NOVITA' ASSOLUTA

NOVITA' ASSOLUTA Ira mst&mtM»m della vita. NOVITA' ASSOLUTA II primo mercante di cannoni ~ Non può durare! -- L'epoca d'oro degli omini piccolini -- Che cosa non inventarono i cinesi ? -- La scoperta dell' America non costò che centocinquantamila lire Braccio da Montone, il gran capitano di ventura la cui fama ha resistito ai secoli, .aveva nel 1424 posto l'assedio alla città di Aquila. E precisamente in una sera di maggio se ne stava sotto la sua vasta tenda a studiare un piano di attacco insieme con un certo Arturo detto il Mazzaferro, vecchio guerriero che da più di trenfanni si cimentava in battaglie e scaramucce, quando un armigero entrò ad annunziare un visitatore sconosciuto. Braccio da Montone credeva fosse uno dei soliti emissari di re o di duchi che venisse a offrirgli una certa somma per farlo combattere al soldo di nuovi signori. I capitani di ventura, infatti, all'inizio di ogni stagione, come gli attuali giocatori di pallone, firmavano il cartellino per questo o quel signore, e la loro squadra — pardon, il loro esercito — combatteva per quel dato periodo sotto le insegne di chi lo pagava. Naturalmente tutto andava liscio fino al momento in cui un altro signore non offriva somme maggiori: questo era nell'uso introdotto da Guarnieri d'Urslingen fin dalla prima metà del XIV secolo. Proprio come accade ancor oggi fra le squadre di Gàlcio. Meraviglie della tradizione! Un tubo, una palla, un po' di polvere Braccio da Montone rimase dunque assai sorpreso quando, in luogo di un'ambasceria, si vide entrar nella tenda un ometto vestito di dimessi panni che recava sotto il braccio un enorme rotolo. — Forse disturbo — disse entrando — ma ne avrò ■ per poco, vi garantisco. Perchè sono certo che con la vostra ben nota intelligenza capirete immediatamente i vantaggi di quanto vado a proporvi. — Beh, beh, poche ciance! — saltò sii Braccio, ch'era più uso a menare le mani che non la lingua. Vediamo di che si tratta. Se è però il solito taglio d'abito, t'avverto che non mi becchi. — Non già, non già, illustre capitano — squittì 2'ometto. — Io sono venuto a parlarvi delle nuove invenzioni che oggi corrono sulla bocca di tutti. Voi vivete fra guerre e assedi. E non avete tempo a seguire l'andamento dello scibile. — Poche ciance! Vieni al fatto! — Ebbene, capitano, con che armi combattete voi'? Braccio da Montone e Arturo il Mazzaferro scoppiarono a ridere: — Alle guagnele! Con spade, lance, balestre, cerbottane, mangani e catapulte. — Vecchiumi! Vecchiumi! Roba da Armeria Reale. Io vengo a proporvi niente po' po' di meno che il « cannone ». / due guerrieri si guardarono sgranando gli occhi. — Ecco qua, signori — proseguì velocemente l'ometto approfittando del loro smarrimento. — Si tratta di un tubo, come si può rilevare dal disegno che vado a presentare. Un tubo, o signori, nel quale viene introdotta una speciale polvere, detta « polvere da sparo », insieme con una palla detta proiettile. — Va beh — fece Braccio da Montone. — Ma come si adopera questa baracca? — E' semplicissimo. Lo potrebbe far funzionare un bambino, signori. Mediante un acciarino, che viene regalato dalla mia ditta a scopo reclame, si accende una miccia e quindi si dà fuoco alla polvere, la quale con un enorme frastuono scoppia gettando la palla fuori del tubo, come si vede nel disegno che ho avuto l'onore di presentare. Novità assoluta, praticità, modernità, eleganza, sicurezza. Guardare, toccare, palpeggiare. Non c'è obbligo di comperare. Quanti uomini si ammazzano? — Queste son belle parole — l'interruppe Braccio. — Ma quanti uomini si ammazzano? — Senza contare, o signori, l'effetto del frastuono, ogni palla può raggiungere il nemico anche ad una cinquantina di metri. — Perbacco! — esclamò Braccio. — La cosa è interessante. — E poi — incalzò l'ometto — fa fine, elegante. Una compagnia di ventura, con i suoi due o tre cannoni, si fa guardare