«Palla de' Mozzi » di Gino Marinuzzi

«Palla de' Mozzi » di Gino Marinuzzi Ai Palazzo della Moda «Palla de' Mozzi » di Gino Marinuzzi a a r e a i Il primo atto è la rappresentazione drammatica dell'ambiente. All'iniziò, una casta melodietta, come l'invocazione monodica in un rosario; segue una fi asuccia come l'amen di quattro oranti, in un rosario; poi una fugacissima agitazione; poi un'altra melodia, che va ondulando per terze, agreste, di cennamella pastorale, e anche chiesàstica, come una canzonetta religiosa; poi un fruscio di frondi, un frullare di ali; l'alba penetra nella chiesa, squilli solari; due suore, che-mormorano laudi mattutine, s'interrompono, ed al pensiero dell'orrendo scontro imminente delle bande nere e del Montelabro rabbrividiscono.,. Il quadretto è conchiuso. Un altro. In antitesi col primo: l'alba nel campo. Son grossolani canti soldateschi, ridanciane omofonie carnascialesche, un poco a sghimbescio sulla parlata todesca, alternate o raddoppiate con diane brillanti di pifferi, di trombe, con segnali di tamburi, con echi di orazioni monacali; una coralità di vivaci colori, facilmente intrecciata, sovrapposta, alla maniera popolaresca. Un terzo quadretto: il popolo, pastori e contadini entrano nella chiesa. Soavi laudi pasquali, talvolta angosciosamente accentate, risuonano insieme alla gravità armonica d'una pedaliera e al mo to melodico d'un ricercare, fluen te sulle tastiere di un organo immaginario. L'orchestra dipinge la azione. Quanto. s'affolla la chiesa, e più fervidamente procede il sacrificio della Messa, tanto s'ad- a i e o e r a e a e l a o n o i i e lrao ea ama, e n eme s, s. s. densano le sonorità, e più doloro-1 si e lamentosi sorgono gli istru-1menti a cantare l'ansietà del popolo travolto nell'uragano della guerra despotica. Un Ingenuo Agnus Dei, intonato da fanciulli, emerge candido. Contrasto. Fuori della chiesa Palla de' Mozzi ha radunato le sue schiere, che tuonano morte al Montelabro. Prestante, gagliardo, egli entra nel tempio e con formidabile voce Impone, all'officiante di benedire .le sue bandiere, quelle che il Pontefice ha scomunicate. Qui all'ambiente si sovrappone la persona di Palla. E non può negarsi l'efficacia del recitativo con il quale il protagonista si esprime, violento, impulsivo. Non può parimenti negarsi la troppa facilità quarantottesca della boriosa marcia della benedizione delle bandiere, al cui strepito s'aggiungono le voci di Palla e dei cori soldateschi. Contrasto. Al marcato ritmo enfatico, che s'allontana con le bande nere, succede, come eco lontana, . l'accorata frase di Signorello, quasi a rappresentare l'adesione della sua anima .pia alla bontà cristiana, mentre la sfrenata sua forza virile si mescola all'orrendo assalto. Una èco dell'Agnus -Dei. E un'altra di lontane trombe guerresche. Alleluia inneggia il popolo soavemente. In questo ambiente spicca, per condizione scenica più che per vitalità drammatica, Il protagonista. Esso canta con una violenza d'accento e di suoni, che sembra una retorica maniera più che l'espressione diretta d'una psicologia enfatica, violenta. Pertanto il compositore ha drammaticamente rilevato un lato umano di Palla, quello paterno. Non v'è discorso di lui a Signorello che non suoni appassionato, sia che Ironicamente gli rimproveri il morbido misticismo, sia che, sforzando la sua anima, lo condanni a morte. Un altro momento d'efficace psicologia musicale emerge al terzo atto quando l'avventuriero è subitamente còlto da vaghi presentimenti funesti. Foschi colori orchestrali, ansiosi ritmi di cupe melodie ne dipingono allora l'animo perplesso, mentre la baldanza brutale della voce abbandona la risonanza retorica per l'artistica finzione. Più liriche sono le figure di Signorello e di Anna Bianca. Prole di avversari!, abbattute le barriere delle loro condizioni sociali, essi si sentono liberi e pronti a sacrificarsi l'uno per l'altro, spinti da un amore, che è soprattutto riconoscenza di scambievoli atti generosi e riconoscimento di alti valori spirituali. Signorello ha operato contro il volere del proprio padre, tacitamente favorito