UNA TATTICA DI BARTALI

UNA TATTICA DI BARTALI UNA TATTICA DI BARTALI (DAL NOSTRO INVIATO) Perpignano, 16 luglio. ,. Questa seconda tappa dei Pire-nei non presentava, per noi, cheun interesse e una possibilità: .Mguadagno di un altro abbuono daparte di Bartah sull'unico colle tncui era in palioi Per il resto essa rappresentava, non dico un pericolo, ma l'eventualità di sorprese che dovevano assolutamente essere evitate. Ebbene, i due obiettivi sono stati pienamente raggiunti; non solo, ma abbiamo rasentato una vittoria di tappa che era al di là del nostro programma. Oltre a Bartali, !'« azzurro » cui si deve in pieno la rimetta depiano elaborato da Girardengo, schiama Mollo, il piccolo e simpatico corridore piemontese, che ieri sembrava quasi spacciato damal di reni che lo aveva stroncato dopo l'Aubisque e che oggi cha meravigliato con la sua improvvisa resurrezione. Un giorno di riposo Iq ha rimesso in sestoIl suo spirito di combattivitàpreso al volo da Frechaut e Jaminet, può aver reso difficile icompito di alcuni compagni inQuesta Luchon-Perpignano, infatti, si può nettamente dividerin due settori: il primo si è estesdalla partenza alla cima del colldel Portet, il secondo di qui all'arrivo. Siamo partiti da Luchon dumore non del tutto lieto. Quando mi sono recato all'albergo chospitava la squadra azzurra, hvisto Vicini tutt'altro che rimesso dalle fatiche della tappa precedente. Il pallore del volto e irossore degli occhi erano chiarsegni di una notte senza riposoUn disturbo intestinale, infattnon aveva dato requie al roma gnolo. Egli non sapeva trovarnla causa che molto probabilmen te va ricercata in una impressio ne di freddo procurata dalla temperatura montana o dall'acqugelida. Mi ricordo che anche Martano fu vittima altra volta dellstessa- indisposizione e se ne dava la colpa al latte. Certo è chquesti inconvenienti capitano sempre a chi, nel mangiare e nel bere, non ha prudenza o misura, cofortunati, ma ha impedito colppiù pericolosi. Tappa di due fasi me il cesenate. Bartali, per esempio, la prima cosa che ha fatto ieri sedendosi a tavola è stata di capovolgere il bicchiere; ed è da Pati che adopera questa misura. Ma imprudenza o fatalità, il fatto è che Vicini è partito facendoci pensare che questa sarebbe stata non una giornata di ripresa per lui, ma di una seconda e più (ftave crisi. Invece, come vi dirò in seguito, non ostante la sfortu na che si è più volte accanita contro di lui sotto for?na di ina ca dita e di tre forature, la sua ga liìiarda tempra ha saputo supero- re il pericolo di un ulteriore aggravamento della sua posizione .in classifica. Ì ji percorso di tappa, come v\avevo getto ieri, non conteneva \che una seria difficoltà, posta\per giunta, in principio della corisa. Non <Jera da pensare che ese l i o . , l - e o e sa potesse servire a Bartali per fare un colpo di mano in grande stile, che bastasse per togliere a Vervaecke la maglia gialla. Egli sdoveva limitare alla conquista dell'abbuono; dopo di che era presumibile che la corsa si appiattisse in una ripresa generale di cui avvrebbe usufruito, poi, qualche elemento che in classifica non ci fa paura per giocare la carta della I vittoria di tappa. E così infattavvenne. I monti che chiudono Luchon erano, al momento della nostra partenza, nascosti da una nebbia pesante che già stillava qualchgoccia di pioggia. Per arrivare apiedi del Col des Ares, che è una specie di anticamera a quello dePortet, c'era una ventina di chilometri durante i quali i francescercarono di giocare di sorpresatassativi: nessuno doveva prendere vantaggi. Mollo, Bartali e Servadei quindi ruppero ogni tema dattacco, coadiuvati da GianelloCosi che, attraversata la Garonne lasciata la strada per St. Gaudens, il gruppo si trovò compattalle prime rampe del Col des AresLa brevità e la facilità della saliti\Ma »'* °.rdiw dì Girardengo eran I che vi j (meno sconsigliarono Bartali dall'entrare senz'altro in azione: né ci fu chi osò stuzzicare il temuto arrampicatore italiano. Disavventure di Vicini Nella discesa viscida e fangosa invece Frechaut si buttò a corpo morto; ma