Smagliante vittoria del Genova sullo Slavia pari alla sua fama: 4-2 (2-1) di Luigi Cavallero

Smagliante vittoria del Genova sullo Slavia pari alla sua fama: 4-2 (2-1) Smagliante vittoria del Genova sullo Slavia pari alla sua fama: 4-2 (2-1) fieli; Figliola (Ci al 29', Monelli (C) al .35', Horak <S.) al 36 del orimo tempo - Vytlaoil (SI) al 13', Morselli (C.) al 23', Cattaneo (0.) al 38' della riprosa. GENOVA:-Agostini; Genta, BorelH; Villa, Bisogno, Figliola; Arcali, Perazzolo, Morselli, Scarabello, Cattaneo.. SLAVIA: Bockay; Cerny, Danoick; Pruhca, Nozir, Kopecky; Horak, Simminck, Biòan, Bradac, Vytlacil. ARBITRO : Popovic (Jugoslavia). Genova, 25 luglio. E' stata dura, ma il Genova l'ha spuntata. Ha dovuto lottare con tutto il suo cuore, con tutta la sua volontà, ma alla fine la vittoria non gli è sfuggita. Due reti di scarto ci sono, per andare a Praga con un certo margine. Basteranno? Auguriamolo a questa squadra che è retta da uno spirito agonistico meraviglioso e che è ancora in piedi, in luglio, per riscattare, contro avversari boemi, la resa troppo grave dei campioni. E' stata una gran partita. Quasi sempre bella; sempre, ad ogni modo, interessante,. avvincente, appassionante. Ne va dato merito in parte eguale alle due unità che si sono fronteggiate, perchè è proprio l'eccellente prova dello Slavia che ha valorizzato l'affermazione dei rosso-blu. Sgomberato il campo delle comparse, degli insufficienti e dei neghittosi, sono rimasti,, in Coppa Europa, gli autentici squadroni, le compagini che valgono per classe di uomini e per sigla di giuoco. Genova e Slavia, autorevoli rappresentanti del calcio italiano e della scuola centro-europea, vanno pertanto considerati sulla linea delle grandi unità. Degni avversari Vedete il Genova. Potrebbe essere stanco dopo una stagione che si protrae da undici mesi; potrebbe essere incerto per la inclusione di qualche uomo attualmente in periodo di tirocinio; potrebbe, sopratutto, lagnarsi per la malasorte che l'ha privato del suo centro attacco e che l'ha tartassato a Bucarest, eppure resiste. Non ha la freschezza dei momenti migliori, accusa qualche difficoltà, fatica a turare : alcune falle, ma la squadra c'è, forte; sopratutto temprata per questo genere di gare sfibranti. E lo Slavia? Davvero un cosi bel complesso straniero non lo si vedeva da tempo. La squadra che ha schiacciato l'Ambrosiana ha della classe. Questo è indubbio. E il metodo è quello dei bei tempi antichi, quando a Praga c'era quell'università calcistica che proprio noi, a furia di progressi, abbiamo fatto saltare. Metodo sano, di tecnica ortodossa, praticato da atleti un /po' lenti, se si paragonano ai nostri, ma che manovrano la palla con una sicurezza,,' una perizia ed una precisione sbalorditive. Passaggi esatti, uomini che sanno smarcarsi, che resistono alla carica, che non sanno cosa sia la precipitazione. Bican, ad esempio, partiva puntando diritto sui terzini, come se avesse voluto cozzar loro contro. Poi, venutone a contatto, si fermava di botto, « fintava » a destra od a sinistra, ed ecco che la via gli si spianava in area. Genta s'ammattì per tutto il primo tempo per arrivare a capire come mal lui, veloce, non riusciva e spuntarla contro quel colosso che operava con tanta calma. Mà, direte, perchè mai una cosi bella squadra, forte dal portiere al centro avanti, ha perso, e perso netto? Ebbene, prima di tutto perchè il Genova ha avuto momenti nei quali è stato irresistibile; e, poi, perchè il meccanismo apparentemente perfetto del giuoco boemo ha avuto, invece, un difetto grave: l'insufficienza del tiro nell'area di rigore. Quando un bianco-rosso si decideva a tentare la rete, otto volte su dieci non faceva altro che effettuare un passaggio ad Agostini. Il perchè? E chi lo sa? Eppure facevano una certa qual impressione e li si sarebbe detti potenti, quei ragazzoni... Invece il goal lo costruivano, per mancarlo poi. in modo, per noi' almeno, inspiegabile. A parte questo, lo Slavia è forte: lo si vede, lo si sente, lo si capisce. Cosi forte, in potenza, da farlo ritenere capace di grandi cose, specie a casa sua, quando il fattore campo lievita là squadra. Il Genova va sotto E veniamo all'incontro. Si comincia tardi, alle 18 quasi. Non c'è sole e la temperatura è buona. Ventimila persone sugli spai ti In tribuna d'onore il Gen. Vao caro, il Federale, molte autorità e alcuni dirigenti cechi. Bandiere d'Italia, di Cecoslovacchia e della Jugoslavia sul pennoni. Aria di festa. Atmosfera da grande Incontro. Genova non smobilita neppU' re in luglio. Ecco lo Slavia. Bican è incerottato, e lo è anche Bradac. Ricordi di Setti? In compenso — ed i conti non tornano — 11'Genova è senza