Tra i bagliori della guerra civile di Riccardo Forte

Tra i bagliori della guerra civile Tra i bagliori della guerra civile Santi, preti è popolo in un paesello mezzo catalano e mezzo aragonese dominato dai * rossi Vittoriosa battaglia aerea nel cielo di Teruel (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Fronte di Catalogna, 31 maggioVi scrivo da un paese che si trova metà, in Aragona e vieta iCatalogna; gli abitanti parlano ldue lingue: Il paese si chiama, mettiamoCampanile. Uno sbaglio di stradmentre mi recavo al settore di Balaguer, mi ha fatto capitare quin un fondo valle, fertile e pittoresco, che gode, a brevissima dstanza dal fronte, di una pace dvina. Quando mi sono accorto del'errore, era troppo tardi per poteritornare. Ho dato uno sguardo a' l'autista catalano- che mi accompagna, e gli ho detto:. — José, ormai è andata cosStasera non si lavora. Mi trovi dmangiare, se ci riesce. Una tavola imbandita José, un albergatore di Puigcerda, che è scappato dal paese penon scontare con la fucilazione lcolpa di trentatrè anni di vita cattolica, non mi ha. trovato la solitgalletta e il pezzo di frittata gelata da mangiare con le mani. Mha trovato, caso degno di esserpubblicato, una tavola imbanditaNei paesi del fronte, le popolazioni vivono quasi sempre sull'Intendenza. I rossi hanno portato via lprovviste e hanno distrutto i ponti; prima che i viveri arrivino imodo regolare, passano talvoltdei mesi. Il caso di Campanile eccezionale. Siamo in un fondvalle dimenticato, dove l'Esercitnazionale ha lanciato qualche pattuglia per prenderne possesso, giorno in cui la valle principale fconquistata; poi le pattuglie sontornate indietro; una compagnidel Genio ha rifatto il ponte chcollega le due parti del villaggioAragona e Catalogna, e il paesediventato orma[ retrovia, è statlasciato alla sua quiete. Il trattorriesce a servirci una fetta di buoprosciutto, un'opima frittata e unbistecca più che corretta. In piedaccanto a noi, risponde di buongrazia,. atte mie domande, spessindiscrete, e mi racconta la storidel paese, durante la dominazionTOSSO' — Quanti delitti /tanno commes so i militi rossi a Campanile, prma della liberazione ? — doman do, abituato atte lunghe e purtrop po veritiere narrazioni di crimine di profanazioni che raccolgo iogni'paese del fronte; narrazioncosi monotone nella loro terribiidenticità, da .un paese all'altroche si finisce — ed è un torto — col non farci più caso. Certe sto rie di delitti, atroci commessi, peesempio, nell'alta valle d'Aran, Torla e a Broto, dove sono passato, e nell'alta valle di Venasquenon sono state pubblicate e non lsaranno mai: che interessa ormaal lettore sapere che il curato dTorla, vecchio paralitico, di oltrsettanfanni, fu ucciso a letto couna fucilata nella bocca? Sonmille e mille di questi casi e i« servizio » diventerebbe' fastidioso, se si limitasse a un elenco dassassina. Ma qui a Campanile, caso raronon è successo nulla. Quando lrivoluzione scoppiò in tuttta la Spagna, ' si formò come dappertutto, un comitato rosso che amministrava la vita del paese. Mqui in questo fondo valle, lontanda tutte le grandi vie di comunicazione, dove non transitavano truppe, dove non passavano i delegati politici del centro della regione, . la vita scorreva con una certa tranquillità. Fuoco ai Santi... Il comitato rosso, formato dgente del paese, di piccoli agricoltori, fece del meno peggio, cionon fece nulla. Ma, sapendo queche succedeva nel resto della Spagna rossa il comitato decise, un giorno, che bisognava bruciare Santi. — Che volete f — mi dice con una sconcertante ingenuità il mio trattore — era un ordine perentorio. Andammo tutti in chiesa... — Come; « tutti >? — SI, tutti ci andammo. — Anche lei ? Imbarazzo del trattore, il qualmi ripete: — Andammo tutti; forza maggiore... Non c'è peccato, quando sè obbligati a fare qualcosa contro volontà... Io tentai di dissuaderlima... — Via, ditemi un po' come andò. — Oh niente.'