La Spagna

La Spagna La Spagna Dalla rivoluzione bolscevica alla controrivoluzione di Franco: cioè dalla disintegrazione dello Stato all'attuale guerra TI crepuscolo dei regimi parla-i mentori, nel ventennio che seguej la grande guerra, non è un crepu-fscolo di Dei. Spesse volte dalle cW bre di quel crepuscolo, dei perso- Pnaggi da commedia avanzano sul proscenio della vita, tra tanto pre-c clpitare dì drammatiche vicende. Ecco, il Conte di Romanones, l'ul- timo uomo di Re TlrònsTai'Spa- gna che, incaricato di mettersi in ; intatto con Alcalà Zamora il 14 : aprile 1931 per effettuare senza ! Xlenza il trapasso dei poteri,: adempie la sua missione e poi scrive inspirato: « Noi vinti, nedla :nostra amarezza, abbiamo il dirit- ' dice aver noi fatto in modo che, in Spagna, senza che fosse versata ' una sola goccia di sangue e senza che si verificasse la minima con- cisione, si chiudesse un periodoMstorico e se ne iniziasse un altro ». ; | II clima democratico E' stato sempre un vano, quanto costante sogno della democrazia quello di compiere delle grandi ri- j voluzioni senza versare una goc- eia di sangue. Ed ecco che, per quel che riguarda la Spugna, i ' fatti hanno risposto, dopo pochi anni, con tragica ironia al nostro jconte di Romanones. Se i liberali e i democratici spagnoli, che avevano indebolito il Governo di De Rivera, non .si proponevano una rivoluziono sanguinosa, non altrettanto può dirsi di altre forze operanti dentro e fuori della Spagna. Quando, si parla della Rivoluzione di Franco si dice una cosa non del tutta esatta. E, infatti, più giusto parlare di controrivoluzione. La rivoluzione incomincia in Spagna nftì giorni della ineffabile amarezza descrittaci dal Conte di Romanones : incomincia allora e scoppia nelle Asturie I nell'ottobre del 1934. I Già al termine deil'esperimento ndi De Rivera la Spagna era caduta auello stato di anarchia sponta- dqueuu amw «•» cunuuiu» «i~>"« vj„i >t.„ì^« vnea cosi nen aescmio aai ìaine, squando tutte le categorie sociali nperdono il senso den loro doveri e rdella loro responsabilità e fanno ai gara nel distruggjere gli istituti dviventi. Le grandi, trasformazioni1 tpolitiche sono sempre precedute, Jdal totale smarrimento delle classi che hanno il governo di uno Stato. ! dIl primo atto di una rivoluzione dpolitica consiste sempre nell'abdi- ; cazione, almeno morale, almeno ' potenziale, di chi ha 11 potere. Nes- 1 suno ubbidisce più perchè nessuno sa più comandare. E nessuno sa più comandare perchè chi lo do-, vrebbe sente mancare in sè la co- ; scienza del cornando: «Io potrei Icertamente resistere, diceva Re Alfonso nell'aprile 1931 ad un suo «ir,i«trn ma «hip imnipp-are la bistro ma come impiegare* la, forza materiale quando non si pos-1 siede più la f£rza morale »? Lo stesso fenomeno di caduta ; dell'autorità avvenne in Francia ■ alla fine del Settecento, lo stesso : in Russia nei 1917. Le responsabi- : litÀ mareiori In neriodi cosi fatti: Lta maggiori in perioai cosi ratti sono sempcie delle classi più eie- j vate. Ecco), nel caso della Spagna : i parlamentari conservatori e mo-, rirchici mei dicembre del 1930, | fare opposizione al tentativo di Berenguer di riunire le vecchie ; •A. di convocare icomi- a elettoi-ali giustamente ritenuti avverai. Furono i deputati mo- narchdci che si opposero a tale ten- tativo e che perderono la monar- !chia. Perchè? Perchè volevano ; dare uira lezione al Re che aveva ' w..n7wn n ^ninn Hi stato «li consentito il colpo di Stato di De Rivera del settembre 1923. ,a Mezzi successivi » ^ , . ITJn tale stato di generale anar- ;chia eca il più favorevole all'espe-1rienza rivoluzionaria la quale ebbe :cosi inizio nell'aprile del 1931. « La Repubblica (scriveva Maurizio Karf nel suo volume: «^«n^temsmo- in Spagna ») questa Repub- blica porta il comunismo alla Spa-,gira jt E' facile capire il perchè. In unjpasse abbandonato a se stesso, ove nessun istituto e nessun uomo re-:siste, tutte le più estreme innova- zioni sono non solo possibili, ma fatali. Già Lenin aveva avvertito che «la piena libertà politica, la repubblica democratica, poi la dit- tatura rivoluzionaria del proleta- riato sono i mezzi successivi per portare al trionfo del socialismo ». Ed ecco, infatti, Trozki appenaproclamata la repubblica ^dare di esservi ammesso per com- pìere il suo nefando lavoro. In un suo breve opuscolo : « La rivolu- zione spagnola e i dieci comanda- menti del comunista