Le grandi Potenze zimbello dei rossi e dei negri

Le grandi Potenze zimbello dei rossi e dei negri JPaicoscoMMJco fff Le grandi Potenze zimbello dei rossi e dei negri La pazienza di Halifax e di Bonnet messa a dura prova da Litvinof e da Del Vayo Dura requisitoria contro la Lega del rappresentante del Cile Ginevra, 11 maggio. L'offensiva contro la politica desterà di Chamberlain,. organizzata dall'opposizione inglese In combutta con i sovietici e con i rossi d'ogni gradazione e d'ogni Paese, è stata scatenata in pieno a Ginevra. La pedina dei morto La pedina, abilmente manovrata, che dovrebbe dare scacco matto, al rappresentante del Foreign Office sullo scacchiere societario, è costituita dallo sciagurato Talari, spostato stasera d'urgenza a Ginevra. Quale risultato si speri di raggiungere con questa macabra messa in scena^non è ben chiaro dato che il delegato inglese, così come quello francese, hanno riaffermato la loro intenzione, di procedere comunque alle preannunciate dichiarazioni .tendenti a disimpegnare i rispettivi Governi dall'impegno societàrio del non riconoscimento della sovranità italiana sull'Etiopia. Si conferma — oh! grottescp, paradosso 'degno di Ginevra— che la presenza del morto dovrebbe servire a mantenere in vita il principio dell'esistenza dell'Etiopia negussita e .a bloccare cosi tutta la procedura pazientemente organizzata da' Chamberlain e da lord Halifax. Saprà quest'ultimo aver ragione di un intrigo, che per il modo come è stato congegnato e per le sue finalità, dimostra una ben scarsa considerazione del prestigio e della dignità del primo delegato dell'Impero britannico? A noi la cosà non interessa se non come un motivo di ludibrio In più per questa istrionesca Società delle Nazioni dove si può impunemente continuare a portare sulla scena le più fischiate commedie. Passando ad un argomento più serio, notiamo il discorso pronunciato oggi, dall'on. Motta circa il ripristino' della neutralità integrale della Svizzera. Pur parlando con l'abituale tatto diplomatico che lo contraddistingue, l'onore vole Motta è stato preciso in più di un plinto, significando netta, mente: 1) che per la Svizzera non si tratta per nulla di concedere delle contropartite alla Lega, ciò che infirmerebbe il principio stesso della neutralità; 2) che la Svizeera non può accontentarsi di un Sistema imperniato sul carattere facoltativo dell'art. 16, dato che anche al di fuori del suddetto articolo l'attività politica della Le. gte comporta infinite possibilità di comprometter e-la situazione di uno Stato neutro; 3) che ili caso' di: rifiuto ad accogliere il punto di vi' sta svizzero della compatibilità della neutralità con il Patto societario, delle ripercussioni nefaste si avrebbero sull'opinione pubblica elvetica, ciò che significa, in altre parole, che la Svizzera non esiterebbe a ritirarsi dalla Società delle'Nazioni. Litvinoff ha cercato di sollevare delle difficoltà contestando la competenza del. Consiglio ed affermando la necessità che il problema della neutralità elvetica sia delibato dall'assemblea. Si tratta di una pretesa che sarà respinta dai delegati del Governo federale, dato che la rivendicazione della Svizzera è di carattere immediato e non può adattarsi alle procedure e alle manovre dilatorie dell'assemblea. Un discorso di grande importanza è stato pronunciato dal delegato del Cile, Edwards, sulla questione della riforma del Patto. Pur astenendosi dal dare una conferma immediata al preannunciato ritiro del Cile dalla. S. d. N. il discorso di Edwards ha per altro risuonato come una campana a morto nei confronti della Lega. [ Il forte atteggiamento del Cile H rappresentante del Governo di Santiago ha infatti esposto in termini molto vivaci la delusione e 10 scoraggiamento che hanno provocato i sistemi societari per la riforma del Patto, dilatori e. letargici, che dimostrano come vi siano membri della Lega i quali si oppongono decisamente a qualsia-, si riforma non ostante che questi stessi membri riconoscano che la S. d. N. non è mai giunta ad un livello cosi basso. „ ■ « Oggi dopo che una grande Potenza si è ritirata dalla Lega ed un'altra ha ripetuto l'intenzione di non farne più parte, la proposta cilena di chiedere l'opinione degli Stati assenti sulla riforma, del patto non basta più, poiché significherebbe seguitare a non rlconpscere la realtà. La .Lega contenendo obblighi coercitivi se non è universale non è una Società delle Nazioni ma una vera e propria alleanza di alcuni Stati. E' venuto 11 momento di togliere ogni obbligo coercitivo alla Lega. Non possiamo continuare a sentirci vincolati da legami giuridici, la cut ap plicazione non è possibile dato che un tentativo ha già fatto rischiare all'Europa di essere trascinata In un conflitto generale. Le formule giuridiche