Valetti mantiene il suo vantaggio di Vittorio Varale

Valetti mantiene il suo vantaggio Nulla di mutato al Giro della Svizzera Valetti mantiene il suo vantaggio La Friburgo-Ginevra vinta da Demondt (Dal nostro inviato) Ginevra, 12 agosto. Anche se la classifica pare ormai definitivamente stabilizzata e Valetti continua a mantenere con inalterato vantaggio il suo primo posto, davanti a Mersch, a più di 10 minuti e gli altri pure, come ieri, lo spirito di combattività dei corridori è tale che la FriburgoGinevra di oggi è risultata al pari delle tappe precedenti una gara, se non eccessivamente almeno onestamente movimentata. Per amore dei franchi... Si fa poca fatica a supporre che ad accendere queste velleità battagliere, anche nei corridori in ritardo della classifica, sia la vistosità dei premi che li aspettano alla tappa. Se si trattasse di poche centinaia di lire, come altrove, penso che, pur essendo professionisti, costoro mica lotterebbero con tanta tenacia, sobbarcandosi, come oggi, ad una davvero gravosa fatica per liberarsi dal rima nente del gruppo e proseguire da soli fuggendo verso il traguardo. Mentre seguivo nelle ultime due ore di corsa questa pattuglia di otto, scappatasene nella traversata di Losanna, constatavo che nessun di essi poteva aspirare ad un miglioramento sostanziale nella classifica. Il meglio piazzato era Hendrickx che è decimo; naturale che gli uomini più in vista — da Valetti, da Amberg, da Mersch a .Zimmermann — si limitassero a sorvegliarsi a vicenda, disinteressandosi di ciò che avveniva davanti a loro. E' la prima volta che ciò capita: e le cause di questa passività possono ricercarsi tanto .nella stanchezza conseguente alla velocissima tappa di ieri, quanto in un naturale, sebbene non confessato, atto di tregua stipulato appunto fra gli assi. Davvero non esageravo nei giorni scorsi quando insistevo sul ritmo furibondo col quale sono state disputate le tappe; ed. ancor ogg* penso che i primi cento chilometri fino a Vevey, con in mezzo la salita all'altopiano di Semsales, sono stati percorsi dal gruppo in 2 ore e JiO'. Poco dopo ci fu lo scatto di Nievergelt, attraversando Losanna, subito ripreso e sfruttato dai belgi. Si formò la pattuglia degli otto che vi ho detto t che comprendeva anche Hendrickx, Vlaemynk, Demondt, Vietto, Egli, Lambrichts e Stettler. Essi scavarono un discreto distacco fra loro e gli inseguitori, i quali, sia perchè stanchi, sia perchè indifferenti, non si prodigarono nella caccia. E quando ad una diecina di chilometri da Ginevra Demondt piantò i suoi compagni, per proseguire da solo, non credo che coloro che seguivano la corsa si commovessero oltremodo per il finale della tappa. La fuga degli innocui E, noi, italiani, particolarmente rimanemmo non dico indifferenti, ma, certo, irantjut'HJ, per la sorte della maglia gialla, che è quella che ci interessa. Anche Valetti, del resto, era tranquillo, e sin dalle prime pedalate della corsa — cominciata nientemeno che alle due del pomeriggio e sotto una pioggia dirotta. Nella mattinata aveva ricevuto un telegramma dal Segretario del C. O. N. I. ed uno dal Federale di Torino, telegramma di congratulazioni per il Suo magnifico comportamento. E, tenendosi in testa al gruppo, verso le rive del Lago dì Neuchatel, dimostrava Si non temere di rispondere ai tentativi dei soliti impazienti. Perciò a un certo punto lo vedemmo far parte di un manipolo di quattro o cinque scappati. Raggiunti dal gruppo, fu ancora Valetti che seguì lo svizzero Buia, e così venne a formarsi una pattuglia di dodici uomini, fra i quali Del Cancia, Canavesì e Cecchi dei nostri, che, per la prima, si presentò ai piedi di una salita.Questa è la salita che porta al paese di Romont ed è lunga quattro chilometri circa ed alquanto duretta. La logica voleva che alla fine di essa venisse posto il quotidiano traguardo della montagna; ma gli organizzatori hanno delle loro specialissime idee, ed il traguardo lo avevano posto in fondo all'altopiano, una guindteina di chilometri più in là dove si arriva per breve discesa e tratto di pianura, una vera curiosità, insomma. E dire che, agli effetti del premio speciale, a questa volata è annesso lo stesso punteggio del passaggio della Furka! Egli, che si era preparato, tentò di ripetere