Libri e figure

Libri e figure LE ARTI Libri e figure gL'Eneide illustrata. — Fra le ulime fatiche letterarie d'Ettore Romagnoli l'Istituto Italiano d'Ari Grafiche segnala questo vistoso volume pubblicato a cura dell'Academico d'Italia di recente scomparso. E' indubbiamente una bella pera editoriale, dove il testo virgiliano e la classica traduzione di Annibal Caro, stanno « a fronte » nella medesima pagina, almeno per quel tanto che lo concede la felice infedeltà della versione; si che correndo con l'occhio da riga a riga anche il lettore che tiene il sonante esametro latino fra le care ma confuse memorie liceali può, fino a un certo punto, aiutarsi a capire, e — meglio ancora — iludersi che il respirante esordio dell'* Infandum, regina, iubes renovare dolorem » sia un ricordo di anni non troppo lontani. Ma il maggior pregio dell'edizione (Bergamo 1938, L. 250), sta nelle numerose e splendide sue illustrazioni, che nel testo e fuori testo, in rotocalco e tricromia, fanno di questo libro una folta antologia di figurazioni virgiliane. « Ricercate le opere dei diversi artisti che attin sero al poema, si scelsero quelle che parvero migliori e più adate », avverte la prefazione dettata dal Romagnoli. Quali artisti? Forse più d'ogni altra opera letteraria 'Eneide ispirò pittori ed incisori. A quella inesauribile miniera d'episodi instancabilmente si rivolsero le possibilità interpretative dell'arte per circa venti secoli, dal musaico d'Hadrumetum che ci mo- stra Virgilio meditante il suo poe- ma a\& Lettura dell'Eneide di In- gres, dalle miniature del codice ambrosiano che appartenne al Petrarca alle stampe del Pinelli che l Romagnoli a torto ritenne tali da « trasfondere nei segni perfetti ed eroici tutto lo spirito del poema di Virgilio », mentre in verità, non sono che le accademiche, declamatorie e persino tronfie composizioni che dovevano fatalmente uscire dalla penna d'un popolano genialissimo, nato per la satira mordace dei suoi tempi ma non per la rievocazione solenne d'una Roma che soltanto la cultura a i\.uhicl i;ne .luiiaiiLU la. Lunula a- suggerirgli. Folla ,,, . ??i„i._r„ i_ „ d'artisti, dunque. Michelangelo e Raffaello, Luca Signorelli e il Tintoretto, Perin Del Vaga e Domenico Campagna, Nicolò dell'Abate ed il Baroccio, Lionello Spada e Marcantonio Raimondi, Veiasquez ed i Le Nain, Claudio Lorenese ed Giambattista Tiepolo edL, Bouche]:. Ma chiamare « itfustrazioni s ,e opere di questi artisti nel senso cne sembra abbia voluto il Romagnoli ingenuamente dar loro, è impossibile. Credere ancora, col Wickhoff, che il famoso quadro di Giorgione che è a Vienna, battezzato ancora, in mancanza d'un ti-migll0;e , tre ftlosofi> rap.preéentiBla fondazione di Roma (enror\oro hUf-nXi imnlicitamnnr» phf>credere quindi implicitamente che Giorgione sia stato ispirato da Virgilio) è dimostrarsi alquanto in ritardo sui moderni studii giorgioneschi; ed è se non altro arbitrario far servire la Battaglia degli Uffizi di Paolo Uccello da illustrazione per il Nono Libro. Saper vedere. — La fortuna ui questo libro ch'esce oggi nella suaquesto iiDro cn esce c terza edizione accresciuta e corre data da centodiciotto illustrazioni (Matteo Marangoni, Saper vedere, Milano, Treves, L. 25) è un segno felice di diffuso interesse dei pubblico per alcuni dei più im portanti problemi estetici che oc corre proporsi e risolvere per la miglior comprensione delle art plastiche, architettura compresa Pochi studiosi d'arte hanno, come il Marangoni, tanto acuta e rigorosa sensibilità nel percepire iprocesso della creazione artistica tanto sciolta efficacia dimostrativa nel renderlo palese al lettore, e soprattutto tanto libera spregiudi catezza nel considerare opere da secoli celebrate, artisti tradizio nalmente ammiratissimi, per collocarli su un esatto .piano di giudizio riducendone, se occorra, la valutazione a più giusti e spassionati termini: ciò che è anche più notevole in un esponente della cul tura accademica, professore uni versitario per giunta. Sostenitore convinto che la grandezza e la vitalità di un'opera d'arte risiedono unicamente nei suoi valori formali o (per dirla col Berenson) decorativi, mentre i suoi elementi contenutistici, psicologici, narrativi sono del tutto estrinsechi, se non nocivi, al fatto artistico, anzi son proprio quelli che inducono il pubblico ad un'errata valutazione dell'opera, il Marangoni si propose dscrivere un libro di vera e propria iniziazione alla « lettura » ( lettura con gli occhi e con l'intelligenza, si intende) del quadro e della statua: un libro che educasse anche il profano a saper vedere la bellezza là dov'essa esiste, ed a goderla, pienamente, rifiutando viceversa tutti i luoghi comuni della critica encomiastica e della ammirazione popolare. Cosi nacque questo originale, penetrante e combattivo « trattato », del quale qudiscorremmo ampiamente alla sua prima edizione cinque anni fa segnalandone l'indiscutibile grande utilità e nello stesso tempo quellche a noi sembrarono i meno esatti (e talvolta pericolosi) puntdi vista, conformi in parte ad alcuni principi! esposti da Lionello Venturi nel suo Gusto dei Primitivi. Nella riedizione il Marangonappare anche più vivacemente battagliero e recisamente ( e qua e là inopportunamente) polemicoirrigidito in una intransigenza che lo trascina — lui nemico di tutta schematizzare lag" schemi sua visione critica in un quasi fa natico aborrimento, in arte, della « molesta realtà naturale ». Quan lo al concetto di « verosimiglian za » ed ai rapporti fra valori for mali e valori contenutistici, ci limitiamo.a citare una frase: «In somma, il contenuto che urge dconcretare all'artista e che solo deve interessare l'osservatore non è quello oggettivo del tema, ma quello soggettivo dell'artista stesso; ossia ìa realizzazione libera immediata del suo sentimento della sua fantasia nell'opera d'arte. Questi due contenuti, per lo più indipendenti, possono tuttavia coincidere e fondersi felicementeRaffaello informi ». Ecco: quandal verbo possono si sostituisca idevono, credo che saremo tuttd'accordo, anche nel « saper vedere » la grandezza di un'opera d'arte. Ma a parte qualsiasi riserva dobbiamo aggiungere che abbiamo riletto il libro con vero piacerdell'intelligenza e sotto certi aspetti con nuovo profitto di chiarificazioni. I grandi cicli pittorici. — In questa bella collezione di monografie edita dall'Istituto Italiano d'Arti Grafiche e diretta da Lamberto Vitali esce ora, dopo le precedenti cartelle (fra le quali ultima quella sulle pitture del Tintocretto alla Scuola di San Rocco)/l'illustrazione del Fregio dionisiaco della Villa dei Misteri, (Bergamo, L. 25), quaranta splendide riproduzioni con un eccellente testcritico del povero Pirro Marconcosi prematuramente e tragicamente scomparso. mar. ber.

Luoghi citati: Bergamo, Italia, Milano, Vienna