Ore di ansia per gli "azzurri,,

Ore di ansia per gli "azzurri,, Ore di ansia per gli "azzurri,, (DAL NOSTRO INVIATO) 1 Aix les Bains, 23 luglio. Non vi nascondo che oggi abbiamo .passato moment di trepidazione che non ci aspettavamo. Ieri la superiorità di Bartali, in potenza e in freschezza, era stata così netta da non lasciar minimamente dubitare che egli potesse essere messo in difficoltà da alcuno sul colle più, aitò, se non più difficile, del Giro: la compattezza della squadra era stata così felicemente collaudata nella tappa più severa, da far credere di aver raggiunto il massimo della sua efficienza combattiva e da farla balzare di colpo in testa alla classifica per nazioni con circa una mezz'ora di vantaggio su quella belga. E d'altra parte l'impressione di sfinimento e di scoramento che ci avevano dato all'arrivo a Briancon uomini e squadre che ci sono contro era stata tale che non vedevamo da chi e come potessero oggi essere attac cati e battuti i vittoriosi di ZJf ore prima. Si è voluto troppo? Attendevamo perciò con perfetta serenità, per non dire con sicurezza, quest'ultima tappa delle Alpi, persuasi che essa non avrebbe modificato gran che le posizioni, o la modifica sarebbe stata in nostro favore. Perchè una volta conquistata la maglia gialla con un margine di protezione di 21'SO" dall'unico avversario che può ancora essere pericoloso, il piragromma di Oirardengo si era allargato all'improvviso all'assalto del secondo posto in classifica non solo e non tanto per la soddisfazione di completare il successo individuale e di meglio garantire quello collettivo — con relativo... annesso di un centinaio di migliaia di franchi — ma anche e specialmente allo scopo di avere per ogni dannata evenienza, il « numero due » della squadra da promuovere senz'altro a « nume¬ ro uno », senza danno per i nostri colori. E che Vicini oggi dovesse far meglio di Vervaecke e Clemens, lo assicuravano i risultati e gli effetti della Digne-Briangon. Le cose, infatti, parvero mettersi su questa linea a nostro vantaggio quando, sul Galibier-, il cesenate si prese il minuto di abbuono. 1 ■primi 25 chilometri erano stati fatti in passeggiata, co¬ me se ognuno avesse ancora da digerire i quattro mila metri di dislivélli di ieri e 'pensasse con spavento ai tremilacinquecento di oggi. L'Iseran, poi, primizia del Tour, nessuno lo conosceva e il mistero di cui era avvolto agli a£chi dei corridori doveva tenerli in una certa soggezione. Nessuno, quindi, mancava al momento in etti si cominciò a salire il Galibier. Questo nome non vi faccia credere che fossimo ai piedi della famosa salita che è stata sempre uno degli ossi più duri da rodere del Tour; si era dalla parte opposta, la più facile già una volta, ma molto di più oggi che una nuo- i . ¬ va strada allaccia il Lautaret al Galibier, evitando il pezzo di discesa che fino a due anni fa divideva i due colli. La salita è perciò più lunga, ma meno dura. Nella mattinata nuvolosa e fresca, per la bella strada asfaltata, l'ascesa si iniziò e continuò per i primi tre chilometri tranquilla e moderata; accelerò in seguito, ma senza far vittime, in modo che si giunse quasi alla vetta senza nulla di fatto. Non rimaneva che assistere alla tirata finale per l'abbuono. L'avrebbe data Bartali o Vicini.» Quali erano le disposizioni del nostro commissario? E i belgi avrebbero tentato la rivincita delle molte lezioni subite dallo scatto del nostro miglior scalatore? Mi facevo queste domande quando vidi Gianello sbucare fuori dalla fila e arrancare a tutta forza verso la cima ormai prossima. Ma Vicini non si lasciò sorprendere; scattò, inseguì, raggiunse il francese e gli prese qualche lunghezza; ormai si poteva dire che l'abbuono fosse suo, quando un im¬ provviso ritorno di Bartali diede 'impressione della lotta fra i due. Ma Bartali, ostacolato da una vettura, ruppe l'azione e Vicini passò primo. Seguirono, a distanza di. secondi, Gianello, Cosson, Martano, Maes, Magne, Vervaecke, Berrendero, Marie e Neuville. Il guadagno di Vicini era così di un minuto netto. A ragionare su questo episodio, bisogna pensare che Girardengo ritenga ormai la posizione di Bartali così sicura da potersi permettere il lusso di rinunziare agli abbuoni. L'appetito, dice il proverbio, vien mangiando e, fin da stamane, « Gira », al bel piatto della maglia gialla voleva aggiungere il contorno del secondo posto. Perciò ha lasciato che i suoi due uomini se la sbrigassero tra loro, non volendo imporre un sacrificio nè all'uno, nè all'altro. Sono resuscitati Purtroppo, a cose fatte, si può dire che Bartali