Valetti è il dominatore del Giro d'Italia

Valetti è il dominatore del Giro d'Italia / campioni hanno lottato con tutte le loro forze nel regno fantastico delle Dolomiti ed i (i grandi giudici,, hanno emanato la loro sentenza: Valetti è il dominatore del Giro d'Italia La corsa non ha auuto soste dalla partenza all'arduo - La seuerità della prova ha fiaccato Del Concia e Litschi ma la "maglia rosa" scattato all'offensiua quando la fatica aueua prouato i più audaci, ha uinto clamorosamente, confermandosi il più forte - Simonini toglie a Benente la maglia bianca (dal nostro inviato) ^s_ „_ „„„„;„ HRecoaro, 25 maggio. sIl supremo collegio dei tre gin-1adici dolomitici ha emanato oggi Ut\dsua. sentenza che è del seguente dtenore: Visto: a) che il corridore Valetti si è dimostrato chiaramente il più forte concorrente sulle montagne, il più saggio distributore di forze e il più intelligente tattico; b) che il corridore Cecchi' ha dato prova di essere il più tenace avversario del primo; c) che il corridore Del Cancia è completamente crollato al momento in cui la lotta si è fatta più aspra, palesando le sue poco buone condizioni di giornata e la scarsità di riserve e di ricupero; d) che il corridore Canavesi si è difeso con onore, reggendo fin quasi alla fine all'attacco di Valetti e, poi, cedendo solo alla sfortuna; e) che il corridore Simonini è stato il brillante, prodigo, inesauribile iniziatore e continuatore della battaglia; /; che i corridori Rogora, Mealli e Martano hanno emerso coi suddetti dal momento in cui si è accesa la mischia a quello in cui si è conclusa; g) che il corridore Litschi è stato sfortunato ma anche inferiore ai precedenti; Si decreta: 1) che il Valetti sia dichiarato magnifico vincitore con distacco della Belluno-Recoaro e raffor zi il possesso della maglia rosa; 2) che il Cecchi passi al secondo posto in classìfica, e Canavesi al terzo e Litschi retroceda all'ob tavò; . 3) che Simonini avanzi al quarto posto e prenda, con diritto a non perderla più, la maglia bianca. Questa la sentenza nuda e cruda. Ma che processo c'è voluto per prepararla! con che apparato di forze! dinanzi a quale solennità d'ambiente! Otto ore di lotta Ogni tappa del Giro scompare di fronte a questa, che è stata incorniciata in un quadro maestoso, a confronto del quale son poca cosa quelli, pure imponenti, dei Pirenei e delle Alpi, nel « Tour », che ha visto l'impiego di tutte le forze, in cui non è mai mancata l'attenzione, l'interesse, l'elettricità della lotta, la foga offensiva che sconvolge e travolge. Quelle che abbiamo testé vissuto sono state otto ore di nervosismo acuto, in mezzo al turbinio di una contesa lrlóznahfettntnbmcaillsgpl spasmodica, nella quale ogni atìe- Ha ha gettato tutto il tesoro dei saoj m„scoH e del suo cllore di ascese che non finivano piu e di disce8e affannose, di scavalcate di monte in ,monte, di valle in vaile, di contemplazioni estatiche del regno fantastico e allucinante delle Dolomiti. Ora dovrei farvi rivivere queste óre, questi spettacoli, queste emozioni. Ma vi dirò senz'altro che non ne sarò capace, anche perchè, a dire, come dovrei, tutto quel che ho visto e sentito, goduto per il fascino dell'impresa dei vincitori e sofferto per il crollo o la sfortuna dei vinti, mi ci vorrebbe molto più tempo e spazio di quanto non ne abbia disponibile. Perdonatemi, quindi, se la mia narrazione sarà impari alla grandezza e bellezza sportiva di questa indimenticabile giornata. Si credeva che lo spauracchio dei monti avrebbe soffocato ogni velleità iniziale sul piano, invece, appena lasciata la serena e ospitale Belluno, in un mattino limpido e rosato, Montesi, Bossi e Rogora suonarono la sveglia balzando vìa dal gruppo ancora assonnolito. Lì per li Montesi si affannò a tirare; ma poi Focesi venne a dare ordine a Rogora di fare la parte sua e allora la fuga, dopo che anche Chiappini ebbe raggiunto i tre, prese consistenza él il vantaggio aumentò di colpo. Ma 3u un tratto di strada inghiaiato mutarono le posizioni. Forarono Montesi e Rossi; il primo continuò a inseguire da solo, il secondo fu assorbito dal gruppo, dal quale partirono, invece, Christiaensen, Mealli e Montini. A Feltre (km. SO) si era creata questa situazione: in testa Rogora e Chiappini; a