la fuga del Montelabro salvandolo dal capestro, e risolto nel puro amore di Anna Bianca l'ansioso dibattito della sua anima insofferente di insane crudeltà; Anna Bianca, commovendo con l'accusa e l'offerta di se stessa le soldatescne briache di vendetta, salverà Signorello. E' notevole come il compositore abbia colto e fissato le immagini più rappresentative di tale rapido processo psicologico. Il misticismo di Signorello, il suo intimo travaglio sono intuiti ed espressi con fervida e sobria eloquenza. Toccanti melodie e patetici timbri concretano questo suo aspetto. Meno specifica e l'espressione amorosa, quando il testo è troppo generico. Coerente invece è l'espressione musicale di Signorello nelle' tragiche scene del terzo atto, di fronte a suo padre, nell'amore di Anna Bianca, e anche nei lirici accenti pel raggiungimento dei proprii ideali e per la morte di Palla. Nuovamente generica sembra la sua partecipazione all'apoteosi del terzo atto, dove il dramma vorrebbe risolversi liricamente, e indugia invece nell'ambito d'una « chiusa a effetto ». D'altra parte, 11 duetto 11 Signorello con Anna Bianca, la più ardua pagina dell'opera, è realizzata, con arte robusta e precisa Si sa quanto sia difficile la luppresentaziqne musicale - verbale dell'ambiguità. Ebbene tutta la scena in cui Anna Bianca si offre al giovine per trattenerlo, è pervasa da un mal represso affanno, da una indicibile angoscia, si che il rifiuto di lui e il progresso dell'episodio resultano verosimili, toccanti, drammatici. Il lento tre quarti, contesto di voluttuose mo venze melodiche, di sensuali sedu zioni nell'armonizzazione e della strumentazione cromatica, carez zosa, lasciva, contiene uno stra ziato pudore, un pianto, un singhiozzo represso. Il rivolgimento della condizione psicologica ne consegue coerente. Qualche sciu pata melodia, intacca per un momento la continuità stilistica e drammatica. Poi il sentimento verace risorge, sobriamente si espande, canta i nuovi stati d'animo, che il dolore, la purezza e il sagrinolo umanamente esaltano e avvincono. Infatti, l'opera del Marinuzzi reca l'accento dell'umanità. Certo essa non è d'origine astratta o volontaristica. Escluse le pagine retoriche, le quali sono del resto un esasperamento della sincerità, tutto è sentimento, più o meno selezionato, quasi sempre fremente di carattere improwisatorio e psicologico. La germinazione del¬ pAzptilzlqDcqgcrrficdcessfMsdvln 1 ?J* "7*?"° e 1maronlorola musica dall'inspirazione del dramma è evidente. Realismo, non materialistico, come la delicatezza spirituale di certi momenti dimostra. Un episodio, che avrebbe potuto resultare perfino nauseante, quello del quattro capitani brutalmente desiderosi di Anna Bianca, non repugna, grazie all'abilità con la quale il compositore ha saputo umanizzarlo; tocchi di sobria comicità attenuano il verismo e lo fanno accettabile. Melodramma? Perchè no? Paila de' Mozzi risale a una concezione ottocentesca del teatro italiano, e, per esser più esatti, a quella che Verdi realizzò fino al Don Carlos e che i suol minori contemporanei proseguirono per qualche decennio. Vi sono eventi grandiosi, scene impressionanti, contrasti di passioni, folle numerose; vi sonò arie, duetti, scene e romanze, quartetti, concertati e finali. L'Ispirazione del musicista, che deriva dal sentimento del dramma e generosamente si concreta In una materia un po' densa e nello stile alquanto disuguale, è sempre vivace, efficace e non mal sciatta. Trattato con'fede, con foga, con maestria, Palla de' Mozzi- afferma un esperto compositore e un franco temperamento di operista. . . Iersera quest'opera ha rinnovato nel teatro .all'aperto al Valentino il successo altrove ottenuto. Concertata e, diretta dall'autore, essa ebbe esecutori valenti ed efficaci in Maria Carbone, Maria NègrelU Noè, Mimma Pantaleoni, Galliano Maslni, Carlo Tagliabue, Carlo Tolianl, Duilio Barontl, Aristide Baracchi, Giulio Scarinci. Insieme con l'esecuzione solistica e con quella corale, curata dal Veneziani; è da lodare sinceramente la messa in iscena del regista Frigerio e dello scenografo a. d.