L'ESERCITO in uno studio del generale Pariani

L'ESERCITO in uno studio del generale Pariani L'ESERCITO in uno studio del generale Pariani L"'Ordinamento Mussolini,,:9.800.000 homini mobilitabili con un armamento tpotentissimo e una celerità eccezionale I Roma, 25 giugno. Il Sottosegretario alla Guerra, generale Pariani, col titolo « L'Esercito dell'Italia Fascista » ha dedicato all'Esercito italiano, assurto a mirabile efficienza e pronto a tutte le prove per la gloria del Re Imperatore e della Patria, un importante studio che vede la luce nella Rassegna Italiana. Dopo un breve cenno storico, dedicato alla decisiva partecipazione delle nostre armi alla guerra mondiale ed all'immenso peso della nostra Vittoria, il generale Pariani traccia il triste quadro. del dopoguerra, quando, nell'ora torbida delle basse passioni e del trionfo demagogico, l'Esercito, sfibrato in estenuanti servizi di ordine pubblico, spesso costretto dalla sua sublime disciplina ad ascoltare nei comizi discorsi che ne offendevano a sangue i più puri sentimenti, si raccolse in se stesso ed alimentò del suo dolore e del grande ricordo del passato la fede nell'avvenire. « Ma presto — egli rileva — risuonò il grido di rinascita: « Vogliamo la grandezza della Nazione, nella materia e nello spirito ». E' Mussolini che lo lancia, Benito Mussolini che riconduce l'Italia di Vittorio Veneto al suo Re. . Sotto la guida del Duce Superata la crisi, l'Esercito riprende infatti l'ascesa della sua potenza, sotto la guida sicura del Duce, che ne farà salda base della sua politica costruttiva e romanamente imperiale. Ed è alle tappe di questa ascesa, recante l'impronta della titanica fatica mussoliniana che è dedicata la parte sostanziale dello studio del Sottosegretario alla Guerra. Il generale Pariani parla innanzi tutto dell'ordinamento provvisorio dato all'Esercito da cui scaturì il primo assetto sommario alla costituzione delle unità, mentre ancora la dottrina si dibatteva ' nella formulazione dell'esperienza della guerra. In questo periodo il Duce, col Suo intervento personale, culminante col grande discorso pronunciato in Senato il 2 aprile 1925, affermò i legami indissolubili tra vita politica, economica e sociale del Paese e gli Istituti militari. Assunto, poi, dopo quel memorabile discorso, il Dicastero della Guerra, elaborava il nuovo programma di ordinamento che prese il nome di « ordinamento Mussolini » ed emanava quei provvedimenti che dovevano accrescere la efficienza delle Forze armate, organizzare le energie nazionali per la guerra, imprimere alla Nazione quello spirito elevato, fermo, patriottico, senza il quale anche le migliori armi diverrebbero inutili. I periodi successivi sono quelli delle graduali realizzazioni ed il Sottosegretario 11 riassume in rapide enunciazioni che trattano dei mezzi e della dottrina. Per una guerra rapida Sancita la necessità della guerra di rapida decisione, come quella più consona alle risorse materiali della Nazione e più aderente al temperamento ed allo spirito nuovo del tempo fascista, si deve creare lo strumento per essa più adatto. « Stabilito il tipo di guerra che si vuole condurre — scrive il generale Pariani — definito in base alla situazione lo scopo da raggiungere, è evidente che i mezzi debbono essere adatti all'ambiente nel quale debbono agire ». E continua, dopo aver specificato i fattori necessari al successo: « Ora noi abbiamo il Capo che possiede, in modo eccelso, il meraviglioso dono dell'intuito, unito ad inflessibile forza volitiva; siamo cioè sicuri della chiara Visio ne, della netta impostazione e del l'inflessibile tenacia per persegui re lo scopo: E l'Esercito sta preparando le formazioni adattabili ai vari ambienti dotati di armi, che consentano travolgente violenza, e di mezzi che consentano celere manovra ». I mezzi, nota il Sottosegretario, sono potentissimi. Armi portatili, bombe, fucili mitragliatori e mitragliatrici di accompagnamento, artiglieria da campagna, da montagna, antiaerea e controcarri, munizioni e artifici speciali, mezzi di collegamento radiotelegrafici, equipaggi da ponte, autoveicoli per trasporto di uomini e di artiglierie, maschere e molti altri ordigni di minor rilievo, sono stati migliorati, rinnovati, creati di nuovo. La motorizzazione impostasi in linea generale, come l'espressione tipica del moderno apprestamento bellico, è oggi per l'Italia uno degli elementi fondamentali di efficienza e di potenza. Le esercitazioni haimo consentito di esaminare al vaglio della pratica applicazione, nuove unità e nuovi mezzi, di esercitare capi e gregari in un quadro realistico che ha permesso di stabilire e definire formazioni, raggruppamenti, dotazioni. Gli studi effettuati ed i provvedimenti ad essi inerenti, hanno portato a differenziare i vari complessi in relazione ai loro compiti ed al