Canavesi scatena con un gruppo di arditi Di Paco stacca i primi in vista di Ascoli

Canavesi scatena con un gruppo di arditi Di Paco stacca i primi in vista di Ascoli ftNCÒRft UMfll SORPRES/1 NEL GIRO DI TUTTE LE SORPRESE Canavesi scatena con un gruppo di arditi Di Paco stacca i primi in vista di Ascoli una ecisaoensvacontroamagarosa „ pe Valetti, giunto in ritardo, conserva 39" di vantaggio (DAI. NOSTRO INVIATO) 1 Ascoli, 18 maggio. «Oggi a me domani a te », sembra la regola di questo Oiro e la parola .(l'ordine passata fra Canavesi, Bizzi e compagni ai danni della « maglia rosa » che ieri aveva dato scacco matto, inaiente a Cottur, sul Macerane e su Roccaraso, prendendo un vantaggio che non sembrava tanto presto colmabile. Ma dobbiamo riconoscere che i criteri che usavamo una volta per illustrare una situazione e impostare una previsione sono passati di moda e che in questo Giro nulla è impossibile e neppure improbabile; nessun capovolgimento può stupire, nessuna sorpresa è da escludere. Contro le previsioni Ieri sera dicevo che mi sembrava che la maglia rosa fosse passata nelle migliori inani, e invece oggi c'è mancato un pelo che passasse in quelle di un aspirante che non appariva liquidato ma certo neppure in gran vena per muovere immediatamente-alla riscossa. Dicevo anche che il percorso della Lanciano-Ascoli non mi sembrava adatto per muovere all'assalto della posizione conquistata da Valetti, dato che sul piano della cornice adriatica questi avrebbe potuto disporre della compattezza della sua squadra e sulle colline dell'ultima parte del percorso avrebbe dovuto per lo meno tener testa agli avversari che ieri aveva dominato di lontano; e invece proprio in pianura gli è stato portato il colpo che per poco non gli è costata la maglia rosa, e i battuti di ieri si sono presa la loro rivincita. Voi vorrete,- penso, la spiegazione di questo enigma e sapere se dopo' la giornata di trionfo è venuta per Valetti quella della batosta e se egli ha pagato salato con la crisi che può seguire i grandi sforzi la conquista sull'Appennino. Non ho l'impressione che di crisi si possa parlare per il campione di Frejus, ma piuttosto di un cumulo di fattori che vi illustrerò. Valetti è sorretto da una fiducia in sé indubbiamente fondata, ma che mi pare persino eccessiva. E' partito da Milano in questa situazione d'animo e il ricupero del ritardo di San Remo glie l'ha moltiplicata. Una volta possessore della maglia rosa egli deve essersi sentito padrone della situazione e ha commesso l'errore di svalutare le possibilità degli avuersart, cosi da non credere alla pericolosità di certe minacce. Tanto più dopo gli Appennini la sua mente è gu% rivolta alle Alpi, dove ritiene sicuro di consolidare la sua posizione. Questo egli non nascondeva oggi allarrivo, quando gli domandavo la ragione del suo ritardo. . € C'è tempo, mi diceva; faremo i conti sulle Dolomiti ». Ma aggiungeva anche un'altra ragione: la nessuna voglia di tirare da solo le castagne dal fuoco anche per Del Cancia. E qui ricade a proposito una os servazione che ho fatto altra volta per Del Cancia e anche per Vicini. La maglia rosa fa piacere averla, ma pesa tremendamente. Se a con trastarla fosse uno soltanto, sarebbe facile difenderla, perchè ba sterebbe tener d'occhio solo l'avversario minaccioso. Ma quando sono in due o più, la faccenda diventa seria perchè la maglia rosa deve far fronte a ogni attacco e per respingere quello dell'uno deve lavorar tanto da non esser poi invulnerabile a quello dell'altro. Le prime avvisaglie Ciò rv.ol dire che se un pretendente alla maglia rosa scappa, è questa che deve reagire e altri ne approfitta a sue spese. Questo ragionamento ha fatto oggi Valetti quando Canavesi e gli altri di Gloria hanno approfittato di una fuga non da essi iniziata per sferrare una furiosa controffensiva. Era dopo Pescara. Sino allora, e cioè per circa 50 chilometri, non era successo gran che. Eravamo però scesi al mare a San Vito a grande velocità e lungo l'Adriatico già si erano avuti i segni che la giornata non sarebbe stata tranquilla come si pensava. Scatti e fughe isolate, presto riprese, non erano riusciti a sconvolgere e frantumare il gruppo, ma la inedia superava già i 38. Simonini e Zimmermann erano stati gli animatori di questa prima parte, mentre