GLI ACCORDI ITALO INGLESI e il problema della loro applicazione

GLI ACCORDI ITALO INGLESI e il problema della loro applicazione GLI ACCORDI ITALO INGLESI e il problema della loro applicazione Un nuovo colloquio Ciano-Perth - Frenesia dei socialcomunisti francesi contro il governo di Londra - La prefazione del Duce ha colpito giusto Londra, 11 luglio. La Camera dei Comuni ha speso 11 pomeriggio e la sera discutendo il rapporto sul caso Sandys, rapporto redatto dalla Commissione dei privilegi; siccome questa Commissione, composta di conservatori laburisti e liberali, era giunta a conclusione unanime, non era affatto necessaria una discussione su di esso, ma l'opposizione ha insistito perchè si svolgesse un dibattito in piena regola, tanto per fare del rumore e attaccare Chamberlain, sia pure su una questione circa la quale non c'è dissenso. Riteniamo che il Parlamento ha perfettamente ragione di occuparsi dei propri privilegi; dovrebbe fare sempre cosi, invece di interessarsi degli affari degli altri, come succede quando si occupa di politica internazionale. Dalle parole ai fatti Grazie a Dio, al caso Sandys ed alla lista degli affari di ordinaria amministrazione, la Camera dei Comuni non disturberà durante tutta la settimana il lavoro dei diplomatici, lavoro che, come siamo andati segnalando notte per notte da diverse decine di giorni, procede intensissimo, anche se esso, come è soltanto naturale, procede in modo quanto mai riservato. Anche i giornali si dimostrano molto cauti; soltanto il Daily Mail stamani ha fatto un piccolo buco nella consegna del silenzio, pubblicando quindici righe del proprio redattore diplomatico nelle quali si dice che le conversazioni diplomatiche in corso non sono riuscite finora a .trovare una formula capace di accettare le buone ragioni italiane e di rimuovere le difficoltà da parte britannica per dare rapida e completa esecuzione agli accordi italo-inglesi firmati a Roma il 16 aprile di quest'anno. Il silenzio della stampa inglese è molto sintomatico, ma abbiamo ragione di ritenere che esso non durerà a lungo; se non si verifica la possibilità sempre presente che succedano fatti nuovi, verso la metà della settimana, i giornali scriveranno quello che i giornalisti dicono quando conversano fra di loro su quello che sanno o che credono di sapere, ma che non ritengono ancora opportuno scrivere. Unico fatto acquisito e generalmente ammesso è che a Londra è stato accolto, in linea di principio, il punto di vista dell'Italia e che non si tratta più di dare una interpretazione alle parole « sistemazione in Spagna », ma un'interpretazione ai fatti avvenuti in Spagna dopo il 16 aprile. L'attenzione dei circoli politici e diplomatici londinesi si è fatta anche più intensa questa sera, allorché si è saputo che il Conte Ciano e lord Perth hanno avuto un altro lungo colloquio iniziatosi alle 7,30 e durato quasi un'ora. A Palazzo Chigi Il corrispondente da Roma del Daily Télegraph dice che la conversazione c'è stata in seguito a richiesta dell'Ambasciatore. Non è stato diramato alcun comunicato e si mantiene il più assoluto riserbo sugli argomenti e sull'andamento del colloquio. « Si ritiene tuttavia — prosegue il giornalista citato — che i due uomini di Stato abbiano discusso della situazione in Spagna e dei mezzi per superare il punto morto che ha impedito l'esecuzione dell'accordo italo-britannico ». Il giornalista, riferendo indubbiamente l'opinione dei circoli britannici nella capitale italiana, scrive quindi che si deve ritenere la conversazione di questa sera come una continuazione di quello che il Conte Ciano e lord Perth hanno avuto fin dall'inizio di giugno, allorché apparve chiaro che la fine della guerra in Spagna si allontanava a causa dei notevoli invìi di rinforzi alle truppe rosse. Proseguiamo citando quello che il Daily Télegraph sempre nella sua corrispondenza romana pubblicherà domattina: « E' evidente che l'Italia vuole che l'accordo entri in forza senza ulteriori ritardi. Infatti a Roma si spera che sia