Denaro al mare denaro ai monti

Denaro al mare denaro ai monti Denaro al mare denaro ai monti Come è difficile calcolare quanto spendano gli italiani a ogni stagione per la loro villeggiatura -Anche il danaro se ne va col suoi padroni al monti e al mare. Si /muove con loro. Nel cuor delWnverfio parte per i campi di néve con sciatori e sciatrici. In 'settembre è tentato dalle crociere. Ma l'estate è la sua più movimentata stagione. Viaggia pure in vagone letto e corre su e giù per i valichi alpini dentro una sei cilindri o una Topolino. H' danaro .segue il suo padrone. Non si licenzia da sè. Passa da un padrone ..all'altro non per colpa sua. E' docile alle loro decisioni e necessità e ai loro capricci Non ha Inizla- . Uve proprie. La sua sorte è quella che gli spenditori vogliono che sia e si addensa ora in città, ora in campagna, ora' nei luoghi del mobili'raduni stagionali. Miliardi e centesimi In questi mesi ha molto da fare. Le sue giornate sono attive. E' mandato in campagna a compe-' rare il grano che gli agricoltori non conservano per il consumo o per le semine. Gli agricoltori hanno fretta di incassare. E sono miliardi e miliardi in biglietti di banca o, in assegni, .che si ripartiscono secondo la densità dei chicchi di grano. Danaro georgico, virgiliano. Quello turistico, che è in piena animazione, frequenta grandi e piccoli alberghi, pensioni, case e camere d'affìtto e botteghe di stazione. Quando la stagione è Anita, nei. luoghi pve esso ha ora un gran da .fare e circola In grossi tagli, non rimarranno a prestar servizio che i soliti quattro soldi, quanti ne può dare o ricevere un povero barcaiuolo o alpigiano. Quel soliti quattro soldi che se ne vanno in sale e tabacchi, in tasse, in qualche abito di fustagno o in altre modeste compere di mercato. Il grosso e medio, taglio non si potranno più cambiare. Adesso si: escono e vanno senza intoppo. Ma l'assegno fa la concorrenza al biglietto. Non si paga. Si ordina di pagare. Tizio ordina al suo lontano banchiere Calo di pagare al proprio albergatore Sempronio. Si addebita Tizia, si accredita Sempronio,, e quando Sempronio paga -i propri fornitori l'addebito tocca a lui e l'accredito al suo fornitore del piano. Il danaro non c'entra, ma le cose vanno come se c'entrasse. Chi dispone di poco non pratica questi espedienti e porta con sè biglietti. I più facoltosi ne portano meno, perchè pagano con un ordine di pagare. Pensavo a questo turismo del danaro — biglietti di banca o di Stato, monete divisionali di conio, assegni bancari — guardando la gente far la coda davanti a un banco di cambio In un frequentato luogo alpestre. Cambio di assegni in danaro a più non posso. Per quale cifra, tra estate e inverno, non sembrerebbe facile venirne a capo. Fatti e induzioni Ma chi ha l'occhio educato dal mestiere può fare le sue congetture. Sta attento all'andare e al venire, al soggiornare, a quanti letti offre la piazza, alle tariffe degli alberghi di varia categoria e a tanti altri Ìndici che possono servire per la'sua inchiesta. H Comune tiene i conti della tassa di soggiorno: conosce il numero dei presenti di tutte le notti. Ma questa è notizia riservata, come 11 lavoro delia banca di cambio. Riservatezza' insidiata dai giornali illustrati e mondani ohe danno l'elenco dei nuovi arrivati e dell'albergo o della pensione che 11 ospita. Press'a poco si sa quanto si ferma chi c'è: Mettendo insieme tante varie notizie, di pubblico dominio e di libera osservazione, si riesce a fare il conto di quel che la gente -del piano spende,, tra estate ed in. vernò, in questo grosso centro alpino, tra prati, conifere e rocce, dove mi trovo ad esercitare la mia innocente curiosità. E' frequentato, più o meno, per quattro o cinque mesi all'anno. Ma tra il più e il meno vi si può contare su una media di presenze giornaliere abbastanza grossa, e cioè dell'ordine delle migliaia in tutto il Co- - znune. La spesa media quotidiana . Individuale della gente che ci vie< ne per la neve o per il fresco non ■ è un problema di calcolo sublime. Ognuno può farsene un'idea e di-scuterla con gli amici è ottenere dagli albergatori qualche confidenza a riprova, se chi la sollecita non odora di ufficio distrettuale: delle imposte. Qui, a esser modesti nel calcolo, si vengono a spendere cinquanta e più milioni all'anno e la maggior parte in assegni, certo dall'ottanta