Il Duce tra i coloni intenti alla mietitura

Il Duce tra i coloni intenti alla mietitura Spighe d'oro al sole della Romagna Il Duce tra i coloni intenti alla mietitura ■ FORLÌ' 22 giugno. Il Duce di prima mattina ha valuto essere ancora tra i rurali e ha visitato i comuni di Misano, Borghi, Sognano, Poggio Borni e Scorticata. La mietitura è in pieno sviluppo e il Duce ha avuto il saluto festoso della gente della Sua terra, ohe al Suo passaggio levava in alto, con le spighe mature, il suo grido di gioia. Sulla via del ritorno sostava alle cave di breccia di Riva Caibana, indi alla fabbrica cementi Valle Marecchia. Nella piazza di Scorticata annunciava che da oggi il comune dovrà chiamarsi Torriana. Tale nome trova ispirazione dai due torrioni naturali che si elevano sull'abitato, sormontato tuttora dalle vestigia di due torri guerriere. Operai e coloni hanno ovunque accolto il Duce con ardenti acclamazioni, esprimendo cosi la loro riconoscenza per le provvidenze disposte a favore di quelle prolifiche popolazioni. Col popolo dei campi Forlì, 22 giugno. Il Capo del Governo ha trascorso la sua ultima giornata in Romagna tra le sane popolazioni rurali. Le semplici, talvolta rozze, via toccanti manifestazioni di amore con le quali il Capo è stato accolto, Gli hanno detto tutta l'infinita riconoscenza che i figli della Romagna sentono per il loro grande conterraneo ; e sono state dimostrazioni tanto più commoventi in quanto sbocciate spontanee dal cuore degli umili lavoratori dei campi, che sentono, con intuito immediato e infallibile, tutta la grandezza umana e politica del Fondatore dell'Impero. Campane a festa Il Capo del Governo ha lasciato prestissimo la spiaggia adriatica di Riccione per il suo giro odierno. Guidando personalmente la Sua automobile, dopo aver percorso un breve tratto, della via Flaminia, il Duce che reca al fianco Donna Rachele, s'inoltra per le vie campestri seguendo la vallata del Conca. La notizia del Suo arrivo si diffonde in un baleno e i rurali corrono al capoluogo. Le catnpane suonano a festa, e quando il Duce si ferma sulla piccola piazza di Misano in Villa Vittoria un grido erompe esultante dalla folla. Sono presenti il Prefetto, il Federale, il Questore e altre autorità provinciali. Le autorità locali espongono al Duce, che le interroga, te necessità del paese. La folla intanto dà sfogo al suo entusiasmo e scandisce a piena voce con tono martellante e sonoro la parola magica: «Duce, Duce!-» Molti lavoratori hanno gli occhi umidi di lacrime, e mentre i bimbi si stringono -intorno al Duce col loro sorriso luminoso, si levano i canti della -Patria fascista. Le massaie rurali porgono fasci di spighe mature, insieme a cesti di frutta e a fiori di cavipo. Il Federale conte Teodnrani comunica al popolo che il Duce ha disposto per i mezzi necessari alla sistemazione delle strade e al trasporto e all'installazione delia luce elettrica nel paese. Aggiunge inoltre, fra le l'innovate acclamazioni della folla, che il Comune di Misano rimarrà ancora Comune, in ragione specialmente del suo spiccatissimo carattere rurale. L'annuncio determina un'incontenibile dimostrazione al Capo, il quale prima di lasciare il paese elargisce una somma ver l'astio infanttfe. Egli riprende quindi le preferite strade campestri. Uno spettacolo superbo si presenta al Suo sgitardo. Covoni di grano sormontati da bandierine tricolori fiancheggiano la strada a perdita d'occhio, quasi per offrire al Capo, nella loro agreste poesia, il segno della potenza del lavoro e della fede. Il Duce, dopo avere raggiunto nuovamente la via Flaminia, sempre guidando la propria automobile, si dirige verso Rimini. Superata la città malatestiana^ prende la via dei colli, raggiungendo il Comune di Borghi, paese natale della medaglia d'oro Ivo Oliveti, caduto nel cielo di Axum. La madre dell'eroe porge al Capo un fascio di fiori. Benito Mussolini, abbracciando la madre del camerata scomparso, riassume il palpito e il pensiero degli Italiani verso la fulgida figura di Oliveti. Mentre le massaie rurali offrono i prodotti dei campi è i giovani fascisti cantano gh inni dello Eivohtzione, il popolo acclama fervidamente al Fondatore dell'Impero. Bimbi e operai Ed ecco affacciarsi all'occhio del Capo la wsione di Sogliano, tutta ridente in un trionfo di tricolori e in un palpito di cuori. Appena il Duce fa il Suo ingresso nel centro del paese, la moltitudine, nella quale si trovano gli operai della miniera della Perticara, prorompe in acclamazioni impetuose. Benito Mussolini s'interessa minutamente dei molti problemi che attendono da tempo la loro soluzione: Si reca poi a osservare, all'ingresso della casa del Comune, un'interessante esposizione di prodotti locali, e accoglie con lieto sorriso l'offerta della tradizionale « piada » con magnifici frutti e una biondissima albana. Infine il Federale annuncia con elevate espressioni che il Duce ha disposto per il rifornimento idrica delle frazioni, per il fabbisogno dell'ospedale, per la fognatura e la asfaltatura delle strade, per la costruzione di quattro scuole rurali e del macello e per un'elargizione a favore delle famiglie numerose. Prima di lasciare il paese, il Duce visita il convento delle suore agostiniane. Una bimba Gli rivolge un commovente indirizzo, offrendo