Armegg tra Praga e Parigi

Armegg tra Praga e Parigi Armegg tra Praga e Parigi Il ministro francese in Cecoslovacchia riferisce a Bonnet I rapporti franco-tedeschi dopo il discorso di Daladier Parigi, 16 luglio. . Come vi abbiamo già segnalato, l Ministro di, Francia a Praga, signor De la Cròix, giunto a Parigi, è stato ricevuto dal Ministro Giorgioi< Bonnet, al quale ha fornito precisazioni sullo'stato attuale delle cose in Cecoslovacchia e sui negoziati in corso fra il Governo di Praga e i rappresentanti delle minoranze, nazionali. Alcune informazioni di. stampa, avendo lasciato capire che il progetto di statuto è definitivamente stabilito e che sarebbe stato anzi comunicato a Parigi e Londra, il « Temps » crede sapere che le cose non sono ancora a quel punto e che un importante lavoro di messa a punto rimane da farsi prima di giungere a questa tappa decisiva. Riforma capitale Il Comitato ristretto dei Ministri, che si. occupa in modo speciale degli aspetti politici del problema, si è riunito giovedì sotto la presidenza di Hodza e si ritiene che potrà fissarsi alla base della riforma dell'autonomia amministrativa. Si spera sempre che i progetti relativi allo statuto delle minoranze nazionali potranno essere presentati al Parlamento prima della fine di luglio. Quantunque da fonte ufficialenessuna indicazióne sia stata pubblicata per quello che concerne le condizioni e le modalità di tale ri forma capitale, tutte le informazioni che si hanno concordano nel precisare • che essa permetteva di creare una base di auto-ammini- strazione locale e provinciale cosi larga che con della buona volontà potrebbe essere accettata da tutti gli elementi etnici che reclamano l'autonomia. Da quanto è possibile sapere, i progetti in preparazione in seguito ai negoziati che hanno avuto luogo con i portavoce della coalizione governativa e dei partiti di opposizione, si riassumerebbero, alla fine dei conti, in tre leggi, di cui la prima organizzerebbe l'autonomia linguistica e culturale dei gruppi detti nazionali nella cornice dello Stato cecoslovacco; la seconda fisserebbe lo statuto per la amministrazione civile degli elementi minoritari ai quali verrebbe assicurata una giusta ripartizione dei pubblici impieghi proporzionata all'importanza della popolazione di ogni nazionalità; infine la terza legge definirebbe le attribuzioni delle assemblee locali particolari di tutti i gruppi etnici che sarebbero egualmente rappresentati proporzionalmente al Parlamento nazionale e al Governo centrale. Quello che il Governo di Praga intende garentire in ogni modo è l'indipendenza e la sovranità della Cecoslovacchia "in materia di difésa nazionale, di politica estera e di politica economica e finanziaria. Ma, sempre secondo il « Temps », nella cornice così delimitata, esso rimane deciso a spingersi molto lontano nella via dèlia conciliazione. L'organo del Quai d'Orsay ritiene però che il programma dei tedeschi Sudeti, stabilito al con gresso di Karlovy Vary, segnando una posizione estrema, delle concessioni dovrebbero essere fatte su alcuni principii dai partigiani di Henleìn, qualora si voglia giungere a un compromesso accettabile da tutti, senza di che i negoziati fra il governo e i delegati dei tedeschi Sudeti sarebbero stati in realtà senza oggetto Ma se il gabinetto di Praga si mostra .interamente disposto a risolvere la crisi con spirito liberale, mantenendosi però sul terreno dell'interesse nazionale, il partito di Henlein rimane fermo sulle sue primitive esigenze e, a quanto si afferma, si disporrebbe a dichiarare che il progetto di statuto , quale verrà sottoposto al Parlamento è, in ogni modo, insufficiente, perchè incompatibile a suo parere — con lo svilup po del nazional socialismo. Inquietanti ripercussioni L'opposizione del partito Hen lein non impedirebbe però — a giudizio del Temps — l'applica-, zione dello statuto delle nazionalità quando questo sarà stato approvato dalla maggioranza del Parlamento; ma i tedeschi Sudeti non mancherebbero di prenderne pretesto per continuare la, loro agitazione; e per tal fatto, la crisi, che in queste ultime settimane ha causato così gravi preoccupazioni all'Europa, non sarebbe definitivamente risolta e rischierebbe di avere, ad ogni modo, inquietanti ripercussioni. . Intanto, i commenti piuttosto favorevoli della slampa tedesca al recente discorso di Daladier ven goho da numerosi giornali consi derati come un sintomo della pos, sibilità di un riavvicinamento con la Germania, eventualità che altri respingono, segnalando rumori bellicosi di una guerra in preparazione. A tale riguardo, Aux Ecoutes rivela che nell'ultimo Con siglio dei Ministri, Giorgio Bon net, mise i suoi colleghi al corrente degli ultimi rapporti giunti da Berlino. L'Ambasciatore Francois Poncct sembra essersi mostrato abbastanza preciso ciò che spiega la discrezione osservata dai membri del Gabinetto. L'Ambasciatore francese in Germania non crede, a quanto sembra, che il momento cruciale debba giungere nel corso delle prossime settimane o durante i mesi dell'estate, poiché lo Stato Maggiore hitleriano è lungi dal pensare che una guerra moderna debba forzatamente cominciare durante l'estate. Esso ritiene invece le giornate di autunno più propizie alla realizzazione del piano previsto. Sarebbe dunque temerario credere che il pericolo sia allontanato sé nulla di grave avviene durante i mesi di agosto e di settembre. L'ambasciatore Poncet non crede che la situazione attuale possa essere duratura. Hitler glielo avrebbe lasciato capire chiaramente dicendogli: « L'intesa tra noi e voi è più indispensabile che mai. Essa è urgente ». Nel suo rapporto l'Ambasciatore di Francia a Berlino dichiara di limitarsi a riferire queste paròle senza fare apprezzamenti, lasciando al Governo la cura di determinare se esse costituiscano un'offerta o una minaccia. « Ad ogni modo — ha detto Daladier — sono parole da rilevare. Se si vuol entrare in conversazioni con noi, siamo pronti a rispondere. La Francia è abbastanza forte per non temere la discussione ». Il signor Bonnet ebbe poi numerose conversazioni con l'Ambasciatóre di Gran Bretagna a Parigi, sir Eric Phipps, che venne ricevuto pure da Daladier, senza che queste visite fossero rese pubbliche. Ed è dopo che esse ebbero luogo che Daladier decise di pronunciare il suo discorso di martedì. Si è insomma entrati nel periodo di grandi manovre diplomatiche.