Terra per tutti di Curio Mortari

Terra per tutti VIAGGIO IN LITUANIA Terra per tutti Una rivoluzione in un periodo - Capitali dei Souieti • d'oltre oceano? - Prosciutti e sterline ■ Saggezza patriarcale (Dal nostro inviato speciale) TELSIAl, maggio. « ... dare la terra a chi- non la possiede o a chi ne possiede troppo poca; regolare il possesso della terra in modo da creare condizioni favorevoli al miglioramento dell'agricoltura in ■ generale e alla prosperità delle . piccole e medie economie ruraK e anche nazionaizzare e proteggere le ricchezze naturali del suolo che lo Stato è n grado di mettere in valore, quando i privati si siano dimostrati incapaci ». In questo periodo denso ed esplosivo è racchiusa tutta, una rivoluzione. • Il latifondo spezzato Si tratta della riforma agraria decretata e applicata dal Governo lituano, fin -dagli inizi del nuovo Sfato baltico. Non sempre i grandi esempi vengono dai'grossi paesi. Questa riforma agraria lituana rappresenta — com'è subito visibile — la naturale reazione al latifondìsmo; un latifondismo impo* tenie che, dall' epoca degli Zar, aveva isterilito con le sue aree passive, lo sviluppo agricolo del paese. La miseria nei campi significava infatti la miseria di tutto il paese: il 75 % della popolazione lituana è composto di agricoltori. La lotta dei contadini contro il latifondo ebbe un primo successo durante la rivoluzione del 1905. Il latifondo, in seguito agli eventi di quell'epoca, fu almeno virtualmente spezzato. Banche fondiarie acquistarono alcune grandi proprietà e le divisero in lotti; crearono cooperative agricole, acquistarono macchinari moderni, introducendo innovazioni meccàniche e chimiche nello sfruttamento dei terreni. Senonchè altri latifondi rimanevano sempre ininano d'alti personaggi, cui, in ricompensa di servigi militari e politici resi all'Impero, erano stati donati per mezzo di tassativi « ukase ». 77 1919, anno dell'indipendenza lituana, segna anche la fine totale di questo regime. La terra viene tolta a.coloro che la sfruttavano passivamente, per essere data invece a coloro -che davano affidamento di lavorarla. Vengono a crearsi, in sostanza, la media e la piccola proprietà. Certo, anche questo dono della campagna a chi la lavora, non viene a costituire subito, per i beneficiati, un grosso affare... Le campagne lituane, terribilmente impoverite e isterilite dalle requisizioni e dalle devastazioni della guerra mondiale, hanno bisogno d'essere riprese e fecondate ad imts. Occorre molto « olio di gómito » per lubrificare convenientemente questa impresat-Ma sopratutto occorre molta fede. Senonchè il contadino lituano — tenace, paziente, indurato alle fatiche — non si scoraggia. La gioia di possedere la terra, la propria terra, è così grande in lui, che le difficoltà gli sembrano soltanto cumuli di nuvole. Egli ama la.terra con un 'attaccamento che forse non ha riscontri; un attaccamento quasi carnale. E l'agricoltura lituana, dopo qualche tempo, comincia a rifiorire; e con essa anche la situazione economica. I Lituani d'America Ma, ecco, molti si domandano: « Dove ha trovato la Lituania i capitali necessari a questa ripresa* Non raccontiamo storie! Per rifare le capanne e le fattorie distrutte dalle cannonate e dagli incendi; per comperare macchine agricole e concimi, occorrono ca pitali! ». Tali sono gli interrogativi sorti dallo scetticismo anatòmico che forma il substrato della nostra epoca e traspira spesso dai solenni « specialisti d'economia ». Si potrebbe rispondere: « Afa anche le braccia e le fedi sono ca- Lituan°' Pacatamente e-f'"' ha ri sposto: pitali; forse i capitali più autentici! ». «Questa è poesia! — ribattono gli-scettici, in tono naturalmente sprezzante —. Occorrono cifre e sopratutto « cifre liquide ». Non si può negarlo: i capitali alla Lituania sono venuti dall'estero. Ma da qual parte* Alcuni hanno accusato la Lituania di aver ricevuto, aiuti finanziari dal Governò di. Mosca. Ho prospettatoanch'io questo dubbio a un bnon- La questione è da appurare.Difficilmente il Governo sovieticoaccorda capitali per imprese diquesto genere: li riserva piuttostoai « propagandisti », ni mercenari in cerca di torbidi e di conflitti,alle spie. Una cosa è certa: nel 1919 i Lituani d'America (che sono parecchi e ben provvisti di ri' spanni depositati) concessero al paese natale una prima grossa somma, all'interesse del 5%. Altri aiuti di maggiore entità giunsero quindi ancora dagli Stati Uniti moneta lituana \al cambio d'oggiTotale: circa SO milioni in250 milioni.di lue italiane). Que-ste somme contribuirono a impo-stare saldamente la nostra unità. ., ,., . ,. monetaria, il * lltas ». Un altracosa è certa: tutti i debiti con l'È-stero sono stati quasi saldati. A.... , * . . ....CIÒ SI dei'C In quasi orizzontalitàdella nostra bilancia. Ora, se. quo-sti risultati sono stati