PREVISIONI DI RACCOLTI e statistiche

PREVISIONI DI RACCOLTI e statistiche PREVISIONI DI RACCOLTI e statistiche E* probabile che la mietitura darà almeno 65 milioni di quintali Tutti hanno certamente letto la notizia diramata dal Ministero di Agricoltura intorno all'andamento attuale delle campagne in Italia, e tutti avranno preso àibto con soddisfazione che vi è in generale un sicuro miglioramento delle previsioni che si facevano ai primi di maggio dopo la lunga siccità e le gelate o i freddi eccezionali della seconda metà di aprile. Il frumento si è rimesso in modo da far stupire: tuttavia, poiché i danni maggiori si erano avuti nelle zone che più pesano sull'entità del raccolto italiano, questo non potrà essere che di parecchio inferiore a quello del passato anno. Il segretario del Comitato del grano, prof. Ferraguti ha accennato tempo fa ai 60 milioni di quintali. Con i miglioramenti avvenuti di poi è probabile che si salga intorno ai 65 milioni almeno. Deficente rimane il raccolto delle frutta poiché ciò che le brinate o le vere gelate distrussero in Piemonte, Alto Adige, Veronese, Modenese, ecc. non è soggetto a miglioramenti. E' molto spiacevole veder perduto, ad esempio, l'80 o 85 per cento del raccolto delle mele in Alto Adige, uno dei centri di più cospicua produzione frutticola. Per fortuna Italia centrale e soprattutto meridionale e insulare si portano bene. Abbiamo bisogno di molto di que sto materiale atto a procurare divise e òro al'paese. Deficente è stato il prodotto dei primi tagli foraggeri. In questo campo quest'anno è indispensabile dare il valore di coltura d'importanza a quella degli erbai, di granturco foraggero, di sorghi, vigna sinensis, trifoglio incarnato, colza e ravizzone, ecc., valendosi più che si può dei silos, i quali consentono con la stessa quantità di foraggio di mantenere quasi un quinto di bestiame in più. Il granoturco si inizia bene. Delle colture industriali, la canapa ha quest'anno un maggior investimento di oltre un migliàio di ettari, la barbabietola di 7 mila ettari, il lino di un migliaio di ettari: anche queste colture vanno meno peggio di quello che si credeva. Quanto ai bozzoli che ormai sono al raccolto e palesano un apporto totale al paese parecchio inferiore allo scorso anno causa i danni del freddo ai gelsi, merita di far subito allevamenti estivi che vanno fino a metà luglio. Per questi si ricordi di lasciare il seme bachi alla temperatura . naturale, in strato sottile e solo difendendolo dai raggi diretti del sole, e di dare nelle prime età parti molto frequenti, quasi ogni ora. La foglia non manca visto il vigoroso rigetto avuto dopo le brinate e visto il minor consumo dei primi allevamenti. La promessa delle viti, tolto in alcune zone del Piemonte e dell'Emilia, è in generale buo. na. I prezzi del vino salgono e merita di avere ogni cura per salvare i grappoli dalle tignole e dalla peronospora, non dimenticando i trattamenti pulverolenti che pei grappoli sono i più efficaci. A proposito delle cifre sui raccòlti agrari, è tempo di porsi crudemente ma utilmente, ai fini delle provvidenze e delle disponibilità, la domanda: dobbiamo crederci alla lettera? Non solo con questa domanda non 'si infirma il lavoro intelligente, coscienzioso, preciso che è fatto dall'Istituto centrale di statistica, veramente benemerito, ma si viene, anzi, in aiuto ad una proposta che lo stesso Istituto replicatamente ha fatta. Forse tutti sanno quanto erano cervellotici i dati della statistica agraria fino al 1909, anno in cui, per merito del compianto prof. Valenti, si pose mano finalmente a un riordinamento serio del servizio e a un catasto agrario. Non tutti forse sanno o ricordano che per merito dell'Istituto di statistica, un nuovo catasto agrario è stato fatto nel 1929 con molta cura fissando