Nules occupata di Riccardo Forte

Nules occupata Im'offensiva di Frango Nules occupata L^e vie d controlli ■Ila ritirata rossa te dai nazionali (Da uno dei nostri inviati) Fronte di Sagunto, 8 luglio. Una calma attiva, che certamente prepara l'eruzione della grande battaglia, si è stabilita sui tre settori del fronte. Non che ci sia arresto delle operazioni; i combattimenti continuano, specie nella sona meridionale, ove le colonne Aranda e Volino lavorano attorno alla Sierra di Espadan, per stringerla in mezzo e superarla sulla destra, secondo una manovra numerose volte descritta. Nules e Villavieja sono rimaste chiuse entro le colonne biforcate delle truppe di Galizia, ma i rossi ancora oggi resistono dentro le case, duramente. Intorno al castello di Villavieja sono avvenuti combattimenti acerrimi per il possesso dell'altura che domina il villaggio e tiene sotto tiro di mitragliatrici le strade di Val de Uxo e di Nules. Il picco di un trecento metri di altezza è stato disputato accanitamente. Sotto le vecchie mura sul castelluccio eretto ai tempi di Giacomo il conquistatore (tutto il litorale è pieno di residui storici; le prime tracce di Roma le incontreremo sulla Sierra del Cid, ove Scipione accampò e fondò un tempio a Venere genitrice, i cui resti — ci assicurano — sono ancóra visibili; si è lottato corpo a corpo. I mori di El Mizzian sono andati cinque volte all'assalto, per riprendere il castello, le cui mura ottime contro gli arieti e le catapulte, non hanno resistito ai grossi proiettili da HO. I difensori sono quasi tutti morti sulle armi. Il bottino è stato ingente. Battaglia « sul nemico » Padrone del castello di Villavieja,- Aranda stamattina controllava le strade di Azara, di Chilches e di Moncofar, cioè le vie di ritirata del nemico. E' possibile che la manovra, sviluppandosi con ritmo più largo fra le pendici dell'Espadan e il mare, permetta di pigliare dentro le numerose brigate del settore, eliminando in un sol colpo questo blocco di resistenza. Misurando sulla strada litoranea, Aranda non dista da Sagunto che ventun chilometri. Benché la resistenza nemica non sia affievolita, si possono contare i giorni che dividono le truppe di Franco dalla conquista della città. Non è a dire che i repubblicani abbandoneranno facilmente: il loro storio massimo consiste nel ritardare l'arrivo dei nazionali, fino a ohe non siano a punto le fortificazioni di Valencia. E in queste occorre includere le difese di interdizione ai lati della caretera di Temei, press'a poco all'altezza di Segorbe. La grande battaglia che andrà sviluppandosi da Teruel al mare includerà quindi nella, manovra nazionale il territorio di tutti e tre i settori stabiliti in questi ultimi giorni: quello cosidetto di Castellon, quello dell'arteria nazionale di Teruel e quello del Turia, ultimo venuto. Non è dato azzardare imprudenti anticipazioni. è riferimenti gelosamente segreti, ma non è difficile scorgere nelle intenzioni e nelle manovre degli Alti Comandi l'impostazione di questa come una battaglia « sul nemico t> più che su obiettivi urbani determinati, fossero pure di valore economico e morale altissimo, come Sagunto e Valencia. Agganciare e battere la massa nemica nella sua totalità (sono circa 80 mila uomini), eliminare dal quadro della guerra l'esercito del levante, crediamo sia lo scopo principale del Generalissimo. Una simile disfatta, dopo le continue aconfitte dal nove marzo in poi, potrebbe, con un'alta percentuale di probabilità, mettere in crisi mortale e imminente l'esistenza della Spagna repubblicana, che invano ha atteso dai suoi eserciti e dai suoi generali per due anni una impossibile Valmy. La guerra difensiva che menano • rossi, non può portarli che alla sconfitta totale a breve scadenza. Il motto di Madrid c No pasaran », si è mutato in quello di Barcellona « Forticarse y resistir »: fortificare e resistere, che vuol dire fidare piuttosto nel cemento armato e nel calcestruzzo, che sul proprio animo. I repubblicani, infatti, costruiscono ridotte e fortificazioni a prima vista imprendibili, ma che perdono regolarmente. I campi trincerati di Corbalan, di Puerto Escandon, Albocacer, per stare ai più recenti avvenimenti militari, sono un esempio. Soldati magnifici La truppa di urto dei rossi è costituita principalmente dalle