Il rapporto tenuto dal generale Brandimarte

Il rapporto tenuto dal generale Brandimarte Il rapporto tenuto dal generale Brandimarte // salato del Segretario Federale Alle ore 11 di ieri, alla Casa della G.I.L., in piazza Bernini, il Console Generale Pietro Brandimarte, di recente nominato Comandante la I Zona CC. NN„ ha tenuto, con austero stile fascista, l'annunciato rapporto a tutti gli ufficiali nei quadri e nella riserva della M.V.8.N. del Presidio di Torino, compresi pure gli ufficiali dipendenti delle Legioni, i quali prestano servizio nel molo della G.I.L. Nella sala del teatro, gremitissima in ogni ordine di posti, si notavano il Console generale Tallinucci, già Comandante interinale della I Zona, il luogotenente gen, Fedele, Comandante il Gruppo Legioni della D.I.C.A.T., t consoli generali Morgantini e Romegialli, i consoli Bastianoni, Burgio, Meneghetti e Zappulla, il console Orsi, i seniori on. Bardanzellu e conte De La Forest, vice Podestà, moltissimi Consoli, i Comandanti delle Milizie speciali, e i diversi Cappellani della Milizia. Il rapporto si è iniziato col saluto al Duce, ordinato alla voce dal Segretario Federale Piero Gazzotti, il quale, dopo aver tributato al camerata. Brandimarte l'affetuoso, paterno saluto del Fascismo torinese, che lo ricorda suo glorioso alfiere nell'ora eroica della Vigilia, ha esaltato l'inscindibile unità spirituale che fa del Partito e della Milizia un blocco solo di energia e di fede agli ordini del Duce. Quindi il console generale Brandimarte, rivolte a Piero Gazzotti e alle Camicie Nere di Torino nobili parole di ringraziamento, lui impartito ai presenti le prime direttive a che l'organismo della Milizia torinese sia per rivelarsi commutamente al Duce, atteso a Torino per l'ottobre prossimo, qual'esso è e dev'essere, una sola, una grande famiglia, operante in Suo nome, con umiltà di spirito e altezza di fede, per le sempre maggiori fortune della Patria Fascista e il trionfo di quell'idea di civiltà che l'eroismo legionario ha consacrato e consacra col sangue.. Il rapporto si è concluso col saluto al Re Imperatore e al Duce del Fascismo.

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