possibile persuadere Chamberlain a definire quel passaggio nel testo dell'accordo in cui si dice che una sistemazione in Spagna costituisce un requisito per la sua esecutorietà». Quanto alle reazioni che il ritardo provoca in Italia, il citato giornalista scrive: « Non si ritiene probabile che avvengano durante la prossima settimana o la successiva delle cose sensazionali, per quanto tale possibilità non sia da escludersi completamente. C'è a Roma il desiderio di attendere ancora un po' Per vedere in che modo procede esecuzione del piano britannico per la Spagna: se tale esecuzione ha un inizio promettente, l'Italia sarebbe disposta ad attendere ancora qualche poco, ma è da ritenersi che caso contrario l'atteggiamento italiano si modificherebbe, Nei circoli politici della capitale italiana si discute della possibilità che il Duce prenda una posizione più definita; e si parla di una protesta preliminare contro le forze francesi accusate di tentare di sabotare il piano britannico. La fase successiva potrebbe esse e quella di rivolgere una precisa domanda al Governo britannico 3. esso intenda dare esecuzione immediata anzfinqveapv all'accordo italo-inglese e, in caso negativo, quali sono le sue intenzioni ». ' Base di questo interrogativo sarebbe, sempre secondo il Daily Télegraph, la condizione che un ulteriore ritardo renderebbe problematico il valore del Patto firmato il 16 aprile. Leo Rea e e i e a i e à e e e a a Le menzogne convenzionali La Francia ufficiale e la Francia dei partiti Parigi, 11 luglio. Le risposte estremamente caute fatte oggi da Chamberlain alle interrogazioni rivoltegli ai Comuni dagli oratori dell'opposizione ravvivano qui l'impressione da qualche giorno alquanto attenuata che il Capo del Govèrno inglese resti desideroso di non rinviare alle calende greche l'entrata in vigore dell'accordo anglo-italiano e faccia quanto sta in lui per non aggravare le difficoltà inerenti al problema spagnolo. L'approvazione calorosa da lui ottenuta sui banchi della maggioranza conservatrice lascia pensare che le prospettive di un ritorno edeniano siano state esagerate ad arte per i bisogni della nota causa e che sostanzialmente il Premier rimanga padrone della situazione. Bcnnet riprende fiato? Se tali rilievi accrescono il livore degli ambienti estremisti francesi, gli ambienti favorevoli alla politica di Bonnet ripigliano un barlume di coraggio. Il collaboratore diplomatico della « Liberto » scrive che malgrado l'apparente confusione, il problema è abbastanza chiaro e che se il piano del Comitato di Londra al quale il Governo britannico sta per dedicare un « Libro Bianco » entrasse in applicazione, « Chamberlain potrebbe vedersi indotto a non ritardare più oltre l'applicazione dell'accordo anglo-italiano ». La cura con cui il Primo Ministro ha evitato di lasciarsi strappare dall'opposizione nuovi impegni dilatori confermerebbe la impressione del giornale parigino. li « Temps » ne approfitta per dedicare all'affare spagnolo due lunghi articoli, uno del senatore Barthelemy, l'altro del generale Walch entrambi intesi a contestare le allegazioni degli estremisti di Francia è di altrove. Il primo dei due bolla come scandalosa la mozione proposta alla Camera francese il 2 giugno scorso da 73 deputati dove la rivoluzione di Franco venne qualificata « rivol ta di un pugno di generali che sarebbero stati vinti da un pezzo senza l'aiuto dello straniero », e come non meno scandalosa l'altra mozione proposta il 12 aprile precedente dove non si esitava a incorrere in espressioni ingiuriose all'indirizzo degli uomini che governano l'Italia e la Germania, Lo scrittore dell'articolo attacca coloro che vorrebbero precipitare la Francia in una guerra non richiesta dall'interesse nazionale e ricorda loro che prima di tentare di trascinare il paese in una politica « dinamica » si dovrebbe cercare almeno di ritemprarlo e rinsaldarlo moralmente e fisicamente, strappandogli il triste privilegio di non contare più che 616 mila nascite l'anno e quello di