LE GIORNATE ROMANE nella valutazione di Londra di Leo Rea

LE GIORNATE ROMANE nella valutazione di Londra UM FATTORE HI FACE LE GIORNATE ROMANE nella valutazione di Londra i i a e l , e è Londra, 9 maggio. H punto focale dell'attenzione inglese sulla visita di Hitler in Italia continua ad essere uno: ne è risultata o non ne è risultata un'alleanza militare? La risposta data dai giornali di stamane e da quelli di domenica è decisamente orientata alla negativa. E' necessario sunteggiare strettamente quello che è stato stampato ieri e oggi, colonne su colonne, della cronaca della giornata di sabato (ripetuta dai giornali di stamane per la parte che riguarda i brindisi scambiati tra il Duce e il Fuhrer) e del commenti degli inviati speciali e dei corrispondenti da Roma, oltre che delle reazioni che la visita di Hitler in Italia' ha provocato nelle altre capitali europee. A tentoni tra le ipotesi «Mi s'informa che Mussolini non si è impegnato a difendere la Ceco Slovacchia nè ha fatto alcuna promessa di mano completamente libera alla Germania ». (Ward Prlce nel Bunday ' Di spatch) j « Secondo la stampa tedesca 1 risultati polìtici della visita comprendono un rafforzamento dell'asse e, oltre ad assicurazioni sull'inviolabilità della frontiera alpina, sembra che l'Italia intenda sostenere l'azione tedesca per la soluzione della questione sudeta. Sembra che la voce della conclusione di un'alleanza militare italotedesca sia infondata». (Observer nel lungo sommario posto in testa alla pagina centrale dell'ultima edizione). Il Bunday Express che In fatto di sensazionalismo non vuole lasciarsi battere dall'Express quotidiano, comincia nella sua prima colonna della prima pagina ad annunciare che l'alleanza è stata conclusa, ma subito dopo si legge che è un'alleanza fra il partito fascista e 11 partito nazista, alleanza che, si dice, è complementare dell'asse e che sarà diretta sopra tutto alla lotta contro il comunismo. Andando avanti con le sue rivelazioni il citato settimanale scrive: che è stato convenuto che la Jugoslavia è « zona d'interesse » per l'Italia, l'Ungheria per la Germania; che il territorio abitato dai Sudetl dovrebbe diventare qualche cosa di simile allo Stato libero dì Danzlca, e che Benes, se vuole che il suo paese viva in pace con la Germania, deve seguire una polìtica estera non contrarla a quella di Berlino. Questo vorrebbe dire che la Ceco Slovacchia dovrebbe abbandonare l'alleanza coi Sovieti. Altri giornali, li dobbiamo citare alla rinfusa, dopo aver detto per prima cosa che dalle conversazioni tra Mussolini e Hitler non è nata un'alleanza militare scrivono: che Hitler avrebbe decìso di risolvere la questione della minoranza sudeta con mezzi pacifici; che la possibilità di un patto a quattro è stata generalmente discussa nel giorni scorsi a Roma e che Hitler è ben disposto verso tale possibilità realizzabile però soltanto dopo la soluzione della questione con la Ceco Slovacchia e quella del problema delle colonie. . à e , , a e a n a i i e i o e e n n a a La difesa degli interessi L'inviato speciale del Daily Telegraph a Roma* scrive che nella Capitale italiana si ha la sensazione che Mussolini è emerso come lo spirito dominante delle conversazioni e come difensore degli interessi italiani nel Mediterraneo, nell'Adriatico e nella Europa centrale e Sud-orientalePassando quindi ad esaminare alcuni aspetti del rapporti e degli interessi italiani e tedeschi, igiornalista mette anzitutto in rilievo la promessa di Hitler circa l'inviolabilità della frontiera già austriaca, e scrive «che non sdevono avere preoccupazioni per Trieste »: «Hitler ha riconosciuto che tale porto italiano ha sofferto notevolmente in seguito all'Anschluss ed al conseguente .fluire <hi traffici austriaci verso Amburgo e altri porti tedeschi. Ho appreso da più di un'autorevole fonte tedesca, che sarà fatta o gni cosa, compatibilmente con glinteressi tedeschi, forche una certa quantità di traffico regolare fluisca di nuovo verso 1Adriatiico. La cosa non è facile ■tuttavia a causa del controllcommerciali istituiti in base apiano quadriennale, il che necessita che il commercio austriaco si subordini alle necessità depiano generale stabilito dal Maresciallo Goering. Tuttavia una ulteriore complicazione nasce dapunto di vista delle valute, giacché una delle linee ferroviarie raggiunge Trieste attraverso la Jugoslavia e quindi sarà necessaria una doppia richiesta di valute straniere e saranno altres necessari almeno due accordi Ivacommerciali, ciò che porterà le I a" 'sacose un po'- per le lunghe. Da parte tedesca, comunque, si assicura che c'è assoluta buona volontà a questo riguardo ». Parlando degli interessi italiani e tedeschi dei Balcani, il Daily Telegraph scrive che « questi sono cosi complessi che dovranno essere discussi nel loro particolari attraverso i