La strada tra Albocacer e Castellon praticamente tagliata dai nazionali di Riccardo Forte

La strada tra Albocacer e Castellon praticamente tagliata dai nazionali La strada tra Albocacer e Castellon praticamente tagliata dai nazionali La carrozzabile Teruel - Sagunto minata dai rossi Notevole miglioramento della situazione sulla costa (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) ■Fronte di Teruel, 4 giugno. La battaglia nelle pieghe montagnose del Maestrazgo, fra Teruel e Valenza, non è più battaglia manovrata. Essa assume l'aspetto di un addentamento delle successive barriere difensive erette dai rossi, pei- arginare l'avanzata dei nazionali. Le fortezze montagnose, solcate di camminamenti e punteggiate di nidi di mitragliatrici, cadono a una a una, dopo lente operazioni di aggiramento; ma neppure l'aggiramento è facile: occorre scoprire il punto debole, il meno guarnito; quello dove l'infiltrazionè è possibile e da cui si può irraggiare, in un senso o nell'altro, per prendere a rovescio il sistema difensivo nemico. Il nuova ostacolo Oggi i rossi hanno imparato a non lasciarsi prendere alla sprovvista, non combattono più con la primitiva ignoranza di un anno fa, Quando una di queste barriere fortificate sta per cadere, i rossi, anziché insistere in una difesa di sperata e lasciarsi accerchiare, perchè i nazionali trovino, dopo una lunga resistenza, il vuoto dinanzi a sè, si ritirano invece a tempo, preservano i loro mezzi beHici e costruiscono un'altra-barriera difensiva, più indietro, prima che l'avanzata dirompa attraverso la breccia aperta. Meno resistenze disperate, ma più avveduti ripiegamenti finiscono col ritardare praticamente più di quelle la avanzata di chi deve ineluttabilmente vincere. Così l'offensiva rallenta il mio impeto iniziale, le posizioni devono essere prese a una a una, i-mezzi di attacco devono spostarsi rapidamente dall'uno all'altro settore, per assalire prima l'una, poi l'altra posizione e mantenere allineato il fronte, per evitare ogni sorpresa. Da circa un mese, cioè da quando i nazionali, raggiunto il mare a Viiiaroz, conquistata Benicarlò e Peiiiscola, si videro sbarrato il passo da una forte resistenza davanti ad Alcaìà de Chivert, lungo lei costa, la battaglia si svolge con questo ritmo. Molto terreno è stato guadagnato in un mese e mezzo. Tutto il grande triangolo Te ruel-Morella-Alcalà de Chivert è stato occupato a poco a poco per via di successivi sgretolamenti e aggiramenti parziali; e la lunga e faticosa conquista è stata corona ta. tre giorni fa dall'entrata delle truppe nella Puebla de Valverde, centro della organizzazione mili tare rossa del Levante. La pressione delle truppe natio noli verso il sud ha due grandi di rettrici: la strada Teruel-Sagunto, che raggiunge il mare a. una ventina di chilometri a nord di Valenza, e la regione costiera. Sulla via di Sagunto, la brillante conquista della Puebla di Valverde ha spostato il fronte nazionale fino a ventisette chilometri a sud di Teruel e a novantasei chilometri di strada da Sagunto. Sulla strada di Sagunto i rossi ricorrono da due giorni al mezzo più efficace che possa ritardare la marcia nazionale. Questo mezzo è la dinamite. Per la prima volta in questa battaglia nel Valenzano, le grandi strade, che sembra aspettino con impazienza di essere premute dai pesanti autocarri, sono interrotte Le strade e non i ponti. Finora, salvo rare eccezioni, i rossi facevano saltare i ponti; si riusciva sempre ad attraversarli, quando non vi era l'ostacolo di agglomerazioni trasformabili in una fortezza, si tracciavano piste sulle quali i convogli scendevano lentamente a fior d'acqua, attraversavano i fiumi su tavolati e risalivano alla sponda opposta. Óra i rossi non si accontentano di troncare i ponti: tagliano le strade. I tre punti di resistenza La carrozzabile da Teruel a Sagunto è incisa in molti punti da grandi falle apertevi a forza di dinamite. Nell'impossibilità di attraversare queste falle o di colmarle sotto il fuoco nemico, occorre andare per i lati, aprirsi a ventaglio su per i monti, conquistare le creste una dopo l'altra, inserendo due sproni aguzzi attraverso lo schieramento difensivo del nemico, e finalmente unire le due punte su un tratto più lontano della strada, tratto che viene raggiunto e liberato e che può essere allora riparato, senza pericoli, dai servizi del Genio. Così gli automezzi possono avanzare e trasportare avanti le batterie pesanti. Ma, nel frattempo, sono passati alcuni giorni. Il nemico ha avuto il tempo di ricor stituirsi su una linea più arretrata, ove. le truppe di assalto si fermano di nuovo dinanzi a un imponente apprestamento difensivo. La resistenza ricomincia disperata, pochi chilometri più lontano. La fase attuale della battaglia fra i monti che precedono Valenza, avrebbe una analogia con la lenta campagna di conquista delle Asturie, alla fine dell'estate scorsa, se qui l'avversario non fosse enormemente più forte. Come nemico non vi sono più i brandelli dell'esercito repubblicano del nord, ma un esercito regolare, comandato personalmente dal generale MXafa, che ha fatto le sue prove nella difensiva. La battaglia si annunzia lenta e difficile. Gli ultimi combattimenti, prima del furioso temporale che si è abbattuto nel tardo pomeriggio di oggi su tutta la Spagna del Levante, hanno portato a un notevole miglioramento della situazio ne nella parte litoranea del fronte. La resistenza rossa nel settore della costa, fra Benicarlò e Castellon de la Plana, si polarizza, da più di un mese, su .tre punti: Albocacer, Cuevas de Vinzomà e Alcalà de Chivert. Ma il nodo di fortificazioni di Albocacer, appoggiato su un forte sperone montagnoso, di cui l'elemento principale era la quota 1100, domina, in certo senso, le possibilità di resistenza degli altri due fortilizi, poiché^ uno sfondamento a Albocacer può permettere alle truppe nazionali di puntare direttamente verso la costa, trascurando l'investimento diretto di tutto il resto del sistema difensivo nemico. Valenza attende Procedendo con quella tattica di lento sgretolamento e di allineamento graduale che predomina in questa battaglia, i nazionali hanno da Mosqueruela provocato la caduta di tutte le posizioni situate a sud-ovest di Albocacer, avanzando, per il passo Mingalbo, la Penagolosa e il villaggio di Vistabella, fino al piccolo massiccio di Esparraguera, la cui occupazione sta per provocare la caduta di Albocacer che, situata un po' più a nord, comunica con Castellon de la Plana, per una strada costeggiaste i monti di Esparraguera, strada che è quindi prati¬ camente già tagliata dai nazionali. La caduta di Albocacer provocherà probabilmente il crollo del siste7na difensivo lungo la costa; ma è da prevedere che la resistenza ricominci più a sud. A Valenza, méta della lunga marcia, un milione di uomini e di donne, fra cui settecentomila profughi rastrellati dai rossi durante tre mesi di ritirata, attraverso gran parte della Spagna, aspettano col cuore pieno di ansia e di speranza. . Riccardo Forte