Cafferata e Bizzi avevano spento le loro velleità. Fu infatti poco dopo Pescara che Zimmermann e Bizzi che avevano preso un vantaggio di alcune centinaia di metri, furono riassorbiti dal gruppo che sembrò mettersi in relativa pace. Invece riprese presto la serie dì strappi che faceva vibrare e ondeggiare la formazione pur senza romperla. A un ennesimo colpo, però, Cerasa, Piubellini, Generati e Cinelli riuscirono a far da pattuglia di punta, nettamente staccati dal grosso dal quale più oltre partirono anche Gotti, Ducazeau, Simonini, Scacchetti, Rogora,-Mantini, Marabelli, Rossi, Guidi, Christiaens, che andarono a prendere i quattro. Sin qui nulla di pericoloso, perchè i capi della classifica assistevano senza scomporsi a questa fuga che a Roseto (km. 77) dava ai suoi autori un minuto dì vantaggio, Fu solo quando partirono pure Camusso, Bizzi e Succi che anche nel grosso si notS una violenta reazione. Dell'attimo di tumulto approfittarono Benente, Galateau, Cecchi, Chiappini, Canavesi, Di Paco, Mealli, Scappini, per allontanarsi dagli altri, fra t guai» rimanevano invischiati Valetti, Del Cancia e Litschi. A costoro l'indecisione di un secondo doveva costare molto cara. Canavesi capi il momento buono, gridò a Cecchi: «Forza! via», poi andò lui in testa al gruppetto portandolo in un baleno su Bizzi, Camusso e Succi. Al bivio di Giulianova (km. 85) gli uomini trascinati da Canavesi erano a un minuto e mezzo dai primi, mentre la maglia rosa era già a 2'5". Più oltre i due nuclei di testa fusero le loro forze e allora la situazione apparve chiarissima. Avanti l'offensiva era condotta dai quattro uomini di Gloria: Canavesi, Cecchi, Camus so, Rogora; dai cinque di Dei Di Paco, Galateau, Ducazeau, Gotti, Ghibellini; da due di Bian chi: Marabelli e Generati, senza contare gli altri che non avevano un obiettivo fisso. Dietro erano rimasti a difenderai gli uomini di Frejus, meno Bizzi e Cinelli; quelli di Ganna, meno ■ Christiaens e quelli dì Olympia, meno Zimmermann. Ma, mentre t fuggitivi filavano in perfetto accordo e Canavesi frustava i suoi e si accaniva personalmente, Valetti, rimasto solo con Martano, Cafferata e Giuppone, aveva scarsa o nessuna collaborazione da parte di Del Cancia e compagni e poca-anche di Litschi. Fra questi due plotoncini navigarono per un po' Vignoli Zimmermann3 Arcangeli e Lazzarini, che però poco dopo andarono a ingrossare la muta degli inseguitori. asplccrcdPersinnpstmrpsinclecsrrccvfrpqpaCpdcctdpidtppggmvnvGgreevvddrnodtnthsesCgrcrsssd Per quanto Ghelfi desse ordine a Cinelli e Bizzi di rallentare in soccorso della maglia rosa, solo il primo esegui l'ordine, mentre l'altro, che va disperatamente a caccia della sua vittoria di tappa, continuò, per quanto inattivo, a rimanere coi primi. L'aiuto del compagno non valse però a impedire che la situazione di Valetti Peggiorasse a vista d'occhio. Al ivio di Sellante (km. 97) infatti egli era in ritardo di S'IO"; a Teramo (km. 110) di 3'50". Sfido io! La fuga si svolgeva sulla media di quasi JfO ed erano in molti a spingere a fondo a turno, ma con pari decisione. Su tutti però si prodigavano sino allo spasimo Canavesi e compagni. La partita non era ancora chiusa. Si era messa molto male per la maglia rosa ma le ultime salite avrebbero potuto, si credeva, migliorare la sua posizione. Quella dopo Teramo invece dimostrò il contrario, perchè portò a 4'15" il ritardo di Valetti, Del Cancia e Litschi. Il secondo aveva già perso la sua posizione in classifica e il primo correva il rischio di perdere la maglia rosa. Scesi al bivio per Civitella si ricominciò poi a salire. Qui Di Paco, che già nella mattinata era stato vittima di una innocua foratura, fu appiedato, ma ebbe subito la ruota di ricambio e Gotti l'attese per tornare- con lui sui primi, dai quali invece si staccò Ducazeau per la stessa ragione. Camusso, che aveva sino allora fatto miracoli per Canavesi, fece anche quello di riprendere contatto dopo averlo perduto. Si scendeva a valle alle calcagna dei corridori, quasi alla cieca tanta era la polvere che il corteo sollevava; cosicché nessuno vedeva quel che succedeva avanti. E successe questo. Di Paco dopo aver forato e riparato e ripreso, infilò tutta la serpentina di corridori e, giunto al primo capo, partì in volata sul tratto di piano che