vuote di senso possono dare a qualcuno illusioni pericolose ed è tempo ormai di tagliare le carni morte che prò vacano la- cancrena ». Il rappresentante cileno quindi smentisce con sdegno le voci che l'iniziativa del Cile possa essere stata, inspirata.da grandi Potenze uscenti dalla S. d. N.: « Qualora il Cile si .ritirasse dalla Lega, ciò non sarebbe dovuto nè all'influenza italiana nè a quella tedesca che non si sono mai fatte sentire. Lo scoraggiamento soltanto spiega T atteggiamento cileno ». „, Il patto, conclude il signor Edwards, è incompatibile con la realtà Internazionale ed il delegato cileno si- congratula con quelle grandi Potenze che sono rientrate nella realtà applicando recentemente degli accordi bilaterali per eliminare le loro divergenze. Il delegato del Governo cileno termina affermando che il Cile aspetta la decisionet , d i a del Consiglio per prendere la propria. La giornata societaria è stata completata da un discorso di Alvares Del Vayo. Malgrado le critiche assai aspre rivolte alla politica del non intervento e gli attacchi contro l'Inghilterra per l'accordo di Roma, il signor Del Vayo non è riuscito ad ottenere nulla di concreto dal Consiglio. A Del Vayo ha replicato per primo il Ministro degli Esteri britannico Lord Halifax il quale, premesso di volersi astenere dal commentare con la dovuta energia le osservazioni mosse alla politica del suo Governo, rileva come il patto non sia stato redatto in vista di una guerra civile, di fronte alla quale gli Stati devono cercare di mantenere la neutralità evitando quindi ogni assistenza all'una e all'altra parte poiché la belligeranza esiste di fatto. Dopo aver ricordato che la politica del non intervento, almeno In parte, è stata coronata da successo e che quindi bisogna continuare lo sforzo nella stessa direzione, Lord Halifax afferma che* 11 recente accordo anglo-Italiano e quello prossimo italo-francese, contribuiranno alla soluzione del problema e conclude dicendo che iwn -bisogna trascurare nessuno sforzo per attenuare le sofferenze del popolo spagnolo. Prende poi la parola il rappresentante della Francia, Bonnet, 11 quale difende pure energicamente la politica di non intervento affermando che è la sola conforme agli interessi europei. Dopo'' alcune parole del rappresentante' della Nuova Zelanda che approva il punto di vista di Del Vayo, prende la parola il rappresentante sovietico Litvinoff il quale si associa completamente al punto di vieta dèi rappresentante del governo di Barcellona. Il rappreserttante della Polonia, Komarnisky, afferma che la discussione attuate non serve la causa della pace. internazionale e soggiunge che • il Consiglio nel momento attuale dovrebbe, cercare di astenersi da ogni nuovo intervento nell'affare spagnolo. ' Il rappresentante della Romania, Cornitene," ha fidùcia che t'accordo italo-britannico e l'accordo Italo-francese contribuiranno ad una prossima soluzione del conflitto spagnolo. Il rappresentante del governo1 di Barcellona, Del Vayo, dichiara allora di voler fare in uria seduta ulteriore alcune osservazioni circa i discorsi che sono stati pronunciati oggi dinanzi al- Consiglio, ma il presidente Munters invita Del Vayo a presentare subito le sue osservazioni. Il delegato di Barcellona replica piuttosto .vivacemente dichiarando che la questione è di tale gravità che ha diritto al tempo per riflettere e che perciò lascia al Consiglio tutta la grave responsabilità di dichiarare chiusa la discussione. Di fronte a ciò, il presidente Munters toglie la seduta avvertendo che la discussione verrà continuata in una seduta ulteriore, ma fin d'ora rimane stabilito che il Consiglio terminerà il dibattito senza approvare nessuna risoluzione dato che sulla questione spagnola il- Consiglio stesso ha già avuto modo a più riprese di esprimere il suo punto di vista: mantenimento della politica del non intervento e riconoscimento della competenza in materia, come unico organo, del Comitato londinese. D'altra parte la delegazione di Barcellona trova sempre minor credito in questi ambienti dopo un incidènte assai significativo verificatosi in questi ultimi giorni: il console generale del Governo, rosso spagnolo a Ginevra, Rivas Cherif, è stato infatti destituito da Del Vayo per aver accennato a più riprese, in conversazioni con membri del Consiglio, alla necessità in cui si trova il suo Governo di domandare una mediazione. Rivas Cherif non ha parlato a questo proposito unicamente a suo nome personale: egli Infatti legato da stretti vincolitmnnmpfcusbccIdi parentela con il presidente Azaria, il quale a sua volta ha avuto occasione in questi ultimi tempi di manifestare il suo desi derio di arrivare ad un accordo col Governo di Franco, data la situazione disperata in cui si trova la Spagna rossa.