Bartali non se lo lasciò sfuggire di mano e con lui prese, in fondo alla valle del Job, una ventina di secondi alla testa della fila che seguiva. Ma era ancora presto: Bartali non insistette e Frechaut si acquetò: sopraggiunsero allora Mollo, Vervaecke, Cosson, Berrendero, Disseaux e Magne. Stille gobbe che portavano al piccolo colle du Burnì, Berrendero diede uno scossone che trovò Bartali prontissiino alla risposta. L'italiano e lo spagnolo tennero energicamenie il comando sui successivi dislivelli che si alternavano a brevi tratti di discesa, poco preoccupandosi che il gruppo andasse man mano ricostituendosi. Mancava però Vicinii che al Col des Ares era stato tra i primissimi e che nella discesa, dopo essere caduto rompendo un raggio della ruota anteriore, forò proprio nel tratto fangoso cui ho accennato. Il cambio della gomma, che non si voleva staccare dal cerchione, gli fece perdere circa tre minuti. Martano si fermò e lo aiutò, ripartendo con lui e iniziando insieme quei 180 chilometri di inseguimento cui li obbligarono questa e le successive disavventure del romagnolo, che, ve lo dirò senz'altro, furono tina seconda foratura prima di St. Girons, dove era sette minuti in ritardo, e una terza prima di Foix, dove ebbe l'aiuto anche di Servadei, Cottur e Introzzi. Sembrava proprio che la sorte avesse preso di mira Vicini, che ogni volta che stava per riportarsi in gruppo era fermato da una bucatura. Intanto a Hennemorte i primi iniziavano la scalata del Portet. Una rabbiosa puntata di Berrendero selezioni, immediatamente la formazione, risparmiando solo Bartali, Magne, Mollo, Vervaecke, Kint e Gianello. Il campione di Italia con quattro pedalate fu di nuovo sullo spagnolo; Vervaecke rinvenne sulla ruota degli altri due insieme a Mollo, pòi anche gli altri, per quanto a stento. La salita si faceva sempre più dura; Bartali condnceva forzando sempre più, finché scattò prendendo una cinquantina di metri a Kint; ma non insistette e il belga gli fu di nuovo addosso; Vervaecke, invece, Berrendero, Mollo, Magne e Gianello avevano ceduto di un centinaio di metri. L'attimo di sosta concesso da Bartali bastò a Berrendero e Vervaecke per trovarsi, al telone dell'ultimo chilometro (novità introdotta su consiglio di Girardengo e molto utile per noij insieme a Bartali e a Kint. La vista dello striscione rosso indusse Bartali a impegnarsi a fondo; egli si staccò nettamente e definitivamente dagli altri precedendo in cima Berrendero di 25", Vervaecke di S6", Mollo e Kint di 50", Cosson e Magne di 59", Gianello di VIS", Gallien e Mallet di l'SO", Jaminet, Frechaut, Simoninì, Trogi, Middelkamp di l'SO", Disseaux di due minuti. Bartali la spunta Cosi Barrato' toglieva a Vervaecke 85 di quei 1S5 secondi con i quali il belga teneva disperatamente stretta la maglia gialla. E Gino si accontentò, per oggi, di questo risultalo. Si può dire che a questo punto fosse finita la prima parte della corsa. La seconda si riduceva per il nostro compio ne e per la nostra squadra a una stretta vigilanza per impedire la fuga di elementi minacciosi classìfica. Pochi chilometri di discesa bastarono perchè tutti gli uomini ho segnalato sul Portet Trogi che aveva i freni guasti) si adunassero su Bartali. La corsa ebbe allora un attimo di calma; ma l'intermezzo fu breve: in| t i i : si attaccò quasi subito la parte seconda. Mollo cominciò a prendere vantaggio e Frechaut, che è indubbiamente il francese più irrequieto e intraprendente, volò con lui, ma Jaminet fu loro prezioso alleato. In mezzo ai due francesi l'italiano,, secondo la consegna, cominciò a fare il morto. Il trio precedeva a St. Girons (km. 79? di l'IO" il grosso che, affatto preoccupato della fuga, se la prendeva con relativa calma e veniva rafforzandosi di ritardatari. Nè belgi, nè italiani volevano sciupare fatica per correre dietro a chi, come Frechaut, ha già 36 minuti di ritardo, o come Jaminet, ultimo in classifica, o come Mollo che, si sa, è agli ordini di Bartali. I rimanenti 180 chilometri di corsa si svolsero quindi sulla semr plice e chiara linea di questa fuga incontrastata dagli