Memel '18 Klaipeda'38

Memel '18 Klaipeda'38 VIAGGIO IIN LITU/VINIA Memel '18 Klaipeda'38 Una città anonima che ha due nomi... — Insurrezione e fucilate -- Chi la dura la vince — I polmoni della Lituania -- Sventoj sarà il porto del futuro ? (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) KLAIPEDA, maggio. La Guerra mondiale ha lasciato, anche dopo la sua fine, pàgine ignorate: romanzesche e drammatiche insieme. Il gigantesco conflitto fra l'Intesa e gli Imperi Centrali si era già concluso; ma sì combatteva ancora, in teatri di guerra eccentrici: — dal Baltico agli Uralì, dal Caspio all'Irak; dall'Africa Centrale alla Polinesia. Era avvenuto che, in certe lontane latitudini, l'annunzio, dell'armistizio non fosse pervenuto. I combattenti di questi remoti scacchieri, ignorando che ormai milioni di loro camerati erano ormai con le armi al piede, continuavano una guerra ormai finita. Oppure si era anche riscontrato il caso che dal conflitto principale fossero scoccate altre scintille fra popoli e tribù che fino allora non erano stati travolti. nel titanico « Maelstrom ». Una collana di conflitti nuovi sembrava ac cendersi quindi tutt'ìntorno al era tere ormai sdento. Era la straordinaria « Odissea » moderna, che seguiva alla nuova e gigantesca « Iliade » durata dal 1914 al 1918 Un battaglione in perìcolo In questa storia guerresca del dopoguerra si trovò coinvolta anche Memél col suo Territorio. Curiosa sorte! Fino al 1918.la piccola città bàltica si chiama Memél, che è il suo nome tedesco. Dal 1918 al 1928 Memél è invece una città senza nome. Dal 1928 essa assume il nome lituano di Klàipeda: e diventa l'unico.sbocco al mare del nuovo Stato sorto sulle rive baltiche. Come ha potuto Memél rimanere anonima dal 1918 al 1928 ? Perchè, in questo periodo essa fu posta sotto l'amministrazione dell'Intesa, o, per essere più precisi, dell'Inghilterra, della Francia, dell'Italia e del Giappone, essendo gli Stati Uniti rimasti esclusi dal condominio per non aver ratificato il Trattato di Versailles. Il 10 Gennaio 1920 infatti, una Commissione composta dei rappresentanti dei quattro Paesi citati, si installa a Memél insième a un esiguo pugno di forze militari, in maggioranza francesi (un battaglione di « Chausseurs »). Ma già Lituania e Polonia rivendicano .il possesso del porto e del Territorio! La Polonia, che ha occupato Wilno e il suo territorio, sostiene che Memél ne è l'unico sbocco naturale. La Lituania, a voce ajiche più alta, reclama Memél non soltanto in nome di diritti economici ed etnici, ma invocando anche la Storia. Il Governo di Kaunas sostiene infatti che Memél', fino al 1422 ha fatto parte dell'antico Stato lituano. Elevando queste voci esso sa troppo bene che se Memél passasse in mano d'altri, la Lituania sarebbe condannata all'asfissia. Così il Governo di Kaunas decide, con un'audacia che véramente rasentava la temerità, di inscenare un movimento per occupare la città portuaria e il suo territorio. Azione rapida, di sorpresa! ,11 9 gennaio 1928 echeggiano nelle vie di Memél le prime fucilate. Un mo- vimento insurrezionale è scoppiato. Le forze interalleate, costituite dal battaglione di Cacciatori francesi al comando del Generale Odry, sono ridotte presto alla difensiva. Gli insorti, padroni ormai della situasione, nominano un Direttorio, che invia tosto alla Conferenza degli Ambasciatori un « ultimatum »... Il piccolo Direttorio di Memél non manca di coraggio! Esso chiede in sostanza che sia data a Memél e al suo territorio il diritto di unirsi alla Lituania. L'alto consesso interalleato risponde minacciando guai. Ma il Direttorio di Memél tiene duro. Dietro di esso c'è il Governo di Kaunas, il quale ben sa come, dopo la vittoria, gli Alleati soffrano di abulia e si smarriscano facilmente nelle nebbie dell'asti-azione. Conclusione: dopo qualche sfuriata verbale e qualche minaccia di protocolli, le forze militari dell'Intesa vengono ritirate, e questa promette-alla Lituania Memél e il suo territorio. A un patto:, che questo complesso politico-amministrativo conservi, pur nell'ambito lituano, un regime autonomo e garantisca il libero esercizio del porto e delle acque del Niemen. Una Convenzione fra Lituania e Intesa viene firmata nel Maggio del '24. Da questa data Memel diventa Klàipeda, (nome lituano della città baltica). In che cosa consiste l'autonomia di Klàipeda e del suo Territorio ? Lo Statuto che la regola, stabilisce infatti che, sotto la sovranità lituana, rappresentata da un Governatore, nominato dal Presidente della Repubblica, i poteri legislativo ed esecutivo siano esercitati rispettivamente da una Camera dei Rappresentanti e da un Direttorio di 5 membri (una specie di Ministero lillipuziano). E" da notarsi che il Governatore ha diritto di veto su tutte le leggi votate dalla Camera « quando