quello che era l'aspetto della nostra economia agricola con minuzia di analisi, così che giustamente la massa dei 94 volumi per provincia e quelli, riassuntivi, giustamente fu detto dal Duce u gran libro dell'agricoltura italiana. Ma sino a quando non fu possibile innestare la rivelazione annuale delle superfici a determinate colture e loro produzione sul catasto nuovo, ciò che non ha potuto esser fatto integralmente che due anni or sono, quanti errori per quelle coltivazioni di cui si rilevava solo la produzione! Per una ventina di coltivazioni le differenze toccano o superano il 50 per cento! Generalmente l'errore derivava da un errato apprezzamento della produzione unitaria. Per esempio, in materia di frumento, pel quale il catasto nuovo ha quasi confermato il dato della statistica e rettificato di poco quello della produzione, e avvenuto che la produzione della Sicilia fosse data per un terzo in più di quella effettiva! E la Sicilia conta per oltre un sesto sul totale raccolto granario. La produzione di prati in rotazione e erbai è data, invece, per un buon quinto in meno; quella delle patate per 20 milioni di quintali invece di 28; quella delle fave in 4,8 invece di 6,7. Peggio per ortaggi e frutta. La produzione del cavolfiore era segnata pel 47 per cen^ to in meno; quella degli agrumi un terzo meno ; quella della vite il 13 per cento in meno nel to tale, ma vi erano compartimenti come l'Umbria che segnava- notrpigeerdovonareguri28va13duneermtibustquvachmv'ninanuple mcodigutacogdgsoleè trchGchadsprintislervsmvedsssppLasgssacpdmmpsstt<tc«cbecbvgdSc7tsSasdCgndalmbsnzasdtgP no il 59 per cento in meno, mentre il Lazio accusava il 30,5 in più e la provincia di Roma esagerava del 71 per cento! Alcuni errori risultano avere del madornale. La produzione in cavolfiori della provincia di Savona era data dieci volte superiore alla reale: un raccolto che figurava per 286 mila quintali si riduceva in realtà ad appena 28 mila! Firenze invece segnava 1000 quintali mentre erano 133 mila! Tutti purtroppo abbiamo creduto a queste statistiche che nel periodo dal 1930 al 1935 erano così viziate. Fortunatamente l'Istituto centrale di statistica si dispone, ed è già a buon punto, a rivedere la serie storica dei dati, sui quali chi sa quanti scrittori e autorità avevano basato i loro ragionamenti. Occorre dunque, se si vuole che la statistica realmente illumini come lo può fare ora che v'è un Istituto così bene organizzato, dare il modo di aggiornare sempre la rilevazione annuale, perchè un catasto completo non è cosa così semplice e lieve da potersi rinnovare molto di frequente. Certo l'agricoltura, oggi pervasa di tanto dinamismo, merita di essere seguita a distanze minori con catastazioni precise. Ma intanto, come giustamente rileva l'egregio prof. Paolo Albertario, capo di questo Servizio, in un diligente importante studio apparso nell'ultimo numero del bollettino ufficiale, ciò che più urge è di assicurare una adeguata attrezzatura agli uffici periferici che raccolgono le rilevazioni. Gli ispettorati di agricoltura, che hanno sostituito le Cattedre agrarie, non sono oggi in grado, per deficienza di personale specializzato e di mezzi, di corrispondere a dovere alla missione loro affidata nel campo statistico. Se non si provvede presto anche i dati dell'odierna rilevazione annuale^ si allontaneranno dalla realtà come è avvenuto in passato e in un passato poco lontano come si è dimostrato. Guai se non si provvede presto ! Tutte le deduzioni, e anche i provvedimenti statali, die conseguono alle cifre statistiche sugli effettivi raccolti rischiano di non essere campati sulla realtà. E con che danno per la Nazione ognuno comprende. Arturo Marescalchi Id

Persone citate: Arturo Marescalchi, Duce, Ferraguti, Modenese, Paolo Albertario, Valenti, Veronese