I nazionali nel cuore della Sierra de Espadan di Riccardo Forte

I nazionali nel cuore della Sierra de Espadan I nazionali nel cuore della Sierra de Espadan Il monte Puntai in possesso dei franchisti - Ariana occupata - 6 km. conquistati nel settore di Temei (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Saragozza, 4 luglio. La giornata di oggi segna un nuovo successo notevole degli eserciti nazionali. La fase dello sgretolamento del fronte, dello sbocconcellamento della linea nemica, continua; non siamo ancora al crollo, nè forse vicini al crollo del fronte repubblicano; si procede per sondaggi, per attacchi locali, che, spesso, riescono, talvolta falliscono, di fronte all'ostinata resistenza ed agli insistenti contrattacchi che i rossi dirigono implacabilmente contro^ ogni posizione appena conquistata. Però pur non essendo ancora usciti da questa fase di lento addentamento della linea nemica dì resistenza, al nord di Valenza, l'addentamento stesso prosegue ed è giocoforza riconoscere che un ulteriore arretramento da parte dei rossi comprometterà gravemente il piano difensivo di Sagunto e farà precipitare la vittoria così duramente guadagnata dai nazionali. Oggi le truppe di Franco sono penetrate nel massiccio dell'Espadan. Questa potente barriera montagnosa del nemico comincia a sgretolarsi sotto i colpi di maglio che le inferiscono le brigate navarresì del generale Garda Valifw. Il Monte Puntai è stato oggi preso dai Navarresi, grazie ad un'azione decisiva condotta da un reparto che, avendo Onda per base, punta su Eslida ed allarga progressivainente la zona di penetrazione nel cuore del massiccio dell'Espadan. Il paesello di Benifandua, accerchiato da due giorni è caduto oggi dopo un ultimo tentativo di resistenza dei rossi ed i nazionali sono così già a poca distanza dalla vetta di Espadan, che con i suoi 1401 m. di altitudine è il più grosso ostacolo all'avanzata verso il sud. Il massiccio di Espadan divide la valle del Mijares da quella del Turia, che segue la strada Teruel-Sagunto, ed è evidente quindi l'importanza capitale che può significare la penetrazione dei nazionali in questo sistema montagnoso. Sagunto è minacciata dal nordovest, cioè dal settore di Begorbe. L'avanzata è ancora lenta ma continua con inesorabile regolarità a dispetto di una delle più forti e ben dirette resistenze che anno vera questa guerra. A sud di Bechi i nazionali, che avevano conquistato da alcuni giorni il famoso trivio fra Bechi, Ariana e Villavieja, hanno oggi lanciato una puntata verso acci dente, colletjàndosx cosi con le truppe che avevano conquistato il monte Puntai e occupando Artana Anche a sud di Teruel, l'offensiva intrapresa ire giorni or sono, continua con successo, non ostante un'accresciuta resistenza da parte del nemico. Non è dato ancora indicare con precisione le posizioni occupate, poiché il riserbo più fitto circonda queste operazioni; ma si sa che le truppe del generale Varela hanno raggiunto i confini fra le Provincie di Teruel e Cuenca a ovest e a sud ovest della città. L'avanzata odierna è stata in questo settore d'una profondità media di sei o sette chilometri. I rossi hanno lasciato nel combattimento a sud di Teruel più di 300 prigionieri; altri 400 ne sono stati raccolti nelle operazioni per la conquista del Puntai e della parte settentrionale del massiccio di Espadan. D'altra parte si sono presentati oggi alle linee nazionali un cI u| ctz9tfctanrnsupDmrcdspfcqSrqptsczocscscvtIc centinaio di militi rossi e alcuni ufficiali: nel complesso si può cal colare che il numero dei combat¬tenti nemici catturati nelle operazioni odierne si aggiri intorno a 900. Le brigate J/8.a e 218.a sono state del tutto scompaginate dall'offensiva sull'Espadan. _Su tutto il fronte i Corpi d'Esercito nazionali avanzano lentamente, convergendo su Valenza, che è a IfH chilometri di distanza in linea d'aria dalle ultime posizioni raggiunte dai nazionali ad Artana. Riccardo Forte

Persone citate: Artana, Bechi, Mijares, Varela

Luoghi citati: Sagunto, Teruel, Valenza