brigate internazionali e dagli elementi veterani, quei battaglioni che già nel 19S6 si trovavano in trincea. Dell'esercito del levante, dieci del¬ lefracndccctipacmgdsimfasasleMpnemptosmfevtelolatiacNlalomtsrmmlibcvntsrpqgmrapncsvggICnBdgdCrlgtemgSngdgrafLsèassaIrrsnfvgedarssdp ventidue brigate spiegate sul onte di Teruel vennero inserite primi del mese scorso; vecchi mbattenti della F.A.I., proveenti dagli eserciti di Cordova e Estremadura. Non vi è dubbio e questa gente, una volta in trina tiene duro, occorre ricacciarla n i cannoni e con assalti ripetu Ma è anche un contingente che r la sua stessa insostituibilità posti di prima linea e all'attac si riduce giorno per giorno. La assa formata invece da classi ovani e giovanissime, ragazzi ai diciotto ai quindici anni, requiti come greggi, è buttata nelle mmediate retrovie della guerra a r numero. Sono innocenti che ranno spinti all'assalto dalle piole dei commissari politici e dal mitragliatrici dei carabineros. a sono anche quelli che appena ssono, saltano nelle linee nazioali e ci riportano le descrizioni atte dello stato d'animo della aggior parte dei combattenti reubblicani: stanchezza, avvilimen, intolleranza della tirannica diiplina, sopratutto paura della orte. Franco, alla vigilia di questa ofnsiva, dispone di un esercito galanizzato dalla vittoria, elastico, mprato dal fuoco di due anni di tta trionfale, che vede prossima fine della guerra, alla quale tut aspirano, e che perciò è disposto fare il balzo più lungo nell'attac al nemico. La solida brigata di avarra, i Corpi di Esercito regori di Castiglia e di Aragona, i vontari, sono in piedi e pronti coe il primo giorno. Inoltre le vitrie del Nord, i grandiosi succes dell'Aragona, dell'Ebro e dei Pinei, hanno colmato i magazzini ilitari di Franco di materiale neico : cannoni, mitragliatrici, fuci munizioni, carri armati repubicani, aumentano il bottino bellio dei nazionali ad ogni battaglia nta. Si può dire che la Spagna azionale sia direttamente rifornia da Barcellona. Ma è lo spirito altissimo di quea tmppa che proietta già sull'ozzonte di Spagna la luce della rossima e completa vittoria. In uesti ranghi ci sono soldati manifici, la cui fede oltrepassa i liiti del dovere. Per chiudere, riferò l'esempio di quel caporale di rtiglieria (debbo tacerne il nome erchè la madre e due sorelle soo ancora nelle mani dei rossi), he ho incontrato due giorni fa ul fronte di Teruel. Questo gioanotto catalano, di Seo de Urell, nell'agosto 1936 riuscì a fugire in Francia e si presentò a mn per arruolarsi con i nazionali. ombattè nella campagna del ord, poi è trasferito sul fronte di elchite. Nell'agosto e settembre ell'anno scorso si scatena la rande offensiva repubblicana, che oveva portare Negrin e Largo aballero a Saragozza. I lettori corderanno lo strenuo assedio e a disperata difesa della città araonese. A Belchite, stretta da quatro divisioni, si lottò per le strade gli edifici pubblici finché l'ultimo manipolo di nazionali asseraliatisi sul tetto della chiesa di . Martin, non fu distrutto a canonate. Sul tetto c'era pure l'artiliere, che non solo la fece franca alle cannonate, ma riuscì a ragiungere, con altri pochissimi, Saagozza. Come nei romanzi... Evidentemente era destinato agli ssedi, perchè dopo breve riposo u mandato alla difesa di Teruel. Ecco che, il quindici dicembre, ister taglia fuori la città e il ette gennaio tutta la guarnigione prigioniera. Il nostro artigliere va Barcellona e là è recluso nel catello di Cardona. Egli ha l'ossesione di ritornare ai suoi cannoni, l suo reparto, al suo capitano. noltre deve fuggire, perchè come disertore dell'esercito popolae, una volta riconosciuto, passeebbe senz'altro per le armi. Nella olitudine della reclusione gli viee in mente di scrivere a Seo de Urgell, alla sorella, fingendosi suo idanzato. La prega di venire a ederlo e di portargli da maniare. La ragazza capisce e chiede ottiene il permesso di visitarlo. Tanto è la fidanzata, e non può estare gravi sospetti. Il giovanoto — siamo in pieno romanzo di vventure — riesce a farsi procuare un berretto da miliziano dela F.A.I. e una rivoltella. Una era si avvia all'uscita. Deve pasare sei corpi di guardia. Ma chi i questi annoiati carabineros reubblicani si occupa di chiedere le arte a quel torvo anarchico, che sce