normali canali diplomatici». i a Influenza pacificatrice n Daily Telegraph di stamane, dedica all'avvenimento di Roma il suo primo editoriale: commentando lo scambio del brindisi dopo il banchetto di sabato, 11 giornale scrive che le «parole di Mussolini e di Hitler non potevano precisare con maggiore enfasi e con maggiore cordialità, la ìntima irremovibile intesa fra le due Nazioni ». Quanto all'assicurazione ripetuta da Hitler circa l'intoccabilità della frontiera, 11 giornale nota: « Tale dichiarazione, in quanto segna un punto fermo fra i mobili e incerti fattori europei, deve essere accolta con compiacimento non soltanto dall'Italia alla quale è stata direttamente rivolta. Se si toglie questa dichiarazione, non c'è molto che nel discorso del Fuhrer sostenga l'idea della pace. In questo senso le parole del Duce sono state più incoraggianti giacché Egli ha messo in rilievo 11 desiderio di cercare con gli altri Paesi un regime di collaborazione internazionale capace di stabilire maggiori efficaci garanzie di giustizia, di sicurezza e di una pace giusta per tutti, ed ha indicato le, strada lungo la quale le Nazioni europee possono trovare la tranquillità e la pace indispensabili per il mantenimento della civiltà in Europa. In base a queste parole del Duce è evidente che non vi è nulla di incompatibile tra l'asse Roma-Berlino e l'accordo italo-Inglese, seguito dal probabile accordo Italo-francese. « Non si può non rilevare — prosegue più oltre il giornale — che nei brindisi di sabato non vi è alcun riferimento alla questione che in questo momento appare più preoccupante: la questione della Cecoslovacchia. Niente è stato detto che. indichi l'atteggiamento di Berlino verso i passi fatti a Fraga dalla diplomazia britannica e francese allo scopo di giungere ad un accomodamento delle lagnanze tedesche. Quello che è passato fra i Capi del due Stati totalitari circa la questione, non sappiamo; ma è impossibile supporre che essa sia stata ignorata. In tale ouestione più che mal l'asse Roma-Berlino può dimostrarsi di pacifico influsso; dal risultato il mondo avrà modo di misurare il completo significato della visita di Hitler a Roma, la quale, sia detto per incidenza, ha cosi evi dente mente rivelato l'efficienza e la magnificenza delle Forze Armate dell'Italia fascista al Fuhrer tedesco non meno che agli altri osservatori stranieri. Da questo storico evento — che era atteso con preoccupazione in qualche Capitale — l'Europa potrà trarre ragione di tranquillità piuttosto che di allarme: non tutte le speranze riposte in esso possono essere state realizzate, ma alcuni timori sono stati decisamente dispersi ». Fra le reazioni degli incontri di Roma e in generale della situazione europea raccolte dalla stampa inglese in tre capitali, Berlino, Praga e Parigi, sono da segnalare: il corrispondente da Berlino del Daily Telegraph il quale scrive: Si ha l'impressione che Mussolini e Hitler abbiano raggiunto un accordo circa le rispettive sfere di influenza. In questi ambienti non si hanno dubbi sul fatto che il Duce avrebbe dato mano libera alla Germania circa la questione delle minoranze sudete». Sempre dei SudetL. Quanto al passo compiuto sabato dall'ambasciatore britannico presso il governo tedesco, lo stesso giornalista scrive: «C'è ragione di credere che durante la conversazione 11 dott. Woermann che ha ricevuto l'ambasciatore britannico in assenza di von Ribbentrop ha detto a sir Neville Henderson che la Germania non ha intenzione di intervenire con le armi in Cecoslovacchia ». Infine 11 Daily Telegraph pubblica stamane una nota di un « collaboratore francese » che tutti sanno essere Pertinax direttore del fallito Bcho de Paris, nella quale riferendo l'opinione di « circoli ufficiosi sui colloqui fra Mussolini e Hitler » scrive: «Può essere vero che in generale il Duce non ha completamente aderito ai piani di Illimitata espansione tedesca nell'Europa centrale e orientale. Tuttavia si ritiene che abbia dato il nulla osta alla politica che Hitler intende svolgere per la difesa delle minoranze tedesche in Cecoslo- nnPcddenlapngslipdvèvgmstcdscgrmpqtbaeriafqcssgildqlar acchia e questo potrebbe essere abbastanza per rendere pericoloa la situazione europea». Lo stesso Pertinax nella sua nota riflette involontariamente il nervosismo acuto di cui soffre Parigi scrivendo che durante una conversazione fra l'ambasciatore di Polonia e Bonnet « il ministro degli esteri francese ha insistito essere' ormai tempo che il governo polacco dica chiaramente se a Polonia si metterebbe dalla parte della Francia se la questione cecoslovacca volgesse al peggio. Se la Polonia persistesse nesuo atteggiamento incerto, l'utiità dell'alleanza franco-polacca potrebbe essere messa in serio dubbio. In seguito a questa conversazione l'ambasciatore polacco è partito per Varsavia ». Leo Rea