spagnolo» egli affermava che il blocco repub- blicano socialista non aveva che!lo scopo di stornare il popolo daljcomunismo. Si trattava quindi se- condo 11 Trozki di un governo di,sfruttatori guidato da sfruttatori.:Si iniziava come si vede la solita corsa a sinistra di tutte le rivolu-izioni sovvertitrici. E' noto che In ernesta corsa la democrazia è sot- questa corsa la aemocrazia e sot- toposta alla spinta e al ricatto co- stante delle correnti più estreme. Tra le pubblicazioni recente- mente dedicate alla situazione|spagnola, due ci sono apparse par- 'ticolarmente interessanti e organi-1camente comnoste- «La guerra camente composte. «L,a guerra civile di Spagna» del Generale Francesco Beliorte pubblicato aMilano a cura dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale e il volume: « La guerra di Spagna » dei Generali Ambrogio Bollati e Giulio Del Bono (Editore Giulio g£,Ì.,hìi %nrinnl ^all0re ^lU"°Ejnauai, ìonnoj. Il volume del Generale Belforte na per sottotitolo : < La disintegra- zione dello Stato» e ci mostra in- fatti come lo Stato si dissolva tra il 1931 e il 1936. Il primo deciso tentativo rivoluzionario fu quello^ '».... „ j„,,„ n_»_,w_o delle Asturie e della Catalogna nell'ottobre 1934, ma la rovina dell'organismo sociale e nazionale fu costante In questi cinque anni. La concentrazione delle destre, tornata al potere tra il 1933 e il 1936, non"»mMe88erVconcorieV"d "ri"™" . ., _.„. nella restaurazione dello Stato.Kr?.a sem a lasciar compiere laco:.r-..;r,'ra7-oiie deile sinistre se- confo la nuova tattica consigliata da Mosca dei fronti popolari. La Francia e la Spagna videro, l'una e l'altra, nella primavera del 1936 il trionfo delle coalizioni di sinistra le quali avevano ormai da tempo un bersaglio preciso: il Fascismo. X.a guerra ideologica contro il Fascismo fu dichiarata a Madrid dalla repubblica giacobina di Azanà Singolari circostanze re P'u asP™ * P>" accesa l'uTes^.Suerra-. diplomazia sovietica s'era vePuta 1ueS 1 ann' accordando S?" imperialismo britannico in estremo Oriente e aveva ricompo sto ln Europa, con la Francia e suoi Stati satelliti, il vecchio cerchio antigermanico, Llt™of era aPPa"° ,?• Ginevra ™™?n dlfe™0™ f diritto demo"at.1C0 e dell'esistente equilibrio P°'^ ™ntT* 11 ^seismo era ^f.re"° a ,™mpf 5 1 "«*^l"e' "el 1935' co" l'acquisto dell'Etiopia, crociata antifascista veniva su- e ™'™"'' nBS*de * Questa crociata era Gi™™i Protagonisti e attori: la massoneria, il socialismo, la deM-g'Parlamentare, lo spirto tf,ntvf antiumano, il capita- lismo, il bolscevismo; metodo di lotta, la formazione dei fronti popolari con la coalizione capitalcomunista, non si sa se più repu- gnante o più assurda, La guerra fu dichiarata, la lotta fu condotta senza quartiere e 1 fronti popolari vinsero come abbiamo detto, in Spagna come in Francia, nella primavera del 1936. Ecsp7.Sd! s! dis[pi unjtssctspi Us| ljCljgI ! ssidgsdnEGsddfrvc Essi furono certi allora di potere, con l'aiuto del risentimento inglese, debellare il Fascismo. Nel breve periodo che corse dall'assunzione al potere del Frente popular allo scoppio del Moui7nienfo nacioììal si contarono, in .Spagna, tra il febbraio e il luglio del '36, 113 scioperi generali, 218 ! scioperi parziali, 284 edifici incen! diati, 171 chiese, 65 circoli e 10 isedi di giornali distrutti, 3300 [persone assassinate. Ci pare di i udire la voce di Calvo Sotclo denunciare dalla tribuna parlamenjtare, con virile fermezza, gli assassini e le illegalità esponendo la sua persona alla livida e preannunciata vendetta dei rossi. I contatti tra Mosca e Madrid divennero sempre più intensi mentre la preparazione della rivoluzione definii Uva e totale diveniva palese. L'assassinio di Calvo Sotelo precipitò | la contro rivoluzione di Franco. jCosì, il 17 luglio 1936. cominciava la guerra antibolscevica di Spajgna. I Gli episodi e gli sviluppi di que! sta guerra sono obiettivamente e scrupolosamente narrati nel libro idei Generali Bollati e Del Bono: gli avvenimenti militari non sono staccati dal complesso politico e diplomatico di cui fanno parte. La narrazione è vasta ed organica. Essa si arresta alla liberazione di Gljon nell'ottobre del '37; abbastanza innanzi per poter concludere con la certezza nella vittoria 1 delle armi nazionali. Noi crediamo fermamente a questa vittoria. E la riteniamo, come abbiamo detto più volte, decisiva per le sorti della civiltà europea. Ugo d'Andrea