DIETRO LO SCHERMO

DIETRO LO SCHERMO DIETRO LO SCHERMO Un artista scompare « Ettore Fieramosca » è finito - Una serie di brevi film sportivi italiani - Parabola del regista - Negli studi tedeschi e inglesi. In una clinica parigina è morto Robert Wiene, il regista del Dott. Caligari. Con quel suo fin troppo celebre film S'iniziò e s'affermò l'espressionismo cinemato grafico tedesco; quell'espressionismo che, fra qualche aberrazione e molte storture, doveva dare un suo sapore al cinema europeo del primo dopo guerra, di fronte alla facile e sana e irresistibile ascesa del film di Hollywood. Tutto il cinema espressionista tedesco, da Karl Griine a Fritz Long e a Lupu-Pick, dal primo Murnau a Paul Leni, nasce dal Caligari; e molti dei nuovi tentativi del cinema europeo di allora, che faticosamente andava cercando una sua strada sopratutto nei gruppi e nei gruppetti d'avanguardia, hanno le loro radici nel film che tra l'altro, accanto a Werner Krauss, doveva rivelare una grande promessa, soltanto poi in parte mantenuta: il nome e la maschera di Conrad Veidt. La migliore se pur grossolana definizione dell'espressionismo cinematografico è di Epstein: « Rendere plastico l'aspetto interiore delle persone; e rappresentare l'universo non secondo proporzioni medie, stabili, generali, ma secondo rapporti individuali, momentanei, variabili ». Un assunto tanto audace quanto pericoloso. Anzitutto una facile predilezione di temi abnormi, dove il tenebroso e il deformato possono rasentare l'arbitrario e l'assurdo; e, quando non li rasentano, troppo sovente vi cadono. Poi, provenendo quasi direttamente da quello teatrale, l'espressionismo cinematografico volle o dovette valersi di troppe risorse puramente teatrali, molte volte risolvendosi soltanto in scenografie deformate o in truccature esasperate. (Non basta, a creare un'atmosfera su di uno schermo, un fanale atteggiato a salice piangente, o un paio d'occhiaie al nerofumo). Ma la tara fondamentale di quella tendenza fu in una convenzione. Tutto doveva apparire come allucinato; e l'allucinazione, quando è convenzionale, quando è voluta, può essere allucinata quanto si vuole, ma non potrà non cadere in una banalità tanto più grave in quanto armata di mille e una pretese. Questa tara, come le inevitabili di ogni nuova tendenza, poteva essere riscattata da un solo fatto re: l'opera di almeno un grande, indiscutibile artista. Al Wiene non possono essere riconosciuti questi due aggettivi. Fu un precursore, ma senza un séguito effettivo; propugnatore d'un indirizzo che doveva diventare una voga, persino un atteggia mento; con sue fugaci, disordinate intuizioni, in Disioni dove la più torbida, magari la più torva delle fantasie avrebbe avuto bisogno di una sua intima coerenza. Perciò il Caligari è importante come documento; non lo è come opera d'ar- ddbfUg—s te. E il suo stesso autore ne fu poi un sopravvissuto. Strano destino di un uomo che vide, c certo molto da vicino, i segni più veri d'una sua arte; e che doveva poi sempre più e ineluttabilmente scostarsene. Il banditore d'un quasi-nuovo verbo cinematografico, sùbito dopo il Caligari, doveva infatti riecheggiarne alcuni motivi in un pregevole Raskolnikoff; per poi giungere a un mediocre I.N.R.I. (sì, una Passione di Cristo), e di mediocrissimi Il cavaliere della rosa, La duchessa delle Folies-Bergère. Da parecchi anni, già minato dal male, più non-lavorava. O^ra^-ai^È depisp a dirigere un film, Ultimatum. Ma di ripresa in ripresa le forze lo abbandonavano. Le ultime sequenze furono girate da un amico, dal Siodmack; e all'Arnoùx, che di Ultimatum aveva scritto i dialoghi, poco prima di morire diceva: — E' stato un « match » tra questo film e la mia morte: il film ha perduto. Scompare un uomo che al cinema dette ogni sua energia; e scompare quasi dimenticato da un mondo, quello cinematografico, làbile e vorace, dove ogni anno pesa, e già lontani sospinge i protagonisti di ieri. #*# L'Ettore Fieramosca, il grandioso film storico di Blasetti, può considerarsi ultimato. In questi giorni sono stati girati gli episodi della disfida di Barletta; e si conferma la « prima » del film a Venezia, alla VI Mostra che si aprirà 1*8 di agosto. — Il Gruppo Scalerà metterà prossimamente in lavorazione La vedova, dalla bella commedia di Renato Simoni; la regia sarà di Alessandrini, con Emma Gramatica, Ruggero Ruggeri e Isa Pola — La voce senza volto, il nuovo film di D'Errico con il tenore Manurita, è alle ultime inquadrature; è al montaggio Le due madri, di Amleto Palermi. — L'« Elettra-Film », presieduta dal sen. Casertano che, come si dette notizia, inizierà la sua attività negli studi torinesi della « Fert », metterà in cantiere nel prossimo agosto il suo primo film, La signora dei merletti, di Rino Alessi, con Irma Gramatica. — A quanti lamentano la mancanza di corti metraggi italiani dedicati ai varii sport, risponde ora l'« Alpina-Film » con un primo gruppo di dodici brevi film della serie Sei minuti all'aria aperta. — -Traut, r assistente di Leni Riefenstahl, è a Roma per gli accordi relativi alla versione italiana del monumentale film sulle Olimpiadi. Tutte le altre versioni straniere sono state eseguite direttamente a Berlino; data l'eccellenza degli impianti e dei tecnici di Cinecittà, la Riefenstahl ha di buon grado loro affidato il non facile e delicatissimo compito (tra l'altro, si dovranno « mixare » dalle cinque alle otto colonne sonore). * * Jean Renolr, un regista scabro e ineguale, non era mai riuscito ad azzeccare l'affermazione piena e convincente; vi riuscì con il pacifistoide La grande illusione, dalla tesi discutibile e condannabile fin che volete, ma con alcuni \ episodi, come stile narrativo, davvero ammirevoli. Il successo del film fu tale che al Renoir, comunista, venne affidata la regìa de La marsigliese, un titolo che è tutto un programma; e la produ- sione fu garantita da sottoscrizio- [n«usvcnf ni pubbliche, organizzate dal «Fronte popolare». Raramente un'attesa fu più delusa. Un pasticcio senza capo né coda, convenzionale, retorico d'una mediocre retorica; è stato davvero interessante, il leggerne recise condanne tra le righe delle fiorite critiche francesi. Qualcuno insinuò, più coraggiosamente, il dubbio che La grande illusione, con le sue qualità e il suo successo, fosse dovuta più che all'opera di un regista d'ingegno, al felice incontro di una sceneggiatura abilissima con un gruppo d'interpreti eccezionali. Ora, tra' gli ultimi progetti del comunistoide regista, sarebbe quello d'una... super-super super-rivista. *** Produzione tedesca. In questi giorni Cari Ritter ha iniziato le riprese di Pour le inerite, un film che rievoca ardimenti aviatorii sul fronte delle Fiandre; sono tra gli attori Paul Hartmann, Fritz Kampers, Paul Otto, Werner Stock, Jutta Freybe, Elsa Wagner, Irene Kohl. Paolo Ostermayr lavora a Der Edelweisskònig (« Il re delle stelle alpine »), dal romanzo di Ludovico Ganghofer, con tra gli interpreti Paul Richter, Von Schlettow e Caterina Berger. Herbert Maisch dirige Nanon, con Erna Sack e Oscar Sina; Erich Washneck dirigerà Frauen fiir Golden Hill (« Donne per Golden Hill »), con Vicktor Staal, Karl Martell, Olaf Bach, Von Schlettow, Paul Westermeier, Elfi Me- tsmtddcd(ridmFcmuobezptsfiqbvGUg(glfilpnRmc yerhofer, Ruth Eweler; e Gustav Froelich sta interpretando Frau Sixta («La signora Sixta»). Giovanni Laffray ha prodotto una serie di brevi film dedicati all'aviazione. Il primo, L'aspirante pilota, mostra gli inizii e gli esordii del novizio; il secondo, Navigazione aerea, espóne le misure, le precauzioni e le regole alle quali il pilota dev'essere fedele prima d'iniziare un volo e durante la navigazione (dalla preparazione sulla carta ai bollettini meteorologici); il terzo, Volo alla cieca, ne determina gli elementi, quasi tutti forniti per radio dagli aeroporti; il quarto, Il paracadute, s'inizia con il procedimento di fabbricazione del provvidenziale strumen to per poi concludersi con il suo più corretto uso; il quinto, L'elica, illustra la teoria della propul sione; Il motore, La cellula (tecnica e costruzione delle ali) è Il volo a vela concludono Vinte ressante serie. La « ripresa » inglese si profila a quanto sembra, sempre più net' ta. In questi ultimi tempi si sono costituiti cinque nuovi gruppi cinematografici, dei quali due di produzione e tre di gestione; un accordo è stato concluso tra Inghilterra, America e Australia, dovrebbe facilitarne gli scambi cinematografici; anche gli studi della < Gaumont British », di She•perds Bush, si sono da tempo riaperti a una nuova attività; la « Mayf lower », che fa capo a Charles Laughton e a Erich Pommer, è già al suo terzo film, Jamaica Inn; e un nuovo procedimento a colori, il « Dufàycolor », sta incontrando negli ambienti cinematografici britannici non poco favore. Soltanto la « British National » ha impostato, con il nuovo procedimento, una trentina di corti metraggi, dei quali i primi si stanno girando in Irlanda. MINIME. — A Bresla via, durante la Mostra dello sport tedesco, saranno proiettati numerosi documentari sportivi. — Marlene Dietrich ha fatto ritorno a Hollywood, dove interpreterà un film per conto della Fox. — Harold Lloyd ha comprato dalla Pathc un centinaio di negativi di suoi vecchi film (vecchie « comiche finali >•>) per... ricuperarne alcune delle trovate, da inserire in nuovi suoi film. La miseria aguzza il poco ingegno. — Fritz Lang girerà un film messicano. — Gosta Berling, il noto romanzo di Selma Lagerlof, avrà una riduzione cinematografica ad opera della Terra-Film. — La Tobis tedesca e la Tobis svizzera editeranno una biografiia romanzata. La storia di Jurg Jenatsch, per il prossimo anno, che sarà il tricentenario della morte dell'eroe svìzzero. — Una singolare biografia d'un personaggio vivente sarà quella, invece, che Edward G. Robinson interpreterà ricalcando le vicende della vita di Fiorello La Guardia, sindaco di New York. — Una spedizione svedese, capeggiata dal regista Tancred Ibsen (nipote del drammaturgo), ha soggiornato per circa sei mesi nell'Antartide, per riprendervi un film sulla vita dei pescatori di balene. — David O' Selznick sta preparando Il naufragio del * Titanio >. — Germaine Dulac dirigerà Rembecco, da Colomba, di Mérimée; e Christian Jaque Statua di cera, da un soggetto di Crommelynck. yFS Dal « Giuseppe Verdi » (Fosco Giachettr e Maria Cebotari). De Giorgi, sposa dei re » ti Nonna Felicita »: naturalmente con Dina Galli e Armando Falconi.