Le sabbie « nere » del Lido laziale
Le sabbie « nere » del Lido laziale Le sabbie « nere » del Lido laziale Il tenore medio è notevole — Il giacimento e la qualità rilevanti - Le possibili specialità della produzione Roma, 19 luglio. La visita che il Duce effettuò l'altro ieri nella zona, ha richiamato l'attenzione degli Italiani sulle sabbie magnetifere del Lido laziale. Si è cosi appreso che sul litorale di Ostia, lungo una striscia di alcune decine di metri di larghezza e che si estende da Ladispoli fino a Torre Astura, le sabbie litoranee contengono una notevole quantità di ossido di ferro magnetico nero (magnetite) proveniente con molta probabilità dai monti vulcanici laziali. Le sabbie non hanno naturalmente una composizione costante; alcune zone, ricchissime di magnetite e contenenti oltre il 20-23 per cento di ferro, si alternano con zone molto più povere. Tuttavia il tenore medio è notevole, cosi come è interessante la estensione e la profondità della sabbia « nera » la quale probabilmente si trova anche sotto l'acqua e in proporzione ancora più abbondante che non sul litorale. La Società Cogne, come informa l'Organiszazione industriale, ha già eseguito un gran numero di assaggi nella zona di sua pertinenza e si è fatto un quadro esatto e preciso sulla estensione del giacimento e sulla variazione dei tenori in ferro, in estensione e in profondità. Si tratta di valutazioni oltremodo difficili, e che perciò sono e devono essere prudenziali. Inoltre le altre zone del litorale sono ancora poco note. Comunque, si tratta di un giacimento notevole specialmente come qualità. Esso è infatti caratterizzato da due aspetti essenziali: 1) la qualità del minerale in granelli fini, disciolto, e con fortissima proprietà magnetica, di modo che la separazione e l'arricchimento del minerale di ferro dalla sabbia vera e propria, sono facili ed economici. Basta un elettromagnete separatore e non occorre macinazione o frantumazione che incidono sempre fortemente sui processi minerometallurglci. 2) La purezza della magnetite, esente da inquinazioni di fosforo e zolfo e contenente solo una parte di materiale di titanio; ma il titanio è un elemento che può considerarsi prezioso nella fabbricazione di ghise speciali e di acciai speciali. Esso viene, infatti, aggiunto in molti acciai speciali e rappresenta un elemento costitutivo di alcune ghise svedesi pregiatissime. Orbene, la purezza del minerale di Nettuno e Ostia fa pensare che la sua logica destinazione sia quella delle produzioni speciali di alta classe e di prima qualità, poiché appunto in esse la purezza delle materie prime è condizione indispensabilp A seconda del tenore in titanio verranno, dunque, fabbricate, dalle sabbie magnetiche di Nettuno, ghisa più o meno titanifera, di affinazione, o di aggiunta, o an che da fonderia. Tutto ciò dipen de dal processo di arricchimento e dal successivo processo di riduzione. A questo proposito è interessante osservare come la magnetite, e in particolare quella di Nettuno, possa ridursi a ferro, anche solo a novecento o mille gra di, cioè a temperature molto infe riori a quelle dell'altoforno e sen za fusione del metallo. I processi svedesi o inglesi, o anche quelli escogitati al riguardo in Italia, diventano in tal caso particolarmen te attraenti : comunque appare che la trasformazione delle magnetiti di Nettuno e Ostia, in ferro o ghisa, può farsi con metodi economici e semplici, a temperatura relativamente bassa, si da rendere anche possibile la erezione di qualche impianto locale di riduzione. Comunque sia, la magnetite arricchita o il ferro ridotto possono sopportare lunghi trasporti e raggiungere i centri di produzione siderurgica. L'Organizzazione industriale osserva che bisogna attendere per vedere quali metodi sceglieranno la « Cogne » e la « Terni », quest'ultima particolarmente interessata per le relative vicinanze dei giacimenti non meno che per le specializzazioni delle sue produzioni. In ogni caso è degno di rilievo il fatto come le sabbie magnetiche del Litorale di Roma, dopo tanti tentativi che risalgono alla grande guerra, vengano finalmente studiate da tecnici e industriali e siano prossime ad uno sfruttamento adeguato alla loro potenzialità.
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