La disperata situazione dei rossi sull'insanguinato fronte dell'Ebro

La disperata situazione dei rossi sull'insanguinato fronte dell'Ebro La disperata situazione dei rossi sull'insanguinato fronte dell'Ebro I rabbiosi assalti si frantumano contro l'eroica barriera dei nazionali ove, sicuramente, per un buco nel I pavimento vanno a rannicchiarsi \ ne! sottosuolo. Sostiamo nella I (Da uno dei nostri inviati) Gandesa, 28 luglio. Gandesa, che vidi la prima volta il giorno della conquista, deserta, risonante di fucilate che ancora si scambiavano per- il quadrivio della sua piazza, fra legionari delle avanguardie motorizzate, e i miliziani appiattati sui tetti delle case allo sbocco della strada per Prat del Compte, stamani non mi è apparsa molto diversa. La popolazione ha lascialo pazientemente le case e si è messa sulla infuocata via di un ■ nuovo temporaneo esilio: agli sbocchi del quadrìvio, sono state rifatte le barricate di pietre e sacchi a tèrr ra. Sugli ultimi piani di certi edifici si monta la guardia con le mitragliatrici; si ode di tanto tx tanto, poco lontano, lo strepito della fucileria, qualche cannonata che si annuncia col solito sibilo viene a fracassare qua e là per il paese, levando cerchi di fumo nero, di polverone. Quelle donne e quegli uomini della popolazione civile die non hanno voluto obbedire all'ordine di evacuazione, hanno fatto anch'essi l'orecchio al cadere degli scoppi; quando il fischio della cannonata in arrivo aumenta, con un tono di preoccupante vicinanza, li vedi scomparire dal limitare degli lisci, negli atri delle case, a pian terreno, piazza. Poca gente. Ufficiali, soldati e il colonnello Bubio, Comandante della difesa. Cinquantun assalti Benché i proiettili repubblicani possano terminare il loro volo su uno di questi gruppi, nè i^ fischi, nè le sinistre esplosioni, tolgono un capello alla loro superba e fatale calma. Si rinnova per me, che l'ho visto altra volta, lo spettacolo ammirevole di questi combattenti spagnoli che vivono i momenti più gravi, le fasi pericolose più acute, con una specie di superiore disdegno, di orgogliosa impassibilità, di intima predestinata sicurezza, contro la malasorte che dovrà piegare, di fronte ài loro valore ed al loro disprezzo della vita. Gandesa è stata attaccata sena tregua durante tutta la giornata di ieri e stanotte; hanno contato cinquantun assalti. I rossi non hanno potuto avanzare di un. metro. Cominciarono ieri, con cingile carri rossi ed una intera brigata, la S5» Internazionale, tentando di avanzare dalla strada di Corbera, e da quella di Villalba de los Arcos; sempre respinti, sempre ritornarono, appoggiati da una batteria da 155, piazzata a Corbera. II fuoco di controbatteria nazionale, V immediato impiego della aviazione, e la bellissima resistènza delia bandera del «Tercio», disposta sui costoni' della Sierra del Cavallo, tennero duro tutto il giorno. Alcune compagnie di mori uscirono contro i carri, quattro dei quali vennero incendiati col sistema della bomba a benzina. La testardaggine dell'attacco non doveva esaurirsi. Durante tutta, la notte, rischiarandosi il cammino con riflettori posti alle loro spalle, i battaglioni d* miliziani rossi sono siati portati contro Gandesa, con un ritmo ossessionante. La tattica sovietica del martellamento sul nemico esaurito da invessanti assalti di urti, avvelenato dalla fatica e ddl sonno, è stata impiegata anche stavolta, come a Terùel, come a Belchite. L'ossessione dei combattimenti notturni nella lama di luce gelida e accecante dei proiettori, non ha fatto presa sui difensori di Gandesa. I rossi sono stati tenuti lontani con barriere di fuoco incessante. I soldati, nelle trincee, non hanno distolto