Meglio non nascere che nascere donna di Ernesto Quadrone

Meglio non nascere che nascere donna Mezzo miliardo di uomini nella bufera Meglio non nascere che nascere donna La pena delle "mille ferite,, | Terribili suocere - Il calvario di\ tutte - LfL casa della missionaria, piccola oasi nella desolazione (DAL NOStfrRO INVIATO) ' TENG/SHING, maggio. E allora il figlio disse basta. ' Si avvicinò lalla madre che pendeva al trave) superiore di un solido trapezio al quale era stata attaccata per le braccia e le inferse il coljpo finale al cuore. La donna ebbe ancora qualche sussulto poi /penzolò immobile piegando il viso che era tutto una mascherai di sangue su una spalla, lentamente: Un uo?mo uscito dalla folla staccò il coijpo martoriato, gli mozzò il capo {e, mediante il pagamento di cinque dollari lo consegnò al ■marita perchè lo ricucisse al tronco onde dare alla salma più degna sepoltura. Se iì marito non avesse avuto i cinque dollari da pagare la donna sarebbe stata inumata senza il capò. Codi ebbe fine il martirio delle% « mille ferite ». La} vecchia madre di Bill prega il-figlio di tacere. La missionaria durante il racconto ci aveva costantemente voltato le spalle tenendo le mani sulla tastiera di un piccolo organo e ritirando, di tempo in tempo, raccappricciando il collo dentro le ' pieghe di uno sdiallo di lana grigia. — Eppure la donna aveva me-, ritató quel castigo. — Non bestemmiare Oarl, figlio mio, gli uomini non hanno il diritto di giudicare e di punire kquelli che peccarono anche graveunente offendendo il Signore e il genere umano. La tragedia delle donne Hill insiste stringendo gli occhi, quasi di mongolo, gonfi piccoli e luminosi,a furia Hi guardare nel vuoto. La vecchia cinese aveva ucciso successivamente quattro fidanzate del figlio per rapinarle. Alla comparsa in casa dell'ultima fanciulla con la quale il giorno seguente avrebbe dovuto sposarsi, il ragazzo, messo in allarme, aveva seguito le due donne che si erano incamminate verso una forra prossima alla capanna e aveva veduto la rapida tragedia che si era svolta. Ora sapeva com'erano finite le altre quattro e denunciò la madre che venne condannata al supplizio delle « mille ferite ». Una lunga agonia scritta sul corpo appeso alla forca con la punta di un coltello; una cosa orribile selvaggia, alla quale anche il cuore più indurito rifugge dal pensare. ■ Questa è l'usanza. Da migliaia e migliaia di anni gli assassini 3>i ta finalmente girando sul seggiolino a vite. Ha un viso calmo p placido chiuso nella corona catjt,dida dei capelli. Con. voce pacata, con un accento così morbido coinè se il fatalismo o la rassegnazickie orientale le fosse entrata nel san gue dopo quaranfahni di apostolato di Cina, spiega che il trektamento sempre crudele al quale le suocere sottopongono le nuorje e le concubine non è che una recezione a quanto esse, a loro volta, {hanno sofferto quand'erano giovarti e vivevano nei cortili della cas/a sotto il dominio delle suocere, luna catena di ricordi acerbi e di acerbe vendette. In ogni casa il cane o il cavallo sono meglio trattati delle nuove che diventano le scjkaave delle madri del loro sposo. !.E' un destino al quale nessuna yagazza cinese può sottrarsi. Meglio.non nascere che nascere dolina. Quando in una casa nasce vtna bambina tutti i membri di unja famiglia si sentono coinè colpituda una grande sventura. Tristi spose A che cosa può^ servire una ra gazza t Tuffai ptft la si vende. Sì vendono nelle città; persino a Hongkong, colonia e -dominio inglese, tale orribile mercato è permesso. A Hongjhong però la polizia visita sovernte le case ove vivono le schiave e controlla il modo con cui sono trattate dalle padrone. A Shanghai le «mamme» conducono le ■ figlie adottive sul marciapiede ìlella città internazio naie; nell'interno, molto spesso, le famiglie ucindono le bambine ap pena nate. 7n alcuni villaggi dove la miseria,era più dura, esistevano torri speciali entro le quali le povere creature venivano gettate, 0ÌLavé^hù7madre di Hill si vol-Pfinalmente oirando sul seamòM Una fanciulla è sempre una sciagura per luna famiglia che abbia le ciottìile di riso contate. Quando riescono ad accasarsi, per mezzo di unii terza persona che si interessa dò'l matrimonio anche se i due fidanzati non si sono mai veduti, la Mita di queste si fa ancora più il^xra; e si inasprisce