Leoni è il più veloce nella volata di Rieti

Leoni è il più veloce nella volata di Rieti ANCORA UNA TAPPA A TAMBURO BATTENTE NEL GIRO D'ITALIA Leoni è il più veloce nella volata di Rieti (DAL NOSTRO INVIATO) Rieti, 13 m jio. Se il ciclismo italiano dovesse essere giudicato senz'altro da questo Giro si potrebbe dire, sì, che non abbonda di campioni di classe eccezionale, che sono, lo sapete, dono della natura molto saggia nel distribuirli in successione nelle varie epoche, ma che, in netto compenso, gli atleti di cui disponiamo hanno finalmente acquistato quello spirito, adottato quel sistema di gara, che, per anni, per quanto in pochi, abbiamo auspicato, sì da trasformare di sana pianta l'aspetto di questa corsa a tappe nella quale nel passato più che in ogni altra prova si rilevava la miseria di iniziati' va, di idee, di calore e tutto si faceva passare per buono sotto il lustro dei grandi nomi. Di bene in meglio Questa trasformazione, che ci auguriamo sia permanente e definitiva, è interessantissima e importantissima. Il Giro, in fondo, non ci ha fatto assistere fin qui a imprese leggendarie di uomini straordinari; Vicini nella seconda tappa, Verterti nella quarta, Zimmermann nella sesta, sono stati gli attori delle gesta più notevoli, ma tecnicamente non gran che di impressionante, nulla che portasse la sigla del fuori classe. Ma, per contro, quale successione di episodi infocati, quale fioritura di tentativi, quale irrequietezza e nervosità di gara! Vi assicuro che non mi era mai successo, durante un Giro d'Italia, di non poter stare dieci minuti senza annotare fughe e inseguimenti, sen za dovermi rendere conto della situazione e delle posizioni a ogni momento nuove e diverse, sconvolte da colpi di mano inaspettati, sboccanti ogni giorno in risul tati più o meno -sorprendenti. E questo all'inizio della competizione che di solito è stato temporeggiatore, guardingo, scolori to, e ben raramente ha visto owsumere atteggiamenti aggressivi da figure secondarie. Se si facesse il conto degli episodi che questo Giro hanno agitato fin qui ci sarebbe da riempire almeno il doppio di tappe di qualsiasi altro Giro precedente. Quantità, direte voi, non qualità. Ed è vero. Ma non perciò questi attori turbolenti e coraggiosissimi meritano minor lode e la competizione è meno affascinante. Anzi, appunto perchè di meno eccelso valore essi ci piacciono o ci appagano nella loro audacia, nel loro calore agonistico: e la competizione merita di essere seguita con maggiore «impatta perchè ci offre molto di più di guanto da essa ci aspettavamo. Ohi non sente la bellezza della combattività inesauribile di questi ragazzi che ieri si chiamavano Crippa e oggi Leoni, di questi combattenti di non altissimo grado ma di fierissima volontà che sono Gotti o Generati, chi non è ammirato del fegato di uno Zimmermann o di un Litschi o di un Macchi, di un Valetti o di un Benente ? Chi vive col rimpianto degli assenti e non si commuove al coraggio di un Cecchi o di un ■Meallt come di tutti quelli, e so no decine, che ogni giorno cercano la loro ora di notorietà prodigandosi e sfinendosi, non mi pare che possa vantare un genuino buon gusto sportivo e getti una ombra immeritata di sfiducia e di insoddisfazione sulla grande luce che emana da questa gara combattuta, incerta, equilibrata come non mai. Come lo dimostrano inoltre questi fatti: sette vincitori in sette tappe e una media complessiva da primato. Si poteva cominciare a dubitare che la prodigalità delle prime ■tappe smorzasse gli ardori nelle successive e tanto più in questa che precedeva la dura prova in salita di domani. Ma se qualcuno ha sentito questa preoccupazione non sono stati certo i -più modesti, ma i signori cosidetti «t assi » che hanno, subito l'iniziativa dei minori. E' bastato però