un solo minuto le loro mani dai comandi delle armi. La linea nazionale davanti a Gandesa, dista dall'abitato circa H00 metri. Puig del Caballo è in mano dei difensori, e così i due chilometri della strada per Pinell, il paese più vicino invaso. Insomma, la città che è in fondo alla valle formata dalle sierre di Pandos e del Caballo, è protetta validamente dall'alto. I repubblicani tentano di assalirla di fronte e dalle strade che fluiscono alle sue spalle, quella di Mora de Ebro e quella di Villalba de Los Arcos, villaggio nazionale contro cui ieri e stanotte hanno sferrato altri attacchi. I marocchini Ieri cercarono pure eli spìngersi verso Bot raggiungendo il cimitero, ma le poche avanguardie che arrivarono fino alla collina, venne ro snidate e distrutte dopo un breve contrattacco dei marocchini. Gandesa, che i rossi ritenevano di occupare per sorpresa, è sfuggita all'atnbizione degli assalitori. Nel nuovo fronte determinato dal passaggio delle forze repubblicane attraverso l'Ebro, questo è il settore di lotta più acceso. Non si può dive che gli attacchi, sia a Gandesa che ai nodi stradali di Villalba al nord, di Bot, e dì Prat del Compte al sud della città siano esauriti. La battaglia vera e propria che i rossi, passando il fiume contavano di combattere, non è stata combattuta. Essa ave va un fine lontano e assai ben di segnato. . I rossi volevano invadere il sistema stradale, ove si articolano i rifornimenti dell'esercito di Galizia operante lungo il mare, da Castellon a Valenza, e rioccupare la strada del Mediterraneo interrotta dall'arrivo dei nazionali a Vinaroz. Insomma risaldare le comunicazioni fra le due Spagne bolsceviche. Questo piaìio risulta chiaro da un documento trovato addosso a un tenente della 3ua internazionale, morto nel passaggio dell'Ebro. Ho visto la breve nota scritta a matita in lingua francese. La traduco : « Attacco su Mora de Ebro del 5° Corpo di esercito e del 12°; mantenere il collegamento con il Levante; attacco diversivo; l'obiettivo è di tagliare la strada da Valenza a Tortosa; la consegna è di resistere e insistere sopratutto nell'attacco; la nostra Compagnia deve andare a Santa Barbara »'. Santa Barbara è un paese a Sud di Tortosa di fronte ad Amposta, proprio lungo la strada nazionale di Valenza. Alcuni prigionieri hanno affermato che, prima di passare il fiume all'altezza' di Amposta, i capi avevano promesso di far distribuire il rancio nella cittadina, che secondo il loro parere sarebbe stata occupata con certezza matematica. Eroismi meravigliosi Non tutte le drammatiche ore del passaggio dell'Ebro nei dodici punti ove fu effettuato, sono conosciute. Si sono verificati episodi di eroismo meraviglioso al primo contatto fra le preponderanti forze nemiche e la scarsissima guarnigione di vigilanza nazionale; una divisione per circa cento chilometri; in alcune zone un battaglione doveva far fronte a venti chilometri di sponda: Si sa che fra il 24 e il 25 nel settore di Amposta la lotta fii sostenuta in proporzioni e circostanze omeriche: un uomo contro otto. Si combattè sulle ripe nell'acqua. I soldati nazionali si sono buttati nel fiume, sostenendo con una mano in aria tubi di gelatina pronti allo scoppio che gettal'ano rapidamente entro le lance cariche di galiziani. Per crearsi dei vantaggi di posizione, una compagnia del settore di Ascò riuscì a piazzarsi con le mitragliatrici sugli alberi di un uliveto che costeggiava la sponda e, tenne testa a un battaglione intero in punto di sbarcare, distruggendolo. II più commovente episodio è\ però di quel giovane caposquadra delle milizie rosse, che hu salvato, quasi tutta la popolazione civile] di Pincll. Il giovanotto si chU.mai Ramon