avere una bettola ogni 80 abitanti, mentre la Germania ne ha una ogni 264 e la Svezia una ogni tremila. Il secondo articolo, quello del generale Walch, stronca, alla vigilia di quella « conferenza internazionale per la pace » che il 23 luglio riunirà a Parigi i rappresentanti del socialcomunismo internazionale per manifestare contro i bombardamenti aerei, le affermazioni di coloro che accusano l'aviazione nazionalista spagnola di divertirsi a massacrare inutilmente donne e bambini, dimostrando invece, a difesa di questa, che tutte le agglomerazioni grandi o piccole della zona di operazioni e delle retrovie sono obbiettivi militari il cui bombardamento è legittimo. Legittimo fu 11 bombardamento di Barcellona perchè sotto lo scoperto della Plaza de Cataluna v'erano enormi depositi di benzina. Obbiettivi militari sono altresì i porti commerciali non appena si prestino al rifornimenti bellici come è il caso di Barcellona, Valenza e Alicante. Un'officina di viscosa quale è quella recentemente bombardata a Barcellona è anch'essa un obbiettivo militare per la fabbricazione del fulmicotone cui può venire adibita. Può accadere che vittime innocenti periscano durante l'attacco; ma non bisogna dimenticare che è questa sopra tutto una conseguenza della difesa antiarea ultrapotente la quale, impedendo agli aviatori di abbassarsi abbastanza per mirare esattamente li obbliga a lanciare le loro bombe troppo dall'alto per- | che il tiro risulti preciso. Questi e altri rilievi del gène- jre da parte di portavoce dell'opi¬ eiTs nióne moderata provano come gli avversari, dellà'i «.politica del peggio » non abbiano ancora rinunziato a far sentire la loro voce e come una certa tendenza. a spalleggiarsi e a spalleggiare Chamberlain sussista qui a onta di tutto, specie in previsione delle non impossibili complicazioni che 1 comunisti vorrebbero provocare tra Francia e Inghilterra in occasione della visita del Sovrani a Parigi, e di cui è prodromo la effervescenza regnante. tra gli impiegati dei servizi pubblici della capitale, dal gas agli altri, nonché tra gli impiegati governativi che ricominciano ad agitarsi per i loro salari. Una ripresa delle agitazioni sociali dietro la quale sarebbe' facilmente visibile non soltanto la mano di Thorez ma quella di Blum che non fa mistero del proprio desiderio di preparare per l'autunno un ritorno del socialismo al potere, sorride poco ai settori sani dell'opinione ,e sarebbe ormai impossibile non valutare alla giusta stregua l'importanza che alla pericolosa concorrente manchi almeno l'appoggio decisivo che costituirebbe per essa una crisi di gabinetto in Inghilterra con l'implicita vittoria del laburismo. Per questo nonostante l'asprezza di certe polemiche le direttive di Bonnet individuate dalla chiusura dei Pirenei e dalla accettazione del piano di Londra non sembrano fin qui destinate a subire modifiche sostanziali. Il Temps ed altri giornali negano che la Francia ufficiale sia responsabile della ritardata applicazione dell'accordo del 16 aprile; e la causa del riavvicinamento all'Italia, da operarsi prima che sia troppo tardi, conserva i suoi fautori, come è Bernus, il quale, anche oggi, scrive che la Francia non deve privarsi dei suoi mezzi di azione diplomatica a Roma, né dimenticare l'esempio datole dal Barrère con iniziare la sua opera di pacificazione proprio nel momento in cui l'orientamento di Crispi e l'esistenza della Triplice sembravano renderla più vana. Rivoluzioni e involuzioni Ma appunto In considerazione di quanto precede la campagna degli «ambienti interessati a spingere ad ogni costo alla guerra continua con accresciuta violenza, cercando affannosamente pretesti per infiammare l'opinione e convincerla che è inutile ormai sperare nel salvataggio della pace. La prefazione di Mussolini alla raccolta degli Atti del Gran Consiglio gode a tale proposito di un trattamento preferenziale che l'importanza eccezionale del. documento sarebbe sufficiente a giustificare, se questo trattamento non rispondesse in realtà