Litvinof contesta a Tokio la sovranità sulla collina insanguinata

Litvinof contesta a Tokio la sovranità sulla collina insanguinata Litvinof contesta a Tokio la sovranità sulla collina insanguinata particolari del drammatico colloquio di Mosc ] Tokio, 22 luglio. Il portavoce del Ministero degli Affari Esteri, a proposito della questione di Changkufeng, ha dichiarato che l'Incaricato d'affari nipponico a Mosca ha fatto una protesta al governo della U.R.S.S. in proposito, chiedendo 11 pronto ritiro delle truppe sovietiche dalla collina suddetta, ma che questa richiesta è stata respinta dal governo dell'U.R.S.S. La protesta fu ripetuta dall'ambasciatore giapponese a Mosca, Shigemitsu, che il giorno 20 u. s. la rinnovava al Commissario del Popolo per gli Affari Esteri Litylnof. Il portavoce ha dichiarato che Shigemitsu ha fatto presente a Litvinof come da molti anni il popolo manciù fosse abituato a tenere due volte all'anno riti religiósi sulla collina di Changkuf eng, nel giugno e nel settembre, e come da documenti inoppugnabili risulti che la collina è stata sempre in possesso dei nlppo-manciù. E polche è chiaro che la collina appartiene al Manciukuò, è naturale che il Giappone, dati 1 suoi stretti rapporti col Manciukuò, ai fini della difesa nazionale di quella nazione prenda le misure necessarie senza Indugio. Shigemitsu ha ricordato come 11 governo sovietico, finora, abbia sempre Invocato il mantenimento dello statu quo ante alla frontiera del Manciukuò, ed abbia ripetutamente affermato di aver grande cura della tranquillità di quella zona, mentre l'improvvisa occupazione armata dell'Importante zona di Changkufeng, non può non essere considerata che come un tentativo di sovvertire lo statu quo da parte sovietica nella regione di frontiera, per cui le responsabilità per le l von tu ali conseguenze derivanti da tale stato di cose pesano sulla U.R.S.S. In altre parole tale azione sovietica deve essere considerata come una specie di provocazione contro il Giappone. Ciò è tanto più grave in quanto bisogna ricordare che i rapporti fra il Giappone e l'Unione sovietica sono tutt'altro che normali. Ciò che 11 Giappone chiede alla U. R. s. s. è 11 pronto ritiro delle truppe sovietiche dalla zona di Changkufeng, ed il ristabilimento dello statu quo ante, in modo che possa tornare la tranquillità nella zona di frontièra, per la quale 11 governo nipponico chiede al governo di Mosca maggiore considerazione. Il portavoce ha anche dichiarato che l'Ambasciatore Shigemitsu ha protestato presso 11 Governo sovietico, per il fatto che gendarmi giapponesi sono stati fatti segno a colpi di fuoco mentre erano di pattuglia nel pressi di Changkufeng. Il portavoce ha poi riferito questa risposta di Litvinof: La colli na di Changkufeng appartiene alla U.R.S.S. e ove la tranquillità della zona di frontiera dovesse essere turbata da parte dei nlppo-manciù, la responsabilità di questo ricadrebbe principalmente sui giapponesi ». Shigemitsu ha replicato che la carta della regione, che è la sola prova sostenuta da Litvinof, non è mal stata pubblicata, ed è ignota a tutti, fuorché al Governo sovie tlco, e tale carta serve soltanto a complicare la situazione. Ha poi insistito, che, come risulta da prove In possesso del Giappone, del Manciukuò e della stessa U.R.S.S., la collina In discussione appartiene al Manciukuò, facendo rilevare come anche la costruzione di opere di fortificazione nella zona di fron- trqgrrqndavvrnegpsdd tiera da parte sovietica sia contraria al mantenimento dello statu quo ante. Pertanto anche l'fserclto giapponese è costretto a protestare contro la Invasione del territorio Manciù, dati l suol rapporti con quello Manciù per la dlfesav.nazionaie di quello Stato. Litvinof ha risposto respingendo l'accusa che l'Unione sovietica abbia voluto compiere un atto provocatorio, ed affermando che movimenti di truppa sul proprio territorio nazionale, non costituiscono una provocazione. La dichiarazione fatta dal portavoce del Ministero degli affari1 esteri conclude riferendo che Shigemitsu ha ancora una volta fatto1 presente al Commissario del popolo sovietico, che le sue proposte miravano soltanto alla restaurazione dello «tatù quo ante e della pace e della tranquillità nella zona 'di frontiera, e che pertanto la U. R. S. S. si assumerà serie responsabilità se essa le respingerà. Litvinof ha risposto ancora rifiutandosi di occuparsi delle proposte dell'ambasciatore giapponese.

Persone citate: Shigemitsu