Valetti porta a 12' 49" il vantaggio su Mersch di Vittorio Varale

Valetti porta a 12' 49" il vantaggio su Mersch JJfr giuo OJBImImA svizzera Valetti porta a 12' 49" il vantaggio su Mersch Belle prove di Del Cancia e di Cecchi (DAL NOSTRO INVIATO) Bienne, 13 agosto. Davvero che questi corridori del Giro della Svizzera compiono delle cose interessanti. E' una settimana che sono partiti; hanno affrontato nei primi giorni un caldo canicolare e poi sono passati attraverso temporali ed uragani, sulendo più volte a duemila metri nel freddo e nella nebbia; mai una tappa è passata senza che essi si « tirassero il collo » con molta buona volontà: il che vuol dire che hanno battagliato continuamente e senza risparmio fino a raggiungere ogni volta delle medie altissime, per faticoso che fosse il quotidiano tragitto. Jo ne ho viste delle corse a tappe; io ho fatto i capelli ' grigi per interessarmene ed i calli per seguirle seduto, via davvero che raramente mi è stato dato dì vederne delle simili, che per sei giorni si svolgono a tamburo battente e mai una volta l'arrivo in volata di uno di quei gruppi folti, compatti, che fanno subito dire: — Oggi è stata una corsa fiacca, se tanti sono arrivati assieme. Cose interessanti Pensate che il nucleo più grosso presentatosi davanti ad un traguardo fu nella seconda tappa, a Coirà, ed erano in sette; degli altri sei arrivi, uno solo vide tre uomini disputarsi la volata, mentre tutti gli altri furono vinti con distacchi sul secondo. Ciò è stato un primato che molte corse a tappe vorrebbero avere, e che mi consegna una prova documentata dell'affermazione fattavi più sopra, cioè che davvero qui si vedono delle cose interessanti. Proprio non me l'aspettavo, otto giorni fa, partendo da Berna per Sciaffusa, di assistere ad un seguito di tappe così combattuto e brillante; da parte mia, credo che se non fosse per l'assurdità del regolamento che lo regge, questo Giro della Svizzera sarebbe perfetto sotto ogni punto di vista. Fra i cinque arrivi del vincitore con distacco bisogna contare anche quello di oggi; sissignorì, perchè, come a Bellinzona, come a Bierre, come a Friburgo e ieri a Ginevra, poche ore fa la popola' eione di Bienne che, ad onta della pioggia e del vento, si era adunata al completo per l'occasione, ha salutato un corridore isolato tagliare il traguardo, e beccarsi il vistoso primo premio. E' stato questi il lussemburghese Neuens, un reduce del Tour, che fin qui aveva brillato pochissimo o niente, un po' per stanchezza ed un po' perchè si era messo a fare da guai-dia a Mersch. Ma ora Mersch non può più spe-rare aijnquietareVàettCe^vale lasciarlo che se la sbrighi con Canavesi per il terzo posto in classifica. Cosicché, oqgi Neuens ha pensato ai casi suoi, tanto più che, proprio a Bienne, c'è la fabbrica che gli ha dato la bicicletta e per un arrivo vittorioso chissà quanti bei franconi svizzeri gli avevano promesso di premioSi può dire, quindi, che la tappa è stata dominata da un campo all'altro da questo Neuens e da altri due che poi vi dirò; ad onta delle intemperie e del percorso assai accidentato, la media è risultata altissima, e la sola ombra della giornata sarebbe, a volere fare gli incontentabili, la condotta passiva e riguardosa degli « assi », che non hanno a tempo contrastata la fuga dei tre; ma ciò significa pretendere troppo da uomini che già hanno fatto la loro parte, eà ora hanno anche il diritto, non dico di riposarsi, ma di vigilare perchè i conquistati vantaggi in classifica non si debbano mettere a repentaglio con qualche atto generoso e spettacolare sì, ma inutile. Voglio dire, non mi sento di dare torto a Valetti e compagni se si sono mantenuti nella difensiva, bastando a loro di non perdersi di vista; in quanto alla«magliagialla », poi, che ha tro-vato modo di accrescere di un aJ-tro minuto e mezzo il suo vantag-.aio ai danni di Mersch, non è deltutto esatto che si sia accontai tata di seguire l'onda... Anzi, ad un certo punto, quando si trattò di correre ai ripari per non perdere troppi punti per il Premio della Montagna o non perderne affatto, se le riuisciva di raggiungere i fuggitivi, fu essa la più vigorosa e risoluta nella controffensiva. In quelle due ore, tanto durò il lavoro di Valetti come inseguitore, rivedemmo davvero lo autoritario e valoroso conquistatore delle montagne ed il potente passista qui rivelatosi. Se in seguito mollò e lasciò che Neuens continuasse solo verso Bienne, è perchè dovette pensare giustamente che c'era qualcosa di più prezioso di una tappa ed è l'arrivo finale, e trionfale, di