queste leggi esorbitino dalla competenza delie autorità territoriali ». Si tratta quindi di una autonomia piuttosto larvata. E d'altra parte l'Intesa si è preoccupata di non violare, almeno nella forma, i diritti della popolazione tedesca, che a Memel esiste sempre; anzi ora più vivace che mai. Il Governo del Reich certo non la dimentica! Esso coglie si può dire ogni giorno, tutte le occasioni per protestare contro lo Statuto di Memel. Oltreché ricordare che Memel è stata, prima della guerra, tedesca, il Governo di Berlino sostiene che non soltanto le più significative attività e iniziative della città e del territorio (commerciali, industriali, marittir me) sono in mano germanica, ma che la popolazione stessa è in maggioranza teutonica. Quelli che dissero "ni,, Qui bisogna prendere in mano le statistiche. Il censimento del 1925, per Klàipeda e il suo territorio' ha dato questi curiosi risultati: a) si sono dichiarati Lituani 87.625 abitanti; b) si sono dichiarati' Tedeschi 59.887; c) si sono dichiarati « abitanti di Memel » 88.404 abitanti. Questi ultimi, dal punto dì vista della legge, rientrano nell'orbita della Littiania, in quanto accettano oltre la sovranità anche la nazionalità lituana. Quindi il Governo di Kaunas, facendo il totale, oppone ai 59.887 Tedeschi, 76.029 sudditi Lituani. « Senonchè — obiettano i Tedeschi — quei 88.404 « abitanti di Memel » che hanno detto «ni» e non figurano nè tra la carne nè tra il pesce, per quale nazionalità si pronuncerebbero nell'eventuali tà di un plebiscito? Quesito me fistofelico. Tanto più che la parola « plebiscito » fa ormai accapponare la pelle a troppi piccoli paesi, specialmente in questo momento cosi delicato e in un settore tanto pericoloso quale il Nord-Oriente di Europa. D'altra parte è necessario tal volta, facendo un foro nel castello di carta delle propagande, vedere addentro in queste situazioni miste e discernere quale sia la loro attualità e quale la loro realtà. E' ciò che ho tentato di vedere a Klàipeda, arrivandovi in un mattino rigidissimo e ventoso, nonostante l'annuncio turistico-letterario della Primavera. Non c'è dubbio: le scritte bilingui (in lituano e in tedesco) colpiscono lo sguardo del visitatore. Domandate un indirizzo, che in italiano è ad esempio « Via Palanga » ? — Palangen strasse! vi risponderà un Tedesco. — Palangos Gedavè! vi risponderà un Lituano. Diamo un'occhiata alle vetrine dei librai: sonò piene di libri, in bei ranghi serrati, a copertine vistose e con predominio di titoli te deschi. Passeggiamo lungo il canale di Dange, che immette al Porto. Vi sono attraccati parecchi vaporetti e un grosso vapore, e anche questi sono germanici. ' Osserviamo le case del quartie re marino. Scure; rugose, quasi abbrustolite dal vento acre, rabbioso, infernale che viene dal Baltico (oggi, due gradi sotto zero!) hanno l'aspetto dei conglomerati portuari di Amburgo, di Brema, di Lubecca. D'altra parte è innegabile che una parte d'opere lituane c'è. Si tratta anzitutto delle attrezzatu re portuarie. Il governo lituano ha prodigato nel porto di Klàipeda denaro e mezzi: è innegabile. Anche se lo sforzo lituano non è da comparare con quello compiuto dalla Polonia per creare ex-novo il porto di Gdynìa, dove prima sorgeva soltanto un villaggio di pescatori, certo è che esso merita l'attenzione dei tecnici. Chi ha visto Memel nel 1914, ? poca imperiale, e la paragona con Klàipeda del 1938, stenta a. credere ai propri occhi. Il porto attuale, dotato di una eccellente attrezzatura moderna è animato da un traffico che registra annualmente un movimento di 1800 vapori e di un milione e 4°0 mila tonnellate di merci! Bisogna, d'altra parte, riconoscere che; in quest'attività portuaria di Klàipeda, Tedeschi e Lituani vanno onestamente, d'accordo. Aggiungerò anzi che i secondi si giovano della grande esperienza e del dinamismo dei primi, che, nel Baltico, sono maestri. Per terminare, quest'inchiesta, sarebbe necessario accennare all'altro porto, all'altro polmone che la Lituania cerca di creare sulla costa. Si tratta del piccolo porto di Sventoj. Esso fu, in tempi assai lontani, il vero porto della Lituania, ma danneggiato dai marosi e insabbiato spesse volte, aveva finito per ridursi a un semplice porticciuolo peschereccio. Ora sono allo studio, provvidenze per riattivarlo, per ingrandirlo, per attivarlo. Qualcuno crede perfino che esso potrebbe avere un futuro. La parola « futuro » ha sempre, per gli uomini, un senso sorridente. E i Lituani sono ottimisti. Curio Mortari I precedenti articoli dell'inchiesta sulla Lituania del 'nostro inviato speciale Curio Mortali sono usciti nei numeri del 25 marzo, del 1», 7, 12, 20. 28 aprile e del 4, 7, 12 maggio u, s. IL CANALE DI DANGE CHE IMMETTE AL PORTO DI KLAIPEDA

Persone citate: Brema, Curio Mortari, Intesa, Niemen