Londra non si commuove per la speculazione sovietica

Londra non si commuove per la speculazione sovietica gli aeroplani - fantasma Londra non si commuove per la speculazione sovietica Daladier non osa dire la verità e ristabilire il controllo alla frontiera dei Pirenei limitandosi a misure antiaeree Londra, 9 giugno. Già ieri sera si era avuta l'impressione che il governo britannico intendeva resistere all'attacco portatogli dai socialisti liberali e edenofili i quali reclamavano che Londra prendesse provvedimenti decisivi per impedire le operazioni dell'aviazione franchista contro i porti della Spagna rossa. Infatti già ieri sera potevamo smentire la notizia che attribuiva al rJoverno di Londra l'intenzione di sequestrare le navi franchiste nei porti britannici allo scopo di rivalersi di quelle affondate in seguito ai bombardamenti. Procedimenti cauti Stamane quattro giornali — e fra questi 11 Daily Express e il Daily Mail, fogli conservatori, ma che, costi quel che costi, in fatto di sensazionalismo non possono soffrire di lasciarsi battere dal Daily Herald e dal News Chronieie — hanno stampato sotto titoloni grossi e neri come tanti assi di picche, che il governo britannico intendeva radunare una conferenza che, per dirla in breve, avrebbe dovuto essere una Nyon dell'aria. A leggere ben bene non c'era da allarmarsi troppo giacché dei prudenti punti interrogativi distribuiti fra i caratteri più piccoli rivelavano che la cosa era frutto di quella certa manovra di avvolgimento contro il governo di Chamberlain di cui abbiamo parlato ieri. La storiella è durata poco. Nel la tribuna che ospitava la stampa durante la parata per il com< pleanno di Re Giorgio alle 10 di stamane la notizia era ormai com pletamente sgonfiata e più che della cosa in sè e per sè e della relativa minaccia, si parlava dei suoi secondi fini e del modo come era stata organizzata. Stasera lo Evening News era costretto a sgonfiare a metà il patrone che era stato, lanciato al mattino dal suo consociato il « Daily Mail ». Niente « pattuglia aerea » a imagine e somiglianza di quella navale. Ma, scrive, il collaboratore diplomatico di tale giornale, il Governo sta considerando la possibilità di inviare e mantenere nei |>rti ancora soggetti alla dominazione rossa squadre navali internazionali con l'ordine di far fuoco contro gli aeroplani impegnati in operazioni contro i porti. Neanche questo è vero. Ci è stato smentito nel modo più preciso dalla più competente autorità britannica. In effetto ci è stato detto che il Governo di Londra riconosce che una azione bellica compiuta entro il limite delle tre miglia delle acque territoriali equivarrebbe a intervento nel conflitto. Gli esperti del Foreign-Of f ice si sono anche oggi occupati a studiare i mezzi per impedire le perdite di navi e di vite britanniche ma la situazione è cosi comlicata e computabile che il Governo procede con ogni cautela. Vi sono innumerevoli difficoltà d'ordine tecnico e d'ordine legale. Riprendiamo, tanto per fare un esempio, la possibilità prospettata questa sera dall'-Eueninsf News di squadre navali che facciano fuoco contro gli apparecchi. Se sparano entro le tre miglia dalla costa, tale azione deve a tutti gli effetti considerarsi come intervento; se sparano tenendosi fuori delle tre miglia, sarebbe un giuoco: che tre miglia sono quasi 5000 metri; come colpire un apparecchio a quel la distanza senza tener conto del l'altezza! Inoltre si riconosce che le navi mercantili che entrano nei porti rossi lo fanno correndo un rischio noto e speciale. Non è un mistero «he gli equipaggi richie dono per tali viaggi salari tripli del normale. E mentre si afferma che quelle navi che hanno a bordo un osservatore del Comitato di non intervento trasportano merci com prese in una certa Usta approvata molti mesi addietro dalle Potenze aderenti al Comitato Plymouth, si riconosce che quella lista non è ap provata dal Governo nazionale spagnolo. Per citare l'ultimo caso: oggi stato affondato un piroscafo francese che i giornali di Londra dicono carico di «fertilizzanti», cioè nitrati. Ma 1 nitrati stanno agli esplosivi come la farina sta al pane e la lana alle uniformi. grdqtctnpucnportidds Niente Nyon aerea Quanto alle informazioni stampate dai quattro giornali gialli di stamane circa il progetto britannico per una Nyon aerea, è stato dichiarato ufficialmente e nel modo più esplicito che « esse sono completamente destituite di fondamento ». Il collaboratore diplomatico del Daily Telegraph, in una nota che sarà pubblicata domattina, scrive che « le voci secondo le quali verrebbe formata una flotta aerea anglo-francese per contrastare le operazioni dell'aeronautica franchista hanno causato sorpresa tanto al governo britannico che a quello francese » e