precedeva Ascoli. Nessuno riuscì più a riacciuffarlo ed egli aveva già fatto un giro di pista quando gli altri entrarono e lo presero in mezzo, sicché mentre egli tagliava il traguardo per costoro suonava la campana per la volata che vide Bizzi prevalere su Marabelli Guidi e Gotti. Passò un .minuto e Litschi era già suonato da Canavesi; ne passarono due, tre, quattro, cinque, ed era suonato anche Del Cancia; ma ecco la « maglia rosa », che si salvava per soli 39". Bravo Di Paco Di Paco ha voluto questa volta vincere per distacco. E ha vinto dopo una corsa che l'ha, visto prodigo e sfortunato, tenace e teme rario. Quando questo bell'atleta non pensa che a correre e a farsi onore sa ancora essere all'altezza della sua fama. Ma il vero prò tagonista della tappa è stato.Canavesi, anche se da- lui non è partito lo spunto della battaglia. Egli ha avuto il merito di metterlo a suo profitto e di svolgerlo con una energia che francamente non gli sospettavo dopo le ultime prove. Corridore tutto nervi e volontà, oggi è parso come invasato dallo spirito della riscossa, trasformato nel compito offensivo, indemoniato, irresistibile. Ieri l'avrei detto escluso dalla rosa dei candidati alla vittoria finale: oggi egli vi rientra con più che legittime pretese. I suoi compagni — Cecchi, Camusso e Rogora — hanno gran parte di merito nel successo della marca e nel rialzo delle sue azioni. Di Valetti no già detto. Non è apparso in gran giornata, non ha avuto tutto l'appoggio che poteva sperare dai suoi compagni. Non ha trovato in Del Cancia l'uomo che capisse che nella corsa la soddisfazione del « mal comune mezzo gaudio » conta poco. Ma credo che se anche gli inseguitori si fossero impegnati a fondo e d'accordo, non avrebbero potuto impedire drl tutto il colpo che Canavesi ha loro inferto. La media sta a dimostrare che si è marciato molto ma mmadGpgdtdtnlLMAqsscId, smtmtsdgnfparztcgbBgfpftivtlhrVltltidU molto forte: quasi trentanove e mezzo, su strade per metà non asfaltate e non in pianura: è lina documentazione di come questo Giro è combattuto e quanto ci appassioni e meravigli. Perchè di giorno in giorno esso si allontana dalle vecchie formule, dal vecchio tipo, dai vecchi sistemi. La nuova classifica vi dice che dopo dodici tappe, una più agitata dell'altra, quattro uomini sono nel cerchio di cento secondi,. che a maglia rosa è attaccata a un p(1egp51p3t filo di 39" e quella bianca a uno di 7". Situazione instabile, dùnque, che un nonnulla può mutare e capovolgere. Dopo l'inatteso « fattaccio » dì oggi non ci si può più arrischiare n previsioni. L'AscoZi-Rauenna ohe faremo domani è la seconda per lunghezza, ma la prima por facilitar perchè i suoi 268 chilometri di piano non sono rotti che dai leggeri strappi di Loreto, del Pinocchio e della Siligata. Dopo il ritiro odierno di Leoni, sofferente a un tendine della caviglia, la soluzione in volata, la più probabile, dovrebbe andare a beneficio di Di Paco o di Cinelli odi Bizzi. Una volta tappa piana voleva dire tappa piatta: ma chi vi dice che anche domani non ci sarà la bèlla sorpresa, la grande fuga, la magnifica lotta? Giuseppe Ambrosini Ecco come è andata. Dopo 50 chilometri di andatura veloce, ma non tale da provocare selezione, Cerasa, Piubelllnl, Generati e Cinedi riuscirono a far pattuglia di punta. Allora dal gruppo si partirono, di volta in volta, parecchi altri, che andarono a dar loro man forte. Fra questi anche Canavesi, che, accortosi di non essere seguito né da Valetti, nè da Del Cancia, né da Litschi, andò in testa e prese a forzare il più possibile. Mentre i fuggitivi filavano in perfetto accordo, Valetti aveva scarsa collaborazione da Litschi e da Del Cancia. Cosi la situazione della « maglia rosa » peggiorò a vista d'occhio: il distacco, a Teramo, era già di 4' 15". Il colpo di scena finale maturò a pochi chilometri da Ascoli. Di Paco, dopo aver forato, piombò sul primi e li lasciò di scatto ■ per andarsene da solo al traguardo. Sotto il telone di arrivo ci si rese finalmente cónto delle risultanze della lotta. Si vide subito che Litschi aveva perso la sua posizione ad opera di Canavesi, poi anche Del Cancia risultò superato. E Valetti? Valetti restò primo per 39" e potè dire di averla scampata beila! VALETTI SI PRODIGA ALL'INSEGUIMENTO DEI PRIMI A PESCARA. (Telefoto)