durante la coltivazione dei bachi, che allora per settimane e settimane debbono vegliare perchè il fuoco non si spi3nga, povere vestali sotto la continua minaccia della frusta; e incrudelisce àncora di più quando 'il marito porta, a casa la prima Concubina per diventare addirittura insopportabile allorché oltre alle cure della casa, dei campi e dkilla suocera hanno anche t neonati da riscaldare tra il vestitoe il sJsno senza avere per- questo un'q;ra di riposo oltre a quello consueto. È i bambini nascono spontaneamente, come i fiori, e sono belli come i fiori. Vengono 'alla luce senea l'aiuto di nessuno e la puerpera dopo un giorno di riposo ricomincia estenuata, più diafana ad. arrampicarsi sul suo calvario 'else forse non le pare più così duro per il sorriso, del figlio che l'accompagna nella salita. Sul vertice di questo monte cheP""' le donne cinesi debbono rag: M™n!>ere stn ìa suocera ™mese-duta su un frono, despota assoluta e terribile, divinità crudele imperante sulla famiglia. ' L'odio per gli occidentaliPoi finalmente, un giorno, la vecchia si rovescia dall'altra parte di questo vèrtice, muore, crolla nel nulla e il suo posto viene preso irosamente dalla nuora assurta a dignità di suocera. E allora dall'alto del dominio la nuòva padrona con lo scettro del comando in mano osserva con lo sguardo duro le fanciulle che salgono, come hasalito lei, lo stesso sentiero eo-spai-so di ■ spine, recando fra lemani la tazza del tè e del riso che essa attende che le venga servito prima dello spuntar dell'alba. In basso di questa piramide umana che forma la famiglia cinese stanno gli uomini. Contadinirisciottari, trascinatori di «wh{?elbarrow »; artigiani o studiosi falle università provinciali che, quando possono, scendono al sud [neile grandi città e quando sono jiBcchprendono il piroscafo che li: trasporta nei collegi europei o\ americani di dove tornano con iti» odio più violento contro gli occidK-ntaliUna personalità dell'Estremo Oriente ha detto pochi anni fa all'ambasciatore di una grande nazione europea, che essi, ' i giallinon dimenticheranno rnai glschiaffi che si sono presi dai bianchi. Sun Fo, il figlio di jiiun YaSen che a Londra è stati} ricevuto con tutti gli onori del suo rangonel 19S6 ha tenuto un discorso a Canton proclamando che gli inglesi erano stati «ladri, e pirati »impossessandosi di Hcm gkong ed ha invitato il popolo ad, unirsi per gettare in mare gli eikjropei. Pro \ jsuoi otto figli. gramma massimo che è nel cuore di tutti gli uomini del celeste ini pero. ' . Durante la guerra però le concessioni dei bianchi sono state ihrifugio dei cinesi, i quali hanno combattuto inf.orno a Shanghai finché avevano fra le loro mitragliatrici e quelle dei giapponesi la striscia del <c settlement » e in mezzo le pattv.gliè e i carri armati internazionali. — Però sono buoni. E' la macule di Hill che parla mentre prepara il tè nella piccola camera tappezzata di fotografie e cartoline. Net bel mezzo dì una parete campeggia il ^ritratto in grandito del marito morto di tifo a quarantanni. Dalla piccola' finestra si vede l'orto con un piccolo alberello scosso dal vento: l'amore di tutta la famiglia. Hill mg fa osservare con argo glio che le finestre di casa sua hanno ijvefxi, mentre tutte quelle delle cane del villaggio raggruppate come uno di quei ciuffi di funghi sotti ili e appoggiate alla muraglia Idifensiva dell'abitato sono ancora, protette da fogli di carta. Tutoli i membri della famiglia del meccanico ci stanno a guardare con i begli occhi aperti e chiavi. HÙ/ma Hill, la vecchia missionaria, accarezza la testa di Olia e di Lisa, le' due ragazze preferite. Fra tanto biondeggiare di capelli; ne scorgo un casco di nerissimii, pettinati all'ingiù sul viticcio, di una bambina che lo tiene criatantemente abbassato per non far vedere una ferita orribile che lei deturpa una guancia lasciando scorgere fra le slabbrature l'osso iella mascella. Povero « fiore rosso » La bambina si chiama Hunghuà (fiore rosso) ed ha la casa a pochi passi da quella di Hill. Tutti i suoi parenti sono morti. Una notte entrarono a casa sua i banditi mentr'essa era sola nel grande letto. Nelle case dell'interno il letto che tiene quasi tutta la camera è costituito da un cubo di fango alto da terra circa un metro e vuoto nell'interno ove passano i tubi di terra cotta per i quali s'incanala