da Fadalto, breve discesa e, per strade nuovamente pianeggianti, per Ponte delle Alpi, si arriva a Belluno (km. 165)Da questa località hanno inizio le difficoltà della gara. Da Belluno si prosegue per ottima strada sino -a. Trichiana (km. 178), ove comincia la più dura salita, il Passo di S. Ubaldo; sono sette eftifttmetri di rontitmn ascesa al 6 </c di media. Si scende poi a Tovena e a Follino (km.. 198), per risalire nuovamente a Combai (km. 20$). Poi, per strada di montagna, stretU», ma buona, si declina a Ferner, si passa il Piave e si giunge a Pe]<lerobba (km. 216). Si andrà poi \di nuovo verso i Colli asolant, si ìsupererà uno strappo corto, ma \erto, si scenderà a Montebelluna ìe si arnverà a Treviso (km. 270)» Si può senz'altro dire che si tratta di un percorso relativamente facile, che non presenta tiessuno di quegli ostacoli che solo i grandi arrampicatori possono guardare senza preoccupazione, ansi, che desiderano per eliminare gli avveìsari meno solidi, ma più veloci. Percorso, dunque, aper- , i entj per prgygfere come si svol j oerA e come si deciderà la corsa, ,Non dùcuto sull'opportunità della \gcem,ai questo tracciato e non mi spat;ento affatto all'idea che domani sera dobbiamo dichiarare \campione d>naiia un atleta che, \nelia scaia dei valori, consideria a o a e i e à e , , r e, , pto a tutti, sul quale è possibile\ogni sorpresa e che non offre eie-lna a u d , ) e 4 e . e mo al di sotto di Bartali. Non' è forse un male che ci si allontani dalla vecchia concezione che campione non debba essere che chi va forte in salita. Il tipo del corridore brillante, passista agile e resistente, tattico intelligente, sempre pronto a sbrigarsela da sè, noi ancora non l'abbiamowe, se ce n'è uno che nelle grandi corse internazionali in linea difenda con onore i nostri colori, s'è fatto all'estero, e si chiama Bossi. Una mezza dozzina di questi uomini, un campione d'Italia di questa fatta non farebbe male al nostro ciclismo. Dopo i successi all'estero IT campionato cade tra i Giri di Francia e di Svizzera e il campionato del mondo. Il nostro sport ha riacquistato quota in campo internazionale; vuol risalire anche più su, a Fauquemont; le sue vedette, grazie a direttive tecniche da tempo su queste colonne auspicate, hanno riportato le azioni del ciclismo italiano nella borsa dei valori europei al livello che si meritavano; il rialzo è ancora in corso. Il campionato italiano lega avvenimenti che son stati per noi motivi di orgoglio ad altri che do vrebbe concludere la serie delle nostre vittoriose affermazioni. Ciò dà e, nello stesso tempo, toglie alla gara di domani importanza e interesse. Glie ne dà perchè a Tre viso Girardengo può e deve trarre lumi per definire la formazione del quartetto che in Olanda porterà la maglia azzurra; glie ne toglie perchè domani non potremo preterì dere di vedere alguni dei più legit timi aspiranti alla maglia tricolore nelle loro perfette condizioni. Il Commissario tecnico ha reso nota una rosa di otto nomi di professionisti per il campionato mon diale. Non vi nascondo che son ri masto a bocca aperta quando ho saputo che Gira aveva preferito, per esempio, il vincitore di quella buffonata della prova di selezione di Bologna, il pur simpaticissimo e volonterosissimo Rimoldi, o un atleta, di innegabile valore, ma di incertissima forma, come Favalli, o dei veltri, come Bini e Olmo a uomini di una sicura solidità e forma, come Valetti, Del Cancia e Canavesi. Come mai questa preferenza se è vero, come non c'è ragione di dubitare, che Gira, di ritorno dal sopraluogo al circuito di Fauquemont, ha dichiarato al corrispondente parigino della Gazzetta dello Sport che « a suo giudizio, è un circuito molto più adatto per uomini duri, resistenti e buoni arrampicatori che per dei purosangue come Kaers eMeulenberg? ». Ma sii questo argomento tornerò altra volta. La prova che ogni concorrente offrirà a Treviso non dovrà essere giudicata dal risultato. L'ordine d'arrivo a Treviso non dirà nulla di assoluto c di preciso su quello che ognuno potrà fare in Olanda. Girardengo sa la classe degli uomini che ha a disposizione; in quanto alla forma, il suo occhio dovrà rilevarla, su dì un percorso piano. Il che non è facile. Inoltre, per alcuni egli dovrà tenere conto delle attuali condizioni, che potranno e dovranno migliorare in questi quindici giorni che ancora ci separano dal campionato mondiale. Chi vincerà ? Bartali è uno di questi. Anche in piena 'forma, il toscano troverebbe serie difficoltà a vincere questo campionato italiano. Ma Bartali è lontano dall'essere padrone di tutti i suoi mezzi. L'altro gìor- no sono andato a Forlì, dove c'era una delle tante riunioni in pista, per vedere il vincitore del Tour. Non ho scambiato con lui più di venti parole, nove delle quali sono state le seguenti: «Un tanto sonno che non vedo neppure la. pista! ». M'c bastato per pensare che, se domani Gino dovesse rimanere campione d'Italia, o è capace di fare miracoli o... di dire grosse bugie. Siccome non credo nè a una cosa, nè all' altra, vi dico non credo che Bartali sarà campione d'Italia per l'anno XVI. E aggiungo che ciò non i.orrà dire che egli non sia degno di rappresentarci nella competizione mondiale e nemmeno che, al posto del- sa vestire quella iridata. Perchè penso, anzi, che, se egli saprà dedicare due settimane alla prepa razione del successo che rinnove rebbe le gesta di Speicher e di Magne, potrà ridare all'Italia il titolo che da otto anni ci manca Meno provati dalla scorribanda pistaiola dovrebbero essere Vicini e Martano L'eco dei trionfi internazionali, la presenza degli uomini che ce li procurarono, i motivi di giudizio tecnici che se ne dovrebbero trarre, le riserve che si dovranno fa re, insomma, un complesso di elementi di passionalità, di attesa, di previsioni dà vita eccezionale a questo campionato italiano. Anche se sempre più mi convinco che avevo ragione quando ho detto che l'epoca non mi sembrava la più opportuna; anche se la corsa, più che per la maglia tricolore, dovrà esser tenuta in conto come rassegna integrale del nostro ciclismo e impostazione di sua prossima affermazione internazionale, domani, a Treviso, ci saranno molte cose da vedere e da dire. Che vinca Olmo o Bini, Favalli o Scrvadei, Rimoldi o Martano, Bizzi o Vicini sarà semplice questione di archivio. L'importante è che Gira nsAGssscaid2uctRRuRt9Igla maglia tricolore, egli non pos-i3èdomani sera, non abbia motivo di | stare in dubbio nello scegliere i compagni — non dico gregari — che Bartali dovrà avere alla prova olandese del 4 settembre. Giuseppe Ambrosini