ottenuti, lost deve soprai litio all'eroismo de «osti! agricoltori. Essi hanno lavorato rudemente continuamente in questo ventennio.' Ad essi si deve l'eccezionale sviluppo della cefealicoltura, dell'allevamento deI bestiame, della pollicoltura, delia apicoltura. La produzione del lino, ad esempio, pone la Lituania al terzo posto fra i grandi paesi produttori. Può sembrare un miracolo! Con la tenacia e la laboriosità, ha operato contemporaneamente il buon senso : questo utensile non meno necessario al buon contadino, dell'aratro e della vanga. L'industria, ad esempio è stata strettamente limitata ai campi agricoli... Ho capito. Il buon senso del contadino ha preservato la Lituania dalle intossicazioni di un industrialismo truccato ed artificioso. Ci sono paesi in cui t'industria è una necessità vitale; in altri essa è soltanto un pretesto e allora diventa il tarlo roditore dell'agricoltura e della vera economia del paese. Gli agricoltori lituani hanno permesso soltanto un'industria essenzialmente trasformatrice di certi prodotti dell'allevamento e del suolo; per esempio quella del « bacon » (prosciutto) proveniente dai vasti allevamenti di suini. In cambio di giamboni entrarono così in Lituania le sterline; l'Inghilterra essendo la principale importatrice di questo prodotto. Danze e strumenti Questa ripresa della vita economica ha elevato anche il tono dir remo così poetico della vita campagnola in Lituania. Quando -gli affari vanno bene o per lo meno benino, le donne mettono un colore di più ai loro corsetti e ricamano un motivo più pittoresco ai loro grembiuli! A questo benessere dobbiamo fors'anche la ripresa di quella: indùstria tessile di vasa che tanti-vivaci motivi decorativi aggiunge alla vita dei contadini lituani. (Il vecchio telaio è per ogni contadino lituano un simbolo altrettanto caro che una culla). E così, durante i riposi o nelle gior- . nate di festa, le vècchie danze riprendono i loro ritmi fantasiosi, facendo pensare allo straniero di essere capitato fra gli scenari di un Balletto di Diaghilev}. E ritornano in uso anche, con le musiche paesane, le « didinikas » e » « birbynè », specie di nordiche zampegne, nonché il liuto, che, vedi caso, ha un nome mediterraneo ri- evocatore: « citerà », variazi e di « citara » è di « cetra ». Poi, con questi strumenti principali, ci sono anche quelli di contomo, come le nacchere (skumbirè) i cembali (sumkliai) i flauti di legno silvano e i corni da caccia. Tutta una festa di amabili giostre umane si accende e rotea così, nei giorni festivi, sotto le arcate delle foreste e sulle radure. Una natura fiabesca, dai mutamenti e dai contrasti fantastici aggiunge a questi spettacoli umani le sue note divine... (Ho visto io nuvole migranti gettare davanti al sole molli cadute di neve, e lenti velàri di neve cadere, nel crepuscolo, di fronte al disco dorato della luna!). Così soltanto è'dato comprendere i « dainos », questi dolci e malinconici canti della campagna lituana che i poeti nordici potranno un giorno tradurre. Poesia e realtà Certo questi quadri sono niolto belli — troppo belli forse, per essere quotidiani e confiniti. Si tratta piuttosto di 'pause colorate in una vita grigia e dura, che ha i suoi canti e i'snói romanzi d'amore, ma anche i suoi drammi. La felicità non è sempre quella che gli uomini credono di aver raggiunto, ma quella che hanno sognato. Ci sono sempre donne sparute che, il capo ravvolto in un fazzoletto e le gambe fasciate in rudi mocassini, offrono, nelle vie di' Kauna3, mazzolìni di fiori lividi ai passanti. Ma d'altronde questa è storia di tutti i paesi. E' l'eterno volto della miseria, che nessuna legge è riuscita ancora a bandire dal mondo. Ed anche la Legge agraria lituana, che ha dato terre a tutti,, non c'è completamente riuscita. L'unica terra che il povero possiede — mi diceva, una di queste donne — è quella del camposanto... ■ Comunque, anche se la riformaagraria lituana non è riuscita pur essa a risolvere totalmente il problema, ha fatto indubbiamente molto. Ma ridato senza dubbio-ai contadini che amano veramente la terra, una fede nella termi Se ci sono poi state le inevitabili delusioni, questa gente provata e rude non ne è rimasta eccessivamente stupita. Invece di imprecare, ha continuato a lavorare. — E' l'unico modo per assestarele cose — mi ha detto un vecchio contadino di Telsiai. — Per le cose o e e i i r o'™""1"™ « 1 B'-',u'- ~ rKT ,e cose n\h'.'°™ « tempo è sempre necessa- (.rio. Non c'è max stato un anno che abbia saltato le stagioni... .] Q^sto patriarca lituano ha eo Impresso, m parole semplici, quel i\cJ'e ",0'f* d,XCO"° C0" paro,e aro\due- acrobatiche. i ,, l ' Egli ha voluto affermare, in sostanza, che la storia, non s'immagina; si costruisce. Curio Mortari IL TIPICO TELÀIO DELLA CAMPXGNA LITUANA UN FLAUTO PASTORALE

Persone citate: Diaghilev