e magari ci rimedia anche un aumento sulle paghe. — Quasi quasi — fece Braccio rivolto ad Arturo il Mazzaferro — ne compero uno per prova. L'ometto, visto che la faccenda attaccava, si fece in quattro : — Ecco, signore. Questo si chiama capire la modernità. Mi felicito, mi rallegro... Arturo il Mazzaferro scattò invece dalla sedia e cominciò a percorrere la tenda a gran passi. — Ti venga il vermocane, Braccio! Io credo tu sia fuor di senno. Come puoi prestar fede a simili fanfaluche? Codesto tubo detto « cannone » è una di quelle cervellotiche innovazioni, nate morte. Frecce, spadoni, quadrelle: ecco la guerra! Allora mi direte che da domani più non serviranno le armature e che anche un tisicuzzo potrebbe sbaragliarmi. Macché cannone! La modernità ci sta prendendo la mano. Fra cinque anni non se ne parlerà più. Non dura. Dura minga. Braccio da Montone non comprò cannoni. Infatti fu sconfitto poco dopo in battaglia campale da Francesco Sforza e i suoi spadoni figurano oggi nei più rinomati musei (mercoledì, giovedì e sabato dalle 14 alle 16, ingresso L. 1. Alla festa non si paga. Godi, o popolo!). Certo che deve essere stato un bel rivolgimento! Era l'epoca in cui gli uomini piccolini e deboluzzi ammiccavano fra loro con un'aria sorniona, come per dire : « Adesso è la nostra volta ». E gli anioni da 1,80 in su si mordevano le mani dalla bile e, al mattino, dormivano fino alle 11: a che serviva più far la ginnastica svedese o allenarsi a portar l'armatura? In principio parve uno scherzo. Macché cannone! E' una burla. Altri dicevano ch'era una vigliaccheria, combattere con armi siffatte. Lo stesso Petrarca (e poi ci vengano a dire che i poeti hanno il dono profetico) nel suo De remediis utriusque fortunae se la prende con « le ghiande metalliche le quali vengono lanciate con tuono orribilmente sonante per mezzo delle fiamme. Non bastava che l'ira dell'immortale Iddio tuonasse dal Cielo; anche l'omiciattolo vuol tuonare dalla terra La rabbia umana ha imitato il non imita¬ bile fulmine di cui parla Virgilio: il fulmine che suole essere avventato dalle nubi è avventato da una macchina di ferro, ma infernale. Inventore delle armi da gitto dovè essere un vigliacco o un traditore, perchè il guerriero gagliardo desidera di azzuffarsi corpo a corpo col nemico e colui che usa armi da gitto cerca di evitare la mischia ». Afa la polvere da cannone, dicono le enciclopedie, era già nota ai cinesi e agli arabi. Del resto era del pari nota la bussola, inventata agli albori dell'evo moderno da Flavio Gioia. E la stampa? Anche la stampa inventarono. A sentir le enciclopedie, i cinesi hanno inventato tutto. Se un europeo ideava il paracqua, c'era da giurare che al primo angolo di strada incontrava un cinese che già vendeva gli anellipertenerebenchlusolombrello. , * Cristoforo Colombo e la sua scoperta Da qualche secolo però hanno abbandonato le invenzioni. Ed è assodato che almeno il ventilatore, l'apriscatole e il cavastivali sono stati inventati in Europa. La bussola intanto dava incremento alla navigazione. Uomini arditissimi si spingevano alla scoperta di nuove terre. Il più celebre fra tutti fu Cristoforo Colombo. Che i francesi vorrebbero francese; gli spagnoli spagnolo; gli inglesi inglese. Gli unici che non insistono sono gli americani. Perchè proprio non ce la farebbero. Raccomandato da un povero frate, Colombo si presentò a Isabella di Castiglia e a Ferdinando d'Aragona per fare la famosa richiesta delle caravelle. — Ma quest'Avi erica — obbietta il Re — sarà poi una buona speculazione? Il monarca già vedeva, siamo certi, i gangsters, i crak di Wall Street, i film di Hollywood, i romanzoni di mille pagine, laccarne in scatola e la oscena pubblicità intorno alle Dionne. Ad ogni modo, l'America ci fosse o non ci fosse, presentasse vantaggi o meno, per quel che gli costava tentò la speculazione. Perchè la Storia parla e parla, ma in nessun libro per la gioventù si dice quanto è costata alla Spagna questa faccenduola. Si tratta di un ben grosso continente diviso in tre parti, settentrionale, centrale e meridionale, con gli indiani, i fiumi, le montagne, le sue brave miniere d'oro, di carbone e di petrolio. Verrebbe fatto di pensare a cifre astronomiche. Invece la spesa è stata lievissima, 150.000 lire! Sicuro. Neanche un soldo di più. In moneta dell'epoca, 1.400 mila maravedos. Il soldo annuale di Cristoforo Colombo non superava le 5000 lire odierne; quello dei due capitani in seconda le 4000 lire. E i marinai ricevevano, oltre al vitto, poco più di sessanta lire al mese. Avevano sì o no ragione, quei poveri diavoli, di voler sempre tornare indietro? Se Colombo, data la misera paga, si fosse rifiutato... Allora l'America sarebbe sconosciuta. — L'avrebbe scoperta un altro, dice il cavalier Ghiringhelli, col tono di voler insinuare che quasi quasi l'avrebbe scoperta lui. Ma faccia il piacere, non ne parli nemmeno, cavaliere. Abbia più rispetto per gl'immortali. Se Cristoforo Colombo, invece di fare il navigatore si fosse dedicato a raccogliere farfalle e, dopo alcuni anni di ricerche, avesse pubblicato un libricciolo dal titolo « Dei tipi più comuni di vanessa e di altre minori farfalle notturne nel circondario di Genova », niente Broadway, niente girls e niente grattacieli. Il povero Colombo, dopo due viaggi e naturalmente due ritorni, i gangsters li trovò In Europa. E che gangsters! Morì povero e dimenticato a Valladolid, mentre Amerigo Vespucci gli soffiava il nome del continente. A dire il vero, questo accadde per colpa del cosmografo Waltzemiiller, il quale avrebbe fatto assai meglio a impicciarsi dei fatti suoi. I ricami della zia di Gutenberg Accanto alla polvere, alla bussola e alle scoperte d'oltremare, in quell'epoca fulgida troviamo la stampa. La quale stampa, dicono naturalmente le enciclopedie, serviva già ai cinesi, molti secoli innanzi, per la confezione di carte da gioco e di quei foglietti che si distribuiscono all'entrata dei cinematografi. A Magonza, in una badiale birreria, nota sotto il nome di Bierbrauern Von Gutenberg, si conservano i frammenti del primo torchio adoperato dall'illustre tedesco per stampare la sua famosa Bibbia. E i ciceroni del luogo raccontano come Hans Gensfleisch detto Gutenberg, sedutq a ber la birra in un angolo del locale, vi avesse improvvisamente avuto il famoso lampo di genio che doveva risolversi poi con l'invenzione della stampa. Domandiamo noi se è questo il modo di fare le invenzioni. Tutte le grandi scoperte sono legate a un episodio. L'episodio ci vuole. E' indispensabile. Ricordate il bagno di Archimede, la lampada oscillante dì Galilei, l'uovo di Colombo, la mela di Newton, la rana di Galvani e la teiera di Stephenson ? ^ Volendo portare il nostro contributo alla cultura della gioventù, abbiamo inventato di sana pianta questo episodio sulla vita di Gutenberg. Lo cediamo gratis agli editori dei libri di lettura. Il famoso tedesco andò un giorno a trovare una vecchia zia. Còlto dalla notte in chiacchiere con la distinta signora, egli fu obbligato ad accettare l'ospitalità offertagli dall'annosa parente. Fu cosi che, abbandonato con una vacillante bugia nella stanza, Gutenberg, spogliatosi sommariamente, intraprese l'ascensione dell'enorme letto a due piazze. Riuscì a dormire, malgrado lo scricchiolio del pagliericcio di foglie. Risvegliatosi all'alba, balzò di sotto alle coltri e, avvertendo uno strano dolorino alla guancia destra, trasse di tasca uno specchietto-reclame di lamette per la barba e si guardò attentamente. Che era avvenuto? Sulla gota gli era rimasto impresso un enorme K. G. (Kate Gutenberg), le iniziali della zia. Le cifre della federa gli si erano stampate nottetempo sul volto. Voi avreste sacramentato contro i ricami ... Gutenberg, invece, portò pazienza e inventò la stampa. Nizza e Morbelli