L'Italia della Vittoria alla presenza del Re Imperatore celebra con riti imponenti il Ventennale del Piave

L'Italia della Vittoria alla presenza del Re Imperatore celebra con riti imponenti il Ventennale del Piave L'Italia della Vittoria alla presenza del Re Imperatore celebra con riti imponenti il Ventennale del Piave Grandiosa sfilata a Treviso di tutti i Corpi ed Armi che combatterono nel 1918 la gloriosa battaglia del Solstizio - L'esaltazione degli Eròi del mare - // Principe Umberto, i Marescialli d'Italia, il Segretario del Partito assistono alle superbe cerimonie La rivista delle bandiere (dal nostro inviato) Treviso, 20 giugno. 71 crescendo di emotività nelle commemorazioni della Vittoria sembrava aver raggiunto il suo termine massimo con la « notte sacra» sul Piave: la Vittoria, trasformata in luce, aveva incendiato le sponde del fiume; era salita al cielo con le colonne bianche dei riflettori tenute perpendicolari in modo da sembrarne lo unico sostegno; si era moltiplicata- in falò per i monti; si era rannicchiata umile nei casolari dispersi, punteggiandone le finestre con lumicini tricolori; tradotta in suono aveva persino ingentilito cannoni e mitragliatrici. Il più commovente spettacolo Ma ieri mattina ci aspettava uno spettacolo ancora più commovente. La Vittoria, reindossate le armi, è sfilata davanti a S. M. il Re Imperatore, tutta memore e tutta pronta per nuovi cimenti. E' sfilata al completo, nella sua visione storica e nell'irrobustimento fascista. Scrisse Machiavelli che « senea armi proprie nessun principato è sicuro » (Il Principe, capitolo XIII). Ma oggigiorno le armi non si limitano più a quei giuocattoli che danno la morte; è arma il lavoro, lo spirito, là disciplina, l'organizzazione, un complesso monolitico che esìge la mobilitazione perenne, pur senza costringerla nei ranghi o chiuderla nelle caserme. Orbene, questa magnifica realtà s'è presentata a S. M. il Re Imperatore in poco più di un'ora, nel magnifico scenario del cielo serenò e di quel verde ricco delle ville veneziane. Erano con S. M. il Re Imperatore anche il Principe Umberto, il Conte di Torino e il Duca di Genova; sul palco reale, eretto in viale Vittorio Veneto, si trovavano S. E. Starace, Segretario del Partito, i Quadrunviri De Bono e Italo Balbo, l'ammiraglio Costanzo Ciano, l'ammiraglio Salsa, il Maresciallo Perori Giraldi, i Vescovi di Treviso e Cenedà, S. E. Valle, Sottosegretario all'aeronautica, gli onorevoli Pariani, Jannelli, Medici del Vascello, Delcroix, Tassinari, Bmgi, Gasparini, il ministro di Stato Rava, lì Prefetto di Treviso Itiio Foschi; moltissimi generali tra i quali abbiamo riconosciuto Basico, Pricolo, Pirzio Biroli, Oli, Sani, P.erris, Ascoli, Mambretti, Moizo, Guzzoni, Scimeca, Briganti, Calcagno; il labaro delle medaglie d'oro con le medaglia d'oro Risso, Rossi Passavanti, Caroiei. Leoncini, Milani, Turrini, Amilcare Rossi, Morozzo della Rocca, Possi, De Cesaris, Brenci, Mignami, Buchi, Aonso, Buttini, Gramigna e don Mazzoni. La gloriosa sfilata Ha aperto la sfilata il labaro del Partito con le insegne deità marcia celere su Gondar, seguiti dai labari delle Federazioni pro; vincialì e delle fiamme della provincia di Treviso, dei reduci d'Africa, dalle organizzazioni sindacali, dopolavoro, carabinieri, granatieri, associazione del fante (con il sen. Rossini), bersaglieri, alpini, artiglieria, (con il conte Orsi), genio, cavalleria, autieri, associazione delle famiglie dei Caduti, grandi invalidi, mutilati, il campo Piave, la bandiera del nastro azzurro (con il generale Fletta), quelle dei volontari (con Coselschi), dell'associazione dei combattenti, degli arditi (con il gen. Zoppi), un battaglione della Milizia della 50.a legione, le bandiere dei comuni decorati con medaglia d'oro (Vicenza, Venezia, Treviso, Osoppo, Pieve di Cadore, Bussano), reparti del 55.o fanteria, il battaglione