Porto Marghera fucina dell'autarchia

Porto Marghera fucina dell'autarchia Porto Marghera fucina dell'autarchia La nuova sede dell'Unione industriali di Venezia - Il discorso del conte Volpi i Venezia, 3 agosto. E' stata inaugurata oggi la nuova sede dell'Unione fascista degli industriali della provincia di Venezia, che ha trasferito l suoi uffici nel palazzo Duodo a Sant'Angelo. L'Unione, una delle più importanti d'Italia, che conta 1500 aziende industriali, ha, nel nucleo di Porto Marghera, uno dei più grandi complessi industriali della Nazione. Come è noto i margini della terraferma a sud del ponte ferroviario furono oggetto nel 1917 di una convenzione stipulata fra lo Stato, il Comune dì Venezia e la Società del porto industriale. Era quello l'atto di nascita di una creazione intensamente operosa, che dall'avvento del Fascismo doveva ricevere poi il massimo impulso. Al posto delle paludi e delle barene si stende ora un aggregato di quasi cento stabilimenti industriali, con alle spalle un quartiere urbano in continuo sviluppo. La città del sogno al lavoro Nel quadro dell'economia nazionale, tutta protesa òggi verso la autarchia, la zona industriale di Porto Marghera rappresenta un formidabile impulso di forze che ha ben giustificato le odierne parole con cui l'ha definito il conte Volpi, presidente della Confederazione degli industriali: « La più grande fucina d'Italia e dell'autarchia voluta da Benito Mussolini ». La cerimonia inaugurale della nuova sede si è svolta alle 15 e, dopo la benedizione impartita dal rappresentante del Patriarca, S. E. Volpi ha guidato le personalità intervenute — S. E. il Prefetto, il Federale, l'Ammiraglio comandante l'Alto Adriatico e le altre autorità cittadine, — nella visita del palazzo, in cui è anche la sede della Federazione artigiana. Il conte Volpi ha rivolto agli intervenuti uh discorso illustrativo dell'attività industriale di Venezia. Egli ha detto: «Come per Roma é stata una rivelazione il far conoscere la sua potenza industriale, cosi Venezia, città d'arte e di sogno, pareva tenesse nascosta la sua attività industriale. Eppure la Unione industriale di Venezia abbraccia per virtù di Porto Marghera e rappresenta più di 1500 aziende industriali, ha 25.000 proprietari di fabbricati e 10.000 artigiani e costituisce una delle più importanti Unioni industriali d'Italia. Oltre all'industria di Venezia nelle varie isole e nella sua provincia, il complesso di Porto Marghera costituisce uno dei nuclei più cospicui dell'attività industriale d'Italia. « Il ritmo della creazione di Porto Marghera — ha proseguito il conte Volpi — non si accelerò che quando l'Italia prese un nuovo volto, per l'avvento al Governo di Benito Mussolini e del Fascismo. Io qui affermo che senza il nuovo spirito della disciplina, che ha animato l'Italia da quel giorno, anche Porto Marghera, non avrebbe potuto realizzare il sogno dei suoi fondatori, ed io non avrei potuto affermare quello che oggi affermo con piena responsabilità: che Porto Marghera e la maggiore fucina d'Italia e dell'autarchia voluta da Benito Mussolini. Come il Fascismo e la volontà del suo Capo hanno saputo trasformare le paludi pontine in ubertose terre, meravigliando il mondo, cosi solo il Fascismo poteva dar modo di trasformare le barene malariche nella bella città industriale di Porto Marghera s>. Più grande di Venezia insulare Il conte Volpi, quindi, ha citato le cifre che esprimono le realizzazioni compiute. L'area del progetto complessivo di Porto Marghera abbraccia 2100 ettari, cioè circa il triplo della dimensione di Venezia insulare; e l'area coperta da stabilimenti industriali è già oggi leggermente maggiore di tutta Venezia insulare. Le spese sostenute dagli industriali raggiungono e sorpassano finora il miliardo e mezzo nei complessivi 95 opifici, mentre l'onere dello Stato per l'attuazione delle opere per sbanchinamento, canali, strade, ecc. si limita a 170 milioni; quelle del Comune per i pubblici servizi di sua competenza non superano gli 80 milioni. E' ormai una selva di officine, allacciate per mezzo del ponte del Littorio e del canale navigabile Vittorio Emanuele III, alla Venezia insulare, verso la quale avvia la sua ricchezza e nel cui più vasto territorio comunale è tutta compresa Per l'autarchia sono particolarmente da segnalare i grandi