il calore che questi raccolgono e diramano dal focolare acceso. Negli alberghi questi letti ospitano anche venti e trenta persone. ' Hung-huà era sola a godersi il tepore del suo letto di fango quando i banditi entrarono ed ebbe l'i ingenuità di gridare il loro nome. Il capo Hung-Huze, nella tema di essere denunciato spietatamente tirò un colpo di fucile al viso della fanciulla e poi se ne andò coi compagni. Hung-huà venne raccolta da Hilma Hill che la mise insieme a crescere colla nidiata deiLa serata passa quieia nell'i ca sa di Effe che vi ritornò dopo la lunga spedizione di Bven Hedin e alla quale non voleva partecipare E' stato Larson il duca della Mongolia prima a convincerlo, poi la madre stessa che, con tutta la colonia degli svedesi e col figlio, si era recata ■ alla .stazioncina di Tengshing a salutare e festeggiare il grande esploratore. Sven Hedin quando vide il ragazzo lo prese per una mano dicendogli cordialmente: « Ah, sei tu quel piccolo brigante che non risponde neppure ai telegrammi che ti ho fatto invi/tre da Stoccolma è da Nuova Yorkf Abbracciala mamma e mettiti al volante della mia macchina». Hill come soggiogato dai chiari occhi del coraggioso scrittore settuagenario abbracciò la madre, i fratelli e le sorelle e saltò al volante. Da quel giorno si chiamò Effe e la sua presenza non fu soltanto preziosa per Sven Hedin ma valse anche in alcune circostanze- a salvare la vita dei componenti la spedizione. La conversazione nella piccola camera si prolunga piacevolmente. Gli otto fratelli si sono distesi sul cubo di fango addormentandosi. Mi sembra di tornare fanciullo anch'io tanto sono ingenue le storie che qui si raccontano, quasi tutte storie di briganti, di rapine e di amori. Soltanto la piccola Hung-huà non ha voluto saperne dì andare a letto. La nostra presenza'aveva fatto dimenticare, a Hilma Hill di farle recitare la solita preghiera serale. La vecchia si scusa, si siede al piccolo organo e la bambina ritta accanto a lei alzando il povero viso deturpato e comincia a cantare: Quando il sole scende Le luci' si accendono E il mio più caro fratello ritorna Se sospettassi che non mi ama M'ucciderei, se lo sospettassi. Hung-huà china il capo in segno di saluto e raggiunge gli altri fanciulli che già dormono. — Questa è la sua preghiera? — Si — dice sottovoce la madre'di Hill, spegnendo le lampade ad.olio che ardevano presso il leggio. — Questa è la canzone che Hung-huà ha cantato l'ultima volta prima che Hung-huze la colpisse così atrocemente al viso. Il male del deserto Nella camera non arde più che una piccola lampada e Hill ed io dopo aver salutata la signora usciamo per raggiùngere un piccolo caffè cinese ove alcuni contadini giocano con pesanti carte di bambù •sulle quali stanno dipinte varie figure di budda. Le teste nere e ispide splendono sotto le luci delle lanterne e dei giocatori non vedo che le piccole mani svelte e le schiene curve chiuse nei giubbetti' di cotone azzurro. L'«amah» (la vecchia cameriera) in giacchetta a colori vivaci e pantaloni stretti alle caviglie scivola silenziosamente sulle pantofole di feltro dalla cucina alla camera recandoci le tazze di te. Non esistono in questi paesi del nord altri divertimenti. Le donne stanno chiuse in casa e soltanto gli uomini conoscono il piacere del ballo allorché durante le stagioni estive danzano nelle . aie delle loro capanne per invocare la pioggia. Non esistono neppure i cori che sono l'espressione dell'anima popolare. Sul paese pesa una tristezza quasi di cimitero, dentro la quale, a tratti irrompono i latrati di Pon, il cane preferito di Effe, e il ra glio dell'asinelio che la signora Hill attacca al suo risciò, l'unico che esista in tutto il paese. Chiedo a Hill se la madre dopo tanti anni di vita così dura e difficile non senta il desiderio di ritornare in patria. Hill guarda nella tazza di tè e scuote il capo con un melanconico sorriso. Dopo tanti anni non soltanto la madre ma neppure i figli, neppure lui lascerà la Cina. Ormai è preso dal male del de serto e non attende che di essere richiamato o da Larson o da Sven Hedin per ritornare nel nord. Prima però deve discendere a Shanghai e sposarsi con una scrittrice. Misteriose inquietudini del cuore umano. Ernesto Quadrone 11 LA.'CASA DI CARL EFRAIM HILL « EFFE »

Persone citate: Codi, Effe, Larson, Olia, Sun Fo, Sven Hedin