LA 42 DIVISIONE ROSSA completamente distrutta

LA 42 DIVISIONE ROSSA completamente distrutta SUL FRONTE 13E 1*1*'EBRO LA 42 DIVISIONE ROSSA completamente distrutta Altri mille prigionieri e centinaia di morti accresco nolepi^porzioni della sconfitta marmista } j ' j ! ! j ini.atte,. a riprova che non avevano sparato una sola fucilata contro i nazionali. Qualche gruppo o ignaro o in preda alla follìa, ha cercato di resistere òlle pattuglie di « limpieza ». Questo è avvenuto in prossimità, del vertice Roda, fino all'altro ieri roccaforte marxista del settore e posizione dominante di primaria importanza, n vertice Róda, bombardato pesantemente dall'aviazione, martellato dall'artiglieria, diventò un enorme cimitero; proteso sulla cima della montagna; ma una compagnia di mitraglieri, decimata ieri l'altro, aveva potuto trovar rifugio in aicune grotte,per passarvi la notte e la mattina ritornare alla trincea, accanto ai cadaveri dei compagni. All'approssimarsi dei nazionali, che andavano a prendere materiale possesso della cima, lo sparuto pruppo ha fatto funzionare le: mitragliatrici. La - breve manovra, seguita da un assalto all'arma a mano, ha ridotto al siIenjrfo-e'per. sempre gli-uòmini e 7? due armi. La « pulizia della sacca» è' continuata fino a sera ed è servita pure alle pattuglie, per riconoscere il terreno fino alt'Ebro. E' stata accertata così l'assoluta assenza del nemico in tutto il territorio' occupato il giorno ventiquattro da Mequinenza. t cento chilometri quadrati della sacca sono stati completamente liberati e la linea del fronte, in questo settore, è delimitata dalla sponda destra del fiume. La 42.a divisione è stata dunque ributtata snlValtra sponda e la prima fase dell'over azione nemica totalmente annullata. • 71 bombardamento continuo, accanito della testa dì ponte d' Mequinenna e della passerella nettatavi: ha prodotto sul lardi ài ieri l'altro sera lo sbandamento delle brigate incaricate della protezione di retroguardia. A queste unità, appartengono le due migliaia di prigionieri catturati Valfra sera ed il mezzo migliaio rastrellati nella « limpieza ■» di ieri. Sono elementi spagnoli, in gran parte, ai quafi stanno mescolandosi curiosi soldati, muniti del libretto, di riconoscimento in perfetta regola, intestato a nomi come Fernandez, Rodriguez, Alonso, Perez, casati d'indubbia inarca castigliana. La singilarità consiste nel fatto che 4 portatori (Da uno dei nostri inviati) Batea, 8 agosto. Or/gì: « limpieza ». La lingua casligliana, così robusta,. a volte contundente, possiede capolavori di eufemismo, come questo della « limpieza », che vuol dire nettezza, pulizia e, applicato alla guerra, rastrellamento. Fare la pulizia del territorio conquistato, significa passare spesso dalla battaglia alle guerriglia. Ricercare il nemicò, accerchiato ma non rivelato; scovarlo nei rifugi, per le valli, nei burroni, nelle casette di campagna, nelle solitarie « paridere » in cima alle coltine, che sono baile per ricoverare i greggi sorpresi dalla notte o. dai temporali; nei « cnrrales », nelle « masìe » — ma anche esse rudimentali costruzioni di fango e di sassi, fra i boschi —; nei rifugi d'alta montagna, nei cimiterini dei microscopici villaggi. Snidare uomini sbandati ma ancora - armati, spesso forniti ,di mitragliatrici e di abbondanti munizióni di bombe a mano e di viveri. Quanto basta per resistere un giorno o alcuni giorni. .Scrostare dal terreno questi relitti della battaglia, annullarli e prenderli disarmandoli, questa è la « limpieza », operasione di pulizia e di polizia, non facile, nella quale spesso, in brevi combattimenti o improvvise imboscate, cadono senza più rialzarsi degli uomini risparmiati dal fuoco più pieno e crudele del combattimento. La "pulizia,, della sacca La giornata' sul fronte dell'Ebro è trascorsa coni a nettare la « sacca di Mequìtienza »,. liberata nella battaglia di ieri di qua-} si tutta la 42.rt Divisione repub-j blicana, presa dentro dall'attacco' inattéso e fulminante dei najio- j ■noli; Pattuglie