questo per dare alla Chianciano-Rieti lo stesso aspetto e lo stesso tono delle tappe precedenti, cioè inverosimilmente acceso e accelerato.Si attacca subito Si cominciò a tamburo battente giù per la discesa che ci portava a Chiusi, facendoci ammirare, nella mattinata che aveva limpidezza e colori da primavera, un panorama di colline della più pura classicità toscana. Ma per i « bianco verdi » rimasti in campo senza il loro capo, la giornata era neraCottur forò e Landi cominciò a restare indietro per il ginocchio ferito ieri. Si salì poi a Città della Pieve il cui traguardo diede a Mealli lo spunto per una bella volata e per una immediata fuga presto soffocata. Ma « ikf eaHino » tornò all'assalto sulla rampa prima di Monteleone, e allora prese vantaggio conservandolo fino a Ficulle dove si accorse che gli altri reagivano con Del Cancia alla testa. E fu infatti la « maglia rosa » che mise le briglie al fuggitivoprovocando lo scompiglio del grup po. Ancora una breve salita (le al timetrie non possono dare un'idea esatta della varietà di questo percorso, ma io vi dico che di piano ce n'era ben poco anche oggi) dove Litschì diede un buon strappane al quale risposero Negrini, Bogara, Valetti, Martano, MarabelliCamusso, Del Cancia, CanavesiBizzi e Caff erata. Costoro .presero un vantaggio di mezzo minuto a un gruppetto guidato da Cecchimentre un altro, comandato da Leoni, ne perse uno. In questo frangente agitatissimo forò Crippa (ma ebbe la ruota da Sessa) e sì ritirò Santambrogio per indisposizione. Gotti, che nella notte era stato vittima di disturbi viscerali, veniva nelle retrovie. Sulla salita della Croce, Litschsi prodigò per impedire ogni ricongiungimento, ma Cecchi riuscugualmente a riprendere con Benente, Zimmermann e Mara. Ciò non fu di gusto dello svizzero, che tornò alla carica e rimase solo con Mariano, Bizzi e Marabelli. Iquartetto passò in cima 25" prima degli altri, ma in discesa ssmembrò perchè Bizzi cadde ferendosi alla faccia, Marabelli forò e Martano fu staccato dall'audacia e dall'impeto con cui Litschabbordava le curve. Era così sul piano solo Litschiche attaccò un passo indemoniatoAlle sue spalle teneva duro Martano, oggi apparso trasformato, a un minuto si organizzarono, in difesa, Del Cancia, Valetti e Canavesi, che avevano staccato tuttgli altri. La minaccia del campione di Olympia non era da prendersi alla leggera; egli è rimasto lbestia nera dei nostri che lo tengono d'occhio e non gli danntroppa corda nelle sue sfuriate Questa durò fino a Baschi (chilometri 75), dove Martano ebbe finalmente ragione di Litschi e potè metterglisi a fianco per poi collaborare con lui nella fuga. Ma Generati e Macchi, staccandosi dal gruppo, vennero ad aumentare la pattuglia di punta. Altro sconvolgimento sulla salita di.Ardea: Generati e Macchi, non soddisfatti del risultato raggiunto, attaccarono e mollarono Litschi e Martano. Lo svizzero cedette più nettamente e dovette rifugiarsi nel gruppo, mentre Martano fece coppia con Leoni che da questo era balzato fuori impetuosamente. Così al termine della salita, Generati e Macchi' precedevano Martano e Leoni di venti secondi, e gli altri di quaranta. Un quartetto in fuga La lotta si svolgeva senza respiro perchè si.capiva che questo era il momento in cui potevano decidersene le sorti. Lo capi specialmente Leoni che il sogno di una vittoria nella sua Rieti rendeva veramente degno del nome Egli si buttò a corpo morto nell'inseguimento di Generati e. dì Macchi e iti breve raggiunse i fug aitivi. Insieme al compagno Generati e con l'aiuto di Macchi, che sperava anche lui nella sua buona giornata, e di Martano, che voleva dar segni tangibili della sua resurrezione, il reatino fu stupendo di decisione e di energia. Non l'aveVo'maì visto cos\ potente, così prodigo, così