Il razzismo italiano Mussolini e la rana Mussolini e razza

Il razzismo italiano Mussolini e la rana Mussolini e razza Il razzismo italiano Ripercussioni straniere alla nota dell'Jnformazione Diplomatica - 3 termini del problema nell'editoriale della nuoua riuista "La difesa della razza,, Roma, 6 agosto. Viva eco ha avuto all'estero la nota dell' « Informazione Diplomatica » precisante i termini del problema razzista in Italia. Tolti i giornali antifascisti, che ripetono le consuete argomentazioni, la Tatampa straniera considera con attenzione il documento e mette in rilievo il fatto che l'Italia fasciita non intende iniziare una perjecuzione, ma ricondurre la mino\jànza israelita alle sue proporzioni numeriche nella vita dello Staho fascista. fin Germania e in Francia ■In Germania la ripercussione è unanime e calorosamente solidale. Tutta la stampa pone in grande evidenza il testo della nota italiana e sottolinea la necessità, affermata dal Governo di Roma, di difendere l'Impero dagli inquinamenti e dalle degenerazioni del tneticciato. I consensi sono vivissimi ed entusiastici. Larga è stata anche la ripercussione in Francia. Quasi tutti i giornali del mattino riportano la nota dell'ai Iinformazìone Diplomatica r>, che precisa le direttive del Fascismo sulla politica razziale. I giornali moderati come il Jour, il Matin, il Journal, il Petit Pariaien e il Petit Journal, mettono in rilievo che in Italia non si pensa alla, persecuzione contro gli israeliti, ma soltanto a fare una distinzione ed a stabilire una proporzione fra l'entità numerica di tale razza nel complesso della popolazione italiana e la sita partecipazione alla vita dello Stato; anche il rilievo che la assenza di una politica razziale ha causato la rovina degli imperi di Alessandro, di Roma e di Napoleone, accen nata da alcuni giornali italiani, viene favorevolmente commentata dai giornali moderati. I giornali di sinistra tendono — naturalmente e per ,mi che ben si comprendono — far credere ad una prò gressiva e violenta serie di mi.su re contro gli ebrei. E il solito e ben noto vittimismo israelita che riaffiora nei giornali di oltr'Alpe a scopi chiaramente speculativi. Viva è anche la eco nella stampa portoghese. Secondo notizie da Lisbona, il giornale Voz constata nel suo articolo di fondo che proprio le nazioni razziste sono quelle che stanno aiutando la Spagna a salvarsi dal comunismo ateo ed esprime la propria meraviglia per l'atteggiamento di quei cattolici francesi che difendono nei libri, nei giornali e nelle conferenze, delinquenti che, in Spagna, assassinano sacerdoti e fedeli e trasformano le chiese in stalle, quando non le demoliscono e non le incendiano. Il settimanale Verdade esponente delle idee del nuovo Stato portoghese, in un articolo che occupa quasi tutta la prima pagina, esalta i grandi progressi compiuti dall'Italia sotto la illuminata guida di Mussolini che ha condotto il suo Paese sulla via della gloria e della grandezza. La nota dell''« Informazione Diplomatica » è stata pubblicata in grande rilievo anche da tutti i giornali jugoslavi. Il Vreme rileva le misure previste per assicurare l'integrità della razza italiana, e scrive che in Italia non si arriverai persecuzioni contro gli ebrei, ma che si proporzionerà l'attività degli ebrei alla vita italiana. Il giornale Politika fa seguire il testo della nota della « Informazione diplomatica » da un commento in cui si sottolinea che il razzismo italiano è un'arma della politica coloniale fascista. La nuova rivista E' uscito oggi il primo numero de « La difesa della razza >. Nell'articolo di presentazione il direttore della rivista scrive: « Questa rivista nasce al mo mento giusto. La prima fase della polemica razzista è chiusa. La scienza si è pronunziata, il Regime ha proclamato l'urgenza dei problema. Si può fare qualche cosa di utile che renda gli Italiani non 1 termini di una dottrina, che ha trovato ormai la sua più semplice ed efficace formulazione come la sua irrevocabile necessità e la sua vasta portata. Con la conquista dell'Impero, con l'assunzione, cioè, di sempre maggiori responsabilità storiche, l'Italia deve dare al problema razziale la preminenza che gli spetta, sia dal punto di vista strettamente biologico sia da quello del costume. L'Italia di ieri, rimorchiata da forze estranee al suo particolare genio, verso compiti estranei alla sua vocazione, poteva ignorare il razzismo e giudicarlo anacronistica. Non potrebbe l'Italia fascista rifiutarsi dì considerare e affermare sè stessa come potente unità razziale dal momento in cui numerose genti diverse sono passate sotto 11 suo dominio ed esigono una ferrea sistemazione gerarchica nel quadro dell'Impero, mentre un razzismo