Il plotone sonnecchia, i monti non provocano distacchi e Bizzi ottiene in volata la sua prima vittoria
Il plotone sonnecchia, i monti non provocano distacchi e Bizzi ottiene in volata la sua prima vittoria calma marcia di a wicixamento alle nono miti Il plotone sonnecchia, i monti non provocano distacchi e Bizzi ottiene in volata la sua prima vittoria (DAL NOSTRO INVIATO) Belluno, 23 maggio. Non pochi al seguito del Giro avevano pensato e detto ieri: « Domani, prima tappa delle Dolomiti, 240 chilometri scalata a quota 1300: vedrete che lotta, che sconvolgimento in classifica, che sorprese! ». Per costoro che non conoscevano il percorso della Trieste-Belluno nella sua parte montagnosa e non si erano neppure presa cura di studiarne sulla cartina e sulle tabelle le percentuali di dislivello, questa tappa è stata una mezza delusione, anzi, una intera. Ma non per il sottoscritto che, non avendo mai visto il passo di Mauria, aveva però voluto veder chiaro nei profili altimetrici perchè gli pareva che quel cono aguzzo su cui la carta mette il nome del passo desse una impressione esagerata della sua difficoltà. Nulla di deciso Tant'è che ieri sera da Trieste, dopo aver espresso la mia opinióne in proposito, chiudevo le previsioni presso a poco così: < Non mi stupirei ee questa tappa di montagna la vincesse un uomo veloce ». Ebbene, l'ha vinta Bizzi che è anche, lo sapete, un buon arrampicatore, ma non certo per essersi distinto sulle salite, dove, inveceè rimasto staccato non appena si è avuta una parvenza di lotta. Il « morino » ha vinto perchè è stato il più veloce in un gruppo di ventisei uomini che era stato la risultante della scalata al passo che divide la Carnia dal Cadore. Il che è quanto dire che proprio di Dolomiti non si poteva parlare, che sono quelle nelle quali entreremo dopodomani e sono ben altra cosa perchè fra il passo Mauria e passo Rolle e anche Pian delle Fugazze c'è una bella differenza, presso a poco come fra il Sestriere e il Tourmalet. Il percorso, dunque, non era di quelli sui quali non si può fare a meno di venire ai ferri corti e che più che offrire impongono agli scalatori lo spunto alle imprese disgregatrici. Tanto più che la salita maggiore, come vi avevo fatto notare ieri, culminava a ben 70 chilometri dall' arrivo, distanza sulla quale sarebbe stato ben difficile impedire il ritorno dei ritardatari. Inoltre nessuno di coloro che hanno ancora di mira la maglia rosa aveva in mente un qualsiasi piano d'attacco per oggi pensando tutti a quanto li attende mercoledì, die sarà presso a poco la-giornata decisiva. Valerti,, forte del vantaggio sia pur minimo che ha in classifica, si è accontentato di stare sul «chi va là » e questa sua vigilanza ha fatto svolgere specialmente da Martano che è stato il prodigo condottiero su per la valle del ragliamento e sino alle sue sorgenti, cioè al telone dell'ultimo chilometro dell'ascesa, che era a fianco di quello segnante il posto dove lo storico fiume prende vita. Del Concia, Litschi, Canavesi e Cecchi non hanno potuto cosi sorprendere di scatto, come il primo aveva cercato di 'fare ieri, la « maglia rosa », né ne hanno dimostrato alcun proposito perchè anche essi ormai fanno esclusivo affidamento sulla vera tappa delle Dolomiti. La tattica imposta dai « grigio- rossi », che già conoscevamo dalla tappa d'Ascoli, è stata accettata dagli altri e cosi la corsa si è svolta tranquilla in pianura, soffocata dalla preoccupazione delle salite che nessuno conosceva e affatto combattuta in queste, per quanto ben tirata dalla guida del laboriosissimo Martano. La Trieste-Belluno si può dunque definire tappa senza idee aggressive, tappa di prudente attesa, tappa di avvicinamento a quella che non mancherà certo di toglierci dall'incertezza nella quale cT'dibattiamo da parecchi giorni, per non dire da quello in cui abbiamo lasciato Milano. La media scende Una scappata di Piubellini, più vigilato che aiutato da Camusso, quando eravamo ancora sul lungomare triestino di Barcola, sembrò voler smentire le previsioni e dare all'inizio un tono di eccezionale vivacità. Afa non fu che un focherello di paglia, subito spento dall'intervento di Martano, che pare voglia ogni giorno assicurarsi il premio al lavoro per quanto fa a beneficio del compagno che porta la bandiera della sua squadra. I 7S chilometri che fiancheggiando di nuovo il Carso, ritraversando l'Isonzo e volgendo poi a nord, ci condussero a Udine, non videro altro di notevole e finirono nella facile volata con la quale Di Paco si prese il premio di quel traguardo. La media era di trenta esatti. Oli altri 50 chilometri che ci fecero raggiungere Tolmezzo furono consumati in allegria, tenuta desta dall'equilibrismo e dai giuochetti che venivano facendo Duca- COTTUR E' PRIMO AL TRAGUARDO DEL PASSO MAURI A.
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