Il diritto alle Colonie riaffermato ad Amburgo in una grande manifestazione

Il diritto alle Colonie riaffermato ad Amburgo in una grande manifestazione Il diritto alle Colonie riaffermato ad Amburgo in una grande manifestazione Berlino, 4 luglio. Ha avuto luogo ad Amburgo, in occasione di una riunione di zona della Lega Coloniale del Reich, una grande manifestazione che ha costituito una nuova solenne riaffermazione delle rivendicazioni coloniali della Germania. Dopo uno spiegamento delle formazioni militari che detengono le « tradizioni » degli antichi reggimenti coloniali e dopo una sfilata delle antiche bandiere coloniali, ha preso la parola l'ex governatore del Togo, duca Adolfo Federico di Mecklenburg. Passato glorioso Egli ha celebrato le compagnie di commercianti di Amburgo che con le loro succursali e le loro fattorie furono i pionieri dell'attività coloniale della Germania, affermando che pochi o nessun popolo può vantare, in relazione alla brevità del tempo, un tale sviluppo di opere pacifiche e costruttive coloniali quanto il popolo tedesco. Eppure Versaglia ebbe l'impudenza di contestare alla Germania la capacità coloniale, costruendo anche quella « colpa coloniale » che torna soltanto a disonore di coloro che l'hanno Inventata. L'oratore ha quindi affermato che, tolti gli episodi degli Herrero e degli Ottentotti,' la storia delle imprese coloniali della Germania è esclusivamente una storia pacifica; e questo principio pacifico colonizzatore si rispecchiò in quell'atto del Congo del 1914 per cui tutte le potenze si impegnavano a non trasferire ed estendere al continente africano le azioni di guerra di un eventuale conflitto in Europa: atto che gli alleati senz'altro tradirono. Questo tradimento sta alla base della spogliazione coloniale tedesca. In quanto alla « bugia coloniale » la migliore sua contestazione sta nel fatto che i soldati neri ancora si sentono attaccati e fedeli all'antica direzione tedesca. « Inconsapevole falsificazione della realtà, si credette che la bugia coloniale che si Inventava potesse costituire nientemeno che la base per la spogliazione dei possedimenti tedeschi, e si credette di far inghiottire al mondo la rapina abbellendola con la forma del mandato che permetteva il trasferimento, attraverso la Società delle Nazioni; ma la Germania sa oggi che non c'è più un solo uomo politico serio ài mondo che creda a tutto ciò e che non veda come la forma del mandato altro non voleva essere che una larvata annessione. Ma la forma del mandato invece sussiste e in grazie proprio di essa, la cosa più chiara che è in tutto ciò è la seguente: che i nostri antichi territori non sono proprietà di coloro che oggi li detengono, ma sono anche oggi, come prima, proprietà del popolo tedesco ». L'oratore ha concluso, fra gli applausi dell'assemblea, riaffermando il diritto alla piena e Integrale restituzione delle colonie alla Germania. « Ringraziamo il FUhrer, ha det to, Infine, di aver incluso la que stione coloniale fra gli impegni d'onore che formano il compito della sua politica». « Rivogliamo le colonie » Ha parlato poi il primo borgomastro di Amburgo, Krogmann, affermando che per Amburgo, porta del Reich, le colonie sono una necessità indispensabile e naturale. « Noi rivogliamo le colonie e le riavremo; la richiesta coloniale sarà dalla Germania ripetuta fino a tanto che essa non sarà soddisfatta ». Ha parlato da ultimo il capo della sezione di Amburgo della Lega Coloniale, von Allmorder. « Vogliamo le colonie — ha detto: — 1) perchè ci appartengono; 2) per ragioni di necessità economiche, e cioè perchè le basi di sostentamento e di vita del popolo tedesco sono diventate su questa terra troppo anguste; 3) perchè il nostro onore nazionale non consente che un popolo di alto sviluppo come il tedesco sia escluso da questo campo dell'attività umana e delle necessità vitali dei popoli, che altri popoli rivendicano a sè come naturali ». La manifestazione si è chiusa con l'esecuzione per la prima volta del nuovo « Inno di combattimento » della Lega Coloniale del Reich, O paese d'oltre mare. Rivendicando V importanza che potrà rivestire la seduta di domani del comitato del non intervento, nella quale ufficialmente il piano per il ritiro dei volontari già elaborato nella seduta della sottocommissione, dovrà essere sottoposto all'approvazione generale, a Nnchtausgabo scrive: « Si conta certamente sull1 ap¬ .stcmlqtupsmvnapgasInlrgtmdstrdtfippLnèbSgdeèsceqlpaacUOrfaCl provazione di 26 Stati; si dubita, come sempre, soltanto se la Russia sovietica starà o no per dare la sua adesione, già promessa. Nel caso negativo il governo in- flese sarebbe, come tutti gli altri tati, posto davanti alla questione se non sia 11 caso di rinunciare, per ragioni tattiche, a questa adesione. Da ciò, però, potrebbe sorgere tutto un nuovo orientamento della politica inglese e di parecchi altri Stati verso la Russia sovietica; dappoiché la esecuzione delle misure per il ritiro dei volontari e per gli altri accordi raggiunti sulla guerra spagnola, senza la Russia sovietica, equivarrebbe praticamente alla esecuzione di misure contro il bolscevismo ». I giornali registrano infine la notizia Beuter secondo la quale 1 rappresentanti dell' Inghilterra e della Francia hanno fatto un nuovo passo a Praga presso il presidente Hodza per un acceleramento della soluzione della questione delle nazionalità. La notizia è riportata senza commenti, e piuttosto come una conferma della convinzione ripetutamente espressa da tutta la stampa tedesca della tattica di temporeggiamenti, di tergiversazioni e di rinvìi del governo dì Fraga anziché come una ragione per sperare che una tale tattica possa essere abbandonata. UAngriff in una nota che dedica all'argomento scrive che la politica di Praga da nulla è meglio caratterizzata se non da fatti come questo: che mentre giorni or sono nel suo ultimo discorso 11 signor Benes esprimeva la speranza e la certezza in una soluzione d'Intesa per la pace europea, soluzione che dichiarava sicura e sollecita, lo stesso giorno si poteva leggere in uno dei massimi organi ufficiali cecoslovacchi: «Noi non crediamo nella possibilità di un accordo con i tedeschi dei Sudeti di Corrado Henlein ». G. P.

Persone citate: Adolfo Federico Di Mecklenburg, Benes, Fraga, Herrero