aggiunge che tale possibilità fu esaminata attentamente già nell'autunno scorso a Ginevra da un gruppo di esperti e fu dichiarata impraticabile anche come mezzo per impedire attacchi aerei in mare aperto. Dopo questa messa a punto che il governo britannico ha ritenuto necessario fare allo scopo di neutralizzare la manovra di quei mestatori che lavorano a Londra in coppia con quelli di Parigi, si può ritenere che la situazione — che di prima mattina si poteva ritenere pesante — sia più chiara e in certo senso più distesa di quanto fosse 24 o 36 ore addietro. Il Governo di Chamberlain ha dimostrato ancora una volta di guardare agli eventi senza paura di affrontare responsabilità ma con fredda calma. Lord Halifax dopo l'intensa giornata odierna è ripartito per riprendere le interrotte vacanze di Pentecoste. Chamberlain per quanto si sia mantenuto e si mantenga costantemente in contatto con Downing Street non è rientrato a Londra, e salvo imprevisti, non tornerà prima di lunedi. E' probabile che allora egli convochi un consiglio di gabinetto a meno che non preferisca attendere la normale riunione del mercoledì per discutere del problema che la opposizione ha tentato di sfruttare facendone un manovra destinata nel campo internazionale a fare il giuoco di quelli che vogliono dar fuoco all'Europa nel campo domestico e guadagnare qualche sedile in parlamento. Leo Rea Palloni sgonfiati e esitazioni persistenti Parigi, 9 giugno. Le bombe cadute su due piroscafi inglesi e su un piroscafo francese a Denta e a Castellon hanno fornito alla stampa francese l'occasione di agitare, di concerto con una parte della.stampa britannica, lo spauràcchio di un nuovo patto di Nyon, cioè di un sistema di pattuglie aeree diretto a paralizzare la libertà di azione delle forze aeronautiche spagnole. Notizie ulteriori da fonte inglese dichiarano le voci in questione prive di fondamento. In pari tempo la montatura dei giorni scorsi circa le 24 bombe cadute a Cerbera, ad Ax e ad Orgeix, accenna a sgonfiarsi. Il riserbo di Daladier Daladier non ha ancora fatto conoscere 1 risultati della Inchiesta da lui personalmente condotta al riguardo nei dipartimenti dell'Arlège e del Rousslllon. Provocato oggi alla Camera dal comunista Peri affinchè si pronunciasse in merito, egli si è limitato a dire: « La Camera non sarà sorpresa se io non espongo a proposito del « collettivo » la politica estera della Francia. Ciò formerà l'oggetto di un altro dibattito in cui il governo spiegherà chiaramente la sua politica. Oggi devo dire che nulla permette all'ora attuale di precisare l'origine degli aeroplani che hanno lasciato cadere le bombe vicino a Orgeix nell'Arlège. Le scheggia sono state raccolte dai tecnici. Un lavoro paziente continua nell'arsenale di Tarbes. E' soltanto sul risultati di esso che 10 baserò la mia opinione. Quel che mi è sembrato Importante è di accelerare i lavori di difesa antiaerea alla frontiera spagnola. Posso dire fin da ora che degli ordini sono stati dati affinchè gli aeroplani qualunque sia la loro nazionalità che passeranno la frontiera francese vengano fatti segno al fuoco delle batterie antiaeree ». I tentativi di Peri e del socialista Noguéres di suscitare una discussione burrascosa sono andati a vuoto dopo qualche scambio di invettive fra la destra e la sinistra. E' ormai di ragione pubblica che secondo i periti mandati sul posto, i nove apparecchi incriminati, che i soliti organi dell'antifascismo avrebbero voluto gabellare per nazionali, erano dei « Bloch > governativi. L'inchiesta avrebbe accertato fra l'altro che gli apparecchi venivano da Barcellona e effettuavano una incursione sulle posizioni nazionaliste di Tort. Le misure aeree alla frontiera Gli informatori segnalano che sull'aerodromo di Perpignano sono stati concentrati trenta « Dewoitine » con motori da 690 cavalli che si danno il cambio durante il giorno nel cielo pirenaico per esercitare la vigilanza sulla frontiera. Si tratta di apparecchi di velocità non superiore a 400 chilometri all'ora. Un altro aeroplano sarebbe stato visto nel pomeriggio di ieri sorvolare la rada di Saint Jean de Luz. Ma sarebbe un aeroplano nazionalista, del quale vennero riconosciuti i distintivi e che si suppone abbia fatto rotta sbagliata. Non appena accortosi dell'errore, l'apparecchio avrebbe virato sulle acque della rada e sarebbe tornato verso San Sebastiano. Mentre la stampa di sinistra segna il passo, spiando le reazioni londinesi agli incidenti di Denia e di Castellon nella speranza che essi si prestino a venire sfruttati, 11 ministro degli Esteri moltiplica le esposizioni alle commissioni competenti della Camera e del Senato, evidentemente ansiose di conoscere il pensiero del governo sulla situazione internazionale. Alla commissione