Dal 1915 al 1919 di Lloyd George

Dal 1915 al 1919 J ricordi di AJdrorandl Dal 1915 al 1919 Le aspirazioni dell'Italia in Asia Minore e il triste eroe del tradimento: Lloyd George Questi «Nuovi ricordi e fram-nmenti di diario » dell'Ambasciatore L. Aldrovandi Marescotti fanno seguito alla «Guerra diplomatica» dello stesso autore e dello stesso editore Mondadori. Sì aggiungono anche al recente libro di memorie del sen. Silvio Crespi: «Alla difesa d'Italia» e, per i documenti che toccano i due periodi della neutralità e dell'intervento, ai due limpidi e forti volumi di Antonio Salandra. Non era facile per l'autore mantenere a questo secondo volume il grande interesse del suo primo libro. Il capitolo dedicato alla Conferenza di Parigi e relativo al periodo dal tre al ventotto giugno 1919, tra il ritorno a Parigi della Delegazione italiana e la firma del Trattato di Versaglia, contiene annotazioni troppo frammentarie sui lavori dei Quattro per essere molto utile come diario, mentre, d'altra parte, i richiami al grande dramma dei popoli e delle nazioni che si svolge dintorno, sono troppo fugaci e appena accennati. Il destino dell'Austria La primavera del 1919 fu ricchissima di avvenimenti: fertile di miti, di moti, di spunti, di nuove guerre. L'assestamento europeo si rivelava estremamente difficile, la soggezione germanica alla nuova egemonia di Parigi impossibile. Guerre vere e proprie si combattevano in Russia e in Polonia; battaglie si accendevano tra ungheresi e romeni e tra Jugoslavi e austriaci nel contesi confini; la flotta tedesca s'inabissava volontariamente a Scapa-Flow: la Turchia si preparava alla riscossa e gli Stati Uniti all'isolamento: elementi numerosi ed episodi culminanti di un vasto dramma che aveva per scena il mondo e per attori i popoli presi della furia del nuovo e bassamente stimolati dalla più accesa demagogia, 11 volume dell'Aldrovandi coglie esattamente il senso e l'orientamento di tutti questi fenomeni ma non ha tempo di Indugiarsi su di essi. Comunque un diario di questa natura è pur sempre utilissimo. Si legga per esempio a pagina 26, il discorso pronunciato dinanzi ai Quattro, nella seduta del 4 giugno 1919, dal delegato jugoslavo Vesnic attorno al problema del plebiscito per il bacino di Klagenfurt: «Non fatevi illusioni. Non crediate di creare un piccolo stato austriaco che avete Interesse a trattare con indulgenza. E' uno Stato tedesco e non sarà, mai altra. Questo Stato avrà tendenza ben più grave che sin qui, ad allearsi con la Germania ». « Nonostante la dolcezza e il balsamo usati dal dottor Renner a San Germano, egli ha chiesto che sia garantito al suo paese il diritto dell'autodecisione. Ancora più importante: nella risposta tedesca alle nostre condizioni di pace si insiste perchè l'Austria abbia il ài ritto dell'autodecisione. Ciò signi' fica che il signor Brockdorff Rantzau considera questa una questione tedesca». E subito dopo profeticamente « Verrà il momento, fra quindici o venti anni, in cui l'Austria si uni rà alla Germania. Vi lancerete voi in una guerra per impedirlo? I governi non sono padroni dell'opinione pubblica e non è possibile dire se l'opinione pubblica permetterà ■ una guerra per questo intento ». Non si può dire che queste parole mancassero di lucidità e di precisione. S. Giovanni di Monarca Il capitolo più organico del volume è quello che porta una personale e nuova documentazione alla questione delle aspirazioni italiane in Asia Minore ed è dedicato al convegno dì San Giovanni di Moriana del 19 aprile del 1917. Glimpegni presi dagli Alleati in queconvegno non furono mantenutnella primavera del 1919. Fu, que sta vicenda di Smirne e dell'Asia Minore, probabilmente la più triste e la più mortificante tra le vicende diplomatiche della guerra e della pace. Nel marzo-aprile del 1915 furono conclusi tra Francia, Russia e Gran Bretagna gli accordi per la spartizione dei territori dell'Impero ottomano: accordi conclusi a nostra insaputa mentre pur ssvolgevano le trattative per l'intervento dell'Italia in guerra. La Russia badava ad assicurarsi il raggiungimento della sua secolare aspirazione su Costantinopoli: la Francia e l'Inghilterra si dividevano l'Asia turca. Nel trattato dLondra del 26 aprile 1915 si riconosceva il diritto dell'Italia alla conservazione dell'equilibrio neMediterraneo e perciò le si prometteva, in caso di spartizione della Turchia asiatica, una congrua parte nella provincia di Adalia. Glaccordi tra gli Alleati venivano perfezionati nel maggio dell'anno dopo con il patto Sykes-Plcot chLloyd George in War Memoirs cinforma essere stato tenuto accuratamente nascosto all'Italia. Ma per quanto segreti, le trattative e il patto non potevano essere ignorati da Sonnlno che, giustamentallarmato, aveva più volte sollecitato gli Alleati a definire con precisione l diritti Italiani in quei territori. Un telegramma disonnino