dalla prigione con una piatola lato? Passa cinque posti; fa ca ire alle sentinelle di essere stato fare la festa a un traditore della epubblica. Al sesto blocco è rico osciuto. Fucilate, inseguimenti, fnss battute di ricerche per la campagna. Introvabile. L'artigliere ha raggiunto Lavanza, un paesino ove sa che vive la sua nutrice. La trova, si fa riconoscere; la buona donna ha due figli nascosti nella montagna, per sottrarsi alla leva. Egli li raggiunge e li convince a scappare con lui verso la Francia e la Spagna nazionale. Dopo qualche giorno, il terribile cammino per i monti è percorso; sono tutti e tre in salvo ad Andorra e di li a Irun e sul fronte. Ma non è finita. Durante un contrattacco rosso sul fronte di Sarrion (egli si trovava lontano dalla batteria e in un posto avanzatissimo, ove era andato a salutare un amico) è acchiappato di nuovo con tre compagni. Lì per li, nella imminenza della reazione nazionale, volevano spacciarla con qitalche fucilata. Ma gli avvenimenti precipitarono. Grosse masse di fanteria venivano a ripigliare la posizione. L'esiguo manipolo rosso dovette fuggire dalla trincea. Sparacchiò addosso ai tre, ferendone uno lievemente, e il nostro artigliere potette ritornare al suo reparto, questa volta dopo soli venti minuti di prigionia. Giovanni Artieri Verso Sagunto Nules fatta saltare in aria dai rossi •■ La lotta continua 1 aspra verso Sagunto (da uno dei nostri inviati) Saragozza, 8 luglio. Un'altra cittadina è stata conquistata nelle prime ore del pomeriggio di oggi, sulla strada di Sagunto: quella di Nules. E' il primo obiettivo parziale importante, raggiunto sulla costa dopo il passaggio del Mijares, e i nazionali vi si trovano esattamente a mezza strada, fra Castellon de la Plana e Sagunto. La presa di Nules è stata una delle più dure tappe di questa battaglia. Da tre giorni le truppe del Corpo di Esercito di Galizia avevano circondato quasi interamente la cittadina; ma i nuclei rossi che vi erano rinchiusi difendevano aspramente le ultime comunicazioni con l'esterno, lungo la strada del sud, che ancora restava in loro possesso fino a stamane. L'impiego dell'artiglieria contro l'agglomerazione avrebbe in poche ore messo il punto finale a quella resistenza senza speranza; i nazionali vi hanno rinunciato e hanno ritardato volontariamente l'occupazione della cittadina di tre giorni, per non dover issare la bandiera bicolore su un cumulo di rovine. Ma questa cura è stata vana. Ha pensato il nemico a distruggere per suo conto la città. Le ultime fortificazioni sulla strada a sud erano state conquistate stamane con un vigoroso assalto dalle truppe galiziane e queste si preparavano a entrare nel centro del paese, dietro la scorta protettrice di alcuni carri d'assalto, quando il fragore'di formidabili deflagrazioni successive, si innalzò in tutta la campagna intorno. Nules saltava in aria come era saltato in aria il nucleo centrale di Burriana, otto chilometri più a nord, alcuni giorni fa. La bella chiesa che conteneva quattordici quadri del 'Jf00 di esimi pittori regionali ed un « retablo » gotico dei più pregiati, è stata sollevata in aria da una esplosione; quasi nello stesso momento, altri scoppi echeggiavano e i principali edifici della cittadina erano anch'essi squarciati dalla dinamite, di cui l'ultima pattuglia di militi rossi prima di ritirarsi sulla via di Sagunto aveva acceso le miccie. Anche a Nules sembra siano state commesse esecuzioni capitali di persone che si preparavano a raggiungere il campo dei nazionali. A sud di Nules la battaglia divampa con ardore. I rossi in ritirata continuano a difendere 'mimo a palmo il territorio. Ci si bat te ormai lungo la linea Alcumu de Veo-Ahin-Eslida-Artana -Vali de Uxo-Moncofar. Le avanguardie nazionali sulla costa sono a diciannove chilometri da Sagunto. Nell'interno sono stati conquistati i monti che dominano il paesello di Eslida, altre posizioni di montagne che dominano Ahin sono state pure occupate. La penetrazione attraverso la barriera di alte montagne continua. Sta per essere raggiunto il vertice più alto della Sierra. Pot sarà la discesa, ancora lenta, verso Segorbe, dove, raggiunta la grande strada che va da Teruel a Sagunto, la città romana potrà essere attaccata da due parti. Riccardo Forte SjT ctRRd.Òl'S Quintan»rÌJBeijf: