Le novità di Desgrange Quest' anno si gira a rovescio di Giuseppe Ambrosini

Le novità di Desgrange Quest' anno si gira a rovescio IL "TOUR» EDIZIONE 1938 Le novità di Desgrange Quest' anno si gira a rovescio Prima di rispondere alla domanda che tutti in questi giorni ci poniamo: « Possiamo vincere questo Giro di Francia e quante probabilità abbiamo t » bisogna, logicamente, fare un esame di tutti gli elementi che influiscono su di un confronto cosi lungo e così complessò: regolamento, percorso, avversari. Prendiamoli uno a uno. Alcune modificazioni del regolamento dell'anno scorso non cre¬ do che possano gran che influire sull'andamento della corsa. Tali sono: la rotazione dei commissari tappa per tappa, la tabella fissa delle penalità (per quanto in questa ci siano disposizioni antisportive, come la scelta tra una penalizzazione in tempo e un'ammenda in denaro, che, sia pure di 50 mila franchi, potrebbe, specie alla fine, essere preferibile), la classifica unica di giornata per le tappe in più settori. Le modificazioni sostanziali sono: l'abolizione della categoria degli individuali, le partenze separate non più a squadre nazionali, ma a gruppi, la limitazione desìi abbuoni. Inquadramento e abbuoni L'esperienza del passato, in cui certi individuali si mettevano al servizio delle squadre, ha consigliato Desgrange ad abolire del tutto la categoria; ma, dovendo prendere più francesi che italiani o belgi (diritto che non si può negare a imi organizza il Giro di Francia) egli ha fatto tre squadre francesi, anziché una. Non credo che la modificazione cambi di molto le cose, ed è certo che ciò rappresenta una inferiorità degli ospiti, tanto più che in questo modo Desgrange ha fatto entrare tutti i migliori francesi, anche quelli'che non avrebbero accettaio il modesto ruolo di individuali. Ci saranno, cosi, tre squadre francesi, una belga, una italiana, una tedesca," una svizzero-spagnola e una' lussemburghese-olandese. Un totale di 96 corridori. Finalmente anche Desgrange ha capito che le partenze separate, cioè le tappe a cronometro per squadre nazionali sono tanto antisportive come quelle a squadre di marca nel Giro d'Italia; e le ha abolite, sostituendole con quelle a gruppi, di cui uno composto delle maggiori squadre (la francese N. 1, l'italiana, la belga e la tedesca) e l'altro delle rimanenti quattro Ma tale sistema si applicherà co me sanzione solo in caso di velo cita insufficiente o di fraudolento d'accordo tra squadre. Ci saranno due sezioni di tappe individuali a cronometro, una di 27 km. nella io», e una di 44 nella 20"-. L'abbuono in volata, che in principio era di 4, poi di 3, poi di 2 minuti e che l'anno scorso era di 1 e mezzo al primo e di 45" al secondo, è stato ridotto a 1 wiinuto. Credo che avremo tutt'altro che da perdere con questa riduzione. L'abbuono in montagna sarò concesso non più su 16 colli, ma su 12 e in misura diversa dell'an no scorso. Mentre in passato l'abbuono spettava solo a chi arrivava primo sul colle, ma staccato dal secondo, quest'anno gli spetterà 1 minuto anche se è primo per un quarto di ruota, più ti reale distacco sino a un massimo di 75". La riduzione dei colli non è certo in nostro favore, mentre l'altra modifica dovrebbe favorire gli scattatori in salita come Bartali e Vicini. Ma penso, come ho detto altre volte, che non saranno queste differenze a decidere della corsa, perchè nessuno ha mai vinto il Tour in virtù degli abbuoni in montagna. Solo Speicher lo vinse nel '33 su Martano per gli abbuoni in volata. L'inversione ci favorisce? Si toma al percorso nel senso inverso a quello delle lancette dell'orologio, senz'aura ragione che quella della novità; ma ciò può influire non poco sullo svolgimento e sul risultato della corsa. Le tappe iniziali, infatti, saranno questa volta ancor più veloci e ^nervose, perchè più facili, sia per ii vento che è più probabile trovare in favore, che per l'assolu. ta mancanza di pavé. Se si pensa .che Bartali non si è trovato a disagio nella Parigi-Lilla, che, invece, moìi jradisce troppo la corsa scoccata in velocità e agitata da scatti e die i francesi e i belai vorranno approfittare delle tappe iniziali per caricare di più minuti possibile ii temuto avversario prima dei Pirenei, l'inversione non ci può far piacere, specie dopo la forzata rinuncia di Favaili. Questo per quanto riguarda la pianura. . . . 3fa l'inversione del percorso è molto più importante per quanto riguarda i Pirenei e le Alpi. Vediamo la differenza dall'anno scor¬ so. La prima tappa pirenaica, che sarà, quindi, la Pau-Luchon, comprende l'Aubisque (m. 1748), il Tourmalet (m. Site), l'Aspin (m. 1480) e il Peyresourde (m. 1545), come Vanno scorso. Il primo è molto più duro (10.3% in confronto a 7.4% di pendenza) dal versante in cui sarà attaccato quest'anno; il secondo è press'a poco lo stesso (circa il lh.5%), il terzo è leggermente più duro (6.5% in confronto a €%), il quar- to, invece, è molto più facile (4% in confronto a 8.3%). 71 complesso delle scalate, quindi, si presenta come più faticoso. Di più, dalla vetta del Peyresourde si scende direttamente, e in 11 chilometri, su Luchon, mentre l'anno scorso dalla vetta dell'Aubisque a Pau c'erano 18 chilometri dt discesa e 37 di piano, che servirono appunto a Lapelile per riprendere. Da questi due punti di vista, dunque, l'inversione della prima tappa dei Pirenei dovrebbe favorire Bartali e Vicini. La seconda tappa dei Pirenei è completamente cambiata, perchè comprenderà egualmente i colli di Ares e di Portet, ma a St. Girons, invece di salire al Col di Port, al Puymorens e al Col de la Perche, si salirà ai piccoli colli di Bouich e di El Tei! e Puivert per scendere in 90 chilometri a Perpignan. La tappa sarà più facile e non si offrirà a grandi imprese di arrampicatori, come non si è offerta, del resto, gli anni scorsi, in senso inverso; nel 1937 a Luchon vinse un velocista, Meulenberg, in volatasu 33 uomini. Veniamo alle Alpi. La CannesDigne sostituirà quest'anno la Digne-Nizza. Questa comprendeva, di salite dure, il Braus, il Castillon e la Turbie, mentre quella comprenderà, oltre i ■ tre suddetti colli, anche quelli di Seranon e di Lèques. Sarà, cioè, più carica di salite, ma le tre prime saranno eguali, perchè prese dalla stessa parte dell'anno scorso, quando si passava due volte da Nizza. C'è, però, una differenza sostanziale: ed è questa: che, mentre l'anno scorso dalla Turbie si scendeva direttamente, in 13 chilometri, su Nizza, quest'anno da col di Lèques ci saranno circa 40 chilometri per arrivare a Digne. E' uno svantaggio o un vantaggio per i nostri? Partendo sempre dalla considerazione, che mi pare inconfutabile, che Bartali sia il miglior arrampicatore del Tour, e che Vicini regga il .confronto con tutti gli altri, la maggior distanza dell'arrivo dall'ultima salita, se i nostri due saranno insieme, dovrebbe essere in nostro favore; ina, in realtà, ciò sarà deciso dalla situazione dì corsa, cioè dal fatto della preponderanza numerica dei fuggitivi 0 de gli inseguitori. La tappa-chiave Ma la tappa chiave del Tour, secondo me, sarà la Digne-Briangon, la tappa dei tre colli alpini: VAlias, il Vars e l'Izoard, quella che l'anno scorso abbattè Bartali dopo la caduta e diede la maglia gialla a Maes. La scalata dell'Allos sarà quest'anno più lunga, ma più dura solo negli ultimi 8 chilometri (6.4% invece del 5.7%); quella del Vars, invece, sarà più corta ed egualmente dura (15%), infine quella dell'Izoard sarà più facile (6.5% in confronto a 7.6%l. Anche qui, però, ci sarà una sostanziale differenza a nostro favore: che, mentre dalla vetta dell'Allos a Digne c'erano 96 chilometri di discesa e piano, che furono, si può dire, quelli che fecero vincere a Lapebie il Tour, dalla cima dell'Izoard a Briangon non ci saranno che 20 chilometri di discesa. L'inversione, quindi, ci dovrebbe essere nettamente favorevole in questa tappa. Infine, la Aix les Bains-Grenoble è stata sostituita dalla BriangonAix les Bains, con l'abolizione della Grenoble-Briancon e relativa salita di Laffrey. Viene, quindi, a mancare la tappa che diede modo a Bartali di prendere la maglia gialla, dopo essersi dimostrato di gran lunga il miglior arrampicatore del Tour. La nuova tappa comprende un nuovo Colle, quello dell'Iseran, il più alto d'Europa, perchè porta a 2769 metri, 119 in più del Galibier, che quest'anno si farà dalla parte più facile e senza le famose scale. Giudice supremo della giornata sarà, quindi, l'Iseran, la cui scalata, che si inizia propriamente a Lanslebourg, è di 1369 metri in 33 chilometri, cioè alla media del 4%. Il dislivello, però, che. in alcuni punti è molto maggiore, è aggravato dallo stato della stradu, per oltre metà sassoso, come era una volta il Galibier. Indubbiamente, quindi, la scalata sarà dura, ma anche qui c'è l'incognita della distanza dall'arrivo, ben 170 chilometri, che potrebbe rimettere ogni cosa a po- sto. come creare distacchi notevolissimi. A stare alla carta, in conclusione, l'inversione del percorso favorirà di più le imprese dei migliori arrampicatori nella prima tappa dei Pirenei e nella seconda delle Alpi, avrà l'effetto contrario nella prima e nella terza delle Alpi, lascerà le cose come prima nella seconda dei Pirenei. Ma chi considera, come me, la tappa dell'Aubisque, del Tourmalet, del- VAspine, del Peyresourde e quella dell'Allos, del Vars e dell'Izoard come le decisive del Tour non può che ritenere l'inversione favorevole agli uomini coi quali speriamo vincere il Tour, Bartali e Vicini. Rimarrebbero, infine, da considerare gli avversari; ma questo sarà il tema del... terzo capitolo della mia presentazione del Tour; il quarto sarà quello in cui esami nero la squadra italiana c il quinto ■ quello in cui risponderò alia do- manda che ho posto nel primo:' « Quante probabilità abbiamo di vincere questo Giro di Francia?». Giuseppe Ambrosini Bartall, Violili, Cottiir, Bergamaschi, Martano e gli altri corridori della squadra italiana per il « Tour » rispondono, dai finestrini del vagone-letto, all'entusiastico saluto degli sportivi torinesi. h t i è lt iù fil (4% VAi dl Pd ll