antichissimo e aggressivo, il più feroce e Intollerante razzismo teologico, l'ebraismo, minaccia apertamente la società umana e tenta asservirla ai suoi inammissibili fini con la complicità di popoli e partiti miseramente corrotti. L'Intima logica del Fascismo porta l'esaltazione del concetto di razza e più che del concetto, dei valori concreti della razza, valori biologici ed etnici, sangue e genio, coi quali si costruisce in concreto l'avvenire del Popolo Italiano, nell'immensa impresa che Mussolini conduce, di restituire all'Italia 11 suo volto, la sua forza, la sua missione nel ' mondo >. « Questa rivista, pur avendo stretta unità di concezione e di ispirazione, si divide In sezioni, quanti sono i settori nei quali il razzismo italiano condurrà la sua opera: scienza, documentazione, polemica. « Noi divulgheremo qui, con l'aiuto di camerati studiosi di varie discipline attinenti al problema, i concetti fondamentali su cui si fonda la dottrina del razzismo italiano; e dimostreremo che la scienza è con noi, perchè noi siamo con la vita, e la scienza non è che la ctsistemazione di concetti e di no- zioni nascenti dal perenne fluire j della vita dell'uomo; anche la ! scienza ha la sua inorale e è una morale umana. « Noi faremo della documenta Mussolini e la rana « Siete voi che rappresentate la razza nel suo significato più profondo é immutabile. Voi non fate matrimoni misti, i vostri amori non escono dalla cerchia del villaggio o tuffai più della provincia e quindi, quando arrivano le grandi crisi dei popoli, voi non avete dei problemi familiari da risolvere. E' anche per questo, non soltanto per questo, che io vi addito alla profonda gratitudine di tutta la riazione ». (Dal discorso di Mussolini ai bonificatori, della Sala Regia di Palazzo Venezia, 26 ottobre 1935-Xni). zione. la quale ci darà modo di dimostrare quali sono le forze che si oppongono all'affermazione di un razzismo italiano, perchè si oppongono, da chi sono mòsse^clie cosa valgono, come possono essere distrutte, come saranno distrutte. • • E faremo, infine, della polemi- « Capace di miracolo è stata in ogni tempo questa nostra razza italiana, che mi appare ognora, quando io ne faccio oggetto delle mie meditazioni, un prodigio singolare nella storia umana. Quando io penso al destino d'Italia, quando io penso al destino di Roma, quando io penso a tutte le nostre vicende storiche, io sono ricondotto a vedere in tutto questo svolgersi di eventi, la mano infallibile della Provvidenza, il segno infallibile della Divinità». • ■ (1926. - MUSSOLINI). Mussolini e razza ca, vale a dire combatteremo contro la menzogna, le insinuazioni, le deformazioni, le falsità, le stupidità che accompagneranno questa affermazione fascista dell'orgoglio razziale, questa liberazione dell'Italia dai caratteri remissimi che le furono imposti, questa superba restituzione del suo vero volto da tanto tempo ignorato. La j polemica sarà il sale nel pane della scienza, quindi finalmente spezzato. « Ci assiste, in questa impresa, la volontà mussoliniana di « tirar dritto », la solidarietà del Partito che già sviluppa una risoluta azione attraverso la sua poterltì pre¬ cisa organizzazione centrale e pej riferica, e l'orgoglio di razza che ! è « chiara onnipresente coscienza di razza » Il fascicolo reca poi, fra gli altri, interessanti articoli di È. E. Solmi Ministro Guardasigilli, del prof. Franco Savorgnan presidente dell'Istituto centrale di statistica, e del prof. Livio Oipriani dell'Università di Firenze. Il Tevere di stamane, commentando la nota dell' Informazione Diplomatica di ieri sul 'problema della razza, scrive fra l'altro: « L'ebreo ha tendenza spiccata al vittimismo e porta con qualche civetteria l'aureola di martirio. Bisogna evitare di mettersi nel suo giuoco. Not non perseguiteremo gii ebrei, perchè nqn ne abbiamo nè la minima voglia nè la minima necessità. « Quanto alla voglia, sarebbe veramente sciocco e anacronjstico pensare a persecuzioni che si risolverebbero, alla fine, come è sempre accaduto, nella lunga storia della Diaspora, in un vantaggio per gli ebrei. Noi ci limiteremo soltanto, e non sembri eccessiva la formula, perchè la storia la conforta dai suoi dati, ci limitere-mo a non farci perseguitare dagliebrei. Vale a dire che non permet-teremo agli ebrei di imporci la loro mentalità, i loro interessi, i loro scopi, le loro esigenze inammissibili. « Ciascuno al suo posto e nel rapporto stabilito. L'ospite al posto dell'ospite e coi doveri dell'ospite. • • v «L'invasione ebraica delle professioni intellettuali, quale fu denunziata dal Livi qualche decina di anni fa. è insopportabile. Deve finire ».

Persone citate: Franco Savorgnan, Livi, Mussolini, Petit, Solmi