L'esodo del Cile e il riconoscimento della neutralità svizzera

L'esodo del Cile e il riconoscimento della neutralità svizzera CHIUSURA A GINEVRA L'esodo del Cile e il riconoscimento della neutralità svizzera . Ginevra, 14 maggio. La sessione del Consiglio s'è chiusa oggi in assai malo modo per la Lega con il ritiro, annunciato in piena seduta all'esecutivo societario,, di uno stato membro, il Cile, dovuto all'intollerabile tattica dilazionatrice adottata nei confronti della proposta da tempo avanzata per la riforma del patto. Tutti queli che avevano creduto di presenziare a questa 101.a sessione del Consiglio come al principio di una nuova felice èra del societarismo, sono serviti a dovere. Il carattere negativo che ha avuto per-il leghismo questa giornata di chiusura è stato sensibilissimo anche su di un altro settore, per la necessità, in cui si è trovata la Lega di raffreddare le sue pretese a proposito della famosa contropartita che si era pensato di domandare alla Svizzera per il riconoscimento delle neutralità integrali. Il testo di risoluzione presentato in proposito al Consiglio dallo svedese Sandler si limita infatti 'a dire che la Svizzera continuerà ad assicurare talune facilitazioni per l'ulteriore esistenza della Lega sul suo territorio. Che tali facilitazioni (questo termine ha un sapore turistico che ben si addice alla concezione che lo svizzero medio si fa della ospitalità accordata all'organizzazione societaria) debbano sussistere in pieno in tempo di guerra, nessuno ha osato affermare chiaramente, neppure Lord Halifax, il quale è stato il solo a cercare di interpretare il testo di risoluzione votato dal Consiglio. Gli altri si sono limitati ad esprimere le felicitazioni al rappresentante elvetico per la realizzazione del postulato al quale il governo di Berna teneva tanto. L'ostruzionismo di Litvinof, il quale si è trovato bloccato dall'accordo generale del Consiglio sul riconoscimento del postulato elvetico, non ha avuto alcun effetto: U rappresentante sovietico ha dovuto limitarsi ad astenersi ed a minacciare goffamente la Svizzera di essersi alienata in caso di guerra l'appoggio della Lega e degli Stati membri, compresa l'Unione Soviet ICcL Il ritiro del Cile è stato partecipato, come si è detto, in piena seduta del Consiglio. La decisione, pur essendo attesa, è precipitata nel corso delle ultime dodici pre tn seguito ai risultati della seduta segreta tenuta la notte scorga da) Consiglio. Respinte le richieste avanzate dal Cile per la riforma del patto Botto il pretesto che la questione era di competenza del» l'Assemblea e non del Consiglio, il rappresentante del Governo di Santiago, che da anni stava energicamente lottando per la riorganizzazione della Lega sulla base della universalità, ha tratto le conseguenze opportune da questo atteggiamento caparbio dell'esecutivo societario. Le dimissioni del Cile vengono ad aggiungersi a quelle dei numerosi altri Stati sud-americani che già hanno abbandonata la Lega: 11 Brasile, la Costarica, 11 Paraguay, l'Honduras, il Guatemala, il Nicaragua ed il San Salvador. La monotonia dei lavori della Società delle nazioni è stata oggi interrotta da un insolito incidente. Dalle tribune del pubblico un barbuto pacifista integrale, si è alzato improvvisamente strillando verso 11 banco dei delegati che egli era il solo rappresentante del popolo e auspicando gli Stati Uniti d'Europa. Il fanatico pazzoide è stato subito arrestato. dc1rptcqlppqlfntI SUDETI A Londra si preconizza una soluzione pacifica Londra, 14 maggio. Henlein è ripartito stasera alle 6 per Praga dopo un'altra giornata di conversazioni. Ma mentre quelle-di ieri al sono svolte con uomini politici inglesi, il leader sudeto si è incontrato oggi con persone di nazionalità cecoslovacca. Per prima cosa egli si è recato in automobile nella City. Durante questo tratto alcuni giornalisti che lo seguivano lo hanno perduto di vista per venti minuti. Poi, sempre In automobile e accompagnato dal suo segretario si è fermato davanti a un grande albergo in Piccadllly. Il segretario è sceso di macchina e su di essa sono saliti tre signori che si sa essere cecoslovacchi, 1 quali si sono intrattenuti a discutere con Henlein per 15 minuti, mentre il segretario insieme a due poliziotti piantonavano la macchina ferma. Finito questo colloquio, cui si è voluto dare una coloritura di mistèro, Henlein si è recato, come avevamo previsto, alla Legazione t di Cecoslovacchia, dove è stato ricevuto dal ministro Mazaric che 10 ha trattenuto a colloquio; poi rientrava in albergo e stasera ripartiva In aeroplano. Il Sunday Times di domani mattina pubblica una nota del .suo collaboratore diplomatico nella quale è detto che la visita di Henlein a Londra ha aumentato le possibilità di una soluzione de) problema delle minoranze sudete. « L'impressione riportata da quelli che hanno avuto con lui delle conversazioni è che le richieste formulate a Karlsbadt non saranno accompagnate da pressioni troppo intransigenti ». Lo stesso giornale, venendo a parlare della rinunzia dell'alleanza con la Russia, ,ritiene di poter scrivere che « l'impressione data da Henleln a Londra è che mentre non è disposto a rinunziare a tale richiesta, non la porrebbe come condizione sine qua non per un accordo che comprendesse l'auto nomia. Questo atteggiamento, se è vero, costituirebbe un passo avanti; ma è lecito supporre che Henlein non insiste sulla domanda della rottura dell'alleanza con la Russia, soltanto perchè gli pare che ciò possa essere fatto più convenientemente da Berlino ». La nota conclude dicendo che « si può ritenere che Hitler sia disposto ad accettare una soluzione che lasci i Sudeti entro la Cecoslovacchia. 11 Fuhrer non ha mal detto di volere una revisione dei confini. Il Ministro tedesco a Praga insiste presso il dott. Krofta affinchè i negoziati su questo problema sia no trattati con Henlein e non con il Governo tedesco. Di più, sembra ora pressoché certo che l'Italia non si è impegnata a sostenere con le armi le mire tedesche in Cecoslovacchia ». L. R. egrSsmvslos

Persone citate: Hitler, L. R., Sandler