al solo desiderio di convincere 11 pubblico che il Capo dell'Italia fascista ce l'ha unicamente e direttamente con la Francia e che fra le due ex-sorelle latine non è ormai in gioco soltanto la barricata spagnola ma una grande, irrimediabile barricata ideologica: quella, separante la culla della Rivoluzione del XX secolo dalla culla della rivoluzione dei secoli XVTO e XIX nota sotto il nome di Rivoluzione francese. La Rivoluzione francese essendo stata madre del liberalismo ottocentesco assai più che non del socialcomunismo marxista non si vede per quale motivo i partiti di Blum e di Thorez, entrambi antiliberali, entrambi fautori di una dittatura di classe, debbano prenderne con tanto calore le difese. Meglio si comprenderebbe su questo punto la suscettibilità dei repubblicani e dei radicali che sulle idèe dell'89 fondarono un secolo di potenza e dndbhlavgLt Duce riceve Palazzo Venezia ' Università di Belgrado. di influenza interna e internazionale, e che, infatti, non mancano di mostrarsi colpiti sul vivo dalla bella e lucida pagina di Mussolini Ma socialisti e . comunisti hanno giurato che agli occhi della Francia la libertà e l'iridividualismo ormai li incarnano solo gli alfieri del terrorismo statale. sovietico e, a tempo e luogo, corteggiatori della chiesa cattolica-il cui Legato proprio ieri a Reims' ha esaltato nella Francia il paese di tutte le libertà e la garanzia" della pace nel mondo: e con l'impostura non si discute. L'impressione a Parigi del colloquio Ciano-Perth Parigi, 11 luglio. La notizia delia visita fatta da Lord Perth al Conte Ciano in questo pomeriggio è giunta a Parigi in serata ed ha provocato vivo disappunto negli ambienti di sinistra. Al momento in cui essi si abbandonavano a cantare vittoria, l'informazione è piombata sulla loro testa come una doccia fredda. Ancora non abbiamo visto commentì all'avvenimento. Segnaliamo comunque soltanto ciò che il corrispondente di « Excelsior » dice in merito all'avvenimento: « E' al momento stesso in cui un certo scetticismo cominciava a manifestarsi per quanto concerne l'avvenire dell'accordo italo-inglese del 16 aprile scorso che il rappresentante diplomatico della Gran Bretagna è stato' incaricato dal suo governo di presentare al ministro degli Esteri italiano le condizioni minime alle quali in conformità delle decisioni prese durante l'ultima riunione del Gabinetto inglese sarebbe possibile rimettere questo accordo in vigore ». E lo stesso giornale annuncia che un nuovo colloquiò avrà luogo durante la settimana. Il sabotaggio francese nei commenti di Berlino Berlino, 11 luglio. L'informazione Stefani raccolta dai circoli parigini, secondo cui la Francia avrebbe fatto sapere a Londra che considererebbe un atto poco amichevole un'andata in vigore degli accordi italo-inglesi prima che analoghi accordi siano intervenuti fra Parigi e Roma, e trasmessa dal D.N.B. è commentata da qualche giornale. Il Berliner Tageblatt scrive che si tratta di voci che l'Agenzia Stefani non raccoglierebbe se fossero soltanto voci; in ogni modo esse non perderebbero mai nulla della loro sintomatica importanza. Il fatto è che, questo di ridursi, dopo il fallimento dei tentativi di venire a trattative con l'Italia ad un umiliante tentativo di ricatto come questo, è per la Francia la conseguenza inevitabile degli errori commessi in Spagna, dove, a via di false manovre, essa è andata a cacciarsi in una via senza uscita. A causa dei successi incontrastati di Franco, la Francia ha la sensazione di aver puntato sul cavallo perdente. Ma ahimè, la Francia è ormai prigioniera dei propri atti ed è alla mercè di Mosca. Sono cosi da giudicare verosimili le voci raccolte dalla Stefani: quanto più disperata è la situazione alla quale la Francia si è legata tanto più verosimili sono i tentativi di mutarne il corso con la violenza e con il ricatto. Mosca ha del resto in seno al Gabinetto Daladier ancora troppi umili servitori, per non varare attraverso Parigi qualsiasi tentativo di sabotare una distensione europea.