depositi e gli opifici per la manipolazione e lavorazione degli olii minerali, per capacità di deposito la maggiore d'Italia, le due grandi produttrici di allumina ed alluminio, IV Industria nazionale alluminio », e la « Sava £ con una capacità di produzione che è di gran lunga superiore a qualsiasi altra in Italia, ed i cui prodotti sono trasformati in buona parte negli opifici di lavorazione delle leghe leggere; e, ancora: lo stabilimento della « Società Italiana del Siombo e dello zinco»; quello del ruppo Montecatini che produce lo zinco elettrolitico da minerali sardi, oltre a minori quantitativi di altri metalli pregiati ricavati con i più moderni procedimenti; la grande fabbrica di vetro e cristallo della « Vetrocoke » che produce gran parte del fabbisogno nazionale di lastre di cristallo; una cockeria della stessa società, che produce, oltre il cock metallurgico, un imponente quantitativo di gas combustibile, che servirà di base alla nuova industria dell'ammoniaca sintetica e dei prodotti azotati in corso di allestimento. Vi sono poi le più grandi fabbriche della Montecatini per la produzione di superfosfati e glstabilimenti delia stessa società per il trattamento delle ceneri dpirite; gli stabilimenti della Società industriale San Marco, con i tre grandi forni elettrici, i più potenti d'Italia, per la produzione del carburo di calcio; un gruppo di stabilimenti dell'ILVA con più moderni impianti per la laminazione dei profilati di acciaio; icantiere della Breda e la centrale elettrica a vapore di 100.000 cavalli della Società adriatica delettricità, destinata all'integrazione dell'istallazione idroelettrica della regione. Centomila persone Fra i migliori stabilimenti scontano molini, riserie, maglieriecotonifici e la modernissima « Liquigas » che sta mettendo a punto in questi giorni i propri impianti per la produzione di oltre 3000 tonn. annue di gas liquidoper uso domestico. Tutte queste officine danno vita ad un traffico che ha raggiunto nel 1937 tre milioni e 800.000 tonnellate, di cui due milioni e 280.000 tonnellate trasportate per via marittima, 1.140.000 per ferrovia e 380.000 per strade e linee di navigazione fluviale. Tutti queststabilimenti sono animati da una massa di lavoratori tecnici e operai, tanto che si può affermare che dell'attività di Porto Marghera vivono ormai ai margindella laguna da 80 a 100.000 persone, comprese in esse le famiglie e gli aggregati. Il conte Volpi ha terminato il suo dire dicendo che in questa vecchia città, di tradizioni marinare e mercantili, la mistica, voluta da Benito Mussolini dell'autarchia per l'Italia, ha trovato la sua maggiore e più potente realizzazione nei datori di lavoro e nei lavoratori della vecchia e nuova zona industriale, che cooperano alla grandezza della Patria. Il, discorso . del conte Volpi è statò coronato da lunghi applausi. Dopo le parole del presidente della Confederazione industriali ha preso la parola il presidente dell'Unione industriali di Veneziaing. Villabruna, il quale ha ringraziato ed assicurato che l'Unione continuerà fermamente nel cammino intrapreso. Dopo la cerimonia inauguralesi è riunita a Palazzo Duodo, sotto la presidenza del conte Volpila giunta esecutiva della Confederazione industriali, per trattare questioni di ordinaria amministrazione. Nella serata i rappresentanti confederali hanno assistito nel settecentesco giardino di Cà Rezzonico all'ultima rappresentazione del « Filosofo di campagna ». Si è riunita quindi la Giunta esecutiva della Confederazione fascista degli industriali, sotto la presidenza del conte Volpi, il quale ha aperto la seduta col saluto al Duce. Fatta una lucida esposizione degli avvenimenti svoltisi dall'ultima seduta, ha messo in evidenza gli aspetti maggiormente interessanti dell'autarchia dell'industria italiana. Ha fatto seguito una discussione, alla quale hanno partecipato molti membri della Giunta. Il dott. Piero Pirelli ha poi riferito su questioni amministrative. Udita la relazione del consigliere amministratore Limoncelli, il direttore confederale prof. Balella ha fatto una esposizione di importanti problemi organizzativi, economici e sociali. Da questa riunione è balzata evidente l'attrezzatura produttiva italiana, forza formidabile àgli ordini del Duce, per le maggiori fortune economiche e politiche della nazione.