solido. Tutti lo dicono un bel ragazzo, ed è vero, ma in quel momento egli era anche un gran bel corridore. E lo fu fino alla fine, fino alla conquista del trionfo in casa sua. Quando questo quartetto si costituì, dietro aveva ancora, a trecento metri, lo spauracchio di una coalizione fra Bizzi, Vignoli, Rogora, Canavesi, Cafferata, Camusso, Amberg, Simonini, Cinelli, Valetti, Balli, Christiansen, Scacchetti, .Cecchi, Del Candia e Negrini, cioè tutti gli uomini di testa della classifica. Sembrava difficile che i quattro potessero reggere al ritorno di diciassette. Ma il numero conta assai meno che non la volontà; quelli erano decisi a scappare, questi non lo erano affatto ad inseguire. E perchè > Evidente- mente perchè gli aspiranti alla « maglia rosa » poco si interessavano della vittoria di tappa. Che fastidio poteva dare loro Generati, che era in ritardo in classifica di 1S', Leoni che lo era del doppio, e Martano, di un'ora e mezza, e Macchi di ancor più? Questa considerazione diede via libera ai fuggitivi e condannò definitivamente colóro che di inseguitori avevano solo il nome e la posizione. Essi, in ritardo ad Amelia (km. 107) di 2'25", lo furono a Terni (km. 132) di S'45". Ma la saZita delle Marmore poteva far scuotere l'apatia e indurre i migliori arrampicatori, che eran tutti ritardatari, a tentare la riscossa ancora in tempo. Vana speranza! Si ebbe, invece, sulla salita, un altro e ultimo scontro fra ì primi. Martano avrebbe potuto essere pericoloso sul traguardo, e allora Macchi, più che Leoni, attaccò a fondo, ma progressivamente, senza scatto. Quando il dislivello si fece più duro, Martano, che aveva già fatto troppi miracoli nei confronti dei giorni scorsi, dovette asciare andare via i tre, crollando così nettamente da farsi riprendere e anche passare dal gruppo e perdere alla fine sei minuti e mezzo in trenta chilometri sui compagni di fuga. La vittoria di Leoni in volata non poteva essere dubbia; eppure fu molto meno facile di quanto egli e noi stessi non credessimo. Sul lungo e largo rettilineo che costeggia le mura di Rieti, Generati portò il compagno fino a 150 me¬ tri, qui Leoni attaccò la volata prendendo un paio di macchine a Macchi, il quale, però, risalì gradatamente e pericolosamente per finire a non più di una ruota dal « bianco-celeste ». Con sua maggior prontezza nella reazione il risultato del varesino avrebbe potuto essere di ancora più stretta misura. Evidentemente lo sforzo della fuga aveva mozzato le ali al veloce reatino. Generati va avanti Il quale, però, si è meritato questa soddisfazione, raggiunta con forza di volontà e di muscoli, con intelligenza e con coraggio. Egli ci sta dando prove, in questo Giro, di una robustezza che non gli sospettavamo. Per quanto il vero valore di un atleta debba misurarsi sulla continuità delle sue prove — e Leoni regolare finora non lo è stato —, pure quello che egli ha fatto nella maggior pai*té delle tappe, fin qui disputate, rialza e conferma le sue azioni di corridore, che prima erano solo di buon velocista e di agile passista. Il ragazzo si svela nelle sue vere doti e condizioni. Vedremo in seguito quanto. Macchi è stato, a suo turno, figura di primo piano dì una tappa. Generati ci è parso alla vigilia di qualche sorpresa. Cinelli si è confermato uno dei più veloci del Giro, al pari di Chiappini. Bizzi ha cercato anche oggi con l'energia che gli è solita la via per un'affermazione clamorosa; non gli è riuscito il colpo, ma lo ritenterà, siatene certi. Martano ha osato forse troppo presto; ma mi pare che si avvìi ad essere il prezioso collaboratore di Valetti nel tentativo che questi dovrà, presto o tardi, rinnovare per risalire in classifica a tappe. In questa di nuovo e di notevole non c'è che il balzo di Generati dal 17° al 7° posto. Egli si