non ha guadagnato un minuto e quello preso da Vicini non gli servirà a niente. Ma quel che successe poi nessuno poteva immaginarselo. E fu quello che mi fece strabiliare per una buona mezz' ora e stare in pena per più di tre ore. Il fantasma di ieri, Vervaecke, la squadra disfatta e in rotta, quella belga, sono tornati improvvisa mente alla ribalta come attaccali ti indemoniati, come dominatori del campo. Salto a pie pari i 95 chilometri, dalla vetta del Galibier ai piedi dell'Iseran, di discesa, pianura e leggera salita, che non servirono ad altro che ad affastellare di nuovo quasi tutti i concorrenti e a prepararli all'attacco dei 2T69 metri a cui sale la più alta strada di Europa. La vera scalata comin ciò a Bonneval; non la riconosce vo più dal giorno (son passate so le tre settimane) in cui ero andato a vederla; la strada era stata battuta da compressori e ripulita dei sassi che la ricoprivano; si poteva dire un'ottima strada dì montagna. Vicini e Goasmat tennero la guida per i primi tre chilometri; poi il francese scattò portandosi dietro Mollo, Maes, Vervaecke e Berrendero. In questo momento cominciò a piovere e la strada apparve fangosa. Con nostra generale sorpresa si vide che Bartali non rispondeva all'azione di Goasmat, e neppure Vicini, come richiedeva la situazione, poco rassicurante, dato che anche Lowie, Vissers, Maes e Neuville li precedevano. I belgi si accorsero di ciò e Vervaecke andò in testa, prima per tirare più forte, poi per partire a fondo. In breve rimase solo, inseguito dàTMollo, Maes, Berrendero, Fontenay, Vissers, Gallien, Neuville, Lowie, poi da Vicini, poi da Bartali e Cottur. Il distacco andava sempre aumentando; la « maglia gialla » non riusciva a riprendersi; quelle azzurre indietreggiavano sempre più lasciando il posto a quelle nerorosso-gialle. Nella nebbia fitta, sotto la pioggia, la lotta si inaspriva e volgeva male per noi. Da ieri ad oggi la situazione era del tutto capovolta. Mi sembrava quasi impossibile! Il controllo dei tempi in cima mi diede la sensazione di un attimo decisivo. Vervaecke precedette Vissers di 2S secondi, Fontenay di l'6"; Maes di l'15"; Lowie di 1' e 48"; Neuville di S'2"; Goasmat di 2'19"; Gianello di 2'2S"; Vicini di 2'S5"; Cosson di Z'1,1"; Bartali di Z'J/8"; seguivano Cottur, Kint, Magne, Berrendero, Clemens, Martano e Mollo. Va male per Vicini Cinque belgi nei primi sei! Il pericolo era gravissimo; se si fossero riuniti e i nostri no, e se questa fosse stata la situazione alla fine della discesa, c'era da perdere addirittura la maglia gialla negli ultimi ISO chilometri di pianura. Ma la discesa salvò Gino, pur danneggiando enormemente gli altri azzurri. Bartali in cinque chilometri rimontò tutti quelli che lo avevano preceduto in vetta e giunse su Vervaecke; sopravvennero poi anche gli altri belgi, meno Neuville, appiedato. Bartali, non contento, piantò lì tutti; ina poi non insistette. Si accontentò di aver parato il colpo e si dispose a parare gli altri che logicamente si attendeva sul piano. Inoltre sperava che Vicini rien trasse anche lui. Ma Vicini era oggi il preferito dalla sfortuna. Forò una prima volta e Mollo gli diede la ruota; forò una seconda e glie la diede Introzzi; forò la terza e la quarta e dovette cambiare da sè. Ogni sua ripresa era stroncata da una foratura; lottò disperatamente e a lungo, ma alla fine dovette rinunciare al suo sogno. E nella stessa discesa forarono tutti i no stri, mentre la squadra belga non fu colpita che in Neuville. A Bourg S. Maurice (km. 190) passarono insieme Vervaecke, Maes, Vissers, Lowie, Kint, Fon tenay, Cosson e Bartali; seguiva no a l'25" Clemens, Magne e Neuville, a S'SO" Martano, a 5'15" Disseaux, a 5'SO" Gallien, a 9' Goasmat, a ìO'kO" Jaminet, a 10'50" Vicini, Trogi, Fréchaut e Bourlon. Per il momento, dunque, Bartali era al sicuro, ma il pensiero di quello che sarebbe potuto succedere se avesse forato mi tenne in ansia fino all'arrivo. Eravamo solo certi di una cosa: che Vervaecke non lo avrebbe staccato; egli lo teneva d'occhio, rispose a due scatti dei suoi compagni che alla fine capirono che Vervaecke non sarebbe di forza sfuggito di mano alla « maglia gialla ». Allora i belgi non ebbero altro pensiero oltre quello di guadagnare tempo su Clemens e Vicini, in modo da assicurare a Vervaecke il secondo posto, e quello dì riprendere il primato della classifica per squadre. E tutti e due gli obbiettivi furono raggiunti. Il terzo, l'attacco a Bartali, era fallito. Martano fu fatto fermare da Girardengo affinchè aiutasse Vicini rimasto solo dopo una caduta di Trogi; ma