Ultimo guizzo

Ultimo guizzo Ultimo guizzo Finalmente, il cocchiere tanto atteso arrivò. Era un uomo sulla sessantina, magro, con un volto abbronzato, e due baffoni tinti di nero cupo, e voltati all'iiisù. Veniva da Calolzio. Tutti i giovani, erano in guerra, spiegò il fattore, e non si era potuto trovar di meglio. Gli diedero la stanza dèlio-sguattero, sotto il tetto, con il ticchettio dell'orologio del cortile, a fargli compagnia, e splendida vista, attraverso l'abbaino, (ma bisognava salire sopra una sedia, per àffacciarvisi), verso i laghi di Oggiono, Annone e Pusiano. Si chiamava Tonio, ma, visto che veniva a sostituire l'autista Pasquale, che si trovava al fronte',, gli fu • comunicato ufficialmente che sarebbe stato Pasquale, anche lui. Tonio si adattò. Era così felice di' avere ritrovato carrozza,e cavalli che si sarebbe adattato a ben altro. Da parecchi anni viveva in una soffitta, poco più di un pagliaio, presso Calolzio, in casa diun figlio. La nuora lo maltrattava e non perdeva nessuna occasione per fargli capire che lo considerava un intruso, parassita e buono a nulla. Ma che colpa ne aveva lui se ormai tutti preferivano l'automobile? C'era voluta la guerra per far tornare all'onore del mondo le vecchie carrozze ! A Giornate, come in molte altre ville di Brianza, requisita la macchina, i signori, un bel giorno, si erano affacciati alla rimessa dóve il landò ola Victoria, il calesse o l'imperiale; da anni.si coprivano di polvere. C'era aria di muffa, nella rimessa, e si vedeva., per terra il. polverio di legna' che i tarli, con assiduo lavoro, avevano pazientemente accumulato: una clessidra, anche questa. -— Cqe afa!... — aveva- detto zio Tomaso. — Aprite tutto ! Saranno bene un dieci anni che non mettiamo piede qui dentro, Rosa ? — Anche di più — aveva annuito la moglie, sorridendo. Pierino, dietro loro, colle dita nel naso, contemplava le gloriose carrozze, annusando quel curioso odore di vecchio panno e di crine che ne sprigionava. .• Dopo il cocchiere arrivarono i eavalli, da Lecco; furono aggiustate le balestre, rifatte le imbottiture, riverniciate le ruote, rimessi in sesto i finimenti : un bel giorno, a metà settembre, la «Victoria i ùsci in cortile e si fermò davanti al portone. Vi salirono zio Tomaso e zio Ambrogio colle mogli ; Pierino saltò in serpe accanto al nuovo Pasquale, e via! In paese fu una grande emozione ; ai vecchi, seduti sulle soglie degli usci, parve di ritornare indietro, come per incanto, ai primi anni del secolo, quando dalla grande villa, tutti i pomeriggi, si udiva venire, collo scalpito dei cavalli magnifici, il lieto, ritmico scrollo delle sonagliere. *** • .'Per tre autunni, del '16, '17, e-'18, Pasquale ebbe questo insperato ritorno di giovinezza e di lavoro. Vivere a Alornate gli piaceva immensamente. Non era mai stato a servizio di una famiglia cp9Ì numerosa, in una villa così grande. E, tutti i giorni, o coi vecchioni dalle barbe maestose, ma galanti, sempre con un garofano all'occhiello, o coi giovani che andavano alle gare di tennis, o colle balie ed ì bambini della nuova generazione, si usciva,' si scarrozzava £Ìù da Giornate verso i Laghi. La Brianza pareva a Pasquale un vero paradiso : era come una scacchiera di ville, molte delle quali magnifiche e circondate da grandi parchi. I suoi padroni'conoscevano tutte (come Pasquale, in cuorsuo, le chiamava con fierezza), le « grandi famiglie». A Monticello, a Montesiro, a Montorfano, a Monteregio (molti nomi' sono montuosi, in Brianza, forse per alzare nell'immaginazione, o nel ricordo, quelle amene collinette, sormontate da vecchi giardini). Pasquale aveva ormai amici (dovunque, e dovunque, mentre i padroni erano in visita, trovava l'offerta di una buona bottiglia e, in autunno inoltrato, un bel fuoco acceso nei camini delle portinerie. • A' casa, poi, era divertentissimo, per lui taciturno e abituato, il resto dell'anno, alla solitudine, eedere alla mensa di servizio con tutte quelle arpie di vecchie cameriere e quelle pettegole di servette giovani : non aveva mai seduto a tavola con tante donne in vita sua. L'esistenza dei padroni si rifletteva nei loro discórsi ; ognuno era fiero del proprio, più- per puntiglio, che per virtù od: affetto, ed erano continue discussioni sulla preminenza di" questo o quel ramo della famiglia. Lui solo, Pasquale, ultimo arrivato, si trovava in una situazione altamente neutrale: perchè là carrozza era tenuta in comune da tutti. Questo gli conferiva, parévagli, una certa preminenza sugli altri : perciò se-deva a capotavola. ♦ ■ ■ * * Nel settembre del '.19 Tonio salì ancora una volta a piedi da Calolzio a Giornate, alla grande villa, Arrivato ai cancelli, si fermò ansante, e guardò nel cortilePrima di varcarlo voleva aspettare che gli si placasse il respiro-: aveva, già il batticuore di un cattivo .presagio e non voleva sommarlo a quello della lunga salita dalle rive del lago di Maggianico al colle di Mornate ! Glaltri anni, ai primi del mese, glarrivava una lettera dell'Amministrazione, per ingaggiarlo du rante tutto l'autunno. Questa volta l'aveva attesa invano: ognmattino, tristemente' solo nel suo pagliaio, aveva ascoltato il passo del postino avvicinarsi, lo aveva udito bussare alle altre porte« allontanarsi ; ogni mattino, daprimo di settembre, aveva lottato per tenere accesa una speranza sempre più fioca. Era troppo penoso continuare così: era me elio farla^ finita. Perciò era salito quassù, per parlare a coloro che, in cuor suo, considerava ancora i suoi padroni. Vide Pierino uscire in cortile. Come era cresciuto ! Stava entrando nell'età ingrata; l'anno prossimo sarebbe stato un uomo. E fu con una voce già mutata che lo udì chiamare: « Pasquale ! ». Istintivamente fece per spingere il cancello : ma si trattenne : it Se non ti ha veduto « — si disse — a come vuoi che ti chiami? ». Un giovinotto aitante, in una tenuta di panno verde scuro, si affacciò in fondo al cortile. « Comandate ? ». it La macchina, subito ! Si va a Bellagio ! ». « Sissignore! ». Il giovane scomparve e, dopo un attimo, si udì il rombo allegro di un motore dalla rimessa delle carrozze. Tonio chinò il capo. Era inutile varcare quella soglia. La guerra era finita, tramontati i ritorni all'antico. Quella sua rinascita non era stata che un ripiego, per quei signori, come per tutti i signori delle altre ville... Finito, quell'ultimo guizzo di vita, per lui. Non c'era posto per due Pasquali. Piero Gadda

Persone citate: Piero Gadda

Luoghi citati: Annone, Bellagio, Lecco, Monteregio, Monticello, Montorfano, Oggiono, Pusiano