S'SO" Christiaensen, Montini e Mealli; a S'55" Montesi; a k' 0 gruppo, che non intendeva ancora svegliarsi. Su questa base si svolse la prima fase della corsa; e si filava a più di 37 all'ora. Dopo che ebbero forato anche Balli, Tamborini e Valetti (subito soccorso da Martano che gli dette la ruota e da Cinelli e Giuppone), si cominciò a salire. Il distacco del gruppo dei primi salì fino a TU", poi per merito di Litschi e Zimmermann cominciò a calare a 6'S", per ricrescere a 6'55" a Fiera di Primiero, dove Montesi era già rientrato nel plotone. Simonini scatenato Qui si passò alla seconda fase della corsa, quella della lotta tra i maggiori alle spalle di Rogora. che aveva lasciato Chiappini e che era inseguito da vicino da Mealli, poi da Christiaensen e MdrinqsiMfummtalancrdpnnmloSCtntpcMtCebGdnezntdfgqrsspMastq Montini. Il segnale di attacco lo diede Simonini. Ad un suo scatto risposero solo Valetti, Cecchi, Canavesi e Goasmat. Il colpo, dunque, aveva fatto le sue vittime designale in Del'Cancia e Benente. Ma molto più ■ gravemente colpito i fu il primo, in chiara difficoltà, mentre il secondo mollava solo metro per metro, insieme a Martano, Balli e Marabelli. Una volta lanciato nel suo attacco, Simonini non diede più tregua; il quintetto, che egli dirigeva con tanta autorità e decisione, infilava i corridoi omhrosi, stretti fra le selve di pini, riveniva al sole per illuminarsi dei riflessi luccicanti delle nevi delle Pale di San Martino, ma il suo impeto era sempre quello, infocato, rabbioso, irresistibile. Se ne accorse specialmente Del Cancia, die si dibatteva, disperatamente in un tentativo di reazione, ma continuava inesorabilmente a perdere terreno. La sua situazione parve compromessa quando, a San Martino, controllai che Rogora precedeva Mealli di 1', Christiaensen e Montini di S'25", Valetti, Simonini, Cecchi, Canavesi e Goasmat di 3' e SS"; Benente, Martano, Marabelli, Balli di J,'50"; Arcangeli, Generati e Cottur di 5'10", Litschi di 5'20", Romanatti di 5'25", Cinelli, Giuppone, Menapace di 6' e 50", Del Cancia, Bizzi, Ducazean, Fantini di T'20". Rimanevano nove chilometri e mezzo per toccare Passo Rolle. Mealli,. quando già aveva Rogora a 50 metri, forò; Martano si svincolò dal suo gruppetto e andò a prendere quello della « maglia rosa » che rimaneva sempre unito; Cottur saltò via dal suo e guadagnò posizioni su posizioni. Il premio della montagna al PRarcmdne6ses Passo (quota 1981,) fu vinto da\Rogora, seguito a 58" da Mealh, a S'l5" da Valetti, a S'18" da Cec-ir.h i f> Ati*9t n Q'&fl" fin finn o_ I chi e Simonini, a S'SO" da Goas mat, Canavesi e Martano, a S'SO" da Cottur, a S'1,0" da Balli, Benente, Christiaensen, Montini, a V e 1,5" da Arcangeli e Marabelli, a 6'20" da Generati e Litschi. Qua si nove minuti perdeva Del Can feeia, ormai senza speranza di ri-4 scossa. La grande scalata, quin-^di, aveva debellato ti a bianco»blu » e lo svizzero, ma lasciava^i ancora alle prese dirette Valetti,, Cecchi e Canavesi, mentre Simonini non poteva dire ancora eli aver fiaccato definitivamente ita resistenza di Benente. Le posizioni della classifica si erano un jìo' chiarite ma non definite sia per la maglia rosa che per quella bianca. Valetti lascia tutti .Ne la lunga discesa su Prjedazzo disse molto di più. Medili si riunì a Rogora; Goasmat e Christiaensen, come al solito, «annasparono incerti por le svolte pericolose e scomparvero nelle retrovie; Baiti forò e Cottur puire. Dopo Val di Flemme, Litschi ebbe un magnifico ritorno che Io portò a fianco di Benente, Generati e Marabelli; Mealli, che fu appiedato ancora, tornò con Rogora, e sui due giunsero finalmente: Valetti, Cecchi, (Smavesi, Martano e Simonini, proprio all'uscita di Cavalese. Il secondo tratto di discesa su Egna vide la terzti fmatura di Cottur e la sistemazione delle posizioni di testa, prim'a di Trento, dove i sette di avanguardia precedettero Marabellii, Litschi, Benente, Generati di ts'10"; Del Cancia, Balli et Cerasa di S'SO"; Cinelli, Goasmw, Christiaensen di 1S'; Cottur di': 16'; Menapace di 16' e 1,0". La decisione) ultima doveva essere sul Pian delle Fugazze. Ma prima diiò eh*: Litschi, colpito da una foratura,\e Del Cancia, sfiancato dal vano' tentativo di salvarsi dalla tempesta che