terreno, modificando la concezione prebellica che si imperniava su un tipo unico eli Divisione e riservava al fante armato di solo fucile, la risoluzione del conflitto. Le nuove unità Pertanto il battaglione di fanteria che nel dopoguerra disponeva di tre compagnie fucilieri e di una di mitraglieri con otto armi dispone oggi di .39 armi automatiche, delle quali 12 pesanti di maggior calibro e nove mortai di assalto, formidabile dotazione di mezzi perfezionati e potenti. Il reggimento di 'fanteria può appoggiare il movimento dei suoi battaglioni con i modernissimi mortai da 81 e con batterie di accompagnamento e proteggerli dall'azione aerea e dai carri nemici con cannoni da 47 e da 20. La cavalleria, al cavallo, ha aggiunto il carro veloce. I bersaglieri, alla bicicletta, hanno aggiunto la motocicletta con mitragliatrice, nonché il carro veloce e l'autoveicolo per i trasporti rapidi. Le batterie da campagna, e celeri sono state dotate di nuovo materiale da 75/18. L'artiglieria someggiata è stata accresciuta, quella d'Armata, di Corpo d'Armata e talune altre leggere sono state completamente motorizzate conferendo a quest'Arma la maggior mobilità rendendola adeguata a tutti 1 terreni ed alla guerra di movimento verso la quale è indirizzata la nostra preparazione. 1 mezzi tecnici hanno raggiunto un alto grado di perfezionamento per la passione che tutti anima, dimostrando una volta di più che l'ingegno italiano permette di fare da sè. Le Armi ed i Servizi e sopratutto il Genio nelle sue multiformi specializzazioni, hanno compiuto progressi rapidissimi. Per quanto riguarda la mobilitazione è recente l'eco dei tre provvedimenti legislativi sulla premilitare, sulla post-militare e sull'obbllgo della cultura militare nelle scuole. Questi provvedimenti abbracciano la massa dei giovani che attendono di soddisfare gli obblighi di leva ed estendendosi a quelli più adulti, che tali obblighi hanno adempiuto, formando 11 piano organico e possente per cui ogni cittadino valido alle armi è soldato dai 18 ai 55 anni. Le forze mobilitabili Questo piano e l'ordinamento corporativo, stabiliscono l'inscindibilità del cittadino soldato nello Stato fascista, essi rappresentano una forza formidabile, la maggiore ricchezza Italiana; la potenza militare dell'Italia fascista. Questa ricchezza, che si traduce in abbondanza di uomini consente di alimentare lo sforzo, di graduarlo e di. prolungarlo sensibilmente. Dati statistici dedotti dalla grande guerra stanno a dimostrare come lo sforzo di mobilitazione di alcune Nazioni abbia raggiunto in armati il 23 per cento della loro popolazione. Tale sforzo per l'Italia, dotata di una struttura corporativa in funzione dell'interesse militare, deve ritenersi un dato normale. Sulla base di tali approssimazioni l'Italia può mobilitare pertanto 9.800.000 uomini, cioè una cifra pari al 23 per cento della sua popolazione, che per la campagna demografica sostenuta e perseguita dal Fascismo è In continuo aumento. Se a tale massa si aggiungono i 2.300.000 uomini atti alle armi residenti nelle terre dell'Impero e nelle Provincie dell'Africa settentrionale, lo sforzo di mobilitazione dell'Italia Imperlale emerge in tutta la sua potenza. Procedere senza soste . Il Sottosegretario alla Guerra, cosi conclude il suo studio: «La caratteristica delle nuove grandi unità base sarà la capacità di sviluppare « grande potenza di fuoco» assicurando questa anche «alle minime distanze» in modo da consentire sia i grandi concentramene ti di fuoco, sìa la loro distribuzione in profondità e quindi l'avanzata della fanteria con le minime perdite possibili, fino alle minime distanze : - quelle dell'assalto, sotto — mi sia permessa la similitudine — lo scudo delle traiettorie. Nello stesso tempo il numero delle grandi unità ci consentirà la costltuzlone di potenti riserve per la alimentazione della lotta nella voluta direzione, o per celeri manovre. « Infine, ottenuta la rottura, potremo, con le unità specialmente adatte per lo sfruttamento del sue. cesso, completare questa in profondità e vibrare possibilmente colpi mortali. E' questo lo scopo che si raggiungerà con le nuove formazioni che renderanno possibile ad Esercito e Milizia, avvinti nello stesso fascio, il procedere della loro marcia travolgente, in intima collaborazione con l'Arma del cielo, che dall'alto opererà sugli obiettivi, che le saranno assegnati dal Comandante supremo per ottenere il «più rapidamente possibile il raggiungimento dello scopo comune ». Ma per tutto ciò occorre tener presente il grande ammonimento del Duce : « Nella preparazione guai a chi si ferma. E' un vinto prima di combattere ». Perciò le Forze Armate procedono senza sosta. Il generale Lutze rende omaggio al Milite Ignoto, S Il Segretario del Partito parla a Novara

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