Monteagudo, originario di Mazaleon, che era stalo chiamato alle armi in zona rossa, e non poteva fare altro che obbedire. Incorporato nell'esercito di Catalogna, fu fra i primissimi a imbarcarsi nella notte del 21, per passare l'Ebro di fronte a Pinell. Nella prima lancia entrò con tre compagni che portavano una mitragliatrice pesante e munizioni, Seppe in quel momento per caso che nessuno dei ' tre sapeva nuotare. Il suo piano era semplice fuggire, fuggire alla servitù rossa e salvare Pinell. A mezzo del fiume finge il panico, imprime violentissime oscillazioni al battello. I suoi compagni mitraglieri sono nell'acqua ove annaspano e scompaiono. Egli nuota verso la spon da, corre come un dannato ad avvertire la guarnigione nazionale, urla per le vie del paese che i rossi stantio per arrivare. In me: s'ora gli abitanti di Pinell sono nella strada. Tutti gli uomini e la maggioranza delle donne si allon tanano verso Gandesa. Le squadre repubblicane che arrivano fra le macerie di Pinell (il villaggio infatti è stato cannoneggiato dai rossi costantemente per due mesi) sono accolte dal fuoco nutrito della poca truppa che ripiega. Stamattina il generale Jague, che comanda le operazioni dell'antico settore dell'Ebro ci ha confermato formalmente quanto annunziavo ieri sera: che la crisi cioè è perfettamente superata. « Da stamattina — mi ha detto Jague — è scomparsa ogni probabilità di ulteriori progressi per il nemico. La situazione è stata difficilissima per quattro giorni. Da oggi l'attestamento delle truppe è completo. Probabilmente sull'Ebro i nostri avversari perderanno l'ultima speranza di prolungare la guerra ». « Attaccare ! » Yague vibrava di energia in quella stanzetta, ove cinque o sei ufficiali superiori attendevano gli ordini. Mi sono messo da parte, e ho visto come un generale spagnuolo diriga una battaglia. Yague inventava le mosse tattiche, settore per settore, chiamando per nome l'ufficiale e dicendogli: «Tu allora fai questo e questo. Arrivederci ». Scriveva i suoi ordini su un pezzetto di carta: « Attaccare! », e lo consegnava stringendo la mano al partente. E così di seguito. Nelle parole del comandante ne ricorreva una, sempre la stessa: «Attaccare!». Malgrado le forze ingenti trasportate di qua dal fiume, i carri armati e le poche artiglierie, la situazione dei rossi può infatti scivolare verso il disastro da un momejito all'altro. Il rifornimento attraverso l'acqua diventa ogni giorno più problematico. L'aviazione ieri aveva distrutto tutti i ponti e le passerelle, che squadre di genieri rossi nella notte, hanno tentato di riattare. Ma dall'alba al tramonto le ali legionarie e nazionali non lasciano indisturbato un solo segmento della corrente. Si immagini che ieri l'altro e ieri furono compiuti 232 voli di bombardamento e mitragliamento La tremenda tela di Penelope alle spalle dell'esercito rosso — riannodare di notte i fili delle comunicazioni incessantemente distrutti di giorno — non durerà a lungo. Dipenderà dal disegno della battaglia campale che il Comando nazionale prepara. I repubblicani hanno volontariamente rinunziato ad ogni via sicura di ritirata. E' stato rarissimo il caso, durante tutto il conflitto, d'un agganciamento delle forze nemiche come quelle presenti siili' Ebro: una quarantina di migliaia di uomini sulla sponda destra e quasi altrettanti in riserva dei marxisti sulla sponda . sinistra. Si può obiettivamente prevedere prossima quella unica ed insostituibile soluzione militare, che suppone la •ei ru in Spugna. Gir-, -nni Artieri

Persone citate: Artieri, Caballo, Penelope, Prat, Puig

Luoghi citati: Amposta, Castellon, Catalogna, Galizia, Tortosa, Valenza, Villalba, Villalba De Los Arcos