fiori. Benito Mussolini bacia la piccina sulla fronte e quindi vivamente si interessa al funzionamento del collegio che ha antiche tradizioni. Succesivamente, percorrendo la valle del Marecchia, si è fermato di fronte all'importante cava di breccia di Riva Gaibana, ove duecento operai presentando gli attrezzi di lavoro facevano ala al passaggio del Fondatore dell'Ini pero,'elevando il grido: «Duce, Duce! ». In una breve sosta il Capo conferiva coi dirigenti, assicurando il proprio interessamento per garantire laporo a quelle maestranze e ad altre ancora. ■'Dopo aver passato il fiume a guado, il Capo del Governo si dirige al centro abitato del comune di Poggioberni. Accolto da vibranti manifestazioni di popolo, il Duce visita il bellissimo Parco della Rimembranza che reca nel fondo un agile cipresso dedicato alla memoria di Arnaldo Mussolini, e quindi rende omaggio alla lapide che ricorda i Caduti della grande guerra. Visitato il paese e dopo aver preso notizia dei problemi locali, Egli comunica la concessione dei fondi necessari per i lavori dell'acquedotto, dei fabbricati scolastici e per la Casa del Fascio. Provvede altresì a un'elargizione a favore delle famiglie numerose. Quando il Federale annuncia alla folla le decisioni del Capo, episodi commoventi si manifestano nella moltitudine e acclamazioni sempre più alte salutano il Capo del Governo, che riprende il giro delle Sue visite dirigendosi alla volta di Scorticata. Quivi il Duce trova tutta la popolazione di quella zona montana raccolta nella piazza, cogli attrezzi del lavoro e i vessilli della Patria. Accogliendo le richieste delle autorità locali, il Duce dispone i mezzi finanziari necessari alla sistemazione della sede del Comune, a importanti opere stradali, alla costruzione di scuole e della Casa del Fascio. Concede altresì un contributo per la sistemazione della chiesa e un fondo per le famiglie, numerose. Dopo tali comunicazioni, chi vengono accolte dalla folla con incessanti acclamazioni, il Duce rivolgendosi alla popolazione annunzia che d'ora innanzi il Comune si chiamerà Torriana, e non più Scorticata. Il nuovo nome trae ispirazione e moti-uo dalle due alture che sovrastano l'abitato, sulle quali si scorgono ancora i ruderi delle altissime torri guerriere dei Malatesta. Sulla via del ritorno, Benito Mussolini visita da ultimo in prossimità di Sant'Arcangelo, la fabbrica calce e cementi della valle del Marecchia. Ricevuto dall'ing. Mansuelli, direttore dello stabilimento, il Duce s'interessa del funzionamento dell'importante industria e delle speciali lavorazioni annesse, che consentono l'impiego continuativo di circa duecento operai. Quando il Capo del Governo lascia la fabbrica, gli operai Gl'iniprovvisano un'impetuosa, caldissima dimostrazione. Immediatamente la direzione dello stabilimento, per solennizzare la visita del Capo, dispone per la doppia paga agli operai della giornata odierna e per un'elargizione di lire cinquemila a favore delle opere assistenziali del Partito. Mentre il Capo del Governo torna verso le ore 11 a Riccione, per raggiungere ne} pomeriggio l'Urbe, in questi nostri Comuni rurali le popolazioni contadine vivono ore di gioia e di riconoscenza profonda. Nella valle del Conca Ieri nel pomeriggio il Duce aveva continuato le Sue visite rurali, recandosi a Mondaino ove, ricevuto dalle autorità provinciali e locali, si era interessato delle necessità del luogo disponendo per il completamento dell'acquedotto e per lo svolgimento di altre opere in corso. Prima di lasciare il paese, acclamato dalla popolazione, vivisitava un importante stabilimento df fisarmoniche, raggiungendo quindi il comune di Montegridolfo. Questo piccolo .centro montano mostrava al Duce, con l'offerta di fiori, di frutta, di spighe d'oro e della tradizionale « piada », la sua grande gioia; e Mussolini disponeva per la sollecita esecuzione di alcune opere pubbliche. Attraverso le strade della montagna, il Duce, che aveva al Suo fianco Donna Rachele, giungeva, poi, acclamatissimo, a Montefiore Conca, dove assaggiava l'acqua della fonte — fonte dovuta al Suo generoso intervento — e disponeva per il completamento dell'acquedotto in alcune piccole frazioni e per la costruzione della Casa del Fascio. Mussolini scendeva quindi sino al fiume Conca e risalendo dall'altra parte della valle raggiungeva l'alto comune di Gemmano. Nell'interno del Parco della Rimembranza, il sacerdote benediceva la lapide a ricordo dei Caduti nella grande guerra e Donna Rachele deponeva i fiori che le erano stati offerti dalle massaie rurali. Dopo un lungo tragitto per le strade comunali e campestri, attraverso una splendente teoria di colori e di risioni, il Duce giungeva all'abitato di Montecolombo. Qui il Capo si interessava dell'acquedotto e .disponeva per l'inizio immediato dei lavori. Quindi, dopo una sosta nel capoluogo del comune di Montescudo, ove disponeva per la costruzione delle scuole rurali e per la sistemazione della sede del Municipio, Mussolini si recava a visitare il comune di Cariano. Sull'imbrunire il Duce ritornava verso Riccione. La valle del Conca, dorata di spighe, solcata da lunghi filari di viti e frutta, cosparsa di 7nacchie di olivi, sembrava vivere di una vita nuova, più ardente, più alta, più umana. M. P.