di càvaUer'ti, squa- ! dre di fanti, plotoni di enterra- ! dores, ai quali è commessa la pie:- j tosa missione delle sepolture, hanno percorso in lungo e in largo il .campo . dei cambattimenti. JE cosi, qua e là, sono stati sorpresi nuclei dispersi, ■ brigate disfatte. Gente che si è arresa subito, consegnando le armi, indicando i posti di deposito delle munizioni, rivelando le linee di trincee occultate, ove, fra cataste di morti, si potevano trovare documenti utili; infine mostrando le toro cartucce di questi libretti non conoscono una parola o biascicano malissimo la lingua, del loro presunto paese. Insomma, si va raccogliendo la vastissima documentazione di una delle truffe politiche in grande stile più vaste è anche più ingenue che il governo di Barcellona abbia compiuto. Macchine senza volontà La . frode al Comitato di non intervento è palese.' Si cerca di disperdere le formazioni internazionali in seno a divisioni tonnate completamente di trupyi spagnola. I militi della « Dimitroff », della « Lincoln », della « Dombrowsky», della «Edgar André >, della «Kosciusko», insomma i soldati che fino ad ora hanno combattuto senza rinunciare alla loro nazionalità polacca, russa, inglese, ungherese, francese, americana, ceca, canadese e via di seguito, sono adesso muniti, di carte di identità, del tutto false, comprovanti uno stato civile spagnolo inesistente. Un milite francese della. « Edgar André », mi ha dichiarato, in un, campo di concentramene, che non si può fare a mano dalleccettare quest'altra imp?si zione. « Una volta arrivati a Albacetc, centro di istruzione e di raccolta degli intemazionali — mi ha detta — l'uomo non diventa un soldato, ma una macchina senza volontà, che deve obbedi.-e Sb non vuol morire prima di correrne il rischio al fronte, sotto la pistola del comandante o davanti ni pfotone di esecuzione della brigata. Non è possibile ribellarsi e roi non ci siamo ribellati, nemmeno adesso che ci hanno folio l'ultimo segno della nostra personalità il nome c la nazionalità ili r rigine ». .Non è possibile precisare il bottino in armi e materiale strappato ai repubblicani nella sacca di Mequinenza. Cataste di fucili, qualche centinaio di mitragliatrici tra leggere e pesanti, alcune batterie di piccolo calibro, sono state mandate in retrovia per la conta e la classifica. Inoltre sono da sgombrare importantissimi depositi di munizioni e di materiale, nonché cancellerie di brigata, con vasta documentazióne. Risulta, da un documento appartenente alla brigata « Pierre Brachet », redatto in francese, che se la truppa in prima linea è abbondantemente fornita di armi nuove e perfette, esistono masse complementari destinate ad essere tenute alle spalle delle unità in battaglia per essere lanciate a prendere il posto e le armi dei caduti. Il sergente professore Deve essere questo il compito della brigata « Brachet ». se il suo commissario politico, Nicolle, ed il capitano Bertenhaut, francesi, della dodicesima compagnia mitraglieri, dirigono al « camerata » comandante il battaglione, questa disciplinata protesta: : « Nous attirons votre attentlon sur le fait que notre compagnie n'est pas encore armée. Elle ne possedè n: mitrailleuses, ni fusils, ni pistolets, ni grenades, ni munitions, ni cartouches, ni casques ni masques à gaz, ni cutillage d'armurerie». Seguono le firme. Ma un sergente delle milizie internazionali, intei-rogato da me su questo argomento, ha aggiunto che a molte formazioni, come la «Pierre Brachet* si negano le armi. Dipende dalle schede di origine dei componenti della brigata. «Sono battaglioni ove la delinguenza comune è rappresentata in altissima percentuale da campioni di prima classe. A questi soldati, specialmente in retrovia, vengono tolte le armi» — mi ha spiegato un sergente e, a quanto afferma lui stesso, insegnante di lingue neolatine all'Università di Washington. Il bollettino di Salamanca Il Gran Quartier Generale ha radiodiffuso il seguente comunicato ufficiale sulle operazioni svolItesi nella giornata di ieri: « Nella giornata di ieri é stata completamente rastrellata la zona della valle dell'Ebro, tra Mequi¬ nenza e Fayon. La Jt2.a divisione rossa, che occupava la posizione, è stata completamente distrutta ed i suoi uomini sono stati uccisi o fatti prigionieri. Abbondantissimo materiale bellico è stato raccolto dalle nostre truppe, incaricate di tale bisogna. Pure numerosi feriti rossi abbandonati dai compagni sono stati raccolti e trasportati agli ospedali. «Il numero dei prigionieri raccolti nel rastrellamento di oggi oltrepassa il migliaio e quello dei morti è incalcolabile. I cadaveri, raccolti nelle trincee e nei camminamenti, sono andati ad aumentare di parecchie centinaia, quelli abbandonati sui campi di battaglia o nelle baracche e quelli raccolti sulla sponda o nelle acque del fiume Ebro. Attività dell'Aviazione. — Nella giornata è continuata intensamente l'azione ' dell'aviazione nel settore dell'Ebro. Violentemente battuti sono stati tutti i concentramenti nemici e sono stati distrutti parecchi ponti. « Nella, giornata di sabato una delle nostre squadriglie da bombardamento ha sorvolato e violentemente bombardato l'aeroporto di Manjos, dove sono stati colpiti e distrutti tre apparecchi che stazionavano sul campo. « Nella giornata del cinque un apparecchio rosso anfibio è stato inseguito dai nostri idroplani sul mare ed è stato gravemente avariato e messo a precipitosa fuga. Esso deve il suo salvamento al fatto che si è rifugiato sulla costa francese. Nello stesso giorno sono stati violentemente bombar, dati dall'aviazione gli obbiettivi militari del porto di Valenza. Sui moli e sui magazzini generali sono avvenute delle violente esplosioni di munizioni, e così pure un enorme c terrificante incendio si è verificato, in seguito v.llo scoppio di un deposito di benzina a Campsa. Giovanni Artieri L'eroica fine in Spagna del capitano pilota Fruttini Roma, 8 agosto. ¬ Durante un'azione da bombardamento è caduto gloriosamente nei cieli di Spagna il capitano pilota Fruttini Lamberto, al comando di un bimotore «BR 20». L'eroica fine del capitano Fruttini, come è apparso nelle descrizioni dei corrispondenti di guerra dei giornali italiani, ha messo in rilievo un episoaio di altissimo valore e di sublime abnegazione del Caduto, confermando le superiori qualità del soldato dell'aria. Dopo avere effettuato il lancio delle bombe sulle posizioni nemii che, il suo bimotore « BR 20 » iniiziava il volo di ritorno quando luna granata nemica da 75 lo col|piva in pieno uccidendo il serìgente maggiore Ceruti e squarciando la parte centrale dell'apparecchio. Il capitano Fruttini, che in quel momento si trovava nella cabina di puntamento; rientrava al posto di pilotaggio e constatando che l'apparecchio, benché gravemente colpito, rispondeva ancora ai comandi del maresciallo pilota Moro, dava ordine al tenente Bertelli di far lanciare con il paracadute i componenti l'equipaggio. Da tremila metri il bimotore inizia la sua planata a motori fermi, mentre la benzina esce a fiotti dai serbatoi squarciati. Il tenente Bertelli fa lanciare il marconista Bellizzar, l'armiere Carlini e il sergente maggiore Lombardi. Quando torna dal suo comandante, solo 500 metri separano la macchina ferita dal suolo. Fruttini ! allora ordina anche al Bertelli di | lanciarsi con il paracadute. Egli rimane al posto di pilotaggio con il maresciallo Moro, per cercare di salvare la macchina e di riportarla entro le linee nazionali, che sono ormai prossime. Potrebbe anch'egll, col fedele Moro, aprire gli sportelli superiori della cabina e lanciarsi salvandosi sicuramente, ma preferiscono entrambi tentare l'inosabile, e rimangono a bordo, malgrado la paurosa velocità di discesa della macchina alata. A pochi metri dal suolo, una raffica fa sbandare l'aeroplano, che precipita. Fruttini e Moro immolano cosi la vita accanto al mc'or'-'i Ccr.;*.' '" to-in voIlo Lamberto Fruttini i. stato propo..-o poi- la uieuaguii d'oro al 'valor militare.

Luoghi citati: Barcellona, Lincoln, Roma, Spagna, Valenza