il suo sacrificio non bastò per contenere il ritardo del romagnolo nel limite del ricuperabile. Nella pattuglia di testa intanto i belgi tiravano a gran forza. In vicinanza di Aix les Bains domandarono a Bartali se avrebbe fatto la volata e Gino rispose che l'avrebbe fatta se avessero cercato di vincere Vervaecke o Vissers. Ottenuta l'assicurazione contraria e certo quindi che i due più pericolosi belgi non avrebbero guadagnato l'abbuono, ci rimtnciò anche lui, lieto in cuor suo di essersi levato da un grave imbroglio, solo contro cinque avversari, a così buon mercato. Vervaecke, infatti, non gli prende che l'28", cioè l'abbuono sui- VIseTan. Sul quale è il caso di tornare. Voi sarete non meno stupiti di me che Bartali sia stato staccato in montagna; non gli era mai successo fin qui; dopala sua prova di ieri avrei giurato che non gli sarebbe successo mai. Quali le ragioni che spiegano questa spiacevole sorpresa? Egli ha confessato all'arrivo di avere attaccato l'Iseran non nel momento più felice, di aver ripetuto l'errore dell'eccessivo rapporto, tanto più che la pioggia aveva reso il terreno più pesante. « Se non avesse piovuto — disse — quel rapporto andava bene; con la pioggia ci voleva quello dei belgi». In quanto a Vicini, ha influito lo stesiso errore. Nonostante tutto quello che dicono gli esperti del Tour, i nostri hanno sempre adoperato rapporti superiori a quelli degli avversari. Le conseguenze non si sentono magari subito, ma in seguito . non possono mancare. E la successione di queste tre tappe di montagna ha masso alla fine in rilievo l'errore sul quale insistiamo fin dai Pirenei. Nè posso tacere che Vicini si è rammaricato di non essere venuto a conoscere questo Iseran, l'unico del Tour che egli, come tutti gli altri, non aveva mai fatto. Mi convinco sempre di più che il sopraluogo da Cannes ad Aix les Bains avrebbe enormemente giovato ai nostri. Poteva andare peggio Quando abbiamo visto arrivare Bartali coi belgi (Kint era scappato al chilometro col consenso dei coìnpagni e senza reazione dell'italiano) e fare la volata che «e fosse stata iniziata prima gli avrebbe procurato il secondo posto, abbiamo tutti noi tirato un sospiro di sollievo. « Poteva andare molto peggio », ci dicevamo l'uno con l'altro; ma Girardengo faceva giustamente osservare che e gomme sono state oggi amiche dei belgi e nemiche accanite degli italiani, e dopo tutto, rassegnatosi alla rinuncia al secondo pasto da parte di Vicini, ha osservato che cosi la squadra punterà tutta e solo su Barali, cioè sarà più compatta. Abbiamo un solo uomo da vigilare, Vervaecke, un solo uomo da difendere, Bartali. Il Tour si è ridotto a un duelo fra questi due; ma ci sono di mezzo venti minuti che non sarà facile annullare. Questa giornata dimostra che in una corsa a tappe non si può mai dire l'ultima parola prima di arrivare alla fine. I belgi non hanno piegato bandiera, non si sono certo rassegnati a essere battuti. Oggi hanno beneficiato del freddo e dell'acqua, loro alleati, mentre i nostri, e specialmente Bartali, lavorano a pieno regime col caldo e all'asciutto. Questa diversità di rendimento non è l'ultima causa del contrasto che i due uo??iini migliori e le due squadre che li sostengono hanno offerto in due giornate consecutive. Non è quindi errato dire che la meteorologia è uno degli arbitri del Tour. Si chiude con questa tappa la serie alpina. Ad Aix non sono meno ottimista che a Digne; la posizione di Bartali è più che mai formidabile. Rimangono, è vero, le tappe care ai belgi, comprese quelle a cronometro, ma ciò non ci spaventa. Attendiamo ritorni offensivi degli avversari che ancora sperano di batterci; ma ho la piena convinzione che i loro sforzi s'infrangeranno contro il baluardo rappresentato dal.valore di un campione che è in ottime condizioni e dalla volontà di compagni che nulla gli negheranno affinchè egli giunga a vincere nel nome che qui difendono. Giuseppe Ambrosìni 75 100 125 150 175 200 225 250 275 1 planamenti degli azzurri nella quindicesima tappa 3. Bartali 10,52*36" 12. Yicinl 11,17*30" 14. Trosi 11,17*30" 18. Martano 11,17*30" 27. Oottur 11,23*48" 34. Bergamaechi 11,23'48" 37. Introzzi 11,23*48" 47. Bini 11,41' 3" 48. Servadel 11,41' 3" 50. Mollo 11,41* 3" La classifica degli azzurri dopo la quindicesima tappa 1. Bartali 104,48'58" 6. Vicini 105,36'39" 17. Cottur 106,29*31" 20. Servadei 106,31*49" 24. Martano 106,36'45" 33. Bergatnaschi 106,52'59" 35. Mollo 106,59*10" 46. Introzzi 107,50'14" 51. Bini 108, 2*30" 53. Trogi 108,19*28"

Luoghi citati: Aix, Bonneval, Cannes, Digne, Martano