a Imperiali, nostro ambasciatore a Londra, In data 27 settembre 1916ci fa conoscere l'amarezza del sentimenti del nostro Ministro deglEsteri versò gli Alleati dopo poco più di un anno di guerra. « Noi volevamo essere . alleatiscriveva Sonnino, volevamo esserleali amici d&U nostri compagnd'arme, ma l'Italia non si sarebbmai rassegnata a fare la parte dcliente o di protetta di questa quella Potenza o gruppo di Potenze. Mille volte meglio restare soliL'Italia avrebbe certamente continuato a condurre innanzi, fino atermine, ls presente guerra e con ogni maggiora onergla; ma datla situazione che si mostrava dvolere creare intorno a noi l'avve nire appariva troppo oscuro... a i r e e a i l a n o a o . n i a e ù a i o i e à i a e l i l ti a e oe a ea si rsge a adi oa l « Io non posso accettare per il mio paese la parte che ci si vorrebbe far rappresentare di inferiorità e di puplllagglo. Me ne vado piuttosto dal posto che occupo dicendo ai miei concittadini che condannino pure me, perchè ho mancato di prudenza e di accorgimento fidando nella lealtà, nella buona fede, nel senso di equità e anche nella chiarezza di vedute del Governi alleati ».. Londra e Parigi Questa comunicazione di Sonnino decise evidentemente il Ministro degli Esteri britannico Grey a dare, in data 5 ottobre 1916, notizie degli accordi intervenuti tra Gran Bretagna, Francia e Russia, al'nostro Ambasciatore Imperiali. Si iniziò cosi uno scambio di note tra la Consulta e il Foreign Office per giungere ad un trattato unico tra le quattro Potenze. L'I talià chiedeva 1 Vilajets di Smirne, j Konia e Adana; ma Smirne ci veniva negata dalla Russia, Adana dalla Francia. La Russia, che ave-1va rappresentato il più duro ostacolo al nostro intervento con la sua opposizione, nelle trattative per 11 Patto di Londra, alle nostre rivendicazioni in Dalmazia, aveva ripreso ora lo stesso atteggiamento ostile e altezzoso. Le trattative si trascinarono a Londra tra il febbraio e l'aprile del 1917. A un tratto le cose si complicarono. Scomparsa la Russia tra i gorghi della rivoluzione nascente (3 marzo 1917) l'Inghilterra e la Francia, che si erano tenute sino a quell'istante al riparo di Mosca, scoprirono il loro vero volto. La Francia ci faceva sapere che potevamo prendere Smirne, ma dovevamo lasciare Adalia e Mersina. L'Inghilterra, all'opposto, si mostrava disposta a cederci Adalla e Mersina, ma non Smirne. Ed ecco ad un tratto farsi largo la potenza di Intrigo di Lloyd George. Sonnlno veniva improvvisamente invitato ad un convegno con 11 Presidente francese Rlbot e con 11 premier britannico Lloyd George. Scopo del convegno — secondo 11 telegramma di Imperiali da Londra — l'Asia Minore e la Grecia. E' apparso invece assai chiaro dalle memorie di Lloyd George, come da quelle di Ribot, che occasione e oggetto principale del convegno furono le proposte di pace separata presentate dal principe Sisto. Lloyd George scrive in War Memoirs che l'Asia Minore non fu che lo scopo ostensibile del convegno. Ribot dice esplicitamente nel suo Journal che la riunione di San Giovanni di Moriana fu provocata dall'offerta del principe Sisto. Nulla però fu detto preventivamente a Sonnino. Il furbo gallese aveva mandato il suo Ministro degli Esteri Balfour in missione in America e si era a lui sostituito nella direzione effettiva della politica internazionale. Senonchè, inesperto in tale materia e di temperamento focoso, egli s'era acceso, confessa Ribot nel suo Journal, all'idea di trattare la pace con l'Austria. E si riteneva sicuro di indurre Sonnino a cedere Trieste per Smirne. Ma Sonnino era con tutti i suoi difetti un uomo di una solidità a tutta prova. In quella occasione, tutto solo tra gente ostile .e accalorata all'idea di giungere "alla pace, egli stette saldo come un macigno. Sin dalle prime battute Lloyd George comprese che non v'era nulla da fare. Si limitò cosi a mormorare: « Ma se non vi fossero le difficoltà italiane io potrei fare la pace con l'Austria domani ». Fu così che Lloyd George, ingannato dalla sua stessa foga e dalla sua inesperienza, cedette in quel convegno assai più di quanto il Foreign Office non avesse mai pensato di dare. Cominciò allora quella serie di basse manovre per non riconoscere gli impegni di San Giovanni di Moriana, manovre che culminarono nel tradimento del maggio 1919 durante la temporanea assenza della Delegazione italiana alla Conferenza della Pace. Lloyd George fu il triste eroe di quel tradimento. Queste le virtù, questa la sensibilità, questa la conoscenza dei problemi di quegli che fu il dittatore britannico durante la grande guerra. Paulo mayora canamus! Ma per arrivare ad altro soggetto di storia e ad una maggiore comprensione tra 1 due popoli e per poter discutere tra Roma e Londra su un piede di assoluta parità, occorreranno venti anni e numerose altre esperienze. E forse ancora non basteranno. Ugo d'Andrea