La fiducia di Londra negli sviluppi della situazione di Leo Rea

La fiducia di Londra negli sviluppi della situazione Le trattative internazionali La fiducia di Londra negli sviluppi della situazione Londra, 12 maggio. Sul fronte della politica estera abbiamo avuto due giornate che, giornalisticamente parlando, possono considerarsi tranquille o che sembrano tali dopo la tensione cui la stampa di qui si è sottoposta, nei tentativi quotidiani di dare quante più informazioni fosse possibile (e molti fra i giornali sono andati a rompersi il naso battendo contro l'impossibile) sui colloqui che hanno avuto luogo la settimana scorsa fra il Duce e Hitler. Diplomaticamente, gli occhi degli osservatori sono ancora rivolti sull'Italia — per il discorso che il Duce terrà a Genova fra pochi giorni e per la ripresa dei negoziati fra il conte Ciano e il signor Blondel — e su Berlino, per l'azione mediatrice affidata all'Ambasciatore britannico per la soluzione della questione dei sudeti. Fantasie e cronache autentiche Quanto alle conversazioni italofrancesi, il < Daily Mail » di stamane ha cominciato a dare inizio a una fila di divinazioni sul contenuto dell'acicordó in progetto, in modo simile a quanto avvenne dopo la terza o la quarta conversazione fra il conte Ciano e lord Perth. Il quotidiano comincia, stampando in grandi caratteri che « un accordo-di principio è stato ormai raggiunto e oggi comincia la discussione sulla, stesura dei relativi documenti ». Prima di andare avanti, corre per noi obbligo di contrapporre a tale galoppata del «Daily Mail » la informazione mandata stasera dal corrispondente .romano del « Daily Telegraph », il quale, dopo avere scritto che oggi non c'è stato alcun colloquio al Ministero degli Esteri italiano, scrive: « Durante la conversazione di ieri 11 conte Ciano ha chiesto a Blondel chiarimenti su certi punti della comunicazione del Governo francese in data 3 maggio. Blondel ha comunicato tali domande a Parigi e attende che il suo Governo risponda ». Il giornalista quindi dice che, per quanto non sia fissato per domani un appuntamento fra il conte Ciano e l'incaricato di Affari francese, può darsi che domani vi ala un incontro, s>e Parigi risponde in tempo; e, dopo aver notato che il conte Ciano sarà a Genova col Duce sabato, domenica e lunedi, dice essere probabile che le conversazioni italo-francesi siano posposte fino a martedì o mercoledì della prossima settimana. Detto questo, le informazioni del Daily Mail si possono riferire più per debito di cronaca che per il credito che si può loro accordare. Dopo la premessa sopra riportata, il giornale scrive che l'accordo italo-francese conterrà: « Una reciproca, dichiarazione per il mantenimento dello statu quo nel Mediterraneo; reciproco riconoscimento deS vitali interessi per la libera entrata, uscita e transito attraverso il Mediterraneo, in quanto in. tali riconoscimenti sarà sottoìineato che entrambe le Potenze hanno interessi vitali poiché l'una e l'altra hanno un impero africano. Ci sarà inoltre un accordo fra la Libia e il Bey di Tunisi ». Evidentemente il! giornale si preoccupa — visto ciie tutti hanno detto che il patto) italo-francese sarà simile a quello italo-britannico — di mettere ia parallelo l'annesso agli accordi di Roma che è stato firmato ancne dal Governo egiziano. Heinlein a Londra Quanto alla posizione della controversia per le minoranze sudete, a Londra non si attende nulla di sensazionale per i prossimi giorni. Stasera 1 giornali hanno pubblicato la notizia che Heinlein sarebbe partito per Londra, dove dovrebbe incontrare « un amico personale », che ha contatti col Governo britannico, perchè quesito possa essere messo al corrente circa la realtà della situazione. A Londra — dove a tarda ora si annuncia che Heinlein è giunto a Oroydon a bordo di un aeroplano proveniente da Colonia — si è motto guardinghi e forse un poco sospettosi circa questa vìsita del capo dei Sudeti a un amico. Chi posse, essere tale amico non si sa; ma sui giornali di opposizione di domani ne leggeremo in proposito di carine. Comunque, nei circoli ufficiosi si mantiene più che riserbo! e si dice di non sapere nulla della visita del « leader » sudeto. Sulle conversazioni che l'Ambasciatore britannico ita avuto ieri con Von Rlbbentropp, il corrispondente del Daily Telegraph dalla capitale tedesca dico constargli che il Ministro degli Esteri avrebbe detto che « mentre il Governo tedesco spera che la questione dell'autonomia in favore dei sudeti possa essere risolta isenza esercitare pressioni su Praga, esso Governo non intende tollerare ulteriori rinvìi. La Geriminia desidera una soluzione definitiva e non sarebbe soddisfatta di mezze mi- Il dibattito sull'aviazione Il dibattito che ha avuto luogo oggi nei due rami del Parlamento e per il quale si attendeva, sopratutto ai Comuni, una seduta che i giornali di stamane detfinivano sarebbe stata « drammatica, sensa¬ zionale capitale » e simili, viceversa è risultata alquanto grigia e, per quanto riguarda la dimostrazione dell'efficienza organizzativa del ministero dell'aria, abbastanza inconclusiva. Lord Winterton, Cancelliere del ducato di Lanchester, che ha parlato per il governo In luogo di lord Swinton, ministro dell'aria, impegnato alla Camera dei Pari, è stato oggetto di quel che un collega ha pittorescamente definito come « bombardamento aereo » da parte dell'opposizione che lo interrompeva continuamente e lo sviava: il discorso è durato un'ora e tre quarti, e alla fine di esso la Camera non ha potuto dire di essere stata eccessivamente illuminata sull'argomento che ha preoccupato seriamente la opinione pubblica britannica. Attlee, leader dell'opposizione socialista, ha sostenuto l'idea dei l'inchiesta segreta proposta dal suo collega liberale, ed ha detto che le promesse fatte da lord Win terton per il 1940 non daranno alla Gran Bretagna la forza aerea che la Germania possiede attuai mente. « L'aeronautica britannica — ha continuato l'oratore — è ora composta di apparecchi antiquati o pressoché antiquati: la Gran Bretagna ha 1750 apparecchi, mentre la Germania ne ha 2500 o tremila ». Un discorso di Chamberlain Dopo la risposta del Governo e le controrisposte dei socialisti e dei liberali, si è passati al voto che ha dato i seguenti risultati: 299 voti contro la mozione presentata dall'opposizione liberale e 131 a favore di essa. Ad un grande comizio delle donne, iscritte al partito conservatore radunatesi nel grande salone Albert Hall il Primo Ministro Chamberlain ha pronunciato un discorso nel quale ha chiarito lo scopo della politica estera del governo. Lo scopo essenziale di tale politica, ha detto il sig. Chamberlain, consiste nello stabilire e conservare la pace. Ha rilevato poi che in pratica questa politica si suddivide in due parti: da un canto la Gran Bretagna vuole essere forte abbastanza da poter resistere a qualunque eventuale aggressione o provocazione. Dall'altro canto essa intende accertare dove e quali siano le cause di possibili nuove guerre ed adoperarsi per eliminarle. Ciò si può fare soltanto mediante conversazioni amichevoli con quelle Potenze che hanno rivendicazioni da far valere. Questa politica, egli ha aggiunto, ha già recato i suoi frutti col patto italoinglese che è Importantissimo contributo alla causa della pace mondiale. Dopo aver ricordato che in seguito al fallimento coll'espérimento sanzionìsta ginevrino, i rapporti italo-inglesi subirono una crisi gravissima per cui vi era serio pericolo di un conflitto eventuale fra i due Paesi, il Primo Ministro ha continuato: « Io credevo però che la tensione italo-inglese dipendesse in massima parte da sospetti infondati e da malintesi. Difatti si è visto che appena rotto il ghiaccio e aperte le conversazioni, l'accordo è stato concluso su tutti gli aspetti della situazione e senza difficoltà. Avevo dunque ragione di ritenere che fosse priva di fondamento la supposizione secondo cui gli interessi rispettivi della Gran Bretagna e dell'Italia sarebbero antagonistici ». Ha posto quindi in rilievo che l'accordo ha suscitato consensi in Francia, nell'Europa centro-orien^ tale, nei Domimi dell'impero e in America, e che ciò dimostra che esso è considerato universalmente come un lungo passo verso il ral< lentamento generale della tensione e verso la pace. Il Primo Mini stro ha concluso dichiarando che la Gran Bretagna rimane fedele ai principii che ispirarono il Co. venant della Lega, ma che fino a quando la Lega non sarà stata riabilitata, l'unica politica è quella appunto che il governo britannico sta perseguendo. « Commentando il discorso del Primo Ministro, il Daily Telegraph mette in parallelo tali dichiarazioni con quelle fatte nello stesso discorso circa la necessità per l'Inghilterra di procedere all'ampliamento dei propri armamenti e quindi scrive:' « Il Governo non limita i propri tentativi a ridurre la minaccia di un attacco rendendo la nostra difesa più forte: l'obbiettivo del Governo è anche, in ogni caso in cui sia possibile, assicurare la pace, rimuovendo le cause della guerra. L'applicazione di questo metodo alle nostre recenti dispute con l'Italia ha trasformato nello spazio di poche settimane e in modo molto significativo una situazione che per molti mesi aveva la tendenza a precipitare verso la guerra ». Leo Rea