al novanta per cento. Assegni che diventano danaro, danaro che ritorna assegno, che se : ne- va giù a .comperare mercan¬zie, cibarie, vini prelibati, comple.. ti sportivi, fiori di riviera e regalucci. Partono anche i vaglia di servizio del pubblici uffici o servizi postali, fiscali, benzlnari. Assegno che viene, assegno che vaL'albergatore paga i vecchi debiti con'gli incassi; altri ne fa per in■ grandirsi. Sempre assegni, che si Inviano per chiudere le 'partite ' passive-ó che.si ricevono per averne aj>erte altre. Rinnovarsi o morire, anche per gli albergatori. Una stima impossibile Ma tutta l'Italia è punteggiata di una miriade di paesi dove la gente va d'estate a cercare 11 refrigerio dell'aria montana o dell'acqua marina o di quella dolce dei laghi, d'inverno per divertirsi a scivolare a rompicollo o per trovarsi insieme, per il piacere che anche 11 trovarsi insieme in molti può dare. Assegni o danaro che vanno di qua e di là nel paesettl delle valli alpine o nei più tranquilli e miti luoghi dell'Appennino o- sulle sponde adriatiche e tlrre-- nielie. Stazioni umili o sontuosef«r tutte le' borse e per tutti i gusti. Ma tante e tante che il con to, se tutte vi si vogliono comprendere; torna ' difficile a farsiSi dovrebbe conoscerle a fondo ad una ad una, nel loro, abituaje andirivieni di gente, e perchè il com puto non fosse cervellotico facendolo così per congetture, ne andrebbe più di una vita. Migliaia e migliaia di siti dove si va in pochi o in molti, in centinaia o in migliaia, dove si resta da una settimana a qualche mese, fino a quando la pelle è brunita a dovere e gli uomini si sono potuti riposare del loro consueto lavoroSiti che si vuotano da uria settimana all'altra, non si sa perchècome a comando. Eppure il solesplende e il clima è mite e il cielo azzurrò e trasparente più che maipiù di prima. Anche se fin'allora è piovuto, si va via lo stesso. Difetto di fondi o di abitudini. Quanto spendono gli Italiani ai monti e al mare o per andare qua e là in cura o a diletto, non è facile congetturare. I luoghi sono tanti e tanta la gente che vi si rinnova per una o due stagioni all'anno! La cifra deve essere grossa, tutto sommato. Ma io non mi avventuro in questa stima. Come contropartita del danaro speso si dislocano 1 rifornimenti e muta la frequenza locale nell'uso dei pubblici servizi. Invitimenti di capitale in case ed alberghi e in quanto può occorrere, mentre le vecchie ville dei nonni e della nostra prima gioventù sono deserte e chiuse. Tante. Neanche i topi vi trovano più il fatto loro. Vecchie ville dove si sognava di ritornare nella buona stagione e pareva che il giorno di ritornarvi non venisse mai. Ora, se ci si va, si sbadiglia. E il giardino si tiene per memoria. E il compiacente frutteto dei ragazzi è diventato vecchio anch'esso. E dove neanche la memoria è rispettataci pensa la gramigna ad avviluppare il giardino e a disfarlo con le sue sottili e inestirpabili prepotenze. Ville che non valgono più nulla. Eppure vi si spendeva cosi poco per vivere e vi si potrebbe spendere poco ancora. Capitali svaniti perchè non si godono più e quello che possono dare non lo si vuole più. Facciamo un inventario delle ville chiuse che due o tre secolci hanno tramandato e che vivono solo per qualche settimana all'anno e dove si va solo per trattar d'affari col fattore o per godere un giorno di primavera, non di più con gli amici. Tornare ad esse forse non si può. C'è qualche cosa che ci manda di qua e di là, che non si sa che cosa sia11 non saper star fermi, un giorno dall'alba al tramonto o' il non poter far senza la faccia di un portiere d'albergo e di tante servitù di vita e di costumi che formano la regola della nuova giornataChe l'automobile sia bella e lucente, che vinca il concorso d'eleganza, importa di più di quella villa lontana che nòri si apre mai, lontana anche nel tempo... dove non occorrerebbe portar danaro, ma solo quattro soldi, modestamenteLatte e uova fresche e giovani polli, tenera insalata e frutta matura colta di fresco. Due epoche, due gusti. Tornarvi forse non si puòNon si sa come passarvi la giornata: vi è penetrato il tedio. Non c'è il mare, non c'è la neve, non c'è la roccia da scalare. Sempr11 con se stessi. E non vi gira il mondo e lchèque che gli tiene compagniaAlberto de' Stefani

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