si era scatenata contro 'di lui, cedettero di schianto, ciò che spiega il loro enorme rita.Mo all'arrivo. All'uscita di Rovemito infilammo la Vallursa e cominciammo a salire. Simonini, che' era stato sempre attivissimo, prese anche qui il comando, obbligando Rogora a cedere. Poi gli. diedero una mano Valetti, Canalvesi e Cecchi, mentre Mealli si i eneva- in prudente difesa. Ma non gli valse questa misura per «-esistere a un ennesimo attacco di Simonini. Rimanevano così in cinque; ma per poco, perchè, quamìo Valetti cominciò a entrine decisamente in azione, dovette mollare anche Martano. Eccoli quindi ifi quattro. Si vedeva che la maglia rosa era pronta a tutto, che iaveva fiutato il momento buono per tentare il suo gran colpo, si sentiva che in questo istante stauu- per decidersi il Giro. La salita toncedeva alcuni ripiani che avrebbero dovuto essere di respiro e c/ui, invece, si aumentava la velocij.à e non si-diminùiva lo sforzo. Ei fu infatti su uno di essi che Valeati allungò il passo e si vide Canapesi lasciare di uno, dieci, venti;', trenta metri la ruota degli altri 'tre. Anch'egli era eliminato. Simonini, invece, teneva duro, al pari' di Cecchi; ma Valetti, quando la salita raggiunse il massimo della sua asprezza, senza scomporsi, si li berò dei suoi «Itimi e più accaniti avversari. In vetta Valetti pre cedette Simonini e Cecchi di SO" Canavesi di V SO"; Mealli di S'IO" \mv.tano di S' S0". Va detto, però, che Canavesi, dopo essere stato intaccato, aveva forato. I All'ordine del giorno La discesa su Valli del Pasubio fera pericolosa per le sue strette curve e per la ghiaia sottile dì cui era cosparsa. Infatti Canavesi, che 4 era gU{ tornato in vista-di Cecchi ^e simonini, forò di nuovo, e que »M'ultimo cadde. Valetti discese, in ^i e i , e a , l vece, con prudenza; ma ciò non ostante aumentò il suo vantaggio. Poi attaccò l'aspra stradina sasr sosa di Passo Xon, scese su Recoaro, si inerpicò fino al traguardo per l'ultimo contentino di salita. Arrivò ancora fresco di energia, raggiante di gioia, fiero di aver vinto la sua più bella battaglia. Gli uomini da citare all'ordine del giorno di oggi sono parecchi. Dovrebbero, anzi, esserlo tutti, perchè il solo fatto di aver termi nato una simile fatica è'titolo d'onore. Pensate che si son fatti più di 32 di media con una scalata complessiva, come vi ho detto ieri, di tre mila metri! Ma il fatto che queste enormi difficoltà abbiano dato modo, a Valetti di confermarsi il più forte corridore rimasto in gara è quello saliente della giornata. Il Giro non è finito, ma sarebbe un'ingiustizia se non dovesse vincerlo lui. La maglia rosa sta molto bene sulle sue spalle. Canavesi è stato ancora una volta bersaglio della sfortuna, ma bi sogna osservare che lo è stato quando già era rimasto staccato, mentre Cecchi e Simonini resistevano. Per cui si può dire che il toscano si sia del tutto meritato il secondo posto che, forse, più nessuno gli toglierà. Ma ancora più forte si può gridare che Simo- nini fi t! miglior titolare della'maglia bianca. Dopo averla inseguita a lungo, finalmente egli è riuscito a raggiungerla e pensp che se la terrà bene stretta. Comunque, resterà in Casa Prina. Poi &è da dire di quel Rogora che ha avuto il coraggio di prodigarsi fin dalla partenza e di tener duro, prendendosi anche il primo Premio della Montagna; di quel Mealli che, senza le due forature, si sarebbe difeso sino all'ultimo tra i primi; di quel Cottur al quale tre bucature non hanno permesso di tornare in testa; e di Balli, Montini, Generati,' Goasmat, Christiaensen, Marabelli, Arcangeli, che si sono ben battuti nelle posizioni d'onore. Le due : vittime della giornata sono Del Cancia e Litschi; ho già illustrato le ragioni del loro crollo. Da oggi essi scompaiono definitivamente dalla rosa dei possibili vincitori del Giro. Rimane, ormai, solo il duo Valetti-Cecchi. Domani', ultimo riposo, vi dirò le ragioni per le quali ritengo che su 100 probabilità, 90 se ne possono assegnare a Valetti e 5 a Cecchi. Giuseppe Ambrosi ni A PASSO ROLLE VALETTI E' TERZO, DOPO ROGORA E MEALLI. LA «MAGLIA ROSA >, CHE HA 3'15" DI DISTACCO FORZA PER RAGGIUNGERE I PRIMI Rogora, che sin dalla partenza ha dato battaglia, sale tutto solo verso la sommità di Passo Rolle