è, così improvvisamente portato in « zona maglia rosa ». Per questo dico che i primi sei hanno commesso un grave errore a permettergli così precipitoso ritorno. Ma esso giova all'interesse della gara e questo è quanto più ci sta a cuore. Domani duplice programma. Il Terminillo dirà alla mattina chi è il migliore arrampicatore. È' vero che la salita di 20 chilometri che porta da 402 a 1700 metri non è mai asprissima e il giuoco dei rapporti conta moltissimo, ma il confronto sarà egualmente chiaro e porterà finalmente ad una netta graduatoria di classifica. Risolverà, per lo meno, il duello Del Cancia-Canavesi. Allora potremo sicuramente dire chi, a parte la faccenda dei punti, sarà il più degno di vestire la « maglia rosa ». Al pomeriggio faremo 152 chilometri.per raggiungere la Capitale, dove, con ogni probabilità, il vincitore ci sarà dato dalla volata al Velodromo Appio. Giuseppe Ambrosini L'ordine d'arrivo 1. LEONI Adolfo, alle ore 15, 53'40", che impiega a percorrerà la Chianciano-Rieti, di km. 168, ore 4,53'40", alla media di chilometri 34,324; 2. Macchi, stesso tempo; 3. Generati, id; 4. Cinelli, ore 5,P'55"; 5. Chiappini (primo dei gruppi) ; 6. Del Cancia; 7. Rogora; 8. Scappini (secondo dei gruppi) ; 9. a pari merito con lo stesso tempo di Cinelli: Amberg, Arcangeli, Balli, Benente, Bizzi, Cafferata, Camusso, Canavesi, Cecchi, Christiansen, Guidi, Litschi, Marabelli, Mealli, Negrini, Scacchetti, Simonini, Vignoli, Zimmermanni Valetti; 29. Tamborini ore 5,2'31"; 30. Cerasa, 5, 3'5"; 31. Martano, 5,6'5"; 32. Salani, 5,6'10"; 33. Declercq; 34. Van Overberghè; 35. Michielsen; 36. Goasmat; 37. Romanatti; 38. Fantini; 39. Molinar, tutti nello stesso tempo di Salani; 40. Mara, 5, 7'40"; 41. Rossi R., 5,15'; 42. Montini; 43. Albani; 44. Mala vasi; 45. Fontenay; 46. Giuppone; 47. Menapace; 48. Zuccotti; 49. Huber; 50. Morselli; 51. Gualberto; 52. Piubellini; 53. Bovet, tutti nello stesso tempo di Rossi; 54. Succi, 5,22'; 55. De Paolis, 5,24 e 45"; 56. Bavutti, 5,24'45"; 57. Crippa, id.; 58. Sbersi, 5,25'10"; 59. Di Paco, id.; 60. Moritesi, 5, e 36'; 61. Bianco, id.; 62. Lazzarini; 63. Rimoldi; 64. Galateau. Classifica generale 1. DEL CANCIA, 32.48'53"; 2. Canavesi, 32.48'53"; 3. Balli, 32.50'53" (d}st. 2'); 4. Cecchi, 32.53'31" (4'38"); 5. Vignoli, 32.53'43" (4'58"); 6. Litschi, 32.53'57"; 7. Generati, 32,54'24"; 8. Valetti, 32.56'8"; 9. Mealli, 32,56'26"; 10. Marabelli, 32.59'7"; 11. Benente (primo dei gruppi), 32.59'40"; 12. Simonini (2.o dei gruppi), 33.0'12"; 13. Ci nelli, 33.0'32"; 14. Bizzi, 33.1'6"; 15. Zimmerr nn, 33.3'32"; 16. Christiansen, d3.4'42"; 17. Caffèrata, 33.4'56"; 18. Leoni, 33.7'9"; 19. Arcangeli terzo dei gruppi), 33.8'15"; 20. Amberg, 33.8'46"; 21. Molinar, 33.9'39"; 22. Goasmat, 33.10'42"; 23. Giuppone, 33.14'26"; 24. Tamborini, 33.15'19"; 25. Cerasa, 33.15'26"; 26. Fantini; 27. Michielsen; 28. Van Overberghè, 29. Rogora; 30. Scappini; 31. Piubellini; 32. Fontenay; 33. Menapace; 34. Crippa; 35. Guidi; 36. Camusso 33.25'47"; 37. Romanatti; 38. Malavaai; 39. Succi; 40. Bovet; 41. De Paolis; 42. Salani; 43. Gotti 33.54'59"; 44. Galateau; 45. Negrini; 46. Montini; 47. Scacchetti; 48. Rimoldi; 49. Huber; 50. Gualberto; 51. Sessa; 52. Morselli; 53. Declercq; 54. Mara; 55. Bavutti; 56. Rossi; 57. Martano, 34.22'55", lmAqSSr3Kfemt3scbIagtgLltvvfguhnCmGI nostri servizi al « Giro » Per assicurare ai lettori il migliore, più rapido e completo servizio fotografico del Giro d'Italia La Stampa e Stampa Sera hanno al seguito della corsa il loro inviato fotografo Aldo Moisio. Le fotografie sono tutte esclusive ed il servizio viene compiuto dal nostro inviato, seguendo la corsa sulla veloce e potente motocicletta « Sertum ». CON UN BELLISSIMO SPUNTO DI VELOCITA' LEONI REGOLA MACCHI E GENERATI A RIETI (Telefoto)