Le direttive del Duce pel potenziamento dell«Eiar»
Le direttive del Duce pel potenziamento dell«Eiar» Le direttive del Duce pel potenziamento dell«Eiar» 21 nuovi trasmettitori saranno impiantati a e o Roma, 14 luglio. II Duce, presente il Ministro Alfieri, ha ricevuto l'Accademico d'Italia prof. Gian Carlo Vallauri, presidente dell'EIAR, e il consigliere direttore generale dell'Ente cavaliere del lavoro ing. Chiodelli, accompagnato dall'ispettore per la radiodiffusione e la televisione Accademico Pession, il quale Gli ha riferito sulla situazione e sugli sviluppi dell'Ente e della radiofonia in Italia e nell'Impero. Il Presidente e il Direttore generale dell'Eiar hanno presentato e illustrato una documentazione sulla organizzazione dei vari servizi-dell'Ente e sui risultati raggiunti nel campo tecnico, in quello dei programmi e nel numero degli abbonati alle radio audizioni, che è prossimo a raggiungere il milione. E' stato infine sottoposto al Duce il nuovo grandioso programma di ulteriori impianti, studiato in accordo col Ministero delle Comunicazioni, comprendente la costruzione di 21 nuovi trasmettitori a Firenze, Torino, Bologna, Verona, Padova, Venezia, S. Remo, La Spezia, Macerata, Ascoli Piceno, Teramo, Aquila, Pescara, Benevento, Foggia, Campobasso, Taranto, Potenza, Cosenza, Catanzaro, Cagliari. Il Duce ha approvato con vivo elogio l'attività svolta dall'Eiar e il programma di nuovi lavori, impartendo le direttive per l'ulteriore potenziamento dell'Ente e la sempre maggior diffusione della radiofonia. Il programma studiato dall'Ente e dai Ministeri interessati e sottoposto dal presidente e dal direttore generale dell'E.I.A.R. al Duce, e dal Duce approvato, risolve in maniera definitiva il problema della diffusione della nostra radiofonia. La notizia dev'essere sulutata con viva gioia dal Popolo italiano, perchè è notizia che lo riguarda direttamente. Per un complesso di ragioni contìngenti, pur avendo reso grandissimi servigi al Regime ed al Popolo, la radiofonia italiana ha avuto finora un carattere fondamentalmente borghese. Gli sforzi che son stati fatti per andare verso il popolo, secondo il pensiero e l'ordine del Duce, hanno dovuto avere in un primo tempo, per ragione di cose, più il carattere di rimedio che di sistemazione: da oggi incomincia veramente una nuova èra. I ventun trasmettitori che VE.I.A.R, ti YttOfvrfnqcmbgsg propone di costruire in varie parti d'Italia permetteranno alla nostra radiofonia di espandersi in ogni senso, di raggiungere il Popolo italiano in ogni luogo e di permettergli il godimento spirituale che gli apporta questo potentissimo veicolo di propaganda, di cultura, e di gioia, che il genio italiano ha regalato al mondo. Ora sì che si può parlare, senza tema di passar per fantasiosi, di due, tre milioni di abbonati alle radioaudizioni, di milioni e milioni di ascoltatori, se i costruttori, come certamente faranno, riusciranno a dare al nostro popolo lavoratore delle officine e dei campi il suo apparecchio veramente popolare, il buono e sicuro apparecchio che soddisfa, in pieno, quelle modeste ma confortevoli esigenze che gli sono indispensabili, la vittoria in pochi anni sarà saldamente assicurata. L'importanza del programma che entrerà presto in attuazione ha perciò un valore morale, sociale e politico di immensa portata dì profonda significazione. E' programma che affronta e risolve in pieno un problema assillante; è programma di una vastità senza precedenti; è programma fascistissimo. Salutiamone, perciò, l'annuncio con grande letizia: la radio del Popolo è in atto; essa sarà certamente una nuova e superba affermazione dell'intelligenza, del pensiero e della tecnica italiana. I lavoratori, i rurali, sanno che debbono questa loro nuova magnifica conquista all'amore del Duce, alla Sua costante vigilanza sui problemi dello spirito non meno che sugli altri, al Suo inflessibile proposito di elevare sempre più e sempre ìneglio, spiritualmente e materialmente, l'incomparabile Popolo nostro, italiano e fascista. s. s.
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