senatoriale Bonnet ha esposto lo stato dei lavori del Comitato di Londra, rinnovando per l'ennesima volta la dichiarazione di prammatica secondo cui la Francia « resta fe dele alla politica del non inter vento ». Egli si è diffuso soprattutto sul problema delle relazioni con l'Italia e sugli accordi anglo italiani, nonché sull'incidenza dei medesimi sulla situazione -spagno la. Parecchi senatori e fra questi l'ex-ambasciatore Besnard, Lavai, Peyronnet, Berthod, Millerand e Dumont interrogarono il ministro sulle difficoltà esistenti tra Francia e Italia, sulle forniture di armi alla Spagna rossa e sulla situazione nell'Europa centrale, e il senatore Berenger espresse al ministro la fiducia del Senato. Le buone intenzioni... a a e i A queste felicitazioni si associa il Journal des Débats ma non senza rilevare che le buone intenzioni di Bonnet non serviranno a nulla finché il Governo non si deciderà a permettergli di tradurle in pratica. « Il ristabilimento del controllo alla frontiera dei Pirenei sta bene, osserva l'organo moderato. Ma perchè il ministro non dispone di sua iniziativa che sin da ora sia posto termine al traffico con la Spagna rossa? Noi abbandoniamo in tal modo i benefici delle nostre migliori decisioni. Allo stesso modo rifiutandoci a qualsiasi contatto con il Governo di Burgos, noi ci priviamo di qualsiasi azione utlle per proteggere la nostra frontiera del sud ovest contro una eventuale minaccia militare. Con questa passività straordinaria noi rendiamo più difficile inoltre la desiderabile ripresa dei negoziati franco-italiani, la cui felice conclusione avrebbe cosi eccellenti effetti nell'Europa inquieta di oggi. Il signor Bonnet ha- certamente la volontà di far uscire la nostra diplomazia da questa posizione falsa e penosa. Sono dei movimenti di politica interna che gli impediscono di agire conformemente agli interessi nazionali. E' necessario che una tale situazione non si prolunghi ancora ». L'Idea del Journal des Débats è la stessa enunciata ieri dal Temps: quella cioè che allo stato attuale delle cose convenga alla Francia negoziare direttamente con Franco la chiusura effettiva della frontiera pirenaica Invece di attendere in proposito una decisione del Comitato di Londra, decisione della quale il Governo di Burgos non avrebbe motivo alcu no di sdebitarsi. L'organo repubblicano indicava anzi quali dovrebbero essere le richieste fran cesi per accordare la chiusura, e cioè in primo luogo un accordo per l'acquisto delle piriti spagnole è la facoltà di controllare che nè l'Italia né la Germania otterranno mai in Spagna un punto di appoggio permanente capace di essere utilizzato contro la Francia. Gli accordi tra Roma e Tokio Circa i rapporti franco-italiani, sul Capital il senatore De Monzie sostiene che la sola medicina da applicare loro è « la cura del silenzio » e invita velatamente Herrlot a ricordarsi che per andare a Belgrado bisogna ormai passare da Roma e che <: è vano speculare su rivalità abolite». In una corrispondenza romana il Temps si occupa d'altra parte non senza malumore della collaborazione italo-nipponica in Cina, parlando delle due missioni inviate dall'Italia in Estremo Oriente sotto la presidenza del marchese Paolucci de Calboli e del senatore Conti e non dissimulando che le prospettive aperte dagli accordi in elaborazione fra Roma e Tokio sono di tale importanza da giustificare la probabile prossima entrata In giuoco di-un vero e proprio asse Roma-Tokio. « L'Italia e il Giappone — dice il Temps — stanno per concludere un trattato, terzo della serie, il quale comporterà il sistema di clearing e dei contingentamenti. L'Italia ne avrà benefizi importanti. E' cosi che essa otterrà la possibilità di sviluppare una larga attività tecnica nella Cina del nord mediante la costruzione di officine, l'invio di macchine e di operai, ecc. Si tratterà anzitutto di industria pesame e di fabbriche di automobili e di aeroplani. Il trattato che consacrerà la collaborazione economica Italo-giapponese in Cina vedrà la luce fra poco. Questo fatto meriterebbe — aggiunge il giornale — numerosi commenti. Diciamo in due parole che sarebbe errato considerare rapporti italo-giapponesi soltanto attraverso il p?.tto antibolscevico, I legami che esistono tra Roma e Tokio vanno più lontano. Si può anche diro che se essi continuano a sviscerarsi nell'avvenire rome durante questi ultimi mesi po tranno avere in Estremo Oriente un'Importanza simile a quella che possiede in Europa l'Asse RomaBerlino. In ogni modo il problema che essi pongono merita di essere studiato da vicino da tutte le potenze che hanno interessi in estremo oriente. Dinanzi agli avvenimenti che si svolgono Ri Cina un asse Roma-Tokio sarebbe di natura tale da scuotere parecchie posizioni acquisite »,