domani a Berna. Tuttavia, torno a dirviquando si mise all'opera fu davvero piacevole seguirlo ed osservarlo. L'incidente di Canavesi Ciò si verificò su una secca salita di quattro o cinqiie chilometri che viene prima del controllo rifornimento di Fleuriel, un poco più oltre la metà tappa. Davantal gruppo del quale egli faceva parte, le posizioni erano le seguenti: in testa, Neuens ed Hartmann, che precedevano di 2'30Vicquery, il quale, scappato in partenza, aveva fatto da volpfino a che perdette le forze e dovette indietreggiare sempre piùfino a scomparire dalle prime posizioni e poi finire la corsa assain ritardo; a 5'SO" dalla coppilusse7nburghese - svizzera venivuna pattuglia di sei (Cecchi, EglBuchwalder W., Hendricks, Vlaemynck e Kurt) ed addirittura 8' 15" assommava il ritardo della «maglia pialla» e soci MerschCanavesi, Amberg, ZimmermannDel Cancia... La situazione, conveniamonenon er Ielle più invidiabili pegli insegiitori. Ma Vasetti i» quepunto risolse di correre ai ripare garti. Salvo Del Concia, neasun resistette al suo attacco e scomparvero alle prime svolte della salita. La verità, però, mi obbliga a dire che, quasi contemporaneamente, a Canavesi si spezzò una ruota, ed avanti che lo sfortunato ex-primo in classifica potesse ripartire, grazie al sacrificio di Romanatti, trascorsero parecchi minuti. Ma praticamente credo che anche « Zeverin » avrebbe seguito la sorte dei suoi compagni di gruppo. Fatto sta che a Fleuriel (kmin) la distanza fra Neuens (che aveva perduto Hartmann per foratura) e la coppia Valetti-Del Concia era già scesa a 5'50". Poco prima era passata la pattuglia di Cecchi, ma non trascorsero due chilometri che essa era agguantata dalla « maglia gialla », alla quale Del Cancia non aveva potuto resistere. Pioveva sempre a dirotto; la strada non era ideale per il suo fondo, tutta un susseguirsi di gobbe, di ondulazioni, di dislivelli: insomma, un percorso assai accidentato. Per cinquanta chilometri durò l'inseguimento, nel corso del quale Valetti si addossò il peso maggiore. Raggiunti Egli ed i due belgi Vlaemynck ed Hendriczx (buchwalder aveva forato e Cecchi, per guasti al cambio, si era fermato) egli si pose alla loro testa, e pigiò fortissimo, instancabilmente, cosicché ad un certo punto il ritardo su Neuens era ridotto alla metà. Ma quella fu una punta massima raggiunta dalla corsa della « maglia gialla ». Visto impossibile il raggiungimento del fuggitivo prima del traguardo della montagna, Valetti desistette dallo sforzo; i suoi compagni fecero altrettanto; e le distanze si ampliarono nuovamente, cosicché i passaggi alla Vue des Alpes (m. 1228), dove si arrivò fra la nebbia e sotto l'uragano, risultarono i seguenti: alle 13,28 Neuens; a 2'47" Hartmann; a 3'45" Egli, Valetti e Vlaemynck; a 5'27" Del Cancia e Cecchi; a 6'48" Amberà., Canavesi, Mersch, Zimmermann e Buchwalder. In ritardo passò Hendrick, che aveva dovuto cambiare una gomma. Nello spazio di dieci minuti passarono lassù soltanto 17 corridori; ciò , dice quanto dura risultasse la corsa e netti i distacchi, per. conseguenzaNella discesa su Neuchdtel (Km182) una caduta tolse Vlaemynck dalla buona compagnia in cui strovava; il belga, pesto e dolorante, perdette parecchi minuti e riparti con il gruppo di Canavesi e Mersch. La volata di Del Cancia Davanti a loro, intanto, si verificava un cambiamento nelle posi-^*ti« Tacita_ più . Neuens (.Hartmann già appariva davanti alle vetture e stava per essere raggiunto), fosse che Del Cancia e Cecchi andassero come il vento, spinti dal desiderio di migliorare la loro classifica, fatto sta che due gruppi si congiunsero ad una ventina di chilometri avanti Bien ne, e qui si disputarono la volata per il secondo posto tre minuti e mezzo dopo che il lussemburghese aveva, portando a termine la sua fuga di 170 chilometri, vinta la tappa. In questa volata la lotta fu vivace fra Egli e Del Cancia; ma il toscano rimontò facilmente l'excampione del mondo dei dilettanti, lasciandolo a due lunghezze. Cecchi precedette l'altro svizzero per il quinto posto, mentre Valetti arrivò rialzato. Poi giunsero Zimmermann e gli altri che occupano i primi posti nella classifica; quasi tre minuti, questi, avevano perduto dal gruppo che li aveva preceduti, e ciò vale un notevole avvicinamento di Del Cancia a Zimmermann per il sesto posto, che ora lo svizzero difende soltanto con 48" di vantaggio; ed anche Cecchi, approfittando del ritardo di Hendrick, ritorna ad occupare l'ottavo posto che aveva perduto ieri. Vittorio Varale

Luoghi citati: Berna, Fleuriel, Ginevra, Svizzera