Bertoni. L'olimpio' nlco è sostituito da Morselli ed anche Perazzolo è avanzato all'attacco lasciando il posto suo nella seconda linea ' a Villa, l'ex ambrosianista. Andrà o non andrà questo Genova cosi scombussolato proprio per la partita più dura ? Sulle prime va. Preme, minao eia, si fa sotto a folate e segne rebbe anche se non fosse proprio Scarabello — l'unico in giornata grigia senza alcun sprazzo — a respingere un tiro di Perazzolo. Lo Slavia aspetta che la piccola tempesta si plachi. Cerny zoppica, ma si difende bene egualmente. Il portiere è di una agilità e di una sicurezza che ci danno pensiero. La squadra, quando risponde, si muove con ordine. La mediana lavora; l'attacco avanza con cinque uomini, essendo, le mezze ali, raramente e di pochi metri arretrate. In compenso nessuno imbrocca tiri veramente pericolosi. Il confronto fra i due giuochi è interessante ed a giudicare in pura linea tecnica c'è da trovarsi negli imbarazzi! Meglio il brio del « rosso-blu » o le geometriche combinazioni dei « bianco-rossi»? C'è del buono e del bello nell'un campo e nell'altro. Si è al 20' allorché il portiere boemo si lascia sfuggire di mano un pallone indirizzatogli da Perazzolo. Irrompe Morselli ( in campionato sarebbe fallo ma in gare di Coppa molto è permessa) e per poco non ci scappa 11 goal. Tutto si risolve in una breve mischiai Al 29' si apre la serie del punti. Il Genova batte un « angolo » (vi diremo poi quanti .te ho collezionati) e, sul tiro di Arcarl, Figliola, il « mediano da rete », che è al suo terzo intervento del genere, colpisce di testa e mette in rete. Il vantaggio c'è, ora, ma conviene insistere. Si pensa a Praga... Il Genova insiste, infatti, nonostante lo Slavia non ceda di un pollice. Insiste tanto che al 35' 11 secondo pallone è a segno. Arcar! centra proprio da fondo campo (1 boemi reclamano 11 «fuori »), Morselli riprende al volo e segna nel breve spazio che intercorre fra il portiere ed il montante sinistro. Due. Va meglio. Va bene, anzi. Ma la contentezza è di breve durata. E' passato un minuto e Bican,. lasciando in asso Genta, è libero di servire Horak. Tiro e goal, a due spanne da terra, in modo tale da lasciar fermo Agostini. Ancora tentativi, da una parte e dall'altra, e segnale di metà tempo. Lo Slavia rientra negli spogliatoi; i « rosso bleu », invece, restano sul terreno. Vi.scende il gen. Vaccaro, vi scende il presidente del Genova. Cosi, dal gestire, si capisce che i padroni di casa non sono troppo soddisfatti di come sono andate le cose. Quello Slavia è un osso duro davvero! Galoppo finale Alla ripresa è peggio ancora. I cechi incassano calci d'angolo in serie ma rispondono con un goal, quello del pareggio. Agostini respinge sulla sinistra un tiro di Simminek e Vytlacil, che arriva smarcato, scaraventa in porta. Ora si che tutto è da rifare! Il Genova ha dieci minuti di sconcerto. Non glie ne va bene una Confuso in difesa, smarrito all'attacco. Naturalmente, per contrasto, vien su lo Slavia. E' fini ta? Lo pensiamo, temendo che il bandolo della matassa si ingarbugli sempre più. Invece no. Si riprende. Genta, dopo tanto sbagliare, ritrova precisione e vigore; Bigogno registra la mediana; Morselli ingrana finalmente all'attacco. «Hop! Hop! Genova!». E il Genova va. Kopecky manca netta la palla su di allungo di Scara bello ad Arcarl. L'ala fila e cen tra. Morselli arriva in corsa e toc ca giusto, di testa. Tre a' due. Ora è lo Slavia che barcolla. S'è annebbiato il suo bel giuoco tutto precisione e combinazione. Fa quello che può. Vuol salvare il salvabile. Gli uomini si ergono a barriera in area. La fortuna li aiuta perchè .in più di una mischia la palla si ostina a non trovar la via... giusta a causa di una gam ba, di una schiena, di chissà cosa altro... Eppure, dai e picchia, arriva anche il quarto goal. Calcio d'angolo (al 38') e tiro di Cattaneo La palla, per l'effetto ricevuto, piega in rete superando quel gruppetto di uomini che saltano e si spingono. Scarabello e Figliola la raggiungono quando ha già varcata la linea e ci si sfogano su. « Cinque! Cinque! », ma si resta a quattro e, credete, non è amia ta male cosi. La fine. Applausi. Molti. Sopratutto allo Slavia che si allinea per il gutturale grido di chiusura. Strette di mano all'arbitro, « arrivederci » e « nasdar », che in boemo vuol proprio dire lo stesso, fra giuocatori. Non ci sono conti in sospeso. Non ci sono vendette da fare. C è solo una cordialissima accoglienza da restituire. Vedremo domenica se a Praga si sa essere sportivi nonostante l'amarezza di una sconfitta. Vedremo... Per la precisione eccovi, come promesso, il computo dei calci d'angolo: tredici per il Genova, uno per lo Slavia. Luigi Cavallero