avversari e favorita da un bel vento. E' facile, perciò, narrarvela. Dietro i tre fuggitivi andò formandosi un gruppo di una trentina di uomini,\fra i quali erano Bartali, Rossi,',Bergamaschi, Trogi, Simoninì, che'ta Foix (km. 12J/J era in ritardo]di S'58"; poi un altro con Vicini,1:Martano, Introzzi, Cottur e Servadei; il solo Bini non potè ricollegarsi e passò dieci minuti dopo. Quando Jaminet cadde e guastò la macchina nella discesa del Col-ale del Portet, e si videro i belgi [raggrupparsi in testa e ravvivare l'andatura degli inseguitori, si ebbe l'impressione che Frechaut avrebbe fallito il suo colpo, che Mollo sosteneva moderatamente e solo per non fare la figura dello sfruttatore. A Quillan (km. 187), infatti, il ritardo era ridotto a S' e 8"; ma poi tornò a crescere e parve incolmabile negli ultimi 70 chilometri. Intanto ti gruppo di | Vicini si riallacciava a quello di Bartali. In due al traguardo Un accenno di reazione violenta si ebbe quando a it0 chilometri da Perpignano due tedeschi, ben guardati da Bergamaschi, cercarono, inutilmente, di involarsi da soli dal grosso. Ci riuscirono, invece, Berrendero e Lowie, subito raggiunti anche da Magne e poi anche da Van Schendel e Yvon Marie. Ma nessuno potè arrivare in tempo per intromettersi nella \volata fra Frechaut e Mollo. Non ',potevamo nutrire troppe speranze 'tper un nostro successo, perchè ]Frechaut è uno dei più veloci frau1:cesi; ma se Mollo avesse tardato a partire a fondo sulla pista di Perpignano e avesse, invece di condurre tutto il giro, cercato di sorprendere di scatto l'avversario, a'esito avrebbe potuto essere più [incerto. Comunque un secondo po sto, dopo la giornataccia dell'altro ieri è, oltre un bel premio, un buon segno della ripresa del tenace corridore di Moncalieri. Dobbiamo, "in complesso, essere più che soddisfatti dt questa giornata. Bartali ha dato un altro colpo di piccone alla posizione di Vervaecke. Forse voi vorrete domandarmi perchè non ha preso il massimo dell'abbuono. Vi dirò quello che vi ho detto ieri. Il toscano è indubbia7nente il migliore in montagna, ma anzitutto non ha di fronte delle nullità di cui possa disporre a piacimento. Poi Bartali non ha ancora acquistato quella resistenza allo sforzo violento che deve seguire lo scatto; l'acquisterà in seguito. Infine, egli vuole condurre una gara giudiziosa, cajlma, progressiva, senza pericolo kli crisi o di crolli. Egli guarda a/'.le Alpi, ora che i Pirenei sono passati. Ora ci attendono tappe nelle quali il Bartali arrampicatore utarà alla finestra; lo rivedremo in atto solo nella Cannes-Digne, di giovedì prossimo. Domani, intanto, egli affronterà l'incognita della sezione di tappa a cronometro. Dopo 6S chilometri della Verpignano-Narbonne, infatti, i .superstiti si misureranno indiliuidua!mente sui 27 ■ della NarbonneBeziers, partendo in ordine inverso a quello della classifica), a due minuti di distanza gli ultimi dieci e a uno gli altri. BartaA, quindi, partirà dopo Goasmat e ^pnma di Vervaecke. Non ho molti elementi per dire a vantaggio dH chi andranno i pochi secondi : che separano ■ l'italiano dalla, muglia gialla; che la breve dìstantta non potrà dare di più. Giuseppe Ac.ibrosini Il francese Frechaut batte l'« azzurro » Mollo, suo compagno di fuga, sulla pista di Perpignano. (Telefoto). 1 piazzamenti degli aiiurri nella nona tappa 2. Kollo 7, 8'15" ! 8. Servadei 7,11' 2" 10. Bartali 7,11' 2" 11. Bergamaschi 7,11' 2" 11. Rossi 7,11' 2" 1 11. Vicini 7,11' 2" 11. Cottur 7,11' 2" 11. Introzzi 7.11' 2" 11. Mariano 7.11' 2" 11. Simonini 7,11' 2" 11. 'I'roKi 7.11' 2" b(J. liini 7,28 32'' La classifica degli aizurrdopo la nona tappa 2. Bartali 14. Vicini 15. Simoninì 17. Cottur 22. Servadei 24. Rosai- 43. Martano 44. Mollo 46. Bini 51. Bergamaschi 57. Introzzi 59. Trogi 57,29'52" 57,50'9" 57,51'52" 57,55'12" S7.57' 3" 57,59'26" 58.13'36" 58,i5'2i' 58,17'14" 58,23'18' S8,28'41" 53,29'56' d. 53" (1. 21'30" d.23'13" d. 26'33" d. 28'24" d. 30'47" d. 44'57" d. 46'42" d. 48'35" ' d. 54'39" ' d. 1,0*2" d. 1,1'17"

Luoghi citati: Campione Di Italia, Cannes, Kint, Moncalieri, Quillan