... Andammo in chiesa, perchè ci avevano detto.ci avevano obbligato... Prendemmo le statue di legno dei Santi (statue di alcuni secoli fa) e le portammo sotto il ponte. Vi demmo fuoco. — Le statue soltanto? — Oh Dio. Una volta bruciate le statue, si bruciò anche l'AltareSi lasciale panche, perchè potevano sempre servire, e si bruciò tutto il resto che c'era in chiesa: Tabernacolo, arredi... . ' — .Avete bruciato anche la chiesa'? dite la verità. No, signor no, — mi dice con fierezza il trattore. — La chiesa è intatta. Non 'c'è rimasto che muri, ma è intatta. Andate a vedere. Ma José alza il capo, che aveva inabissato fra le patate fritte, e domanda: — E il parroco? — Il parroco ha dello Messa a Campanile pubblicamente tre mesdopo lo scoppio della guerra civile. Quando a Madrid, a Barcellona, in tutto il resto della Spagna rossa le chiese non esistevano più che come ruderi e il farsi trovare in casa una immagine era rischio di morte, qui si diceva normalmente la Messa, e... ci andavano i militi rossi. • Ma un giorno il comitato chiamò il trattore in disparte: « Lei sa che cosa succede giù in valle; c'è iparroco che ci preaccuga3 Aspet tiamo da un giorno all'altro l'arrivo di un reparto di militi delle organizzazioni sindacali anarchiche. Dovreste consigliargli di andarsene. » La mattina dopo, era Domenica,, il parroco di Campanile disse Messa nella chiesa colma. Anche i più restii erano andati a sentirla. Finita la Messa, la popolazione si ■sparpaglio nella piazza, sotto lo sguardo imbarazzato dei militi. Il 2Kirroco, con una valigetta in mano, prese un viottolo che c'è dictr.i la chiesa. Qualche settimana dopo, con grande sorpresa della gente del paese, arrivò un altro kucerdote. Ma ahimè, come erano cambiati i tempi! Questi veniva, vestito da operaio, fra dieci guardie rosse, del capoluogo del mandamento, in qualità di prigioniero. Non gli avevano lasciato portare neppure il breviario; solo un minuscolo Crocefisso, perchè l'immagine di Cristo forza il rispetto dei più perversi. I militi forestieri bussarono alla casa del trattore e gli dissero. — Eccovi un prete, cioè un fazioso; tenetelo qui sotto sorveglianza, fino a nostro ordine con trario. A proposito! Abbiamo sa puto che il parroco del paese, scap pato per la montagna, è riparato in Francia. Se succedesse altret tanto con questo, ve ne terremmo responsabile. Il prigioniero — Ma io non sono un carceriere... — obiettò timidamente l'albergatore. Le mie sguattere non possono fare la guardia al prigio mero. Lasciatelo li, se volete ma...— Basta con queste storie — tagliò corto uno sbirro anarchico — Vedetevela voi; uomo avvertito.... Che fare in questo tragico dilemma? Lasciar partire il povero prete, sarebbe stato correre incontro atta fucilazione. Non tutti /tanno un'anima da eroe. Il trat tore, con la coscienza carica di rimorsi e di tormenti, cercò di rendere meno ingrata possibile la residenza al sacerdote. Non solo non 10 trattò da prigioniero, ma lo trattò da amico, da ospite di considerazione; i due uomini trascorrevano lunghe serate in placide conversazioni, passeggiando nette strade del paesello silenzioso. Così è fatta l'umana natura, che 11 carceriere divenne l'amico detta sua vittima, senza spingere l'amicizia, fino al martirio. Un giorno arrivò una delegazione da Lerida, a ispezionare il villaggio. Trovarono -il prigioniero e giudicarono anormale la sua situazione. Un maestro elementare, d'un paesello un po' più grosso di Campanile, era venuto diverse volte nel villaggio, per stimare le minuscole proprietà degli agricoltori e riscuotere i gravami fissati dai sindacati estremisti nel tratto di valle affidato alla sua dittatura fiscale. Il maestro, un uomo di più di sessanta anni, pieno di rancori politici e aspirazioni insoddisfatte, taglieggiava la popolazione ed era diventato il terrore del paese. Ad ogni sua visita, erano alcune centinaia di pesete strappate all'infimo patrimonio deùa comunità. L'automobile, che reca-va l'esoso esattore, una vecchia carcassa gracidante e fumante,era l'unico veicolo a motore che apparisse di tanto in tanto in quel fondo valle. E quando udivano ti rombo lontano della macchina, paesani e i militi rossi del luogosi passavano la parola: i monelli correvano innanzi per le strade gridando: « Arriva il maestro! », i paesani chiudevano in fretta le case e se ne andavano per i campi e pei monti, con il pretesto di accudire alle bestie. Fu lui? Fu un altro? La presenza del sacerdote era stata segnalata, e la delegazione sindacale ne ordinò il trasferimento al centro della valle. Si seppe che il prete era fuggito dal suo villaggio ed era stato arrestato la prima volta mentre tentava di riparare anch'egli in Francia. Egli accolse l'ordine con cristiana sottomissione. — Sono convinto che lei torna qui — gli disse il trattore tirando dallo scaffale una bottiglia di «champagne», e aggiunse: «Questa- è messa da parte. La berremo insieme fra una settimana, quando lei tornerà ». Afa il prete] non tornò più; fu accoltellato appetiti fuori del paese. Riccardo Forte

Persone citate: Balaguer, Campanile, Crocefisso

Luoghi citati: Barcellona, Catalogna, Francia, Madrid, Spagna, Teruel