San Marco, artiglieria motorizzata, i labari dei bersaglieri, degli alpini, dei reparti d'assalto, dell'artiglieria, della finanza, del genio, dell'automobilismo, dell'aviazione, delle 22 Legioni della Milizia che combatterono in A. O. Hanno chiuso la sfilata i carri armati e il 9.0 bersaglieri, di corsa. Ogni elenco è freddo; ma anche dall'indice si sprigiona un romanzo. Nel caso presente non è molto difficile ricostruirlo. Alla rassegna sono stati invitati tutti i corpi e tutte le armi che combatterono la battaglia dall'Astica al mare nel giugno 1918. A volerli precisare si farebbe più presto a dire chi non ci fu. Ogni bandiera o labaro era accompagnata, oltre che dal personale di rito, da 10 soldati giovani in armi e da 10 ex-combattenti, fattisi richiamare per l'occasione; e tra i due gruppi vi era una gara di fierezza e di prestanza fisica. Le bandiere della fanteria erano 148 (comprese quelle dei granatieri) e contendevano a quelle della cavalleria il primato deH'e**-»-BteHe-forJte.- Cito tra le più provate quelle del l.o e 2.0 granatieri, 3.0, 4.0, 5.o, 6.0, lO.o, ll.o, 12.0, 15.0, 16.o, 21.0, 22.o, 24.o, 26.0, 31.o, 37.o, 38.0, 53.0, 56.0, 58.0, 59.0, 60ìo; 73.0, 79.o, 91.0, 92.o fanteria. Nelle loro bandiere riviveva tutta la storia d'Italia. Momento emozionante Ad un tratto i tamburi cessano; la musica continua in sordina; passano in automobile i grandi mutilati, fieri della loro sventura; volgono verso il Re Imperatore ì loro volti anche se privi di sguardo in una immobilità di statua, quale soltanto un giuramento, sempre mantenuto, può assumere. I 7>iutilati hanno dimenticato le loro ferite, costringendo i muscoli a obbedire perchè la marcia non si impoverisca in oscillamenti. Gli arditi sembrano lanciati in marcia contro un nemico invisibile. E infine i mutilati del Campo Piave, scelti cioè tra coloro che furono volontari in A. O., malgrado le ferite precedenti, hanno detto quanta resistenza e continuità si può chiedere al soldato italiano. Devo sorvolare sugli altri anche perchè un bel periodo non è composto di soli punti esclamativi. La folla assiepata e commossa ha applaudito continuamente e continuamente ha lanciato fiori. Grida di « Viva il Re! Viva l'Imperatore! Viva il Principe! Viva 11 Duce! Viva Casa Savoia! » si [rincorrevano, si accalvacavano in ondate di entusiasmo. Prima della rivista, la città di Treviso, che nell'affetto per il Re Imperatore tiene sempre il ricordo di averlo avuto tra le sue mura durante le ore del pericolo maggiore, ha accolto il Sovrano con quelle manifestazioni schiette che partono dal popolo e di cui il popolo italiano ha il segreto. Sua Maestà è giunto alle ore dieci con il treno reale. Alla stazióne si trovavano S. A. R. il Principe di Piemonte, S. A. R. il Conte di Torino, S. A. R. il Duca di Genova, il gen. Pariani, S. E. Starace, il Prefetto Italo Foschi con le altre autorità della Provincia. Il Podestà di Treviso, Italo Candiago, all' altezza dell"arco eretto in onore del Sovrano, ha letto un indirizzo di saluto da parte della popolazione, che l'ha sottolineato con applausi. Dopo aver fatto deporre una corona di alloro sul monumento dèi Caduti iw guerra e una presso la lapide dei Caduti per la Rivoluzione, Sua Maestà si è recato al palazzo del Governo. Insistentemente chiamato dalla folla, si è affacciato al balcone e un'ardente manifestazione è salita a dirgli l'attaccamento dell'anima trevigiana, non facile all'entusiasmo e perciò, nell'entusiasmo, più prorompente e più schietta. Antonio Antonucci i , a 0 e i e IL RE, ATTORNIATO DAI PRINCIPI E" DALLE ALTE AUTORITÀ', ASSISTE ALLA SFILATA DELLE BANDIERE E DEI . COMBATTENTI A TREVISO. Fuochi sul Piave nella notte sacra: ma ora soni» fuochi dolci, mirabili. Lo spettacolo visto dalla riva di Nervesa. Sulla riva dell'Impero a Venezia durante la consegna delle bandiere ai sommergibili. (Telefc-to)