icolpo riuscitogli nella seconda tap pa: scappò in discesa, ma Canavesì gli si buttò dietro, come un bolide, e lo ridusse alla ragione. Il gruppo si riformò; e fu davvero una volata, quella che decise della spartizione dei punti nella quale la meglio spettò a Edgardo Buchwalder che precedette nell'ordine Canavesi, Valetti, Del CanciaAmberg, Mersch, Zimmermann, Gross, Cecchi e Maestranzi. « Pancia a terra » Finito lo sforzo, i corridori si rialzarono sui manubri, ripresero fiato, ed iniziarono la lunga e piacevole discesa verso Lemano con tanta tranquillità che ben presto una trentina di ritardatari ritornarono a farsi vedere. E tutta insieme la bella brigata sfilò per le vie di Vevey, dove il mio cronometro accusò la fortissima velocità di cui vi ho accennato più suMa come sulla strada che costeggia il lago, e sulle acque e sulla campagna soffiava la «oiseche è una specialità locale, un vento fortissimo che viene dall'ovest, c'è da supporre che quella media cosi alta dovesse di colpprecipitare. Macché! Osservate, dgrazia, la 7nedia risultante a fianco del vincitore. Ciò comprova come si marciò forte nelle ultimdue ore. Un « pancia a terra continuo, a piti di 40 all'ora. Dunque, una volta sorpassata la piccola montagna quotidianagli « assi » parevano disinteressarsi della corsa; lasciavano allmodeste comparse la fatica di lottare contro il vento; e andò a finire che i belgi partirono all'attacco, e all'uscita da Losann(km. 1S0) si profilò una fuga — some vi ho detto prima ■—; c'er anche Vietto in loro compagnia, e ciò faceva un certo effetto, per via che è la prima volta che la fallita « speranza » del ciclismo francese riesce a mantenersi in una pattuglia d'avanguardia: ma egli pareva tanto vergognoso di trovarvisi, che si manteneva ostinatamente nell'ultima posizione. Per lui, invece, lavoravano i tre belgi; lavoravano talmente che il vantaggio sul gruppo andò man mano aumentando e divenne definitivo. Poi, come sapete, Demondt scappò negli ultimi chilometri e arrivò solo a Ginevra. Qui, gli organizzatori ci avevano preparato un ben curioso spettacolo: cioè l'arrivo su tre giri d'un circuito di un chilometro e mezzo che, per essere in carattere, prende nome da un certo istituto internazionale noto in tutto il mondo per le farse che organizza: dico il Circuito della Società delle Nazioni, il cui palazzo è nelle vicinanze. Qui, davanti a gremitissime iribune, se l'arrivo di Demondt e del gruppetto che lo seguiva ad un minuto e mezzo fu potuto regolarmente controllare, non altrettanto avvenne per i successivi, perchè i corridori si seguivano a poche centinaia di metri l'uno dall'altro, certuni isolati ed altri ancora aggruppati, perchè vi era stata una lotta furibonda negli ultimi chilometri. Gli incaricati di spuntare il numero dei corridori perdettero la testa in quell'accavallarsi e susseguirsi di biciclette sulla linea di traguardo; ai corridori chi gridava : « Avete finito, fermatevi! » e chi invece, ordinava: «Ancora un giro!». Il divertente finale La confusione era al colmo; il pubblico protestava; i giornalisti non vi dico, ma, ad onta di tutte le nostre insistenze, dopo mezz'ora soltanto riuscimmo a sapere che Valetti era, secondo gli organizza tori, arrivato 19° con lo stesso tempo di Mersch, Canavesi, Zimmermann, Del Cancia, Amberg. Tirammo un sospiro di sollievo, perchè, dato quel pasticcio, poteva capitare dì peggio, alla « maglia gialla ». Ma come l'ordine d'arrivo e le classifiche ì giornalisti hauno dovuto aspettarle fino a mezzanotte perchè gli organizzatori le « rico struissero » ed esse non mutano le posizioni che a noi italiani interessano, nè individualmente nè collettivamente, cosi consentitemi di chiudere questa chiacchierata, fan to dal punto di vista tecnico la tappa di oggi ha detto e ha insegnato ben poco, salvo la tranquilla sicurezza di Valetti dì mantenersi al suo posto. Più interessante, forse, potrà riuscire la tappa di domani fino a Bienne perchè il percorso è accidentato nella sua parte centrale e tutto a saliscendi per un centinaio di chilometri. Il traguardo per il Premio della Montagna è fissato alla Vite des Alpes.che, mi dicono, si trovi al culmine di una rispettabile salita. Vittorio Varale 23WmcHo

Luoghi citati: Bienne, Ginevra, Torino, Vevey